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Luca Vitone – Capricci e altri umori
Galerie Rolando Anselmi è lieta di presentare Capricci e altri umori, la seconda mostra personale di Luca Vitone presso la galleria che raccoglie una selezione di opere appartenenti alla serie dei Capricci (2005-2025).
Comunicato stampa
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Galerie Rolando Anselmi è lieta di presentare Capricci e altri umori, la seconda mostra personale di Luca Vitone presso la galleria che raccoglie una selezione di opere appartenenti alla serie dei Capricci (2005-2025).
Fin dalla fine degli anni Ottanta, la ricerca di Luca Vitone indaga l’identità stratificata dei luoghi, esplorandone le dimensioni geografiche, politiche, sociali e poetiche. Le sue opere assumono la forma di ritratti concettuali dei luoghi, costruiti spesso a partire da materiali site-specific: polvere, pigmenti, mappe, suoni, che ne restituiscono la memoria, le tensioni e le trasformazioni. La serie Capricci, che prende avvio nel 2005, si inserisce in questo percorso, sviluppandosi attorno a stampe, incisioni, litografie e cartoline d’epoca di diversi autori – da Giovanni Battista Piranesi ad Alexandre Calame, Felix Benoist, Giovanni Volpato,
Giuseppe Vasi, Pierre Mortier, fino ad altri anonimi – trasformate dall’artista con l’aggiunta di note musicali tracciate a inchiostro. Lo studio sulla complessa stratigrafia culturale e geografica dei luoghi si snoda così attraverso immagini
trovate che Vitone trasforma in partiture visive. Il movimento delle note, che affiora da rovine, cavità, pietre e architetture, evoca presenze sommerse e diventa metafora di una memoria culturale che proviene dalle radici della terra. In questo modo, le incisioni originarie si aprono a una dimensione sonora e poetica, suggerendo allo spettatore di “ascoltare” la storia e le sue stratificazioni. Il Capriccio, genere che fin dal Settecento combina realtà e invenzione, diventa strumento per raccontare la persistenza della memoria nei paesaggi e la capacità della musica di renderla viva e condivisa: le note si innalzano dagli avanzi archeologici e trasformano le vedute in palcoscenici sonori. Attraverso l’indagine Vitone percorre luoghi e restituisce un immaginario di essi che intreccia dimensioni fisiche, simboliche e
storico-sociali. I Capricci, in questo senso, non sono solo opere grafiche, ma dispositivi corali che rendono
percettibile un patrimonio invisibile: un’eco di storie dimenticate che continua a vibrare nel presente, facendo risuonare nello spazio dell’opera voci sepolte e racconti perduti.
Fin dalla fine degli anni Ottanta, la ricerca di Luca Vitone indaga l’identità stratificata dei luoghi, esplorandone le dimensioni geografiche, politiche, sociali e poetiche. Le sue opere assumono la forma di ritratti concettuali dei luoghi, costruiti spesso a partire da materiali site-specific: polvere, pigmenti, mappe, suoni, che ne restituiscono la memoria, le tensioni e le trasformazioni. La serie Capricci, che prende avvio nel 2005, si inserisce in questo percorso, sviluppandosi attorno a stampe, incisioni, litografie e cartoline d’epoca di diversi autori – da Giovanni Battista Piranesi ad Alexandre Calame, Felix Benoist, Giovanni Volpato,
Giuseppe Vasi, Pierre Mortier, fino ad altri anonimi – trasformate dall’artista con l’aggiunta di note musicali tracciate a inchiostro. Lo studio sulla complessa stratigrafia culturale e geografica dei luoghi si snoda così attraverso immagini
trovate che Vitone trasforma in partiture visive. Il movimento delle note, che affiora da rovine, cavità, pietre e architetture, evoca presenze sommerse e diventa metafora di una memoria culturale che proviene dalle radici della terra. In questo modo, le incisioni originarie si aprono a una dimensione sonora e poetica, suggerendo allo spettatore di “ascoltare” la storia e le sue stratificazioni. Il Capriccio, genere che fin dal Settecento combina realtà e invenzione, diventa strumento per raccontare la persistenza della memoria nei paesaggi e la capacità della musica di renderla viva e condivisa: le note si innalzano dagli avanzi archeologici e trasformano le vedute in palcoscenici sonori. Attraverso l’indagine Vitone percorre luoghi e restituisce un immaginario di essi che intreccia dimensioni fisiche, simboliche e
storico-sociali. I Capricci, in questo senso, non sono solo opere grafiche, ma dispositivi corali che rendono
percettibile un patrimonio invisibile: un’eco di storie dimenticate che continua a vibrare nel presente, facendo risuonare nello spazio dell’opera voci sepolte e racconti perduti.
18
ottobre 2025
Luca Vitone – Capricci e altri umori
Dal 18 ottobre 2025 al 30 gennaio 2026
arte contemporanea
Location
Galerie Rolando Anselmi | Roma
Roma, Via di Tor Fiorenza, 16, (RM)
Roma, Via di Tor Fiorenza, 16, (RM)
Orario di apertura
dal mercoledì al sabato dalle 15 alle 19
Vernissage
18 Ottobre 2025, ore 19-21
Sito web
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