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The Shape of What Remains: Six gestures of repair across broken geographies
Alla Venice Design Biennial 2025, Aea: Culture Initiative presenta sei gesti di riparazione tra geografie spezzate: opere nate da frammenti, suoni e gesti di donne che trasformano la frattura in cura, il disorientamento in speranza, costruendo senso dentro ciò che resta.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Aea: Culture Initiative è un laboratorio transdisciplinare per creativi emigrati, centrato sulla prospettiva femminile. È stato selezionato per partecipare alla quinta edizione della Venice Design Biennial come Collateral Project, dove presenterà il suo primo progetto offline. The Shape of What Remains: Six gestures of repair across broken geographies è una mostra che esplora come viviamo quando il mondo è frammentato.
La mostra, intitolata come il romanzo della poetessa e scrittrice americana Lisa C. Taylor sul lento ritorno alla vita dopo una perdita tragica, è composta da sei sezioni modellate sulle esperienze vissute dalle donne della comunità Aea. Ognuna risponde alla frattura e, insieme, formano un atlante non lineare della sopravvivenza. Queste donne – provenienti da Italia, Georgia, Ucraina, Iran e altri Paesi – non solo hanno attraversato confini, ma hanno anche navigato le conseguenze di crisi politiche, ecologiche, culturali e personali.
Da frammenti di ceramica a semi piantati, dalla musica improvvisata a giardini e arazzi, le opere delle artiste tracciano gesti di cura, attenzione e persistenza di fronte alla perdita. Non sono storie di ripristino, ma di vita dentro la frattura – con disorientamento, dolore e incertezza, ma anche con speranza.
La mostra non racconta storie di restaurazione. Presenta storie di vita dentro la frattura – con disorientamento, dolore e incertezza, ma anche con speranza. Riflette la scelta di restare con ciò che è rotto piuttosto che distogliere lo sguardo, costruendo significato dalle macerie. In un mondo che sembra sfilacciarsi ai margini, il progetto non offre soluzioni, ma modi di continuare quando continuare non è più scontato.
Nata Tatunashvili, curatrice della mostra e membro del team centrale di Aea:
"Ho visto donne rispondere al crollo non con la forza, ma con la cura – accudendo, supportando, riparando. Nei loro gesti silenziosi ho riconosciuto un modo diverso di pensare e creare: intuitivo, relazionale, che offre un contrappunto ai sistemi rigidi. Nella loro persistenza ho trovato una forma di speranza – contenuta, radicata nella presenza. Questa mostra è nata dal desiderio di raccogliere e condividere le loro storie."
La mostra, intitolata come il romanzo della poetessa e scrittrice americana Lisa C. Taylor sul lento ritorno alla vita dopo una perdita tragica, è composta da sei sezioni modellate sulle esperienze vissute dalle donne della comunità Aea. Ognuna risponde alla frattura e, insieme, formano un atlante non lineare della sopravvivenza. Queste donne – provenienti da Italia, Georgia, Ucraina, Iran e altri Paesi – non solo hanno attraversato confini, ma hanno anche navigato le conseguenze di crisi politiche, ecologiche, culturali e personali.
Da frammenti di ceramica a semi piantati, dalla musica improvvisata a giardini e arazzi, le opere delle artiste tracciano gesti di cura, attenzione e persistenza di fronte alla perdita. Non sono storie di ripristino, ma di vita dentro la frattura – con disorientamento, dolore e incertezza, ma anche con speranza.
La mostra non racconta storie di restaurazione. Presenta storie di vita dentro la frattura – con disorientamento, dolore e incertezza, ma anche con speranza. Riflette la scelta di restare con ciò che è rotto piuttosto che distogliere lo sguardo, costruendo significato dalle macerie. In un mondo che sembra sfilacciarsi ai margini, il progetto non offre soluzioni, ma modi di continuare quando continuare non è più scontato.
Nata Tatunashvili, curatrice della mostra e membro del team centrale di Aea:
"Ho visto donne rispondere al crollo non con la forza, ma con la cura – accudendo, supportando, riparando. Nei loro gesti silenziosi ho riconosciuto un modo diverso di pensare e creare: intuitivo, relazionale, che offre un contrappunto ai sistemi rigidi. Nella loro persistenza ho trovato una forma di speranza – contenuta, radicata nella presenza. Questa mostra è nata dal desiderio di raccogliere e condividere le loro storie."
04
ottobre 2025
The Shape of What Remains: Six gestures of repair across broken geographies
Dal 04 ottobre al 02 novembre 2025
arte contemporanea
Location
TANARTE – SPAZIO DELLA TANA
Venezia, Castello , 2111, (Venezia)
Venezia, Castello , 2111, (Venezia)
Orario di apertura
Martedì – domenica, 11.00 – 19.00; chiuso il lunedì (tranne il 20 ottobre).
Ingresso libero
Sito web
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