Tutto è collegato da un filo invisibile, sul quale procedere in equilibrio tra spazio e tempo e lungo una narrazione solo apparentemente slegata, che tuttavia si interseca con le nostre esistenze. Una ragnatela tessuta da lontano, scintillante nella rugiada, sospesa nello spazio infinito di storie raccontate attraverso immagini, rubate alla natura, agli orizzonti, agli oggetti.
Rossella Caldarale utilizza frammenti per comporre scenari artistici che si uniscono in rivelazioni sorprendenti, raccolte in una esposizione che si trasforma via via in una novella letta attorno al fuoco, in una sera di fine estate.
Ecco dunque lo scatto che ritrae un libro antico, dalle pagine girate dal vento: forse proprio lì sono scritti i sogni e le speranze, gli amori perduti e ritrovati, i momenti di smarrimento e tenerezza, cui si giunge seguendo una foglia trasportata sull’acqua, quasi fosse una nave che si dirige verso mete sconosciute.
Mete desiderate da un’umanità che si piega per poi rialzarsi, simile ad aggraziati giunchi scossi dal vento, rinascendo sfolgorante come un papavero solitario, mentre un profilo si staglia in penombra, ricordando fatiche ormai passate, dissolte nel riflesso di una polla di acqua piovana.
Storie singole, come lo è ogni giorno della vita di ognuno, eppure anelli di una catena corale e condivisa, che si allunga e avvinghia e unisce, o improvvisamente si spezza, ma che ci appartiene e ci accomuna.
Le fotografie di Rossella Caldarale sono scomposizioni e ricomposizioni della realtà, vista alla stregua di un lampo di luce che attraversa un prisma e che suscita immutato stupore.
Le sue opere sono rappresentative di una sensibilità che si avvale di un mezzo meccanico per meglio toccare il cuore, sussurrando una memoria diversa ad ogni battito.

Stefania Ferrari