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SONO: momentaneamente assente
SONO: momentaneamente assente è dedicata alla percezione del modus vitae che ci accompagna oggi, frutto di un ritmo incalzante a cui ci sentiamo assoggettati, quasi inconsapevolmente, che rapisce la nostra essenza-esistenza e scandisce il ritmo della nostra vita.
Comunicato stampa
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SONO: momentaneamente assente
È dedicata alla percezione del modus vitae che ci accompagna oggi, frutto di un ritmo incalzante a cui ci sentiamo assoggettati, quasi inconsapevolmente, che rapisce la nostra essenza-esistenza e scandisce il ritmo della nostra vita.
Coinvolti dall’esperienza digitale che spazia senza sosta in continua evoluzione/involuzione, che ci fa sperimentare e ci coinvolge in un mondo astratto che sembra saperne più di noi, a cui non possiamo sottrarci al prezzo di perdere il contatto e l'ordine del mondo da cui altrimenti ci sentiremmo esclusi, e che sembra condurci in universi nuovi, impalpabili, con l'idea di vivere una doppia vita, reale e virtuale. Una nuova esistenza sentita come speciale, ricca di nuove mete, orizzonti, che ci fa stare come sospesi su un tappeto volante in un creato nuovo, affascinante, che si estende quasi oltre la vita stessa.
Una modalità legata a una percezione virtuale che condiziona e incide sul rapporto con il nostro prossimo, col mondo, che ci fa girare talmente velocemente fino ad anestetizzarci dalla realtà: SONO: momentaneamente assente.
Viviamo in modalità doppia: da una parte proviamo il senso di onnipotenza dell'uomo attraverso la tecnologia e i suoi obiettivi inarrivabili, dall'altra ci troviamo di fronte alla vita reale, a notizie devastanti di fame, di morte, di guerra, di un mondo che sta precipitando e con cui difficilmente ci relazioniamo. Due poli opposti che difficilmente riusciamo a tenere insieme. Ci sentiamo disorientati, assoggettati a una condizione ipnotica e di sospensione: SONO: momentaneamente assente.
Sulla nostra pelle una realtà troppo difficile da affrontare e da portare sulle spalle, in completo contrasto col bel mondo luminoso proiettato sullo schermo.
L'arte invece, con la sua funzione catartica, attraverso il lavoro di Philippe Delenseigne, Margot Homan, Fabio Pardini e Flavia Robalo, ci conduce al contrario in un percorso nel quale ristabilisce l'ordine cosmico e naturale del senso della nostra vita, atavicamente inteso. Scava nella complessità del nostro inconscio, dei nostri sentimenti, aiutandoci a far emergere le nostre emozioni, fatte anche di paure, fatte di gioie, di complesse note interiori ricollocandole nel corretto ciclo naturale del senso della nostra vita di esseri umani.
Uno strumento per ritrovare noi stessi.
Philippe Delenseigne
Philippe Delenseigne (Calais - Francia, 1971). Sin dagli esordi dimostra la sua indole tesa all'indagine della materia artistica: da autodidatta assoluto si dedica alla pittura, alla scultura e alla videoarte, tecniche che, nel loro complesso, testimoniano il personale carattere eclettico e volto alla sperimentazione. Crede nell'osservazione e nell'esperienza: lo testimoniano i ripetuti e continui viaggi tra la Francia, l'Italia, la Germania, Parigi, Pietrasanta, Berlino.
Tra il 1999 e il recentissimo presente, personali e collettive dimostrano al mondo le sue notevoli qualità artistiche: Tokyo in Asia; Praga, Vienna, Grasse, Barcellona, Oslo, Parigi, Berlino, Mosca in Europa; e, tra le altre, Carrara, Pietrasanta, Milano, Torino, La Spezia e Pescara in Italia lo vedono accogliere consensi unanimi, tradotti poi in un altrettanto considerevole interesse collezionistico.
Tra le collezioni pubbliche si ricordano: Municipal Gouvernement, Senas (France); Oppéde (France); Palazzo Municipale di Calcinaia (PI); Parco Naturale Regionale delle Alpi Apuane, Seravezza (LU); Associazione Scultori, Torino.
Nelle delicate opere in vinile, evocative a metà strada tra pittura e scultura, le gocce sovrapposte di colla a caldo sviluppano paesaggi elevati ai limiti dell'inconscio: le diverse dimensioni longitudinali dell'esistenza, a cui tutti noi dobbiamo inconsapevolmente sottometterci. Attraverso questo artificio, composizioni sintetiche e dirette della materia, Delenseigne trasmette una visione minimalista e profonda dell'universo, un'immagine globale di ciò che siamo, una guida al principio molecolare fondamentale della nostra essenza.
Margot Homan
Margot Homan, artista olandese, per realizzare le proprie opere nel 1985 arriva per la prima volta a Pietrasanta, che diventerà la sua seconda casa.
Nel 2025 vince in Olanda il Primo Premio Briljanten Kunstenaar.
La sua presenza nel nostro territorio dal 1985 è costante. Espone più volte presso il Complesso di S. Agostino di Pietrasanta.
Nella sua brillante carriera ha realizzato mostre personali in selezionati musei a carattere internazionale.
Le sue opere sono state presentate in note fiere del settore come Tefaf a Maastricht, Pan ad Amsterdam, all'Olympia London Art Fair, Contemporary Art Fair London, Tokyo Art Fair.
Le sue sculture fanno parte di prestigiose collezioni private e pubbliche: ING collection, Heijmans collection, The Hague - Houses of Parliament, Van de Ende collection, Benetton and Barilla collection.
Margot Homan è membro della Royal British Society of Sculptors (RBS) dal 2011.
Nel 2019 l'Olanda ha conferito all'artista il prestigioso premio alla carriera, ritenendola tra i migliori artisti del Paese.
Le sculture di Margot Homan trovano un naturale inserimento dinamico, uno slancio nello spazio che le ospita, in un costante dialogo con l'infinito. Scolpiscono l’aria protendendo le loro eleganti forme dall’equilibrio perfetto, dalla sensualità armonica verso l’alto, in un costante scambio con l'incommensurabilità dell'universo.
L’artista è motivata da temi legati ai valori umani, talvolta trascendentali. Il suo tocco femminile è leggibile in ogni opera. La grazia accompagna i movimenti come se la mano abile dell’artista non smettesse mai di accarezzarle.
Le tematiche sono legate all’origine della vita, al suo senso, al significato della morte, della spiritualità, alla forza del sentimento umano. Un inno rivolto al cielo. Figure umane, donne e uomini che l’artista propone in uno stile classico contaminato dal contemporaneo.
Fabio Pardini
Fabio Pardini nasce a Viareggio da padre scultore e madre attrice teatrale.
Cresce in un ambiente artistico e a 18 anni inizia il proprio percorso nella bottega dello scultore Giancarlo Buratti a Pietrasanta.
Nel 2001 si diploma in scultura all'Accademia di Belle Arti di Carrara.
Ricordiamo la mostra personale svoltasi nel 2012 negli spazi della Versiliana a Marina di Pietrasanta, dedicata all'autoritratto.
Nel suo lavoro la luce, protagonista che incontra lo sguardo, illumina la naturale bellezza del corpo femminile e conduce una tela che parla di figure senza tempo.
Un attimo che sa di eterno, espressione del fulcro dell’esistenza. Carne viva che vibra, qui, oggi. Una linea di continuità tra passato e presente, intramontabile.
Il corpo che è protagonista, che trasuda bellezza nella sua semplicità, nella sua essenza, che non conosce resa nel suo splendore anche se segnato dal tempo, dalla sofferenza, che attraversa una vita di lotte senza resa in nome della consapevolezza dell’essere donna.
Flavia Robalo
Artista nata in Argentina da madre di origine italiana, vive e lavora nel nostro territorio dal 1997. Ormai nota anche a livello internazionale, si distingue per le sue eccellenti capacità creative che le hanno permesso di vincere premi prestigiosi nel mondo: a Buenos Aires, in Spagna (2009 Concorso Fundación de las Artes Artistas), a Verona (2007 Fondazione Toniolo), di distinguersi in ambite selezioni artistiche, di esporre in Colombia, Francia, Lussemburgo, Svizzera, e di esibire le proprie opere più volte negli spazi patrocinati dal Comune di Pietrasanta presso il Complesso del Museo S. Agostino, come la mostra personale nel 2005.
Tra le mostre recenti: nel 2018 a Long Island (USA), nel 2019 in Messico e nel 2023 in Norvegia e a Hong Kong.
L’universo di Flavia Robalo ci accompagna in un mondo incantato. Colpisce la straordinaria capacità di scolpire il legno con mano decisa, sicura, e di creare in pochi gesti eteree figure femminili, protagoniste di un sogno. Espressioni di leggerezza, impalpabili creature del regno di fata che ritroviamo anche nei dipinti. Giovani donne con un deciso senso di sé, in movimento, in viaggio nell’esperienza della vita.
Ed è proprio in quel movimento, nell’approccio al mondo esterno, che emerge la loro straordinaria forza. Emerge il coraggio incondizionato dell’esperienza, della consapevolezza della propria intimità, delle proprie fragilità, dell’audacia di attraversare il mondo a passo leggero, in un costante esercizio di equilibrio tra il sé e l’esistenza.
È dedicata alla percezione del modus vitae che ci accompagna oggi, frutto di un ritmo incalzante a cui ci sentiamo assoggettati, quasi inconsapevolmente, che rapisce la nostra essenza-esistenza e scandisce il ritmo della nostra vita.
Coinvolti dall’esperienza digitale che spazia senza sosta in continua evoluzione/involuzione, che ci fa sperimentare e ci coinvolge in un mondo astratto che sembra saperne più di noi, a cui non possiamo sottrarci al prezzo di perdere il contatto e l'ordine del mondo da cui altrimenti ci sentiremmo esclusi, e che sembra condurci in universi nuovi, impalpabili, con l'idea di vivere una doppia vita, reale e virtuale. Una nuova esistenza sentita come speciale, ricca di nuove mete, orizzonti, che ci fa stare come sospesi su un tappeto volante in un creato nuovo, affascinante, che si estende quasi oltre la vita stessa.
Una modalità legata a una percezione virtuale che condiziona e incide sul rapporto con il nostro prossimo, col mondo, che ci fa girare talmente velocemente fino ad anestetizzarci dalla realtà: SONO: momentaneamente assente.
Viviamo in modalità doppia: da una parte proviamo il senso di onnipotenza dell'uomo attraverso la tecnologia e i suoi obiettivi inarrivabili, dall'altra ci troviamo di fronte alla vita reale, a notizie devastanti di fame, di morte, di guerra, di un mondo che sta precipitando e con cui difficilmente ci relazioniamo. Due poli opposti che difficilmente riusciamo a tenere insieme. Ci sentiamo disorientati, assoggettati a una condizione ipnotica e di sospensione: SONO: momentaneamente assente.
Sulla nostra pelle una realtà troppo difficile da affrontare e da portare sulle spalle, in completo contrasto col bel mondo luminoso proiettato sullo schermo.
L'arte invece, con la sua funzione catartica, attraverso il lavoro di Philippe Delenseigne, Margot Homan, Fabio Pardini e Flavia Robalo, ci conduce al contrario in un percorso nel quale ristabilisce l'ordine cosmico e naturale del senso della nostra vita, atavicamente inteso. Scava nella complessità del nostro inconscio, dei nostri sentimenti, aiutandoci a far emergere le nostre emozioni, fatte anche di paure, fatte di gioie, di complesse note interiori ricollocandole nel corretto ciclo naturale del senso della nostra vita di esseri umani.
Uno strumento per ritrovare noi stessi.
Philippe Delenseigne
Philippe Delenseigne (Calais - Francia, 1971). Sin dagli esordi dimostra la sua indole tesa all'indagine della materia artistica: da autodidatta assoluto si dedica alla pittura, alla scultura e alla videoarte, tecniche che, nel loro complesso, testimoniano il personale carattere eclettico e volto alla sperimentazione. Crede nell'osservazione e nell'esperienza: lo testimoniano i ripetuti e continui viaggi tra la Francia, l'Italia, la Germania, Parigi, Pietrasanta, Berlino.
Tra il 1999 e il recentissimo presente, personali e collettive dimostrano al mondo le sue notevoli qualità artistiche: Tokyo in Asia; Praga, Vienna, Grasse, Barcellona, Oslo, Parigi, Berlino, Mosca in Europa; e, tra le altre, Carrara, Pietrasanta, Milano, Torino, La Spezia e Pescara in Italia lo vedono accogliere consensi unanimi, tradotti poi in un altrettanto considerevole interesse collezionistico.
Tra le collezioni pubbliche si ricordano: Municipal Gouvernement, Senas (France); Oppéde (France); Palazzo Municipale di Calcinaia (PI); Parco Naturale Regionale delle Alpi Apuane, Seravezza (LU); Associazione Scultori, Torino.
Nelle delicate opere in vinile, evocative a metà strada tra pittura e scultura, le gocce sovrapposte di colla a caldo sviluppano paesaggi elevati ai limiti dell'inconscio: le diverse dimensioni longitudinali dell'esistenza, a cui tutti noi dobbiamo inconsapevolmente sottometterci. Attraverso questo artificio, composizioni sintetiche e dirette della materia, Delenseigne trasmette una visione minimalista e profonda dell'universo, un'immagine globale di ciò che siamo, una guida al principio molecolare fondamentale della nostra essenza.
Margot Homan
Margot Homan, artista olandese, per realizzare le proprie opere nel 1985 arriva per la prima volta a Pietrasanta, che diventerà la sua seconda casa.
Nel 2025 vince in Olanda il Primo Premio Briljanten Kunstenaar.
La sua presenza nel nostro territorio dal 1985 è costante. Espone più volte presso il Complesso di S. Agostino di Pietrasanta.
Nella sua brillante carriera ha realizzato mostre personali in selezionati musei a carattere internazionale.
Le sue opere sono state presentate in note fiere del settore come Tefaf a Maastricht, Pan ad Amsterdam, all'Olympia London Art Fair, Contemporary Art Fair London, Tokyo Art Fair.
Le sue sculture fanno parte di prestigiose collezioni private e pubbliche: ING collection, Heijmans collection, The Hague - Houses of Parliament, Van de Ende collection, Benetton and Barilla collection.
Margot Homan è membro della Royal British Society of Sculptors (RBS) dal 2011.
Nel 2019 l'Olanda ha conferito all'artista il prestigioso premio alla carriera, ritenendola tra i migliori artisti del Paese.
Le sculture di Margot Homan trovano un naturale inserimento dinamico, uno slancio nello spazio che le ospita, in un costante dialogo con l'infinito. Scolpiscono l’aria protendendo le loro eleganti forme dall’equilibrio perfetto, dalla sensualità armonica verso l’alto, in un costante scambio con l'incommensurabilità dell'universo.
L’artista è motivata da temi legati ai valori umani, talvolta trascendentali. Il suo tocco femminile è leggibile in ogni opera. La grazia accompagna i movimenti come se la mano abile dell’artista non smettesse mai di accarezzarle.
Le tematiche sono legate all’origine della vita, al suo senso, al significato della morte, della spiritualità, alla forza del sentimento umano. Un inno rivolto al cielo. Figure umane, donne e uomini che l’artista propone in uno stile classico contaminato dal contemporaneo.
Fabio Pardini
Fabio Pardini nasce a Viareggio da padre scultore e madre attrice teatrale.
Cresce in un ambiente artistico e a 18 anni inizia il proprio percorso nella bottega dello scultore Giancarlo Buratti a Pietrasanta.
Nel 2001 si diploma in scultura all'Accademia di Belle Arti di Carrara.
Ricordiamo la mostra personale svoltasi nel 2012 negli spazi della Versiliana a Marina di Pietrasanta, dedicata all'autoritratto.
Nel suo lavoro la luce, protagonista che incontra lo sguardo, illumina la naturale bellezza del corpo femminile e conduce una tela che parla di figure senza tempo.
Un attimo che sa di eterno, espressione del fulcro dell’esistenza. Carne viva che vibra, qui, oggi. Una linea di continuità tra passato e presente, intramontabile.
Il corpo che è protagonista, che trasuda bellezza nella sua semplicità, nella sua essenza, che non conosce resa nel suo splendore anche se segnato dal tempo, dalla sofferenza, che attraversa una vita di lotte senza resa in nome della consapevolezza dell’essere donna.
Flavia Robalo
Artista nata in Argentina da madre di origine italiana, vive e lavora nel nostro territorio dal 1997. Ormai nota anche a livello internazionale, si distingue per le sue eccellenti capacità creative che le hanno permesso di vincere premi prestigiosi nel mondo: a Buenos Aires, in Spagna (2009 Concorso Fundación de las Artes Artistas), a Verona (2007 Fondazione Toniolo), di distinguersi in ambite selezioni artistiche, di esporre in Colombia, Francia, Lussemburgo, Svizzera, e di esibire le proprie opere più volte negli spazi patrocinati dal Comune di Pietrasanta presso il Complesso del Museo S. Agostino, come la mostra personale nel 2005.
Tra le mostre recenti: nel 2018 a Long Island (USA), nel 2019 in Messico e nel 2023 in Norvegia e a Hong Kong.
L’universo di Flavia Robalo ci accompagna in un mondo incantato. Colpisce la straordinaria capacità di scolpire il legno con mano decisa, sicura, e di creare in pochi gesti eteree figure femminili, protagoniste di un sogno. Espressioni di leggerezza, impalpabili creature del regno di fata che ritroviamo anche nei dipinti. Giovani donne con un deciso senso di sé, in movimento, in viaggio nell’esperienza della vita.
Ed è proprio in quel movimento, nell’approccio al mondo esterno, che emerge la loro straordinaria forza. Emerge il coraggio incondizionato dell’esperienza, della consapevolezza della propria intimità, delle proprie fragilità, dell’audacia di attraversare il mondo a passo leggero, in un costante esercizio di equilibrio tra il sé e l’esistenza.
26
settembre 2025
SONO: momentaneamente assente
Dal 26 al 28 settembre 2025
Location
IRENA KOS ARTE CONTEMPORANEA
Pietrasanta, Via Stagio Stagi, 65, (Lucca)
Pietrasanta, Via Stagio Stagi, 65, (Lucca)
Autore
Curatore









