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Fabio Giorgi Alberti – Tifiamo Armageddon
“Prendere una posizione è far sapere agli altri che si prende una posizione. Prendere una posizione è necessario ma non basta”. ll pubblico che prende parte alla performance diventa il corpo della lingua, l’artista è il suo megafono.
Comunicato stampa
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Sabato 4 ottobre alle ore 18.00, nella lavanderia LAVAPIU alla Gammarana a Teramo, Celeste inaugura il suo quinto anno di attività con una performance pubblica guidata da Fabio Giorgi Alberti (Leiden, 1980). Tifiamo Armageddon nasce da una riflessione dell’artista sulla funzione materiale e simbolica della lavanderia, e sul rapporto tra coscienza personale e dimensione politica. Giorgi Alberti condivide con il collettivo Celeste la propria esitazione rispetto alla legittimità dell’arte in tempo di genocidio. “Prendere una posizione è far sapere agli altri che si prende una posizione. Prendere una posizione è necessario ma non basta”. L’artista si affida dunque all’atto linguistico: scegliendo con cura le parole, tenta di ricomporre un ordine nel mondo. ll pubblico che prende parte alla performance diventa il corpo della lingua, l’artista è il suo megafono.
La mostra è accompagnata da un testo di Giulia Gaibisso (Roma, 1993).
Fabio Giorgi Alberti lavora tra Bevagna, in Umbria, e Roma. Usa il film digitale e analogico, parole, scultura e installazione per indagare il linguaggio e il rapporto dell’individuo con la realtà. Il suo lavoro ruota intorno all’idea di doppio, alla fisicità dello spazio e alle relazioni che l’opera crea tra lo spettatore e l’artista. Tra le mostre recenti, ricordiamo: Cane cane a cura di Vasco Forconi, Lateral Roma; Concrete poetry (10.22 v.) a cura di Giulia Simi, Casa Morandi MAMbo, Bologna; Piccolo calcolo approssimativo di sostanza a cura di Postex, GAM, Roma; Civetta Spazio Mensa, Roma; The Feuilleton: I will bear witness, Piggy-backing-from the Edicola a cura di Jo Melvin, MACRO (Roma) e Spoleto (Pg); Buco nero Come Alone, Atene; Clouds and steel a cura di Marta Silvi, Una vetrina, Roma. Ha esposto in spazi istituzionali e non profit sia in Italia che all'estero.
Exhibitionism, la stagione numero cinque di LAVAPIU, mette a tema la progressiva evoluzione della mostra d’arte come dispositivo di intrattenimento. Questo fenomeno, dovuto in parte alla crescente professionalizzazione degli operatori culturali, insieme alla trasformazione delle istituzioni artistiche in luoghi di impresa, si manifesta attraverso la proliferazione di eventi collaterali, aperitivi, DJ set, talk, laboratori, visite guidate, che rendono la partecipazione all’evento culturale socialmente desiderabile. La presunta cripticità dell’arte diviene, almeno in apparenza, più accessibile e rassicurante. Eppure, tale corollario di esperienze accessorie sembrerebbe più simile al tentativo di disincagliarsi dalla solitudine a cui l’esperienza estetica ci sottopone. Di uscire, cioè, dall’“ansia” dell’arte.
Sebbene nata in un luogo marginale e non convenzionale per i linguaggi artistici, in questi anni Celeste ha dovuto confrontarsi con la necessità di stabilire un dialogo con le istituzioni del territorio e di creare una mediazione con il pubblico. L’esigenza di ridiscutere la propria identità e posizione all’interno di un tessuto sociale e culturale, ci conduce qui: al rifiuto di considerare l’arte un’attività professionale come le altre. Exhibitionism rivendica l’ansia dell’arte, ponendosi anche al di là delle questioni contingenti di un mondo in rovina: “L’ansia dell’arte rappresenta la volontà che l’arte “debba” esistere, malgrado le condizioni che possono rendere la sua esistenza impossibile” (H. Rosenberg, 1964).
Celeste è un progetto curatoriale post-pandemico e pro-apocalittico avviato nel 2021 da Alessandro Di Massimo, Claudia Petraroli e Andrea Marinucci. Celeste nasce dal desiderio di portare i linguaggi dell’arte contemporanea nei luoghi periferici, precari, lontani dai grandi centri. La sua pratica si basa su un approccio ecologico, attento al contesto in cui opera, promuove la circolarità delle risorse e si spende per favorire relazioni virtuose tra tutte le soggettività coinvolte.
Celeste è realizzato da Sunistema APS, con il patrocinio e il finanziamento del Comune di Teramo e con il contributo di Costruttori Teramani.
La mostra è accompagnata da un testo di Giulia Gaibisso (Roma, 1993).
Fabio Giorgi Alberti lavora tra Bevagna, in Umbria, e Roma. Usa il film digitale e analogico, parole, scultura e installazione per indagare il linguaggio e il rapporto dell’individuo con la realtà. Il suo lavoro ruota intorno all’idea di doppio, alla fisicità dello spazio e alle relazioni che l’opera crea tra lo spettatore e l’artista. Tra le mostre recenti, ricordiamo: Cane cane a cura di Vasco Forconi, Lateral Roma; Concrete poetry (10.22 v.) a cura di Giulia Simi, Casa Morandi MAMbo, Bologna; Piccolo calcolo approssimativo di sostanza a cura di Postex, GAM, Roma; Civetta Spazio Mensa, Roma; The Feuilleton: I will bear witness, Piggy-backing-from the Edicola a cura di Jo Melvin, MACRO (Roma) e Spoleto (Pg); Buco nero Come Alone, Atene; Clouds and steel a cura di Marta Silvi, Una vetrina, Roma. Ha esposto in spazi istituzionali e non profit sia in Italia che all'estero.
Exhibitionism, la stagione numero cinque di LAVAPIU, mette a tema la progressiva evoluzione della mostra d’arte come dispositivo di intrattenimento. Questo fenomeno, dovuto in parte alla crescente professionalizzazione degli operatori culturali, insieme alla trasformazione delle istituzioni artistiche in luoghi di impresa, si manifesta attraverso la proliferazione di eventi collaterali, aperitivi, DJ set, talk, laboratori, visite guidate, che rendono la partecipazione all’evento culturale socialmente desiderabile. La presunta cripticità dell’arte diviene, almeno in apparenza, più accessibile e rassicurante. Eppure, tale corollario di esperienze accessorie sembrerebbe più simile al tentativo di disincagliarsi dalla solitudine a cui l’esperienza estetica ci sottopone. Di uscire, cioè, dall’“ansia” dell’arte.
Sebbene nata in un luogo marginale e non convenzionale per i linguaggi artistici, in questi anni Celeste ha dovuto confrontarsi con la necessità di stabilire un dialogo con le istituzioni del territorio e di creare una mediazione con il pubblico. L’esigenza di ridiscutere la propria identità e posizione all’interno di un tessuto sociale e culturale, ci conduce qui: al rifiuto di considerare l’arte un’attività professionale come le altre. Exhibitionism rivendica l’ansia dell’arte, ponendosi anche al di là delle questioni contingenti di un mondo in rovina: “L’ansia dell’arte rappresenta la volontà che l’arte “debba” esistere, malgrado le condizioni che possono rendere la sua esistenza impossibile” (H. Rosenberg, 1964).
Celeste è un progetto curatoriale post-pandemico e pro-apocalittico avviato nel 2021 da Alessandro Di Massimo, Claudia Petraroli e Andrea Marinucci. Celeste nasce dal desiderio di portare i linguaggi dell’arte contemporanea nei luoghi periferici, precari, lontani dai grandi centri. La sua pratica si basa su un approccio ecologico, attento al contesto in cui opera, promuove la circolarità delle risorse e si spende per favorire relazioni virtuose tra tutte le soggettività coinvolte.
Celeste è realizzato da Sunistema APS, con il patrocinio e il finanziamento del Comune di Teramo e con il contributo di Costruttori Teramani.
04
ottobre 2025
Fabio Giorgi Alberti – Tifiamo Armageddon
Dal 04 ottobre 2025 al 12 gennaio 2026
arti performative
Location
LAVAPIU
Teramo, Via Nicola Castagna, (TE)
Teramo, Via Nicola Castagna, (TE)
Orario di apertura
24/7
Vernissage
4 Ottobre 2025, 18.00
Sito web
Autore
Curatore
Autore testo critico
Progetto grafico
Sponsor
Patrocini





