14 ottobre 2025

Come è andata EDIT Napoli 2025: quando il design apre nuove visioni

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Torna per la settima edizione EDIT, la fiera dedicata al design indipendente e d’autore che, quest’anno, si è diffusa in alcuni dei luoghi più suggestivi di Napoli, dall'Ex Ospedale Militare ai Musei dei Vomero

Diego Rivero Borrel, EDIT Napoli 2025, Ph Eller Studio

Anche quest’anno, a Napoli è tornata EDIT, la fiera dedicata al design indipendente e d’autore, arrivata alla settima edizione e curata da Emilia Petruccelli e Domitilla Dardi. Un evento che è ormai diventato appuntamento imperdibile per gli amanti del settore e che quest’anno ha cambiato spazi, diffondendosi tra La Santissima Community Hub – uno spazio creativo nell’ex Ospedale Militare, tra i Quartieri spagnoli e Montesanto, dove è stato presentato il principale focus espositivo – e i Musei Nazionali del Vomero, che hanno ospitato gli espositori internazionali per i progetti CULT.

All’ingresso de La Santissima, l’allestimento firmato dal duo Lemonot accoglie i visitatori con una struttura sospesa e slanciata, che richiama l’immaginario marino con i tessuti Thalassa in cianotipia di Teresa Carnuccio. Questa visione di tessuti che ondeggiano sull’alto soffitto a volte de La Santissima, come vele su uno stenditoio immaginario, ci accompagna verso i piani superiori. Anche quest’anno sono emersi progetti capaci di raccontare storie profonde, tra memoria, territorio e sperimentazione, che hanno dato luogo a voci che, pur nella diversità di esiti, condividono un unico obiettivo: un design sostenibile che fa tesoro delle proprie radici.

La Santissima, Allestimento Lemonot, tessuti di Teresa Carnuccio, tavolo e panche Ranier, EDIT Napoli 2025, Ph Eller Studio

EDIT 2025: i premi e le menzioni

Quest’anno, la giuria internazionale, composta da Alvaro Catalán de Ocón, Claire Laurent, Alessandro Valenti, Ermanno Zanini, ha premiato, per l’area Main, Inserti di Chiara Lionello, una collezione di vasi che fonde l’alluminio e la ceramica artigianale, invitando a pratiche di bellezza quotidiana e a composizioni floreali dal gusto orientale. Il vincitore dell’area Seminario, riservata ai designer under 30 e alle società costituite da non più di tre anni, è stata invece Katryna, con Moon candle holder, un progetto che richiama un’identità estetica dalla sensualità materica.

Chiara Lionello, WINNER AREA MAIN, EDIT Napoli 2025, Ph Eller Studio

Menzioni speciali per i lavori di Trama con il progetto Loggi set, nato da un laboratorio di inclusione sociale in Umbria, che trasforma dati urbani in forme ceramiche, intrecciando design e comunità, e Atelier Nuanda che, dopo Paravento, vincitore della scorsa edizione, si riconferma tra i migliori espositori con Inrō, delle lampade modulari ispirate agli omonimi, antichi contenitori giapponesi, per un progetto che unisce cura del materiale e innovazione.

Katryna, WINNER SEMINARIO, EDIT Napoli 2025, Ph Eller Studio

Oltre ai vincitori, si sono distinti i lavori di Iranzo, che utilizza reti scartate, provenienti da contesti sportivi ed edili, come materia prima per creare sculture funzionali che abitano la soglia tra il visibile e l’invisibile. Poi, le sedute in cartapesta di Thirtyone che richiamano la tradizione popolare delle “sedie buone”, uniche e lavorate a mano. Piccoli smalti è il progetto che riscopre l’antica tecnica del cloisonné, una forma d’arte decorativa risalente all’epoca bizantina che prevede la creazione di intricati disegni con sottili strisce di metallo e il riempimento di smalto. Le linee continue di La piega che utilizza un tondino metallico pieno per realizzare strutture pulite ed eleganti, adattabili a diversi ambienti indoor. I cestini e i portafiori di Take 5 Rubber disegnati da Yosuke Shimano che reinterpreta, attraverso la gomma siliconica, la tradizione millenaria della ceramica giapponese, mirando a promuovere l’artigianalità nella vita di tutti i giorni. Infine, la giovane proposta del gruppo vesuviano Tramandars che, esponendo il manifesto Operazione Vesuvio, omaggia i luoghi e i materiali utilizzati dai suoi designer.

Trama, SPECIAL MENTION, EDIT Napoli 2025, Ph Eller Studio

Progetti Cult ai Musei del Vomero: contaminazioni tra arte, architettura e design

Per i progetti Cult, Luca Boscardin ha presentato, nella Piazza d’Armi di Castel Sant’Elmo, l’installazione Animal Factory, un parco giochi scultoreo in acciaio colorato che invita al gioco. Salendo le scalinate che portano alle mura superiori del Castello è stato possibile osservare il Vesuvio attraverso l’installazione metafisica di Diego Rivero Borrell per Ranieri: Paesaggio di riflessioni è un’installazione che utilizza la pietra lavica come materiale per scavare e immergersi in storie che uniscono culture e città lontane ma affini, come Napoli e Città del Messico.

Luca Boscardin, Magis, EDIT Napoli 2025, Ph Eller Studio

Nella vicina Certosa di San Martino, nel Refettorio, Cetty Grammatica & Azucena hanno messo in scena un Salone di Musica e Letteratura, un concerto a due voci che rende omaggio al rito della tavola con un salottino evocativo composto da diversi elementi ricercati e raccolti per l’occasione, tra cui un pianoforte Spirio Steinway & Sons, delle sedie Catilina, un’arpa Erard, una scultura di Nicolas Lefèvre e un vaso che omaggia Napoli di Philipe Borderieux. Dall’altra parte del Refettorio, l’installazione Time-Table di Giuliano Andrea Dell’Uva e Luciano Romano, conduce in un viaggio nella storia della mise en place, a partire dal Servizio dell’Oca di Capodimonte fino al servizio Sole e Luna di Dell’Uva, in uno scenario che fonde fotografia e design in un’atmosfera sospesa tra passato e presente.

Azucena, EDIT Napoli 2025, Ph Eller Studio

Uscendo dalla sala delle carrozze ci attende Terrazzo quarry, l’eclettica installazione di Bethan Laura Wood per Poltronova, che ha immaginato delle sedute morbide e monumentali in dialogo con le colline vomeresi, un paesaggio psichedelico che invita a nuovi modi di vivere lo spazio.

Poltronova, Bethan Laura Wood, EDIT Napoli 25, Ph Eller Studio

Al piano inferiore, nel Ninfeo della Certosa, PET Lamp Gurunsi del designer spagnolo Alvaro Catalán de Ocón unisce design contemporaneo e artigianato ghanese, trasformando bottiglie di plastica in lampade che si uniscono alla tradizione tessile africana, promuovendo il lavoro sostenibile e la partecipazione femminile. Le forme circolari e gli intrecci, infatti, creano dei particolari effetti di luce e ombra che prendono ispirazione dai complessi familiari del Frafra, sottogruppo dei Gurunsi.

Alvaro Catalan de Ocon, EDIT Napoli 25, Ph Eller Studio

Varcando la soglia dei giardini della Villa Floridiana, ci si imbatte in Nomadaria di Officine Tamborrino, qui Elena Salmistraro ha reinterpretato una microarchitettura di Paolo Scoglio con una grande struttura modulare in limited edition ispirata agli archi, ai materiali e ai colori della costiera amalfitana.

Officine Tamborrino, EDIT Napoli 25, Ph Eller Studio

All’interno del Museo Duca di Martina e, in particolare, su uno dei suoi terrazzi, con la vista più bella sul Golfo, Marta Sala Éditions ha celebrato i dieci anni con una selezione di eleganti sedute che dialogano con gli ambienti storici della Villa, sede del museo della ceramica e delle arti decorative, evocando riflessioni sulla memoria e sull’artigianalità. Sulle scale retrostanti, la grande installazione di Tomas Alia, Finestra Celata, omaggia le persiane napoletane, filtrando la luce mediterranea per mutarla in un gioco di trasparenze.

EDIT Napoli 2025, Tomas Alìa, ph Eller Studio

I Progetti Extra alla Santissima

Anche quest’anno il programma generale di EDIT Napoli ha previsto dei progetti Extra. Alla Santissima, l’installazione di Pietro Corraini, Giocare è una cosa seria, ha invitato il numeroso pubblico di EDIT, attraverso diverse sedute utilizzate anche per la presentazione stampa, a cambiare punto di vista sull’ordinario, sedendosi in modi inaspettati e lasciandosi sorprendere da oggetti che diventano elementi ludici. In questo scenario imprevedibile ha preso vita anche Tecnologia come Decorazione, sempre di Corraini: sculture realizzate con Bovini 1909, Ceramica Gatti e the Fablab Milano, coloratissime e animate da effetti meccanici, che dialogano con progetti astratti e altre macchine immaginarie. Un’esposizione che, attraverso il gioco, vuole riflettere sul nostro rapporto con la tecnologia.

La Santissima, EDIT Napoli 25, Ph Eller Studio

Infine, l’artista e designer romana Coralla Maiuri ha trasformato la Salumeria Malinconico in uno spazio sorprendente con Dice dice, pare pare, una riflessione sensoriale sulla quotidianità attraverso diverse sculture sospese e nascoste negli spazi dell’antica Salumeria.

La Santissima, EDIT Napoli 25, Ph Eller Studio

EDIT Napoli 2025 ha dimostrato ancora una volta come la progettazione possa essere un potente strumento di narrazione, soprattutto quando il dialogo tra passato e futuro, tra cultura e innovazione, è aperto e partecipato.

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