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Francesco Bertin e Giovanni Bertin – Venezia-Berlino: Profili Urbani
La mostra offre, attraverso fotografie astratte, un originale confronto tra le città di Venezia e Berlino. Riflessioni, geometrie e distorsioni urbane invitano a esplorare l’identità mutevole degli spazi e il nostro modo di percepirli.
Comunicato stampa
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Dal 17 ottobre al 14 novembre 2025, Spazio Thetis ospita Venezia/Berlino. Profili urbani, una mostra fotografica di Giovanni e Francesco Bertin, padre e figlio (1953 e 1988), a cura di Enrico Gusella.
Il progetto nasce come un viaggio visivo tra due città simbolo – Venezia e Berlino – raccontate attraverso immagini che trasformano il paesaggio urbano in forme nuove, inattese, a metà strada tra realtà e astrazione. Automobili, superfici specchianti, facciate, canali e onde diventano materia visiva che, infrangendosi, si ricompone in geometrie sorprendenti e iconografie urbane inedite.
Come scrive Gusella, «Sulle onde, lungo una strada, al di là di uno specchio, dentro a un movimento. Come un’identità mutante, o di una forma che si trasforma nel tempo e nello spazio, nel paesaggio urbano, nella dimensione quotidiana e in quella di un’immagine. È così raccolta l’indagine da cui muovono Giovanni e Francesco Bertin.» Le loro fotografie esplorano forme, configurazioni e astrazioni che assumono identità concrete nell’alterità, dentro le trasformazioni degli oggetti e negli spazi scenici che acquisiscono proprie figuratività, svelando architetture e vere e proprie fisionomie urbane.
Per Giovanni e Francesco Bertin, la fotografia è molto più che registrazione del reale: è una lente critica, capace di esplorare l’identità mutevole delle città e di coglierne contrasti e tensioni. Equilibrio e squilibrio, stabilità e instabilità, ordine e disordine: le immagini si muovono su questi poli, aprendo una riflessione sulla fragilità e la vitalità dei contesti urbani contemporanei.
La ricerca dei due autori individua i profili delle città attraverso i riflessi che si formano negli ambienti che le caratterizzano. Questi diventano veri e propri filtri cognitivi: a Venezia, l’onda o la marea che avanza è metafora della fragilità della città capace di stravolgere i riflessi dei palazzi sull’acqua; a Berlino, il fattore di distorsione è il traffico, con l’automobile che diventa centro vitale e specchio della città, luogo in cui l’immagine urbana si rielabora e si moltiplica.
La mostra è anche un dialogo generazionale: lo sguardo esperto di Giovanni si intreccia con quello più giovane di Francesco, dando vita a una narrazione comune che attraversa Venezia e Berlino, ma che si apre a interrogare più in generale il nostro modo di percepire e abitare lo spazio urbano.
Come sottolinea Gusella, «Da Venezia a Berlino, l’occhio dei due fotografi ci invita a leggere le città come territori mutevoli, specchi della nostra identità e delle sue trasformazioni.»
Gli scatti si muovono tra concretezza e astrazione, tra la materia dei palazzi e dei canali e la loro dissolvenza in riflessi e luci. Ne emergono forme perturbanti e identità mutanti, in cui i dettagli si trasformano in visioni e l’ordinario si apre a possibilità inattese. Non si tratta solo di documentare la città, ma di ricostruirla attraverso l’immaginazione fotografica, restituendo paesaggi che vivono nello spazio del riflesso e dell’ambiguità.
In questo senso, Venezia/Berlino. Profili urbani è anche una riflessione sul rapporto tra soggetto e città, tra memoria e percezione. Le fotografie dei Bertin creano un terreno comune in cui residenti, viaggiatori e osservatori possono riconoscersi, misurandosi con spazi e forme che sembrano familiari ma che, al contempo, si rivelano altri.
Il progetto nasce come un viaggio visivo tra due città simbolo – Venezia e Berlino – raccontate attraverso immagini che trasformano il paesaggio urbano in forme nuove, inattese, a metà strada tra realtà e astrazione. Automobili, superfici specchianti, facciate, canali e onde diventano materia visiva che, infrangendosi, si ricompone in geometrie sorprendenti e iconografie urbane inedite.
Come scrive Gusella, «Sulle onde, lungo una strada, al di là di uno specchio, dentro a un movimento. Come un’identità mutante, o di una forma che si trasforma nel tempo e nello spazio, nel paesaggio urbano, nella dimensione quotidiana e in quella di un’immagine. È così raccolta l’indagine da cui muovono Giovanni e Francesco Bertin.» Le loro fotografie esplorano forme, configurazioni e astrazioni che assumono identità concrete nell’alterità, dentro le trasformazioni degli oggetti e negli spazi scenici che acquisiscono proprie figuratività, svelando architetture e vere e proprie fisionomie urbane.
Per Giovanni e Francesco Bertin, la fotografia è molto più che registrazione del reale: è una lente critica, capace di esplorare l’identità mutevole delle città e di coglierne contrasti e tensioni. Equilibrio e squilibrio, stabilità e instabilità, ordine e disordine: le immagini si muovono su questi poli, aprendo una riflessione sulla fragilità e la vitalità dei contesti urbani contemporanei.
La ricerca dei due autori individua i profili delle città attraverso i riflessi che si formano negli ambienti che le caratterizzano. Questi diventano veri e propri filtri cognitivi: a Venezia, l’onda o la marea che avanza è metafora della fragilità della città capace di stravolgere i riflessi dei palazzi sull’acqua; a Berlino, il fattore di distorsione è il traffico, con l’automobile che diventa centro vitale e specchio della città, luogo in cui l’immagine urbana si rielabora e si moltiplica.
La mostra è anche un dialogo generazionale: lo sguardo esperto di Giovanni si intreccia con quello più giovane di Francesco, dando vita a una narrazione comune che attraversa Venezia e Berlino, ma che si apre a interrogare più in generale il nostro modo di percepire e abitare lo spazio urbano.
Come sottolinea Gusella, «Da Venezia a Berlino, l’occhio dei due fotografi ci invita a leggere le città come territori mutevoli, specchi della nostra identità e delle sue trasformazioni.»
Gli scatti si muovono tra concretezza e astrazione, tra la materia dei palazzi e dei canali e la loro dissolvenza in riflessi e luci. Ne emergono forme perturbanti e identità mutanti, in cui i dettagli si trasformano in visioni e l’ordinario si apre a possibilità inattese. Non si tratta solo di documentare la città, ma di ricostruirla attraverso l’immaginazione fotografica, restituendo paesaggi che vivono nello spazio del riflesso e dell’ambiguità.
In questo senso, Venezia/Berlino. Profili urbani è anche una riflessione sul rapporto tra soggetto e città, tra memoria e percezione. Le fotografie dei Bertin creano un terreno comune in cui residenti, viaggiatori e osservatori possono riconoscersi, misurandosi con spazi e forme che sembrano familiari ma che, al contempo, si rivelano altri.
17
ottobre 2025
Francesco Bertin e Giovanni Bertin – Venezia-Berlino: Profili Urbani
Dal 17 ottobre al 14 novembre 2025
arte contemporanea
Location
ARSENALE NOVISSIMO – SPAZIO THETIS
Venezia, Castello, 2737f, (Venezia)
Venezia, Castello, 2737f, (Venezia)
Orario di apertura
dal lunedi al venerdi ore 10-17
Vernissage
17 Ottobre 2025, 17
Ufficio stampa
Cristina Gatti - Press & P.R. - Venezia
Autore
Curatore
Autore testo critico
Patrocini





