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Pino Musi. Polyphōnia
La mostra presenta un corpus di 50 opere in esposizione e con un film di 25 minuti, appositamente prodotto per l’occasione, che restituiscono, in modo coerente e privo di compiacimento, una riflessione lucida e potente sui bordi delle metropoli in espansione e sul nostro modo di percepire lo spazio
Comunicato stampa
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Dal 20 settembre 2025 al 6 gennaio 2026 la Fondazione Biscozzi | Rimbaud ETS di Lecce presenta la mostra Pino Musi. Polyphōnia, a cura Stefania Zuliani.
Undicesimo appuntamento espositivo della Fondazione — istituita nel 2018 da Luigi Biscozzi e Dominique Rimbaud con l’obiettivo di promuovere l’arte moderna e contemporanea — la mostra porta a Lecce il lavoro di Pino Musi (Salerno, 1958), artista visivo e fotografo di fama internazionale, che da molti anni vive a Parigi.
Queste le parole della presidente Dominique Rimbaud: “È un onore e una grande gioia ospitare la mostra di Pino Musi. Musi gioca con le immagini – non possiamo più parlare di semplici fotografie – che la sua immaginazione e il suo sguardo, in equilibrio tra una profonda tenerezza per le periferie del mondo e la lucidità analitica dell’artista, hanno saputo catturare, trasformare e trasmutare in opere astratte. Sono particolarmente lieta di accogliere queste opere nelle sale della Fondazione, accanto ai lavori di grandi protagonisti dell’arte astratta italiana e internazionale.”
Pino Musi ha iniziato a fotografare giovanissimo, a 14 anni, formandosi da autodidatta nella tecnica del bianco e nero. Il suo percorso è stato influenzato in modo significativo da una frequentazione del teatro d’avanguardia e sperimentale, almeno fino alla fine degli anni Ottanta. Nel corso del tempo, la sua ricerca ha incontrato e messo in relazione differenti ambiti culturali, intrecciando in maniera personale antropologia e architettura, archeologia e industria.
La sua fotografia si fonda su rigore formale, ritmo e sottrazione. L’obiettivo non è quello di rappresentare la realtà visibile, ma di produrre, attraverso un sottile equilibrio, fra astrazione e dimensione analitica, spogliato da ogni forma di estetizzazione o nostalgia, spunti inattesi e contrappunti visivi che si accordino in una complessa armonia. In Polyphōnia, lavorando esclusivamente in bianco e nero, Musi adotta la tecnica digitale con misurati interventi che rivelano l’essenza nascosta e ambigua dei soggetti fotografati.
Dal 2018 l’artista ha rivolto la sua ricerca alle nuove periferie delle grandi città europee — tra le altre, Parigi, Anversa, Berlino — luoghi segnati da espansioni anonime e contraddizioni architettoniche. Le sue immagini, prive di espliciti riferimenti geografici o temporali, non cercano il riconoscimento del referente, ma offrono un’esperienza visiva che ha molto a che fare con la notazione musicale. Nessuna indulgenza narrativa o documentaria viene messa in opera: il suo sguardo indaga pieni e vuoti, strutture e tensioni, componendo vere e proprie partiture visive.
La mostra Polyphōnia si presenta negli spazi della Fondazione Biscozzi | Rimbaud con un corpus di 50 opere in esposizione e con un film di 25 minuti, appositamente prodotto per l’occasione, che restituiscono, in modo coerente e privo di compiacimento, una riflessione lucida e potente sui bordi delle metropoli in espansione e sul nostro modo di percepire lo spazio urbano contemporaneo.
Come sostiene la curatrice Stefania Zuliani: “Musi costruisce le sue visioni di architetture, di paesaggi, di pagine antiche e di volti, sempre con la stessa urgenza, quella di mostrare non ciò che gli occhi vedono ma ciò che lo sguardo distingue, quella forma, stabile ma non immota, che diventa immagine, una scrittura di luce che, inevitabilmente, ci riguarda, ci guarda e ci coinvolge”.
Dato che la sua attuale ricerca sulla forma trova il miglior mezzo espressivo attraverso l'arte del bookmaking, in particolare nella creazione di volumi d'artista, la mostra è accompagnata dal libro d’artista, edito da Cimorelli Editore, con un’introduzione di Dominique Rimbaud, presidente della Fondazione, e un saggio di Stefania Zuliani, curatrice della mostra.
Undicesimo appuntamento espositivo della Fondazione — istituita nel 2018 da Luigi Biscozzi e Dominique Rimbaud con l’obiettivo di promuovere l’arte moderna e contemporanea — la mostra porta a Lecce il lavoro di Pino Musi (Salerno, 1958), artista visivo e fotografo di fama internazionale, che da molti anni vive a Parigi.
Queste le parole della presidente Dominique Rimbaud: “È un onore e una grande gioia ospitare la mostra di Pino Musi. Musi gioca con le immagini – non possiamo più parlare di semplici fotografie – che la sua immaginazione e il suo sguardo, in equilibrio tra una profonda tenerezza per le periferie del mondo e la lucidità analitica dell’artista, hanno saputo catturare, trasformare e trasmutare in opere astratte. Sono particolarmente lieta di accogliere queste opere nelle sale della Fondazione, accanto ai lavori di grandi protagonisti dell’arte astratta italiana e internazionale.”
Pino Musi ha iniziato a fotografare giovanissimo, a 14 anni, formandosi da autodidatta nella tecnica del bianco e nero. Il suo percorso è stato influenzato in modo significativo da una frequentazione del teatro d’avanguardia e sperimentale, almeno fino alla fine degli anni Ottanta. Nel corso del tempo, la sua ricerca ha incontrato e messo in relazione differenti ambiti culturali, intrecciando in maniera personale antropologia e architettura, archeologia e industria.
La sua fotografia si fonda su rigore formale, ritmo e sottrazione. L’obiettivo non è quello di rappresentare la realtà visibile, ma di produrre, attraverso un sottile equilibrio, fra astrazione e dimensione analitica, spogliato da ogni forma di estetizzazione o nostalgia, spunti inattesi e contrappunti visivi che si accordino in una complessa armonia. In Polyphōnia, lavorando esclusivamente in bianco e nero, Musi adotta la tecnica digitale con misurati interventi che rivelano l’essenza nascosta e ambigua dei soggetti fotografati.
Dal 2018 l’artista ha rivolto la sua ricerca alle nuove periferie delle grandi città europee — tra le altre, Parigi, Anversa, Berlino — luoghi segnati da espansioni anonime e contraddizioni architettoniche. Le sue immagini, prive di espliciti riferimenti geografici o temporali, non cercano il riconoscimento del referente, ma offrono un’esperienza visiva che ha molto a che fare con la notazione musicale. Nessuna indulgenza narrativa o documentaria viene messa in opera: il suo sguardo indaga pieni e vuoti, strutture e tensioni, componendo vere e proprie partiture visive.
La mostra Polyphōnia si presenta negli spazi della Fondazione Biscozzi | Rimbaud con un corpus di 50 opere in esposizione e con un film di 25 minuti, appositamente prodotto per l’occasione, che restituiscono, in modo coerente e privo di compiacimento, una riflessione lucida e potente sui bordi delle metropoli in espansione e sul nostro modo di percepire lo spazio urbano contemporaneo.
Come sostiene la curatrice Stefania Zuliani: “Musi costruisce le sue visioni di architetture, di paesaggi, di pagine antiche e di volti, sempre con la stessa urgenza, quella di mostrare non ciò che gli occhi vedono ma ciò che lo sguardo distingue, quella forma, stabile ma non immota, che diventa immagine, una scrittura di luce che, inevitabilmente, ci riguarda, ci guarda e ci coinvolge”.
Dato che la sua attuale ricerca sulla forma trova il miglior mezzo espressivo attraverso l'arte del bookmaking, in particolare nella creazione di volumi d'artista, la mostra è accompagnata dal libro d’artista, edito da Cimorelli Editore, con un’introduzione di Dominique Rimbaud, presidente della Fondazione, e un saggio di Stefania Zuliani, curatrice della mostra.
20
settembre 2025
Pino Musi. Polyphōnia
Dal 20 settembre 2025 al 06 gennaio 2026
arte contemporanea
fotografia
fotografia
Location
Fondazione Biscozzi Rimbaud
Lecce, Piazzetta Giorgio Baglivi, 4, (LE)
Lecce, Piazzetta Giorgio Baglivi, 4, (LE)
Biglietti
Ingresso mostra: € 5,00.
Ingresso collezione permanente + mostra: € 8,00. Ridotto: € 5,00 per gruppi superiori alle 15 unità residenti a Lecce e provincia, minori di 18 anni, scolaresche della primaria e delle secondarie, studenti di università, acca-demie d’arte e conservatori provvisti di libretto, insegnanti, membri ICOM.
Gratuito per bambini fino ai 6 anni, diversamente abili (e accompagnatore), un accompagnatore per ogni gruppo, guide turistiche, giornalisti con tesserino.
Orario di apertura
fino al 2 novembre 2025: dal martedì alla domenica, dalle ore 17.00 alle 21.00. Chiuso il lunedì.
Dal 4 novembre 2025: dal martedì alla domenica, dalle ore 16.00 alle 19.00. Chiuso il lunedì.
Aperto: 1° novembre e 6 gennaio 2026 | Chiuso: 8, 25 e 31 dicembre 2025, 1°gennaio 2026
Editore
Dario Cimorelli Editore
Ufficio stampa
Maria Bonmassar
Autore
Curatore




