11 ottobre 2025

Il tempo del design e il ritmo della vita, secondo Kris Van Assche

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Il designer belga Kris Van Assche ci racconta come è approdato a una nuova stagione creativa, dopo oltre 20 anni ai vertici della moda: tra abiti, oggetti e sculture, alla ricerca della lentezza della materia

Serax by Kris Van Assche

Dopo oltre 20 anni ai vertici della moda, tra Dior Homme, la sua label omonima e Berluti, Kris Van Assche ha scelto di rallentare. Una pausa necessaria per ritrovare il senso del tempo, e con esso, una nuova forma di creatività. «È un episodio molto diverso della mia vita», racconta in esclusiva a exibart: «Dopo anni in cui ho lavorato senza sosta, è stato come scendere dalle montagne russe. Da un giorno all’altro mi sono ritrovato con tanto tempo libero: un cambiamento benvenuto ma anche strano. Il distacco dalla moda è stato radicale, quasi fisico, come una disintossicazione».

Kris Van Assche, Portrait 2018 – Credit Paolo Roversi

Il libro Kris Van Assche: 55 Collections (edito da Lannoo con direzione artistica di M/M Paris) è stato l’occasione per fare ordine tra archivi e memoria: «Non avevo mai avuto il tempo di collegare i punti tra il mio lavoro personale, Dior e Berluti. Grazie al libro ho capito che, pur con linguaggi diversi, la mia filosofia di design era sempre la stessa. Mi sono sentito più a mio agio con la mia storia».

Da quella consapevolezza è nata una nuova fase creativa, segnata dal design e dalla materia. Prima con Serax, per cui firma The Josephine Collection: una serie di vasi e bonbonnières ispirate alla nonna che lo ha educato alla bellezza quotidiana. «Lei ha avuto una grande influenza sulla mia vita: cuciva i propri vestiti, curava la tavola, amava i fiori. Mi ha insegnato che non c’è differenza tra creare un abito e un oggetto bello: entrambi appartengono allo stesso universo estetico».

Poi con Nectar Vessels, una collezione di vasi-scultura in bronzo presentata con la galleria François Laffanour. Quattordici opere realizzate con la fonderia Fodor di Port-sur-Saône, dove Van Assche affronta il bronzo con lo stesso rigore della couture: «Ho lavorato fianco a fianco con gli artigiani, rispettando i processi e valorizzando il gesto manuale. Ho creato vasi che non hanno bisogno di fiori, perché sono essi stessi i fiori».

Serax by Kris Van Assche

All’esterno, le superfici opache e polverose contrastano con l’interno lucente, rivelando una poetica della metamorfosi. «Il bronzo mi ha permesso di lavorare su texture e colore in modo nuovo: opaco fuori, lucido dentro, come un fiore che custodisce il suo nettare».

In questo equilibrio tra tempo e materia, il design diventa un atto di resistenza: «Con Serax ho lavorato un anno, con il bronzo di Nectar Vessels anche di più. Nella moda oggi si producono dieci collezioni all’anno: è impossibile mantenere la stessa qualità. L’epoca del lusso che prendeva tempo è finita».

Downtown BRONZES, ph. Ivan Erofeev

Belga di origine, parigino d’adozione, Van Assche vede la creatività come un continuum: «Nella mia mente non c’è differenza tra abiti e oggetti belli. Tutto nasce dal disegno. Ricordo gli anni alla Royal Academy di Anversa come una fucina di idee e personalità forti, ma la vera scuola è stata lavorare con Hedi Slimane da Yves Saint Laurent: quella è la miglior formazione possibile».

Dopo 11 anni alla guida di Dior Homme e tre da Berluti, Van Assche oggi non cerca più il “grande progetto” unico, ma una costellazione di esperienze. «Non voglio che il mio futuro competa con il mio passato. Ora posso combinare il lavoro concettuale con la galleria, gli oggetti democratici con Serax e nuove collaborazioni nella moda. Diversificare è più onesto e più sano». E conclude con lucidità: «Un tempo ero ossessionato dall’idea di dare tutto a un solo progetto. Ora cerco un equilibrio nuovo: meno frenetico, ma più vero».

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