Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- Servizi
- Sezioni
- container colonna1
M.G.C. Movimento del Guardare Creativo
In mostra le opere dei Soci: Bonforte, Cacciagrano, Camplone, Capodiferro, Conti, D’Alessandro, D’Aponte, De Lellis, De Palma, Di Giovine, Evangelista, Iannetti, Lisanti, Michetti, Natale, Parlione, Rucci, Santilli, Testa, Visco.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Il Movimento del Guardare Creativo (M.G.C.) per la mostra collettiva dei Soci ha scelto la Galleria di Arianna Sartori, per la qualità dell’impegno culturale e l’amore autentico che la stessa esprime verso l’Arte e gli artisti, che si inaugurerà Sabato 25 Ottobre alle ore 17.00 a Mantova nella sala espositiva di via Ippolito Nievo, 10. Alle pareti saranno esposte le opere di: Bonforte Marcello, Cacciagrano Evelina, Camplone Alfonso, Capodiferro Gabriella, Conti Isa, D’Alessandro Simonetta, D’Aponte Francesco, De Lellis Laura, De Palma Conchita, Di Giovine Liliana, Evangelista Marilena, Iannetti Marco, Lisanti Rosa, Michetti Teresa, Natale Annamaria, Parlione Graziella, Rucci Antonio, Santilli Paola, Testa Nicoletta, Visco Daniela.
Il Movimento del Guardare Creativo è nato a Chieti nel lontano 2012. Questa Mostra collettiva dei Soci, a cura di Gabriella Capodiferro, sarà aperta al pubblico fino a Giovedì 13 novembre 2025, con orario dal Lunedì al Sabato 10.00-12.30 / 15.30-19.30, chiuso Domenica e festivi (1° novembre).
Per l’occasione è stato stampato un catalogo a cura di Arianna Sartori, con presentazione di Maria Gabriella Savoia e testo critico di Gabriella Capodiferro, pubblicato da “Arianna Sartori Editore” (fotografie, realizzazione grafica ed impaginazione di Antonio Taricani).
Per informazioni: tel. 0376.324260, info@ariannasartori.eu
Testo dal catalogo di Gabriella Capodiferro:
Il Movimento del Guardare Creativo (M.G.C.) si è presentato alla città di Chieti, dove è nato ed opera, per la prima volta nel lontano 2012. È la prima mostra collettiva dei soli soci.
Essa viene realizzata grazie alla sensibilità della professoressa Gabriella Orlando, allora preside dello storico e prestigioso Convitto Nazionale Giambattista Vico in corso Marrucino. La mostra venne ospitata nella grandiosa sala polivalente dell’Istituto.
La registrazione ufficiale dello Statuto associativo è avvenuta il 21 maggio 2008.
L’idea del Movimento prende l’avvio dalla esperienza artistica e culturale dello Studio d’Arte M.G.C. di Capodiferro Gabriella, la quale decide nel 1987 di aprire il suo atelier agli appassionati dell’Arte sia per chi vuole meglio conoscere le opere dei maestri attraverso la storia dell’Arte sia per coloro che vogliono dilettarsi nella pittura o nel disegno.
Il suo è un lavoro verso lo studio percettivo e critico dell’opera d’Arte attraverso la conoscenza e l’analisi strutturale della composizione.
Scoprire il linguaggio dell’Arte nella sua grammatica visiva. Sperimentare le leggi visive attraverso la conoscenza degli strumenti necessari alla loro concretizzazione operativa. Valutare e mettere in atto soluzioni cromatiche, grafiche e materiche in laboratorio prima e successivamente verificare ciò che si è realizzato attraverso la lettura compositiva.
Da qui la possibilità di godere della bellezza delle opere dei grandi maestri della Storia dell’Arte con occhi nuovi.
Con il Movimento del Guardare Creativo tutto questo operare esce fuori dal laboratorio, diviene promozione di cultura permanente attraverso conferenze sull’Arte e viaggi come quelli a Parigi per vedere gli Impressionisti e l’Arte Contemporanea; Berlino per gli Espressionisti, oltre visitare tanti altri importanti musei, quali il Louvre.
Poi ripetute tappe a Roma, che ha permesso visite a tema sul ‘500, il ‘600, il Barocco; a Milano le varie mostre internazionali, a Venezia con le Biennali, a Ferrara, Mantova, Padova, Bologna, con le varie Fiere dell’Arte.
Inoltre si sono organizzati viaggi in Abruzzo portando non solo gli abruzzesi ma anche persone interessate venute da Venezia e Padova, per far loro scoprire le bellezze della Regione Abruzzo: dal ciclo pittorico di Bominaco alle architetture romaniche di Atri con i dipinti di Andrea Delitio, le chiese straordinarie d Chieti, Teramo e l’Aquila ed i tanti borghi e luoghi paesaggistici conosciuti attraverso sedute di pittura all’aperto.
Infine il Movimento, promuovendo cultura dentro e fuori Regione, è giunto a realizzare nel 2014 la sua prima Arte no Caste, manifestazione aperta a tutti gli artisti e a tutte le tecniche (pittura, scultura e grafica), con il patrocinio del comune di Pescara, cui seguiranno Arte no Caste 2016 all’Aquila e quella del 2024 ad Atri, città d’arte della provincia di Teramo, anche esse patrocinate dai rispettivi Comuni.
Il Movimento, nelle sue manifestazioni culturali, ha sempre trovato prezioso sostegno e collaborazione da parte della critica oltre che dalle Istituzioni locali.
I critici che hanno sostenuto l’attività del Movimento fin dall’inizio sono: la professoressa Maria Cristina Ricciardi, il professor Leo Strozzieri e la dottoressa Chiara Strozzieri, ai quali va tutta la gratitudine del Movimento.
Per questa seconda collettiva dei soci il Movimento del Guardare Creativo ha scelto la Galleria di Arianna Sartori per la qualità dell’impegno culturale e l’amore autentico che la stessa esprime verso l’Arte e gli artisti. Essa è luogo di incontri e confronti, aperto e ricco di stimoli.
È qui che il Movimento ha scelto di essere presente, dopo poco più di un decennio di promozione di mostre collettive di artisti italiani e stranieri.
Gli artisti che animano questa seconda collettiva dei soci sono una parte del Movimento, ma anche quelli che non hanno potuto partecipare sono parte importante di questo evento poiché hanno compartecipato alla fase di lettura critica e alla selezione delle opere che vengono esposte.
Le opere esposte, nel loro complesso, vogliono mettere in evidenza lo spirito di sperimentazione e ricerca del Movimento.
Ogni artista presenta scelte strumentali e soluzioni compositive assolutamente diverse, lasciando emergere la propria creatività, ma anche l’idealità del Movimento stesso.
Il saper vedere e non solo guardare l’arte visiva come strumento di conoscenza del linguaggio visivo fino a maturare modalità proprie di espressione artistica.
Le opere compongono un quadro dinamico di stile e modalità esecutive che le vedono passare dal figurativo all’astratto, dall’informale al concettuale, dalla pop art al surreale, fino alle istanze dell’optical.
I materiali usati per realizzare le opere testimoniano un’ampia varietà di elementi costruttivi: oggetti trovati, pittura acrilica, pigmenti naturali e sintetici, gessi e pastelli, UniPosca particolari, oltre a collages e frottages, tecniche miste e classiche.
Alla varietà dei materiali e degli strumenti si aggiunge la volontà di far conoscere l’opera d’arte e il linguaggio espressivo attraverso scelte formali quali l’uso del colore o del bianco e nero, del tonalismo o del chiaroscuro, del movimento delle linee e delle forme, inventare modalità spazio percettivi per evocare volumi e lontananze, nel fare semplicemente più piccolo o più grande un certo particolare.
Questa evidente dinamicità delle opere non permette raggruppamenti di stili, di soggetti o di tecniche esecutive. Il Movimento cerca l’unicità di ciascun artista nella libertà di scelte che pur guardando i grandi Maestri vedono nella qualità delle loro opere una conoscenza profonda della costruzione dell’opera anche laddove appare “anarchica” e scevra da ogni spirito di ricerca.
Pertanto in questa collettiva gli artisti vengono presentati nella loro individualità e nell’autenticità della propria ispirazione. Il visitatore avrà così una guida per “vedere” oltre che guardare i risultati della loro pluriennale ricerca culturale.
Bonforte Marcello: “Senza titolo”. Una astrazione che non rinuncia alla percezione volumetrica, che accompagna o contrasta con valori segnici e linee. Ciò che subito si impone al nostro occhio è proprio la volumetria; l’astratto avrebbe bisogno per prima della bidimensione, che qui viene negata, creando una superficie non piana ma articolata da chiaroscuri che lasciano percepire rilievi e sfaccettature. Su questo apparente sommovimento compaiono prepotentemente segni non aggiunti sopra, ma conseguenti alla genesi di quelle sfaccettature e rilievi. La vitalità dell’opera è data dal gesto costruttivo dell’artista che, con la spatola, toglie colore dalla superficie per accumulare o diradare il materiale pittorico avendo l’occhio attento a quel che accade. Così, accanto ai segni che si presentano in direzioni diverse e con varia forza grafica, compaiono sottilissime linee che hanno valore di accompagnamento dei rilievi.
Cacciagrano Evelina: “Nebbie fra gli alberi”. L’opera guarda un crepuscolo vicino alla notte. L’artista pone attenzione ad una colorazione attenta quasi monocromatica, ma ricchissima di impalpabili passaggi tonali. Toni che sono bassi, non cupi, quasi una musica di sottofondo che accompagna un clima sospeso, ma quieto e contemplativo. Ciò rende stringente la percezione che c’è dello spazio che viene scandito dai personaggi: quattro alberi, quasi fantasmatici. Essi sono sommersi nell’aria della notte e sono chiamati a scandire la distanza che li separa. Il primo, da solo e isolato è proprio vicino all’osservatore; i tre insieme ma divisi da distanze diverse tra loro, stabiliscono il quanto lontano da quello che si trova in una collocazione più avanzata.
Camplone Alfonso: “Ti guardo, mi vedo”. Singolare il titolo di questa opera: una tecnica mista affidata ad un personaggio centrale che condiziona con la sua forza espressiva la superficie della tela. Nella inquadratura la figura femminile è la stessa essenza dell’opera. È lei a venirci incontro con l’energia del suo gesto, con la decisione del suo atteggiamento e soprattutto dalla forza di certe linee. La V dell’abito, il contorno frastagliato dei fianchi, la ricchezza dei contrasti cromatici tra gli scoppi energici del giallo e la quiete dei blu, chiamati spesso a definire la figura. Tutto questo ci attira verso l’interno dell’opera, tutta basata nel rapporto tra l’immobilità iconica della figura femminile e la dinamicità dei colori e del collage, che danno vita a variazioni cromatiche sui toni del giallo e del blu in contrasto con la luminosità del giallo.
Capodiferro Gabriella: “Altra terra altro mare”. Una tecnica mista su tela di natura stratigrafica che impiega e rivela lo spazio temporale nel suo farsi opera. Uno spazio evocativo dove i materiali usati nei vari strati viene percepito come vita in trasformazione. Vita come accumulo di emozioni visive attraverso valori di trasparenze e sovrapposizioni. Ogni intervento gestuale-materico è un vissuto nel tempo. I materiali misti sono già composizione nel costruirsi come “corpo” materico nella successione dei vari interventi. Ciò diventa evento nel momento in cui la collocazione nel campo visivo lascia intuire il punto d’arrivo del suo andare. L’azzurro che occupa quasi tutta la superficie della tela, trattato pittoricamente stabilisce una nuova condizione percettiva grazie, alla sovrapposizione cromatica che ordina lo spazio della composizione con effetto di emersione e di immersione.
Conti Isa: “Connessioni”. L’opera è incentrata su uno stile di geometrie tenute insieme dal movimento direzionale e dalla scansione ritmica sequenziale dei pieni e dei vuoti. I pieni appaiono sui gradienti rossi sul blu, mentre sul rosso i gradienti blu appaiono vuoti sul rosso. È un contrappunto che pesa troppo a destra. La parte rossa stando a destra si avvale sia del peso della collocazione che di quello del colore perché il rosso è caldo e il blu è freddo. Questi valori creerebbero un dissidio percettivo alternando senza sosta la priorità di un colore sull’altro. Ma al centro accade un fatto nuovo: quattro linee sottili di colore giallo operano il miracolo di equilibrio tra la dualità delle forze. Il giallo assume il ruolo del paciere mettendo in stretta connessione le due aree cromatiche. Le sottili linee gialle cuciono saldamente insieme il blu ed il rosso. Il risultato che nella parte superiore le linee gialle partono dal rosso verso il blu e nella parte inferiore partono dal blu per arrivare al rosso. Un bilanciamento perfetto per rendere quieto il dissidio cromatico.
D’Alessandro Simonetta: “Andare”. la ricerca dell’artista sulla percezione del movimento la spinge a cercare materiali espressivi particolari. In questo caso si tratta di carta “seta” sottile e lievemente colorata da incollare sulla tela con la tecnica del collage e dello strappo. Il tema linguistico prescelto in questo caso è la riflessione sul movimento unidimensionale della linea, cioè la direzione. La pura direzione significa il movimento dell’andare infinito e continuo senza soste. Ma qui le linee sono strisce di carta seta che hanno larghezza e lunghezza diverse, sono incollate sul supporto dopo strappi che hanno creato irregolarità nelle fasce. Il supporto (tela) è stato dipinto e il colore trapassa sotto la carta incollata creando situazioni nuove di mescolanze secondo la capacità di assorbimento della carta. Tutto questo dare e avere tra colore, carta, colla e strappo fa del colore sottostante tante altre linee che liberamente si intervallano con quelle di carta. Cosicché le fasce di carta colloquiano con quelle del colore sottostante creando la percezione quasi di galleggiamento tra il movimento direzionale del colore e quello delle fasce, quasi ad evocare un vero proprio luogo territoriale.
D’Aponte Francesco; una spazialità quasi classica in questo “Orizzonte”, ma al tempo stesso straniante. Forme e direzioni si contrastano in una spazialità ambigua e sospesa tra la bidimensionalità per quinte sul lato di sinistra, tridimensionale e volumetrico sul lato di destra. Però le due soluzioni simulano ambedue la percezione dello spazio. A sinistra si realizza una lontananza per quinte, dove le forme più grandi costruiscono un primo piano spinto, o piano americano, e a destra più piccole collocate sul piano più arretrato ribadito dalla presenza dell’orizzonte. A destra abbiamo una lontananza che penetra tridimensionalmente nel paesaggio che deforma prospetticamente la via verso l’orizzonte. Da un lato il percepire una scena evocativa della bellezza naturale del paesaggio, dall’altro il mistero di una strada che non si sa da dove viene e dove andrà.
De Lellis Laura, “Distacco”. Qui abbiamo una pitto-scultura, presentata in scenografico allestimento, realizzata usando oggetti trovati e presentati secondo una nuova visione. Un’aggregazione di pittura materica sopra e di scultura in legno alla base. Elementi staccati tra loro, collegati dal fil rouge della connessione concettuale che l’artista ha concepito per dare alla fetta di legno un valore estetico e contenutistico del tutto diverso. Un oggetto che porta le tracce di un precedente vissuto e un’altra funzione ed ora viene presentato all’interno di un contesto altro: la creazione di una composizione visiva che si basa sulla percezione dello spazio-tempo. Il pannello creato ad hoc oggi, viene “colorato” da limature di ottone, “altri oggetti trovati” incollati sulla sua superficie. Sul pannello resta un vuoto tondeggiante di un oggetto? Da li una colatura di materiale indica il basso della parete, dove troviamo un tondo di legno dipinto: è questo che ha lasciato la sua traccia? La relazione tra le parti racconta una storia di un prima e un dopo, un evento appunto spazio-temporale.
De Palma Conchita; “Veliero”, una girandola o un moto perpetuo attorno a un baricentro che suggerisce una spazialità profonda e misteriosa? L’artista si muove in una ricerca di movimento percettivo della forma, dando priorità alle suggestioni cromatiche. Le quali sono proposte come scansioni sequenziali di toni. I timbri tonali, sulle ali dell’oggetto, presentano un percorso bidimensionale, per l’affiancamento degli uni agli altri che accentuano il moto dell’oggetto. Queste sequenze propongono così un controcanto rispetto alla visione di un baricentro nel quale il rapporto cromatico diventa quasi chiaroscurale e scava una percezione di profondità spaziale. La centralità del rapporto della forma con la superficie della tela calcola le leggi del moto con estrema efficacia e suggestione emotiva. Così facendo smuove l’immaginazione. E l’oggetto cambia la sua identità: è forse un’elica che è immersa nel mare?
Di Giovine Liliana; un Dittico questo dove i rimandi compositivi giocano sulla struttura del quadrato rispettando gli assi centrali che si intersecano al centro. Tale struttura definisce da subito due direzioni: sulla verticale l’alto e il basso e sulla orizzontale sinistra destra. Su queste direttrici da un punto esterno della sinistra della composizione si entra nella scena e si esce sulla destra. Sulla verticale si trovano la massa blu-verde in alto con il suo volume e in basso la massa giallo-arancio. L’asse centrale orizzontale dirime il movimento di una larga fascia azzurra e blu che fluisce sempre da sinistra verso destra, contenente al suo interno sequenze ritmiche di linee che trattengono lo sguardo. Quanto è rappresentato è reso pittoricamente da un impasto cromatico ricco di luminosità e di ombre, in armonia col sistema compositivo dei contrappunti intorno alla struttura assiale della composizione.
Evangelista Marilena: “Instabile equilibrio”. Il rapporto compositivo tra linea forma e superficie esprime una essenzialità visiva che può superficialmente definirsi come geometria. In realtà ogni elemento presenta un suo carattere e una sua necessità di essere. La linea non è solo direzione, ma decresce nel suo andare indicando un tempo di trasformazione nello spazio e nel tempo. Alla linea è affidata una missione: superare la barriera della forma. Infatti la linea attraversa la forma finendo in un punto infinito della superficie dove il colore, non piano, segna una spazialità oltre che dilata il colore percettivamente al di là della stessa superficie. È in questo momento che si accentua la sensazione del pendolare instabile del romboide che resta come appeso alla linea che lo attraversa.
Iannetti Marco “Non mi abbandonare al mio silenzio”. La gestualità libera del segno-colore viene a costruire un colloquio strettissimo con l’orientamento della superficie e la collocazione degli interventi pittorici l’orientamento verticale di per se esalta la decisione segnica dell’azzurro, luce dell’opera e orizzonte che non interrompe la continuità spaziale tra alto e basso. Questa collocazione comporta uno scendere verso il basso nella tela, con una caduta lieve ma al tempo stesso drammatica, di segni e trasparenze che da quell’azzurro estraneo alle tonalità degli ocra si dipanano proprio da quell’azzurro che si perde totalmente nel tutto. Una volta tornati alla base sentiamo la spinta emozionale di tornare a quell’azzurro, così luminoso quanto carico di tensione e di energia.
Lisanti Rosa; una tavola di legno chiaro naturale accoglie una sequenza di oggetti: “I miei fiori”. La scansione spaziale organizzata strutturalmente secondo fasce orizzontali indica con chiarezza l’entrata e l’uscita di questo andare sinistra-destra. Questo moto, sinistra-destra, appare scandito con regolarità rispetto alle forme grandi o piccole. Ma il raggruppamento improvviso che compare nella sola fascia centrale rallenta il nostro andare e crea una pausa. Una pausa non disturbante perché ci fa percepire un luogo chiuso, una sorta di giardino segreto. A questa percezione ci porta il colore naturale del legno che è l’anima stessa di questa composizione, mentre la scansione cromatica delle altre fasce esalta e sostiene questo messaggio di semplicità e poesia.
Michetti Teresa: “Wilson Street”. Mostra lo spaccato di un interno in una casa, un bagno, con forme distorte. Un luogo dove tutto appare provvisorio e sospeso. Un racconto del luogo ben identificabile come soggetto. La mente riconosce l’entità delle forme, ma il colore e l’incongruità delle forme, così irrazionalmente deformate, entrano in contraddizione ed evocano altro da sé. Siamo in un ambito di surrealtà espressionistica dove gli oggetti narrano una storia altra. Storia di azioni vissute come una vita misteriosa degli oggetti stessi. La composizione della scena diviene allora fondamentale. La figura, cioè quella che viene incontro allo spettatore è la porta vista dall’interno. La disposizione dei bianchi dei blu e dei rossi sono estranei sia agli oggetti che al luogo. Essi sono veicolo del nostro guardare dentro quello spazio e quel racconto.
Natale Annamaria: “Presenza assente”. Da subito mente e occhio si trovano in conflitto. L’icona di una donna c’è, la mente ha l’esperienza razionale per vederla. La mente ha certezza di quello che ha visto in linea generale; l’occhio compie un percorso del tutto diverso. Segue la distribuzione delle distanze tra le linee, il loro accumulo o la loro diradazione, le deformazioni delle altre forme presenti tipo cerchi, ovali. Da qui le due visioni elaborano un dato: la forma umana appare presente solo attraverso tutto quanto elencato risultando assente perché è vuota della sua consistenza strutturale. Le linee creano spazialmente un piano dietro la figura e sotto la stessa. Hanno costruito spazialità indicando che la donna è seduta in un lugo intimo della casa. Le linee sul corpetto direzionate liberamente costruiscono volume. I pois con la giusta collocazione della distorsione stabiliscono chiaramente che la donna è seduta. I colori presenti nell’opera creano un effetto optical di grande suggestione emozionale.
Parlione Graziella: “Il bosco rosso”. Il dipinto presenta con nitidezza un tema sotteso a negare il vero. Il bosco è presente nella sua essenza di elementi strutturali (alberi) che riempiono l’intera superficie. La loro collocazione e dimensione stabilisce subito da quale punto di vista siamo entrando nel mistero del bosco. A destra una serie di forme indicano un percorso che raggiuge un secondo livello spaziale che spinge nel buio di un colore tonalmente più scuro. La scena è cromaticamente condotta con un tonalismo che dimostra chiaramente che non è necessario per la visione ricorrere al nero e quindi all’effetto tipico del chiaroscurale. La tonalità cromatica può paragonarsi a quella musicale; un Do può essere basico ma anche diesis e bemolle (più squillante o più cupo) e così un solo rosso può essere calibrato nello stesso modo di una nota musicale.
Rucci Antonio: “Energia cromatica”. I colori parlano della loro natura, la forza espressiva della loro purezza sia per l’intensità che la modalità di non lavorarli troppo. Non sono impastati nella tavolozza ma sono essi stessi struttura delle singole forme e clima emozionale di questo interno. Con il colore in modo diretto e immediato è modellato lo sfondo. Mantenendo evidenti i gesti e le tracce del pennello il colore crea la superficie sulla quale sono gli oggetti, il colore disegna le forme e le ombre, il colore parla prima di ogni altra cosa alla nostra sensibilità percettiva. Dunque per l’artista è assolutamente prioritario rispettare le forze e la vitalità del colore e per esprimere al di la delle forme l’energia vitale dell’essere.
Santilli Paola: “Due donne”. Linea, segno e forma sono le componenti che costruiscono una composizione dell’opera come luogo dove regna prioritario il carattere interiore dei due personaggi. Il colore è il veicolo unico e solo per scoprire la personalità e lo stato d’animo delle due donne o delle due ragazze? Ciò non è importante perché modellazione e scelte cromatiche parlano della profondità diversissima del loro essere. A sinistra il blu dell’intelletto e dello spirituale, definito in questi termini da Kandinsky nello “Spirituale dell’arte” e cupezza generale dell’altra i cui capelli arancio danno la voglia di essere partecipe della vita. I segni aggiungono conferme alle due personalità come l’orientamento delle teste. Il tutto è accompagnato da un giallo-arancio un po' vissuto e sottomesso alla forza del primo piano.
Testa Nicoletta: “Oltre l’apparente”. Un oggetto ben conosciuto da tutti. Usato viene gettato via se si è piegato o sporcato o strappato. Oggetto comune che ha una sua precisa funzione. Ma qui la funzione è altra. Un rosso quasi araldico, un contrasto abissale con i colori che disegnano le forme dell’oggetto. Colore, collocazione, supporto e forma sono protagonisti di una visione sul mondo e sulla vita nel suo quotidiano diventano simbolo di un significato altro e sicuramente si richiamano alla esperienza della pop art senza la denuncia del consumismo, ma alla condizione umana di un quotidiano che non rende facile a molti il vivere. Questo significato diverso viene raggiunto dal timbro naturale di uno speciale pigmento rosso che l’artista prepara a colla di volta in volta. Il tono è caldo ed evocativo dando profondità e morbidezza.
Visco Daniela: “Baleno”. La soluzione compositiva è tutta nella modellazione del colore che nei punti chiave presenta un imprevisto acuto gestuale. L’impasto cromatico è giocato su un rapporto chiaroscurale di due colori preminenti, il verde e il bruno nelle due tonalità di ocra e della terra bruciata, mentre il verde subisce cambiamenti con mescolanze della sola ocra. Questa scelta di tema cromatico le permette una modellazione direttamente sulla tela, ma soprattutto permette l’aumento o la diminuzione del corpo del colore. Fondamentale dunque diventa il gesto e il farsi della composizione, e qui è ben chiaro l’andamento del gesto per determinare il movimento presente nell’opera: da alto a destra nella oscurità dove un gesto energico e un colore luce hanno iniziato il percorso per spegnersi scendendo verso sinistra in un clima più luminoso e meno cupo.
Gabriella Capodiferro – Chieti, 26 settembre 2025
“Dal prossimo 25 ottobre al 13 novembre 2025 la Galleria Arianna Sartori di Mantova nella sede di Via Ippolito Nievo 10, ospita una importante mostra organizzata da “M.G.C. Movimento del guardare creativo” a cura dalla straordinaria Gabriella Capodiferro intitolata “La. Mostra collettiva dei Soci. Guardare per Vedere”.
Trattasi di un percorso organizzativo nuovo, nato dalla collaborazione del M.G.C. nella persona di Gabriella Capodiferro, artista di valore e instancabile ideatrice e fondatrice del gruppo con la Galleria “Arianna Sartori”.
L’idea fondante si basa soprattutto sul desiderio di diffondere cultura, grazie alla possibilità di organizzare rassegne espositive nelle diverse gallerie italiane. Non un limitante iter espositivo di opere che viaggiano “da chiodo a chiodo”, piuttosto un vero e proprio progetto culturale che viene fortemente condiviso con Arianna Sartori.
La Galleria “Arianna Sartori” ha già ospitato negli anni scorsi, con grande successo, alcune mostre personali di Gabriella Capodiferro ed anche una prima mostra del Movimento M.G.C, proprio da questo fortunato incontro, è dapprima nato un rapporto di stima profonda, e con il tempo di amicizia e posso dirlo un sincero affetto che ci ha permesso di condividere pensieri e intendimenti culturali, e la decisione di una operativa collaborazione con il Movimento M.G.C.
Gli artisti Alfonso Camplone, Marcello Bonforte, Maria Gabriella Capodiferro, Evelina Cacciagrano, Isa Conti, Simonetta D’alessandro, Francesco D’Aponte, Laura De Lellis, Concita De Palma, Liliana Di Giovine, Marilena Evangelista, Marco Iannetti, Rosa Lisanti, Teresa Michetti, Annamaria Natale, Graziella Parlione, Antonio Rucci, Paola Santilli, Nicoletta Testa, Daniela Visco, sono gli interpreti di questa nuova collettiva dei Soci.
Il Movimento, promuovendo cultura dentro e fuori la Regione Abruzzo, è giunto a realizzare nel 2014 la sua prima Arte no caste, con il patrocinio del comune di Pescara nello spazio espositivo dell’ex Aurum - l’Officina delle Idee, cui hanno partecipato artisti provenienti da varie regioni italiane. La seconda Arte no caste vede il Movimento impegnato a L’Aquila, nel 2016, con la sponsorizzazione del comune di L’Aquila e nell’ambito delle manifestazioni della Perdonanza Celestiniana, dove sono esposte anche opere di fotografia. La terza edizione, nel 2024 si realizza ad Atri (Teramo), città rica di arte e cultura, nello spazio prestigioso delle scuderie del Palazzo dei Duchi D’Acquaviva e la sede del Comune.
Gli artisti giungono anche dall’Armenia e dal Messico oltre che da varie regioni italiane.
I critici che hanno sostenuto l’attività del Movimento fin dall’inizio sono: la professoressa Maria Cristina Ricciardi, il professor Leo Strozzieri e la dottoressa Chiara Strozzieri.
Siamo grati al Movimento del Guardare Creativo, che per questa seconda collettiva dei Soci ha scelto la Galleria di Arianna Sartori per la qualità dell’impegno culturale e l’amore autentico che la stessa esprime verso l’arte e gli Artisti. Essa è luogo di incontri e confronti, aperto e ricco di stimoli. È qui che il Movimento ha scelto di essere presente, dopo poco più di un decennio di promozione di mostre collettive di artisti italiani e stranieri”.
Maria Gabriella Savoia - Mantova, 17 settembre 2025
BIOGRAFIE DEGLI ARTISTI
BONFORTE MARCELLO
Nato a Milano nel 1962 dipinge dal 2009. Ha conosciuto a Chieti il maestro e amico Leopoldo Marciani che lo ha incoraggiato nei suoi primi passi e il “Movimento del Guardare Creativo” (associazionemgc.it) ed è diventato discepolo di Gabriella Capodiferro (capodiferrogabriella.it) dal 2012 Attualmente risiede a Rieti dove ha uno studio e una mostra permanente delle sue opere in Via San Rufo 22 visitabile su appuntamento (Whatsapp 3475428497). Ha esposto in mostre collettive a Chieti, Pescara, Mantova, Rieti, Atri, Terni, Leonessa, (RI); personali a Rieti e Borgovelino (RI).
CACCIAGRANO EVELINA
Evelina Cacciagrano ha iniziato a dipingere durante il periodo scolastico, utilizzando pastelli gessati e prediligendo soggetti di natura morta e figurativi. Dopo una lunga pausa, ha ripreso a dipingere in età matura. Da oltre dieci anni frequenta la scuola d’arte della professoressa Gabriella Capodiferro (M.G.C.) a Chieti, affinando diverse tecniche pittoriche, in particola- re l’acrilico e le tecniche miste. Ha partecipato a numerose mostre collettive organizzate dalla scuola, esponendo in città come Chieti, Pescara, L’Aquila, Atri, Nocciano e altre località. Nel 2025 alla V edizione L’anima della natura a Rieti.
CAMPLONE ALFONSO
Alfonso Camplone nasce a Pescara nel 1960, dove vive e lavora. La sua passione per l’arte si manifesta inizialmente attraverso un’intensa attività da autodidatta, ottenendo fin da subito importanti riscontri in ambito regionale. Artista eclettico e sensibile, affianca alla ricerca artistica un percorso umano e professionale che lo vede attivo come counselor, clown-dottore e conduttore di classi di esercizi Bioenergetici. Co-fondatore dell’Associazione Culturale MGC di Chieti, ne condivide la missione di promuovere l’arte come linguaggio visivo e strumento di crescita personale e collettiva. La sua visione artistica si fonda sull’idea di condivisione dell’Essenza, offrendo all’osservatore uno spazio aperto di interpretazione e risonanza personale. Dal 1998 ad oggi ha allestito numerose mostre personali e collettive, esponendo in diverse città italiane tra cui Pescara, Chieti, L’Aquila, Atri, Nocciano e Mantova. Le sue opere si distinguono per la capacità di integrare con naturalezza tecniche diverse – pittura, collage, frottage e interventi materici – dando vita a una cifra stilistica potente e riconoscibile.
CAPODIFERRO GABRIELLA
Vive e lavora a Chieti, dove ha fondato lo Studio d’Are MGC (Movimento del Guardare Creativo), un laboratorio di tecniche espressive e promozione artistica, frequentato da numerosi allievi. Nel corso della sua lunga carriera espone in importanti mostre collettive e personali in Italia ed all’estero. Tra le numerose collettive di rilievo si citano in particolare il Premio Vasto ed il Premio Michetti. Collabora con vari Musei con mostre collettive e personali fino al 2011. Nel 2016 il critico veneziano Enzo Di Martino presenta in una sua ampia personale a Venezia alla Scholetta dei Battioro e Tiraoro sul Canal Grande. Dal 2018 riprende l’attività di incisore nell’Atelier Internazionale di Venezia Viva, diretto da Nicola Sene e Silvano Camporini, partecipando nel contempo attivamente fino ad oggi 2025 a numerose iniziative culturali promosse dalla Associazione veneziana. Il 2022 la vede impegnata in una doppia personale di grafica con Nicola Sene presso la galleria Sartori di Mantova. Nel 2023 la sua personale di sola grafica (La mia Terra, un percorso dentro le proprie origini) con note critiche di Nicola Sene e Maria Gabriella Savoia. Promuove in collaborazione con la Galleria Sartori la collettiva degli artisti che oggi danno vita al Movimento del Guardare Creativo, promotore di ben tre biennali dal titolo Arte no Caste, che la vedono sempre presente con le sue opere ed il suo impegno professionale.
Per referenze si rimanda al seguente sito internet: www.capodiferrogabriella.it
CONTI ISA
Isa Conti è nata a Pescara nel 1963. Laureata in Lettere Moderne, è appassionata di disegno e ha approfondito la pittura, il colore e le sue tecniche frequentando la scuola del Movimento del Guardare Creativo diretta dalla pittrice Gabriel- la Capodiferro. Sviluppa uno stile geometrico, minimale e bidimensionale grazie alle diverse tecniche usate. Dal 2001 partecipa a mostre collettive organizzate da Gabriella Capodiferro. Ha esposto, tra gli altri, presso il Museo delle Arti del Castello di Nocciano, il Museo delle Scienze Biomediche di Chieti, in varie sedi espositive a Chieti, all’Aurum di Pescara, alla Galleria Sartori di Mantova. Nel 2023 ha partecipato a una collettiva presso il Chiostro di Sant’Agostino a Rieti. Nel 2024 è presente alla collettiva internazionale Arte no Caste al Palazzo Ducale di Atri e nel 2025 alla V° edizione L’anima della natura a Rieti.
D’ALESSANDRO SIMONETTA
Svolge la sua attività di architetto a Pescara e dal 2014 ha affiancato alla sua professione un attivo interesse per l'arte, frequentando la scuola dell’artista Gabriella Capodiferro per approfondire le tecniche del linguaggio visivo e la teoria del colore; partecipa attivamente dal 2016 alle iniziative dell'Associazione culturale "Movimento del Guardare Creativo". Ha esposto le sue opere in mostre collettive tra cui: “Segno colore… gesto” (2018, Museo Barbella Chieti); “L’arte al tempo dei centri commerciali” (2018, centro commerciale Universo Silvi Marina); “L’avventura della creatività” (2019, Sala Cascella Chieti) Gabriella Capodiferro cum discipulis (2020, Galleria Arianna Sartori Mantova); “Nerothema” (2021, Museo Diocesano Gubbio); “Seconda mostra di selezione Città di Francavilla al Mare XIV Biennale di Roma 2022 (2021, MUMA sala fondazione Michetti Francavilla); Natale in arte a Gubbio” (2023, Palazzo del Bargello Gubbio); “Monocromie” (2023, Sant’Agostino Rieti); “Arte no caste 2024 creatività senza etichetta”(2024, Castello Duchi D’Acquaviva Atri ); “Acqua linfa di vita. Luci e colori per il nostro futuro” (2024, Sant’Agostino Rieti); “L’anima della natura. luci e colori per il nostro futuro” (2025, Sant’Agostino Rieti).
D’APONTE FRANCESCO
Nasce a Piano di Sorrento (NA) nel 1970. Si laurea in ingegneria meccanica e nel 1996 si trasferisce a Pescara per la sua professione. Dopo un breve periodo da autodidatta inizia un percorso più approfondito con Gabriella Capodiferro nel 2014. Nelle sue opere, con pennellate libere e luminose, la natura diventa esperienza lirica, dove colore e luce sono i veri protagonisti. Ha esposto al Museo Costantino Barbella di Chieti nel 2018, alla mostra dei soci MGC “L’avventura della creatività” alla Bottega d’Arte Expo Room della Camera di Commercio Chieti-Pescara nel 2019, a Mantova nel 2020 alla Galleria d’Arte Arianna Sartori e alla rassegna arte contemporanea “Arte no caste” nel 2024 presso il Palazzo Duchi d’Acquaviva di Atri.
DE LELLIS LAURA
Ha sempre amato disegnare, fin da bambina, ma questa passione è rimasta confinata nell'ambito scolastico. Grazie all'inclinazione di suo padre, ottimo disegnatore autodidatta, si è interessata alle varie forme di espressione artistica che ha ricercato nei suoi viaggi e nelle pubblicazioni specifiche. Anche se la sua professione nell'ambito del Ministero della Cultura era prettamente tecnico dovendosi occupare della conservazione e della catalogazione dei reperti, ha aderito con entusiasmo alle varie attività di ricerca e di valorizzazione. La conoscenza della madre di un compagno di scuola di suo figlio le ha dato la possibilità di mettere a frutto questa sua passione, in quanto l'ha introdotta alla scuola d'arte della pittrice Gabriella Capodiferro di cui è discepola dai primi anni del 2000. Gabriella la guida alla consapevolezza delle sue capacità creative e del linguaggio visivo in ambito artistico, dandole l'opportunità di sentirsi gratificata con la realizzazione dei suoi lavori.
DE PALMA CONCHITA
Concita De Palma è nata a Bari nel 1957. Vive e lavora a Pescara, dove esercita la professione di pediatra. Ha iniziato ad avvicinarsi all’arte nel 2005 attraverso un percorso dedicato all’arte- terapia. Dal 2009 frequenta lo studio d’arte del Movimento del Guardare Creativo di Chieti. Ha partecipato a numerose mostre collettive in Italia e all’estero. Attualmente è presente a Milano con una mostra personale. Ha ricevuto il Premio della Critica nell’ambito del “Premio delle Arti, Premio della Cultura” a Milano e il Premio della Pittura al “Premium International Florence Seven Star”.
DI GIOVINE LILIANA
Liliana Di Giovine è nata a Sant'Eufemia a Maiella nel 1960. Medico Pediatra, nel 2016 ha iniziato a frequentare la scuola di Pittura dell’Artista Gabriella Capodiferro riscoprendo l’amore per l'Arte già presente fin da bambina. Ha partecipato a diverse mostre collettive del Movimento del Guardare Creativo ed ha trovato nella tecnica della pittura a spatola la possibilità di espressione diretta del colore sulla tela esplorando di volta in volta tematiche nuove e diverse atmosfere
EVANGELISTA MARILENA
Allieva della scuola di pittura diretta dall'artista Gabriella Capodiferro di Chieti dal 2007 e membro dell'associazione MGC (Movimento del Guardare Creativo) dal 2008 a tutt'oggi.
Ama il mondo dell'arte nella sua accezione più ampia: si interessa di musica, teatro e fotografia. Dopo due anni di corso di storia dell’Arte, scopre un modo nuovo di “guardare” l'opera d'arte e quindi con entusiasmo ed interesse si apre alla esperienza della pittura.
Dal 2009 a tutt'oggi ha partecipato a molteplici mostre collettive di pittura e fotografia in Italia ed all’estero (Parigi, Berlino, Madrid, Barcellona, USA). Inoltre è presente in Artisti Italiani catalogo Sartori d’arte moderna e contemporanea Ediz. 2021 e 2022 e Dizionario d’Arte Sartori online (www.dizionariodartesartori.it); in Atlante dell’Arte Contemporanea 2021 (Ed. De Agostini) e 2024 (Giunti Editore S.p.A.); Artisti ‘24 e ‘25 – Annuario Internazionale d’Arte Contemporanea – Art Now, Palermo; Blog di fotografia “Occhio Cuore Testa” (https://occhiocuoretesta.wordpress.com/)
IANNETTI MARCO
Nato a Pescara nel 1984. Nemmeno adolescente, inizia il suo percorso artistico avvicinandosi all’aerosol Art. Gradualmente, negli anni a seguire, l'interesse sarà indirizzato verso la pittura su tela. La successiva fase formativa risente di due incontri fondamentali, il primo con l'espressionista Pescarese Antonio Matarazzo e successivamente, nel 2009, con il maestro Gabriella Capodiferro. Frequenta lo studio MGC di Chieti e diventa subito socio del Movimento del Guardare Creativo, partecipando attivamente nel corso degli anni, agli eventi ed alle iniziative culturali. Dopo oltre vent'anni di ricerca e decine di mostre collettive in ambito nazionale ed internazionale, nell'aprile 2025 si presenta presso la prestigiosa galleria d'arte Arianna Sartori di Mantova, con una importante mostra personale dal titolo κέλευθος (keleuthos), nella quale presenta l'ultima fase della sua indagine pittorica. Una scelta significativa che gli permette di entrare a buon diritto, nel panorama della ricerca contemporanea italiana. È citato nel catalogo Sartori di Arte Moderna e Contemporanea del 2021 nell'ambito del Movimento del Guardare Creativo e nel catalogo Sartori 2022 come autore. È stato inserito nell'Atlante degli Artisti Italiani 2021 edito dalla De Agostini Arte, e nell'Atlante degli Artisti Italiani 2024 e nell'edizione 2026 edito dalla casa editrice Giunti.
LISANTI ROSA
Sono Rosa Lisanti, ex insegnante di lettere, ed ho quasi 80 anni; quando ho conosciuto e seguito gli insegnamenti della maestra Gabriella Capodiferro ne avevo circa 60. A scuola ero molto brava e precisa nel disegno geometrico ma in quello cosiddetto "ornato" ero una frana: nessuna delle anfore che mi chiedevano di disegnare ha avuto mai il pregio di avere le due "pance" uguali. Perciò, senza voler vantare i risultati raggiunti, sono molto contenta di aver aggiunto alla mia vita l'attività della pittura ed in particolare l'interesse per il colore. Sono tra i soci fondatori della Associazione ed ho partecipato a numerose mostre collettive dalla stessa promosse, quali: Museo Barbella Chieti, la Civitella Chieti, Arte no Caste a Pescara, L’Aquila ed Atri, e presso la galleria Sartori di Mantova.
Grazie maestra.
MICHETTI TERESA
La sua formazione artistica inizia intorno all’anno 2009 con maestri di varia tendenza culturale che le insegnano disegno, pittura, e incisione fino ad approdare allo studio di Gabriella Capodiferro la quale le parla del linguaggio visivo e della lettura dell’immagine. Il linguaggio dell’arte la spinge a individuare la cifra estetica del proprio fare pittura aprendola alle istanze metafisiche in modo assai personale, e in un momento successivo all’espressionismo. A partire dal 2013 la sua attività espositiva in mostre collettive è stata molto intensa. Se ne segnalano solo alcune: Premio Sulmona 2017, Mumi Fondazione F.P. Michetti 2014 2020, Arte No Caste 2014 2016 2024, Expo Casa Abruzzo Milano 2015, Auditorium Duomo Firenze (con segnalazione della giuria) 2017, Chiostro Sant’Agostino Rieti 2023 2024, Dujiangyan (Cina) 2024, Palazzo Pisani-Revedin Venezia 2024-2025
NATALE ANNAMARIA
Nata a Pescara 1965. L' interesse per il disegno e per il colore si rivelano già alla scuola primaria e vista la sua attitudine e la sua inclinazione alla materia le insegnanti la indirizzano verso una formazione artistica. Frequenta il Liceo artistico Misticoni a Pescara, avendo come insegnante Franco Summa. Dal 2005 frequenta corsi di pittura, di approfondimento della storia dell’arte, modellato e fotografia, nel 2008 conosce Gabriella Capodiferro ed entra così a far parte del movimento del Guardare Creativo. Partecipa a numerose mostre collettive: casa natale G. D' annunzio Pescara, Museo scienze biomediche Chieti, Museo Barbella Chieti, la Civitella Chieti, Arte no Caste Aurum Pescara, castello di Nocciano, galleria Sartori Mantova ecc. Risiede a Chieti dove ha il suo studio e continua con passione a coltivare il suo amore per l’Arte
PARLIONE GRAZIELLA
Graziella Parlione è nata a Loreto Aprutino (PE) nel 1958. Ha intrapreso studi scientifici ma nel contempo è sempre stata appassionata d'arte. Dipinge da sempre, dapprima da autodidatta, poi presso vari atelier a Pescara ma la vera svolta è intervenuta con l'approdo nella scuola del Movimento del Guardare Creativo. Sotto la guida della pittrice Gabriella Capodiferro approfondisce tutti gli aspetti del linguaggio visivo e le varie teorie del colore, sviluppando uno stile figurativo astratto e bidimensionale. Ha partecipato ad innumerevoli collettive presso il museo della Civitella, il museo Barbella e il museo delle Scienze Biomediche a Chieti, presso il museo Casa natale di D'Annunzio e l'ex Aurum a Pescara, presso il Castello a Nocciano, presso il Palazzo Ducale di Atri, presso il chiostro di Sant'Agostino a Rieti, presso la galleria Sartori di Mantova.
RUCCI ANTONIO
Inizia a dipingere a 15 anni e continua come autodidatta fino al 2008 quando inizia a frequentare il Laboratorio d’Arte di Gabriella Capodiferro a Chieti, dando così costanza alla ricerca sulla composizione e sulle tecniche pittoriche. Vive e opera a Chieti, ove esercita la professione di pediatra. Disegno vigoroso e colore espressivo-emozionale sono gli elementi caratterizzanti del suo stile che ha trovato il giusto spazio negli eventi di Arte no Caste, sia nella edizione del 2014 che nelle successive del 2016 all’Aquila e nel 2024 ad Atri. Ricordiamo inoltre la partecipazione alle collettive del 2017 alla Pinacoteca Barbella di Chieti, del 2019 alla Bottega d’Arte della Camera di Commercio di Chieti e del 2023 alla collettiva d’Arte Monocromie di Rieti. Di lui scrivono la critica d’arte Chiara Strozzieri “...risolve felicemente il dualismo tra sensazione del colore e forma plastica regalandoci una esplosione di tinte energiche (2016)” e la maestra Gabriella Capodiferro “...e forme divengono pura e dirompente espressione di una vitalità primigenia che cita l’espressionismo con originalità”.
SANTILLI PAOLA
Paola Santilli nasce a Chieti nel 1960. Inizia a dipingere come autodidatta. Durante il periodo scolastico e universitario svolge attività di caricaturista. Nel 1977 partecipa alla sua prima mostra collettiva a Francavilla al Mare. Negli anni universitari realizza illustrazioni per testi e pubblicazioni. Nel 2000 incontra l’artista Gabriella Capodiferro e diventa sua discepola, seguendone l’insegnamento. Dal 2008 è Vicepresidente dell’Associazione Movimento del Guardare Creativo. Ha all’attivo due mostre personali. Ha partecipato a numerose collettive a Francavilla al Mare, Pescara, L’Aquila e Chieti. Ha esposto anche a Mantova, Silvi, Atri, Civitella del Tronto e Nocciano. Le sue opere figurano nel Catalogo Sartori Artisti Italiani 2021. È presente anche nel Catalogo Sartori Artisti Italiani 2022.
TESTA NICOLETTA
Nicoletta Testa vive e opera a Chieti. Ha iniziato la sua attività artistica nel 1993 presso lo Studio d’Arte M.G.C. di Chieti, dove ancora oggi lavora. È cofondatrice del Movimento del Guardare Creativo e ha partecipato con costanza e entusiasmo a tutte le iniziative promosse dall’associazione. Gabriella Capodiferro, nel testo critico per la mostra Segno, colore e gesto per dirsi (2004, Bottega d’Arte della Camera di Commercio di Chieti), scrive di lei: «Gli elementi che contraddistinguono il suo fare artistico sono sempre diretti verso il sottile gioco compositivo tra superficie, linea e colore…».
VISCO DANIELA
Daniela Visco nasce a Chieti dove tuttora vive e lavora. Oltre vent’anni fa inizia un percorso artistico nel laboratorio di Gabriella Capodiferro. Ha così modo di apprendere e sperimentare tecniche pittoriche ed espressive oltre a studiare l’analisi strutturale della composizione.
Nel luglio 2008 è una delle socie fondatrici dell’Associazione Culturale “Movimento del Guardare Creativo” con l’obiettivo di promuovere l’arte, intesa soprattutto come linguaggio visivo, ed aprirsi agli altri con esposizioni collettive. Dipingere è per lei un modo per impregnare la tela di vivide emozioni sfruttando la forza del colore, del gesto, affidandosi alla sinuosità coinvolgente del segno-scrittura per raccontare intime percezioni.
Il Movimento del Guardare Creativo è nato a Chieti nel lontano 2012. Questa Mostra collettiva dei Soci, a cura di Gabriella Capodiferro, sarà aperta al pubblico fino a Giovedì 13 novembre 2025, con orario dal Lunedì al Sabato 10.00-12.30 / 15.30-19.30, chiuso Domenica e festivi (1° novembre).
Per l’occasione è stato stampato un catalogo a cura di Arianna Sartori, con presentazione di Maria Gabriella Savoia e testo critico di Gabriella Capodiferro, pubblicato da “Arianna Sartori Editore” (fotografie, realizzazione grafica ed impaginazione di Antonio Taricani).
Per informazioni: tel. 0376.324260, info@ariannasartori.eu
Testo dal catalogo di Gabriella Capodiferro:
Il Movimento del Guardare Creativo (M.G.C.) si è presentato alla città di Chieti, dove è nato ed opera, per la prima volta nel lontano 2012. È la prima mostra collettiva dei soli soci.
Essa viene realizzata grazie alla sensibilità della professoressa Gabriella Orlando, allora preside dello storico e prestigioso Convitto Nazionale Giambattista Vico in corso Marrucino. La mostra venne ospitata nella grandiosa sala polivalente dell’Istituto.
La registrazione ufficiale dello Statuto associativo è avvenuta il 21 maggio 2008.
L’idea del Movimento prende l’avvio dalla esperienza artistica e culturale dello Studio d’Arte M.G.C. di Capodiferro Gabriella, la quale decide nel 1987 di aprire il suo atelier agli appassionati dell’Arte sia per chi vuole meglio conoscere le opere dei maestri attraverso la storia dell’Arte sia per coloro che vogliono dilettarsi nella pittura o nel disegno.
Il suo è un lavoro verso lo studio percettivo e critico dell’opera d’Arte attraverso la conoscenza e l’analisi strutturale della composizione.
Scoprire il linguaggio dell’Arte nella sua grammatica visiva. Sperimentare le leggi visive attraverso la conoscenza degli strumenti necessari alla loro concretizzazione operativa. Valutare e mettere in atto soluzioni cromatiche, grafiche e materiche in laboratorio prima e successivamente verificare ciò che si è realizzato attraverso la lettura compositiva.
Da qui la possibilità di godere della bellezza delle opere dei grandi maestri della Storia dell’Arte con occhi nuovi.
Con il Movimento del Guardare Creativo tutto questo operare esce fuori dal laboratorio, diviene promozione di cultura permanente attraverso conferenze sull’Arte e viaggi come quelli a Parigi per vedere gli Impressionisti e l’Arte Contemporanea; Berlino per gli Espressionisti, oltre visitare tanti altri importanti musei, quali il Louvre.
Poi ripetute tappe a Roma, che ha permesso visite a tema sul ‘500, il ‘600, il Barocco; a Milano le varie mostre internazionali, a Venezia con le Biennali, a Ferrara, Mantova, Padova, Bologna, con le varie Fiere dell’Arte.
Inoltre si sono organizzati viaggi in Abruzzo portando non solo gli abruzzesi ma anche persone interessate venute da Venezia e Padova, per far loro scoprire le bellezze della Regione Abruzzo: dal ciclo pittorico di Bominaco alle architetture romaniche di Atri con i dipinti di Andrea Delitio, le chiese straordinarie d Chieti, Teramo e l’Aquila ed i tanti borghi e luoghi paesaggistici conosciuti attraverso sedute di pittura all’aperto.
Infine il Movimento, promuovendo cultura dentro e fuori Regione, è giunto a realizzare nel 2014 la sua prima Arte no Caste, manifestazione aperta a tutti gli artisti e a tutte le tecniche (pittura, scultura e grafica), con il patrocinio del comune di Pescara, cui seguiranno Arte no Caste 2016 all’Aquila e quella del 2024 ad Atri, città d’arte della provincia di Teramo, anche esse patrocinate dai rispettivi Comuni.
Il Movimento, nelle sue manifestazioni culturali, ha sempre trovato prezioso sostegno e collaborazione da parte della critica oltre che dalle Istituzioni locali.
I critici che hanno sostenuto l’attività del Movimento fin dall’inizio sono: la professoressa Maria Cristina Ricciardi, il professor Leo Strozzieri e la dottoressa Chiara Strozzieri, ai quali va tutta la gratitudine del Movimento.
Per questa seconda collettiva dei soci il Movimento del Guardare Creativo ha scelto la Galleria di Arianna Sartori per la qualità dell’impegno culturale e l’amore autentico che la stessa esprime verso l’Arte e gli artisti. Essa è luogo di incontri e confronti, aperto e ricco di stimoli.
È qui che il Movimento ha scelto di essere presente, dopo poco più di un decennio di promozione di mostre collettive di artisti italiani e stranieri.
Gli artisti che animano questa seconda collettiva dei soci sono una parte del Movimento, ma anche quelli che non hanno potuto partecipare sono parte importante di questo evento poiché hanno compartecipato alla fase di lettura critica e alla selezione delle opere che vengono esposte.
Le opere esposte, nel loro complesso, vogliono mettere in evidenza lo spirito di sperimentazione e ricerca del Movimento.
Ogni artista presenta scelte strumentali e soluzioni compositive assolutamente diverse, lasciando emergere la propria creatività, ma anche l’idealità del Movimento stesso.
Il saper vedere e non solo guardare l’arte visiva come strumento di conoscenza del linguaggio visivo fino a maturare modalità proprie di espressione artistica.
Le opere compongono un quadro dinamico di stile e modalità esecutive che le vedono passare dal figurativo all’astratto, dall’informale al concettuale, dalla pop art al surreale, fino alle istanze dell’optical.
I materiali usati per realizzare le opere testimoniano un’ampia varietà di elementi costruttivi: oggetti trovati, pittura acrilica, pigmenti naturali e sintetici, gessi e pastelli, UniPosca particolari, oltre a collages e frottages, tecniche miste e classiche.
Alla varietà dei materiali e degli strumenti si aggiunge la volontà di far conoscere l’opera d’arte e il linguaggio espressivo attraverso scelte formali quali l’uso del colore o del bianco e nero, del tonalismo o del chiaroscuro, del movimento delle linee e delle forme, inventare modalità spazio percettivi per evocare volumi e lontananze, nel fare semplicemente più piccolo o più grande un certo particolare.
Questa evidente dinamicità delle opere non permette raggruppamenti di stili, di soggetti o di tecniche esecutive. Il Movimento cerca l’unicità di ciascun artista nella libertà di scelte che pur guardando i grandi Maestri vedono nella qualità delle loro opere una conoscenza profonda della costruzione dell’opera anche laddove appare “anarchica” e scevra da ogni spirito di ricerca.
Pertanto in questa collettiva gli artisti vengono presentati nella loro individualità e nell’autenticità della propria ispirazione. Il visitatore avrà così una guida per “vedere” oltre che guardare i risultati della loro pluriennale ricerca culturale.
Bonforte Marcello: “Senza titolo”. Una astrazione che non rinuncia alla percezione volumetrica, che accompagna o contrasta con valori segnici e linee. Ciò che subito si impone al nostro occhio è proprio la volumetria; l’astratto avrebbe bisogno per prima della bidimensione, che qui viene negata, creando una superficie non piana ma articolata da chiaroscuri che lasciano percepire rilievi e sfaccettature. Su questo apparente sommovimento compaiono prepotentemente segni non aggiunti sopra, ma conseguenti alla genesi di quelle sfaccettature e rilievi. La vitalità dell’opera è data dal gesto costruttivo dell’artista che, con la spatola, toglie colore dalla superficie per accumulare o diradare il materiale pittorico avendo l’occhio attento a quel che accade. Così, accanto ai segni che si presentano in direzioni diverse e con varia forza grafica, compaiono sottilissime linee che hanno valore di accompagnamento dei rilievi.
Cacciagrano Evelina: “Nebbie fra gli alberi”. L’opera guarda un crepuscolo vicino alla notte. L’artista pone attenzione ad una colorazione attenta quasi monocromatica, ma ricchissima di impalpabili passaggi tonali. Toni che sono bassi, non cupi, quasi una musica di sottofondo che accompagna un clima sospeso, ma quieto e contemplativo. Ciò rende stringente la percezione che c’è dello spazio che viene scandito dai personaggi: quattro alberi, quasi fantasmatici. Essi sono sommersi nell’aria della notte e sono chiamati a scandire la distanza che li separa. Il primo, da solo e isolato è proprio vicino all’osservatore; i tre insieme ma divisi da distanze diverse tra loro, stabiliscono il quanto lontano da quello che si trova in una collocazione più avanzata.
Camplone Alfonso: “Ti guardo, mi vedo”. Singolare il titolo di questa opera: una tecnica mista affidata ad un personaggio centrale che condiziona con la sua forza espressiva la superficie della tela. Nella inquadratura la figura femminile è la stessa essenza dell’opera. È lei a venirci incontro con l’energia del suo gesto, con la decisione del suo atteggiamento e soprattutto dalla forza di certe linee. La V dell’abito, il contorno frastagliato dei fianchi, la ricchezza dei contrasti cromatici tra gli scoppi energici del giallo e la quiete dei blu, chiamati spesso a definire la figura. Tutto questo ci attira verso l’interno dell’opera, tutta basata nel rapporto tra l’immobilità iconica della figura femminile e la dinamicità dei colori e del collage, che danno vita a variazioni cromatiche sui toni del giallo e del blu in contrasto con la luminosità del giallo.
Capodiferro Gabriella: “Altra terra altro mare”. Una tecnica mista su tela di natura stratigrafica che impiega e rivela lo spazio temporale nel suo farsi opera. Uno spazio evocativo dove i materiali usati nei vari strati viene percepito come vita in trasformazione. Vita come accumulo di emozioni visive attraverso valori di trasparenze e sovrapposizioni. Ogni intervento gestuale-materico è un vissuto nel tempo. I materiali misti sono già composizione nel costruirsi come “corpo” materico nella successione dei vari interventi. Ciò diventa evento nel momento in cui la collocazione nel campo visivo lascia intuire il punto d’arrivo del suo andare. L’azzurro che occupa quasi tutta la superficie della tela, trattato pittoricamente stabilisce una nuova condizione percettiva grazie, alla sovrapposizione cromatica che ordina lo spazio della composizione con effetto di emersione e di immersione.
Conti Isa: “Connessioni”. L’opera è incentrata su uno stile di geometrie tenute insieme dal movimento direzionale e dalla scansione ritmica sequenziale dei pieni e dei vuoti. I pieni appaiono sui gradienti rossi sul blu, mentre sul rosso i gradienti blu appaiono vuoti sul rosso. È un contrappunto che pesa troppo a destra. La parte rossa stando a destra si avvale sia del peso della collocazione che di quello del colore perché il rosso è caldo e il blu è freddo. Questi valori creerebbero un dissidio percettivo alternando senza sosta la priorità di un colore sull’altro. Ma al centro accade un fatto nuovo: quattro linee sottili di colore giallo operano il miracolo di equilibrio tra la dualità delle forze. Il giallo assume il ruolo del paciere mettendo in stretta connessione le due aree cromatiche. Le sottili linee gialle cuciono saldamente insieme il blu ed il rosso. Il risultato che nella parte superiore le linee gialle partono dal rosso verso il blu e nella parte inferiore partono dal blu per arrivare al rosso. Un bilanciamento perfetto per rendere quieto il dissidio cromatico.
D’Alessandro Simonetta: “Andare”. la ricerca dell’artista sulla percezione del movimento la spinge a cercare materiali espressivi particolari. In questo caso si tratta di carta “seta” sottile e lievemente colorata da incollare sulla tela con la tecnica del collage e dello strappo. Il tema linguistico prescelto in questo caso è la riflessione sul movimento unidimensionale della linea, cioè la direzione. La pura direzione significa il movimento dell’andare infinito e continuo senza soste. Ma qui le linee sono strisce di carta seta che hanno larghezza e lunghezza diverse, sono incollate sul supporto dopo strappi che hanno creato irregolarità nelle fasce. Il supporto (tela) è stato dipinto e il colore trapassa sotto la carta incollata creando situazioni nuove di mescolanze secondo la capacità di assorbimento della carta. Tutto questo dare e avere tra colore, carta, colla e strappo fa del colore sottostante tante altre linee che liberamente si intervallano con quelle di carta. Cosicché le fasce di carta colloquiano con quelle del colore sottostante creando la percezione quasi di galleggiamento tra il movimento direzionale del colore e quello delle fasce, quasi ad evocare un vero proprio luogo territoriale.
D’Aponte Francesco; una spazialità quasi classica in questo “Orizzonte”, ma al tempo stesso straniante. Forme e direzioni si contrastano in una spazialità ambigua e sospesa tra la bidimensionalità per quinte sul lato di sinistra, tridimensionale e volumetrico sul lato di destra. Però le due soluzioni simulano ambedue la percezione dello spazio. A sinistra si realizza una lontananza per quinte, dove le forme più grandi costruiscono un primo piano spinto, o piano americano, e a destra più piccole collocate sul piano più arretrato ribadito dalla presenza dell’orizzonte. A destra abbiamo una lontananza che penetra tridimensionalmente nel paesaggio che deforma prospetticamente la via verso l’orizzonte. Da un lato il percepire una scena evocativa della bellezza naturale del paesaggio, dall’altro il mistero di una strada che non si sa da dove viene e dove andrà.
De Lellis Laura, “Distacco”. Qui abbiamo una pitto-scultura, presentata in scenografico allestimento, realizzata usando oggetti trovati e presentati secondo una nuova visione. Un’aggregazione di pittura materica sopra e di scultura in legno alla base. Elementi staccati tra loro, collegati dal fil rouge della connessione concettuale che l’artista ha concepito per dare alla fetta di legno un valore estetico e contenutistico del tutto diverso. Un oggetto che porta le tracce di un precedente vissuto e un’altra funzione ed ora viene presentato all’interno di un contesto altro: la creazione di una composizione visiva che si basa sulla percezione dello spazio-tempo. Il pannello creato ad hoc oggi, viene “colorato” da limature di ottone, “altri oggetti trovati” incollati sulla sua superficie. Sul pannello resta un vuoto tondeggiante di un oggetto? Da li una colatura di materiale indica il basso della parete, dove troviamo un tondo di legno dipinto: è questo che ha lasciato la sua traccia? La relazione tra le parti racconta una storia di un prima e un dopo, un evento appunto spazio-temporale.
De Palma Conchita; “Veliero”, una girandola o un moto perpetuo attorno a un baricentro che suggerisce una spazialità profonda e misteriosa? L’artista si muove in una ricerca di movimento percettivo della forma, dando priorità alle suggestioni cromatiche. Le quali sono proposte come scansioni sequenziali di toni. I timbri tonali, sulle ali dell’oggetto, presentano un percorso bidimensionale, per l’affiancamento degli uni agli altri che accentuano il moto dell’oggetto. Queste sequenze propongono così un controcanto rispetto alla visione di un baricentro nel quale il rapporto cromatico diventa quasi chiaroscurale e scava una percezione di profondità spaziale. La centralità del rapporto della forma con la superficie della tela calcola le leggi del moto con estrema efficacia e suggestione emotiva. Così facendo smuove l’immaginazione. E l’oggetto cambia la sua identità: è forse un’elica che è immersa nel mare?
Di Giovine Liliana; un Dittico questo dove i rimandi compositivi giocano sulla struttura del quadrato rispettando gli assi centrali che si intersecano al centro. Tale struttura definisce da subito due direzioni: sulla verticale l’alto e il basso e sulla orizzontale sinistra destra. Su queste direttrici da un punto esterno della sinistra della composizione si entra nella scena e si esce sulla destra. Sulla verticale si trovano la massa blu-verde in alto con il suo volume e in basso la massa giallo-arancio. L’asse centrale orizzontale dirime il movimento di una larga fascia azzurra e blu che fluisce sempre da sinistra verso destra, contenente al suo interno sequenze ritmiche di linee che trattengono lo sguardo. Quanto è rappresentato è reso pittoricamente da un impasto cromatico ricco di luminosità e di ombre, in armonia col sistema compositivo dei contrappunti intorno alla struttura assiale della composizione.
Evangelista Marilena: “Instabile equilibrio”. Il rapporto compositivo tra linea forma e superficie esprime una essenzialità visiva che può superficialmente definirsi come geometria. In realtà ogni elemento presenta un suo carattere e una sua necessità di essere. La linea non è solo direzione, ma decresce nel suo andare indicando un tempo di trasformazione nello spazio e nel tempo. Alla linea è affidata una missione: superare la barriera della forma. Infatti la linea attraversa la forma finendo in un punto infinito della superficie dove il colore, non piano, segna una spazialità oltre che dilata il colore percettivamente al di là della stessa superficie. È in questo momento che si accentua la sensazione del pendolare instabile del romboide che resta come appeso alla linea che lo attraversa.
Iannetti Marco “Non mi abbandonare al mio silenzio”. La gestualità libera del segno-colore viene a costruire un colloquio strettissimo con l’orientamento della superficie e la collocazione degli interventi pittorici l’orientamento verticale di per se esalta la decisione segnica dell’azzurro, luce dell’opera e orizzonte che non interrompe la continuità spaziale tra alto e basso. Questa collocazione comporta uno scendere verso il basso nella tela, con una caduta lieve ma al tempo stesso drammatica, di segni e trasparenze che da quell’azzurro estraneo alle tonalità degli ocra si dipanano proprio da quell’azzurro che si perde totalmente nel tutto. Una volta tornati alla base sentiamo la spinta emozionale di tornare a quell’azzurro, così luminoso quanto carico di tensione e di energia.
Lisanti Rosa; una tavola di legno chiaro naturale accoglie una sequenza di oggetti: “I miei fiori”. La scansione spaziale organizzata strutturalmente secondo fasce orizzontali indica con chiarezza l’entrata e l’uscita di questo andare sinistra-destra. Questo moto, sinistra-destra, appare scandito con regolarità rispetto alle forme grandi o piccole. Ma il raggruppamento improvviso che compare nella sola fascia centrale rallenta il nostro andare e crea una pausa. Una pausa non disturbante perché ci fa percepire un luogo chiuso, una sorta di giardino segreto. A questa percezione ci porta il colore naturale del legno che è l’anima stessa di questa composizione, mentre la scansione cromatica delle altre fasce esalta e sostiene questo messaggio di semplicità e poesia.
Michetti Teresa: “Wilson Street”. Mostra lo spaccato di un interno in una casa, un bagno, con forme distorte. Un luogo dove tutto appare provvisorio e sospeso. Un racconto del luogo ben identificabile come soggetto. La mente riconosce l’entità delle forme, ma il colore e l’incongruità delle forme, così irrazionalmente deformate, entrano in contraddizione ed evocano altro da sé. Siamo in un ambito di surrealtà espressionistica dove gli oggetti narrano una storia altra. Storia di azioni vissute come una vita misteriosa degli oggetti stessi. La composizione della scena diviene allora fondamentale. La figura, cioè quella che viene incontro allo spettatore è la porta vista dall’interno. La disposizione dei bianchi dei blu e dei rossi sono estranei sia agli oggetti che al luogo. Essi sono veicolo del nostro guardare dentro quello spazio e quel racconto.
Natale Annamaria: “Presenza assente”. Da subito mente e occhio si trovano in conflitto. L’icona di una donna c’è, la mente ha l’esperienza razionale per vederla. La mente ha certezza di quello che ha visto in linea generale; l’occhio compie un percorso del tutto diverso. Segue la distribuzione delle distanze tra le linee, il loro accumulo o la loro diradazione, le deformazioni delle altre forme presenti tipo cerchi, ovali. Da qui le due visioni elaborano un dato: la forma umana appare presente solo attraverso tutto quanto elencato risultando assente perché è vuota della sua consistenza strutturale. Le linee creano spazialmente un piano dietro la figura e sotto la stessa. Hanno costruito spazialità indicando che la donna è seduta in un lugo intimo della casa. Le linee sul corpetto direzionate liberamente costruiscono volume. I pois con la giusta collocazione della distorsione stabiliscono chiaramente che la donna è seduta. I colori presenti nell’opera creano un effetto optical di grande suggestione emozionale.
Parlione Graziella: “Il bosco rosso”. Il dipinto presenta con nitidezza un tema sotteso a negare il vero. Il bosco è presente nella sua essenza di elementi strutturali (alberi) che riempiono l’intera superficie. La loro collocazione e dimensione stabilisce subito da quale punto di vista siamo entrando nel mistero del bosco. A destra una serie di forme indicano un percorso che raggiuge un secondo livello spaziale che spinge nel buio di un colore tonalmente più scuro. La scena è cromaticamente condotta con un tonalismo che dimostra chiaramente che non è necessario per la visione ricorrere al nero e quindi all’effetto tipico del chiaroscurale. La tonalità cromatica può paragonarsi a quella musicale; un Do può essere basico ma anche diesis e bemolle (più squillante o più cupo) e così un solo rosso può essere calibrato nello stesso modo di una nota musicale.
Rucci Antonio: “Energia cromatica”. I colori parlano della loro natura, la forza espressiva della loro purezza sia per l’intensità che la modalità di non lavorarli troppo. Non sono impastati nella tavolozza ma sono essi stessi struttura delle singole forme e clima emozionale di questo interno. Con il colore in modo diretto e immediato è modellato lo sfondo. Mantenendo evidenti i gesti e le tracce del pennello il colore crea la superficie sulla quale sono gli oggetti, il colore disegna le forme e le ombre, il colore parla prima di ogni altra cosa alla nostra sensibilità percettiva. Dunque per l’artista è assolutamente prioritario rispettare le forze e la vitalità del colore e per esprimere al di la delle forme l’energia vitale dell’essere.
Santilli Paola: “Due donne”. Linea, segno e forma sono le componenti che costruiscono una composizione dell’opera come luogo dove regna prioritario il carattere interiore dei due personaggi. Il colore è il veicolo unico e solo per scoprire la personalità e lo stato d’animo delle due donne o delle due ragazze? Ciò non è importante perché modellazione e scelte cromatiche parlano della profondità diversissima del loro essere. A sinistra il blu dell’intelletto e dello spirituale, definito in questi termini da Kandinsky nello “Spirituale dell’arte” e cupezza generale dell’altra i cui capelli arancio danno la voglia di essere partecipe della vita. I segni aggiungono conferme alle due personalità come l’orientamento delle teste. Il tutto è accompagnato da un giallo-arancio un po' vissuto e sottomesso alla forza del primo piano.
Testa Nicoletta: “Oltre l’apparente”. Un oggetto ben conosciuto da tutti. Usato viene gettato via se si è piegato o sporcato o strappato. Oggetto comune che ha una sua precisa funzione. Ma qui la funzione è altra. Un rosso quasi araldico, un contrasto abissale con i colori che disegnano le forme dell’oggetto. Colore, collocazione, supporto e forma sono protagonisti di una visione sul mondo e sulla vita nel suo quotidiano diventano simbolo di un significato altro e sicuramente si richiamano alla esperienza della pop art senza la denuncia del consumismo, ma alla condizione umana di un quotidiano che non rende facile a molti il vivere. Questo significato diverso viene raggiunto dal timbro naturale di uno speciale pigmento rosso che l’artista prepara a colla di volta in volta. Il tono è caldo ed evocativo dando profondità e morbidezza.
Visco Daniela: “Baleno”. La soluzione compositiva è tutta nella modellazione del colore che nei punti chiave presenta un imprevisto acuto gestuale. L’impasto cromatico è giocato su un rapporto chiaroscurale di due colori preminenti, il verde e il bruno nelle due tonalità di ocra e della terra bruciata, mentre il verde subisce cambiamenti con mescolanze della sola ocra. Questa scelta di tema cromatico le permette una modellazione direttamente sulla tela, ma soprattutto permette l’aumento o la diminuzione del corpo del colore. Fondamentale dunque diventa il gesto e il farsi della composizione, e qui è ben chiaro l’andamento del gesto per determinare il movimento presente nell’opera: da alto a destra nella oscurità dove un gesto energico e un colore luce hanno iniziato il percorso per spegnersi scendendo verso sinistra in un clima più luminoso e meno cupo.
Gabriella Capodiferro – Chieti, 26 settembre 2025
“Dal prossimo 25 ottobre al 13 novembre 2025 la Galleria Arianna Sartori di Mantova nella sede di Via Ippolito Nievo 10, ospita una importante mostra organizzata da “M.G.C. Movimento del guardare creativo” a cura dalla straordinaria Gabriella Capodiferro intitolata “La. Mostra collettiva dei Soci. Guardare per Vedere”.
Trattasi di un percorso organizzativo nuovo, nato dalla collaborazione del M.G.C. nella persona di Gabriella Capodiferro, artista di valore e instancabile ideatrice e fondatrice del gruppo con la Galleria “Arianna Sartori”.
L’idea fondante si basa soprattutto sul desiderio di diffondere cultura, grazie alla possibilità di organizzare rassegne espositive nelle diverse gallerie italiane. Non un limitante iter espositivo di opere che viaggiano “da chiodo a chiodo”, piuttosto un vero e proprio progetto culturale che viene fortemente condiviso con Arianna Sartori.
La Galleria “Arianna Sartori” ha già ospitato negli anni scorsi, con grande successo, alcune mostre personali di Gabriella Capodiferro ed anche una prima mostra del Movimento M.G.C, proprio da questo fortunato incontro, è dapprima nato un rapporto di stima profonda, e con il tempo di amicizia e posso dirlo un sincero affetto che ci ha permesso di condividere pensieri e intendimenti culturali, e la decisione di una operativa collaborazione con il Movimento M.G.C.
Gli artisti Alfonso Camplone, Marcello Bonforte, Maria Gabriella Capodiferro, Evelina Cacciagrano, Isa Conti, Simonetta D’alessandro, Francesco D’Aponte, Laura De Lellis, Concita De Palma, Liliana Di Giovine, Marilena Evangelista, Marco Iannetti, Rosa Lisanti, Teresa Michetti, Annamaria Natale, Graziella Parlione, Antonio Rucci, Paola Santilli, Nicoletta Testa, Daniela Visco, sono gli interpreti di questa nuova collettiva dei Soci.
Il Movimento, promuovendo cultura dentro e fuori la Regione Abruzzo, è giunto a realizzare nel 2014 la sua prima Arte no caste, con il patrocinio del comune di Pescara nello spazio espositivo dell’ex Aurum - l’Officina delle Idee, cui hanno partecipato artisti provenienti da varie regioni italiane. La seconda Arte no caste vede il Movimento impegnato a L’Aquila, nel 2016, con la sponsorizzazione del comune di L’Aquila e nell’ambito delle manifestazioni della Perdonanza Celestiniana, dove sono esposte anche opere di fotografia. La terza edizione, nel 2024 si realizza ad Atri (Teramo), città rica di arte e cultura, nello spazio prestigioso delle scuderie del Palazzo dei Duchi D’Acquaviva e la sede del Comune.
Gli artisti giungono anche dall’Armenia e dal Messico oltre che da varie regioni italiane.
I critici che hanno sostenuto l’attività del Movimento fin dall’inizio sono: la professoressa Maria Cristina Ricciardi, il professor Leo Strozzieri e la dottoressa Chiara Strozzieri.
Siamo grati al Movimento del Guardare Creativo, che per questa seconda collettiva dei Soci ha scelto la Galleria di Arianna Sartori per la qualità dell’impegno culturale e l’amore autentico che la stessa esprime verso l’arte e gli Artisti. Essa è luogo di incontri e confronti, aperto e ricco di stimoli. È qui che il Movimento ha scelto di essere presente, dopo poco più di un decennio di promozione di mostre collettive di artisti italiani e stranieri”.
Maria Gabriella Savoia - Mantova, 17 settembre 2025
BIOGRAFIE DEGLI ARTISTI
BONFORTE MARCELLO
Nato a Milano nel 1962 dipinge dal 2009. Ha conosciuto a Chieti il maestro e amico Leopoldo Marciani che lo ha incoraggiato nei suoi primi passi e il “Movimento del Guardare Creativo” (associazionemgc.it) ed è diventato discepolo di Gabriella Capodiferro (capodiferrogabriella.it) dal 2012 Attualmente risiede a Rieti dove ha uno studio e una mostra permanente delle sue opere in Via San Rufo 22 visitabile su appuntamento (Whatsapp 3475428497). Ha esposto in mostre collettive a Chieti, Pescara, Mantova, Rieti, Atri, Terni, Leonessa, (RI); personali a Rieti e Borgovelino (RI).
CACCIAGRANO EVELINA
Evelina Cacciagrano ha iniziato a dipingere durante il periodo scolastico, utilizzando pastelli gessati e prediligendo soggetti di natura morta e figurativi. Dopo una lunga pausa, ha ripreso a dipingere in età matura. Da oltre dieci anni frequenta la scuola d’arte della professoressa Gabriella Capodiferro (M.G.C.) a Chieti, affinando diverse tecniche pittoriche, in particola- re l’acrilico e le tecniche miste. Ha partecipato a numerose mostre collettive organizzate dalla scuola, esponendo in città come Chieti, Pescara, L’Aquila, Atri, Nocciano e altre località. Nel 2025 alla V edizione L’anima della natura a Rieti.
CAMPLONE ALFONSO
Alfonso Camplone nasce a Pescara nel 1960, dove vive e lavora. La sua passione per l’arte si manifesta inizialmente attraverso un’intensa attività da autodidatta, ottenendo fin da subito importanti riscontri in ambito regionale. Artista eclettico e sensibile, affianca alla ricerca artistica un percorso umano e professionale che lo vede attivo come counselor, clown-dottore e conduttore di classi di esercizi Bioenergetici. Co-fondatore dell’Associazione Culturale MGC di Chieti, ne condivide la missione di promuovere l’arte come linguaggio visivo e strumento di crescita personale e collettiva. La sua visione artistica si fonda sull’idea di condivisione dell’Essenza, offrendo all’osservatore uno spazio aperto di interpretazione e risonanza personale. Dal 1998 ad oggi ha allestito numerose mostre personali e collettive, esponendo in diverse città italiane tra cui Pescara, Chieti, L’Aquila, Atri, Nocciano e Mantova. Le sue opere si distinguono per la capacità di integrare con naturalezza tecniche diverse – pittura, collage, frottage e interventi materici – dando vita a una cifra stilistica potente e riconoscibile.
CAPODIFERRO GABRIELLA
Vive e lavora a Chieti, dove ha fondato lo Studio d’Are MGC (Movimento del Guardare Creativo), un laboratorio di tecniche espressive e promozione artistica, frequentato da numerosi allievi. Nel corso della sua lunga carriera espone in importanti mostre collettive e personali in Italia ed all’estero. Tra le numerose collettive di rilievo si citano in particolare il Premio Vasto ed il Premio Michetti. Collabora con vari Musei con mostre collettive e personali fino al 2011. Nel 2016 il critico veneziano Enzo Di Martino presenta in una sua ampia personale a Venezia alla Scholetta dei Battioro e Tiraoro sul Canal Grande. Dal 2018 riprende l’attività di incisore nell’Atelier Internazionale di Venezia Viva, diretto da Nicola Sene e Silvano Camporini, partecipando nel contempo attivamente fino ad oggi 2025 a numerose iniziative culturali promosse dalla Associazione veneziana. Il 2022 la vede impegnata in una doppia personale di grafica con Nicola Sene presso la galleria Sartori di Mantova. Nel 2023 la sua personale di sola grafica (La mia Terra, un percorso dentro le proprie origini) con note critiche di Nicola Sene e Maria Gabriella Savoia. Promuove in collaborazione con la Galleria Sartori la collettiva degli artisti che oggi danno vita al Movimento del Guardare Creativo, promotore di ben tre biennali dal titolo Arte no Caste, che la vedono sempre presente con le sue opere ed il suo impegno professionale.
Per referenze si rimanda al seguente sito internet: www.capodiferrogabriella.it
CONTI ISA
Isa Conti è nata a Pescara nel 1963. Laureata in Lettere Moderne, è appassionata di disegno e ha approfondito la pittura, il colore e le sue tecniche frequentando la scuola del Movimento del Guardare Creativo diretta dalla pittrice Gabriel- la Capodiferro. Sviluppa uno stile geometrico, minimale e bidimensionale grazie alle diverse tecniche usate. Dal 2001 partecipa a mostre collettive organizzate da Gabriella Capodiferro. Ha esposto, tra gli altri, presso il Museo delle Arti del Castello di Nocciano, il Museo delle Scienze Biomediche di Chieti, in varie sedi espositive a Chieti, all’Aurum di Pescara, alla Galleria Sartori di Mantova. Nel 2023 ha partecipato a una collettiva presso il Chiostro di Sant’Agostino a Rieti. Nel 2024 è presente alla collettiva internazionale Arte no Caste al Palazzo Ducale di Atri e nel 2025 alla V° edizione L’anima della natura a Rieti.
D’ALESSANDRO SIMONETTA
Svolge la sua attività di architetto a Pescara e dal 2014 ha affiancato alla sua professione un attivo interesse per l'arte, frequentando la scuola dell’artista Gabriella Capodiferro per approfondire le tecniche del linguaggio visivo e la teoria del colore; partecipa attivamente dal 2016 alle iniziative dell'Associazione culturale "Movimento del Guardare Creativo". Ha esposto le sue opere in mostre collettive tra cui: “Segno colore… gesto” (2018, Museo Barbella Chieti); “L’arte al tempo dei centri commerciali” (2018, centro commerciale Universo Silvi Marina); “L’avventura della creatività” (2019, Sala Cascella Chieti) Gabriella Capodiferro cum discipulis (2020, Galleria Arianna Sartori Mantova); “Nerothema” (2021, Museo Diocesano Gubbio); “Seconda mostra di selezione Città di Francavilla al Mare XIV Biennale di Roma 2022 (2021, MUMA sala fondazione Michetti Francavilla); Natale in arte a Gubbio” (2023, Palazzo del Bargello Gubbio); “Monocromie” (2023, Sant’Agostino Rieti); “Arte no caste 2024 creatività senza etichetta”(2024, Castello Duchi D’Acquaviva Atri ); “Acqua linfa di vita. Luci e colori per il nostro futuro” (2024, Sant’Agostino Rieti); “L’anima della natura. luci e colori per il nostro futuro” (2025, Sant’Agostino Rieti).
D’APONTE FRANCESCO
Nasce a Piano di Sorrento (NA) nel 1970. Si laurea in ingegneria meccanica e nel 1996 si trasferisce a Pescara per la sua professione. Dopo un breve periodo da autodidatta inizia un percorso più approfondito con Gabriella Capodiferro nel 2014. Nelle sue opere, con pennellate libere e luminose, la natura diventa esperienza lirica, dove colore e luce sono i veri protagonisti. Ha esposto al Museo Costantino Barbella di Chieti nel 2018, alla mostra dei soci MGC “L’avventura della creatività” alla Bottega d’Arte Expo Room della Camera di Commercio Chieti-Pescara nel 2019, a Mantova nel 2020 alla Galleria d’Arte Arianna Sartori e alla rassegna arte contemporanea “Arte no caste” nel 2024 presso il Palazzo Duchi d’Acquaviva di Atri.
DE LELLIS LAURA
Ha sempre amato disegnare, fin da bambina, ma questa passione è rimasta confinata nell'ambito scolastico. Grazie all'inclinazione di suo padre, ottimo disegnatore autodidatta, si è interessata alle varie forme di espressione artistica che ha ricercato nei suoi viaggi e nelle pubblicazioni specifiche. Anche se la sua professione nell'ambito del Ministero della Cultura era prettamente tecnico dovendosi occupare della conservazione e della catalogazione dei reperti, ha aderito con entusiasmo alle varie attività di ricerca e di valorizzazione. La conoscenza della madre di un compagno di scuola di suo figlio le ha dato la possibilità di mettere a frutto questa sua passione, in quanto l'ha introdotta alla scuola d'arte della pittrice Gabriella Capodiferro di cui è discepola dai primi anni del 2000. Gabriella la guida alla consapevolezza delle sue capacità creative e del linguaggio visivo in ambito artistico, dandole l'opportunità di sentirsi gratificata con la realizzazione dei suoi lavori.
DE PALMA CONCHITA
Concita De Palma è nata a Bari nel 1957. Vive e lavora a Pescara, dove esercita la professione di pediatra. Ha iniziato ad avvicinarsi all’arte nel 2005 attraverso un percorso dedicato all’arte- terapia. Dal 2009 frequenta lo studio d’arte del Movimento del Guardare Creativo di Chieti. Ha partecipato a numerose mostre collettive in Italia e all’estero. Attualmente è presente a Milano con una mostra personale. Ha ricevuto il Premio della Critica nell’ambito del “Premio delle Arti, Premio della Cultura” a Milano e il Premio della Pittura al “Premium International Florence Seven Star”.
DI GIOVINE LILIANA
Liliana Di Giovine è nata a Sant'Eufemia a Maiella nel 1960. Medico Pediatra, nel 2016 ha iniziato a frequentare la scuola di Pittura dell’Artista Gabriella Capodiferro riscoprendo l’amore per l'Arte già presente fin da bambina. Ha partecipato a diverse mostre collettive del Movimento del Guardare Creativo ed ha trovato nella tecnica della pittura a spatola la possibilità di espressione diretta del colore sulla tela esplorando di volta in volta tematiche nuove e diverse atmosfere
EVANGELISTA MARILENA
Allieva della scuola di pittura diretta dall'artista Gabriella Capodiferro di Chieti dal 2007 e membro dell'associazione MGC (Movimento del Guardare Creativo) dal 2008 a tutt'oggi.
Ama il mondo dell'arte nella sua accezione più ampia: si interessa di musica, teatro e fotografia. Dopo due anni di corso di storia dell’Arte, scopre un modo nuovo di “guardare” l'opera d'arte e quindi con entusiasmo ed interesse si apre alla esperienza della pittura.
Dal 2009 a tutt'oggi ha partecipato a molteplici mostre collettive di pittura e fotografia in Italia ed all’estero (Parigi, Berlino, Madrid, Barcellona, USA). Inoltre è presente in Artisti Italiani catalogo Sartori d’arte moderna e contemporanea Ediz. 2021 e 2022 e Dizionario d’Arte Sartori online (www.dizionariodartesartori.it); in Atlante dell’Arte Contemporanea 2021 (Ed. De Agostini) e 2024 (Giunti Editore S.p.A.); Artisti ‘24 e ‘25 – Annuario Internazionale d’Arte Contemporanea – Art Now, Palermo; Blog di fotografia “Occhio Cuore Testa” (https://occhiocuoretesta.wordpress.com/)
IANNETTI MARCO
Nato a Pescara nel 1984. Nemmeno adolescente, inizia il suo percorso artistico avvicinandosi all’aerosol Art. Gradualmente, negli anni a seguire, l'interesse sarà indirizzato verso la pittura su tela. La successiva fase formativa risente di due incontri fondamentali, il primo con l'espressionista Pescarese Antonio Matarazzo e successivamente, nel 2009, con il maestro Gabriella Capodiferro. Frequenta lo studio MGC di Chieti e diventa subito socio del Movimento del Guardare Creativo, partecipando attivamente nel corso degli anni, agli eventi ed alle iniziative culturali. Dopo oltre vent'anni di ricerca e decine di mostre collettive in ambito nazionale ed internazionale, nell'aprile 2025 si presenta presso la prestigiosa galleria d'arte Arianna Sartori di Mantova, con una importante mostra personale dal titolo κέλευθος (keleuthos), nella quale presenta l'ultima fase della sua indagine pittorica. Una scelta significativa che gli permette di entrare a buon diritto, nel panorama della ricerca contemporanea italiana. È citato nel catalogo Sartori di Arte Moderna e Contemporanea del 2021 nell'ambito del Movimento del Guardare Creativo e nel catalogo Sartori 2022 come autore. È stato inserito nell'Atlante degli Artisti Italiani 2021 edito dalla De Agostini Arte, e nell'Atlante degli Artisti Italiani 2024 e nell'edizione 2026 edito dalla casa editrice Giunti.
LISANTI ROSA
Sono Rosa Lisanti, ex insegnante di lettere, ed ho quasi 80 anni; quando ho conosciuto e seguito gli insegnamenti della maestra Gabriella Capodiferro ne avevo circa 60. A scuola ero molto brava e precisa nel disegno geometrico ma in quello cosiddetto "ornato" ero una frana: nessuna delle anfore che mi chiedevano di disegnare ha avuto mai il pregio di avere le due "pance" uguali. Perciò, senza voler vantare i risultati raggiunti, sono molto contenta di aver aggiunto alla mia vita l'attività della pittura ed in particolare l'interesse per il colore. Sono tra i soci fondatori della Associazione ed ho partecipato a numerose mostre collettive dalla stessa promosse, quali: Museo Barbella Chieti, la Civitella Chieti, Arte no Caste a Pescara, L’Aquila ed Atri, e presso la galleria Sartori di Mantova.
Grazie maestra.
MICHETTI TERESA
La sua formazione artistica inizia intorno all’anno 2009 con maestri di varia tendenza culturale che le insegnano disegno, pittura, e incisione fino ad approdare allo studio di Gabriella Capodiferro la quale le parla del linguaggio visivo e della lettura dell’immagine. Il linguaggio dell’arte la spinge a individuare la cifra estetica del proprio fare pittura aprendola alle istanze metafisiche in modo assai personale, e in un momento successivo all’espressionismo. A partire dal 2013 la sua attività espositiva in mostre collettive è stata molto intensa. Se ne segnalano solo alcune: Premio Sulmona 2017, Mumi Fondazione F.P. Michetti 2014 2020, Arte No Caste 2014 2016 2024, Expo Casa Abruzzo Milano 2015, Auditorium Duomo Firenze (con segnalazione della giuria) 2017, Chiostro Sant’Agostino Rieti 2023 2024, Dujiangyan (Cina) 2024, Palazzo Pisani-Revedin Venezia 2024-2025
NATALE ANNAMARIA
Nata a Pescara 1965. L' interesse per il disegno e per il colore si rivelano già alla scuola primaria e vista la sua attitudine e la sua inclinazione alla materia le insegnanti la indirizzano verso una formazione artistica. Frequenta il Liceo artistico Misticoni a Pescara, avendo come insegnante Franco Summa. Dal 2005 frequenta corsi di pittura, di approfondimento della storia dell’arte, modellato e fotografia, nel 2008 conosce Gabriella Capodiferro ed entra così a far parte del movimento del Guardare Creativo. Partecipa a numerose mostre collettive: casa natale G. D' annunzio Pescara, Museo scienze biomediche Chieti, Museo Barbella Chieti, la Civitella Chieti, Arte no Caste Aurum Pescara, castello di Nocciano, galleria Sartori Mantova ecc. Risiede a Chieti dove ha il suo studio e continua con passione a coltivare il suo amore per l’Arte
PARLIONE GRAZIELLA
Graziella Parlione è nata a Loreto Aprutino (PE) nel 1958. Ha intrapreso studi scientifici ma nel contempo è sempre stata appassionata d'arte. Dipinge da sempre, dapprima da autodidatta, poi presso vari atelier a Pescara ma la vera svolta è intervenuta con l'approdo nella scuola del Movimento del Guardare Creativo. Sotto la guida della pittrice Gabriella Capodiferro approfondisce tutti gli aspetti del linguaggio visivo e le varie teorie del colore, sviluppando uno stile figurativo astratto e bidimensionale. Ha partecipato ad innumerevoli collettive presso il museo della Civitella, il museo Barbella e il museo delle Scienze Biomediche a Chieti, presso il museo Casa natale di D'Annunzio e l'ex Aurum a Pescara, presso il Castello a Nocciano, presso il Palazzo Ducale di Atri, presso il chiostro di Sant'Agostino a Rieti, presso la galleria Sartori di Mantova.
RUCCI ANTONIO
Inizia a dipingere a 15 anni e continua come autodidatta fino al 2008 quando inizia a frequentare il Laboratorio d’Arte di Gabriella Capodiferro a Chieti, dando così costanza alla ricerca sulla composizione e sulle tecniche pittoriche. Vive e opera a Chieti, ove esercita la professione di pediatra. Disegno vigoroso e colore espressivo-emozionale sono gli elementi caratterizzanti del suo stile che ha trovato il giusto spazio negli eventi di Arte no Caste, sia nella edizione del 2014 che nelle successive del 2016 all’Aquila e nel 2024 ad Atri. Ricordiamo inoltre la partecipazione alle collettive del 2017 alla Pinacoteca Barbella di Chieti, del 2019 alla Bottega d’Arte della Camera di Commercio di Chieti e del 2023 alla collettiva d’Arte Monocromie di Rieti. Di lui scrivono la critica d’arte Chiara Strozzieri “...risolve felicemente il dualismo tra sensazione del colore e forma plastica regalandoci una esplosione di tinte energiche (2016)” e la maestra Gabriella Capodiferro “...e forme divengono pura e dirompente espressione di una vitalità primigenia che cita l’espressionismo con originalità”.
SANTILLI PAOLA
Paola Santilli nasce a Chieti nel 1960. Inizia a dipingere come autodidatta. Durante il periodo scolastico e universitario svolge attività di caricaturista. Nel 1977 partecipa alla sua prima mostra collettiva a Francavilla al Mare. Negli anni universitari realizza illustrazioni per testi e pubblicazioni. Nel 2000 incontra l’artista Gabriella Capodiferro e diventa sua discepola, seguendone l’insegnamento. Dal 2008 è Vicepresidente dell’Associazione Movimento del Guardare Creativo. Ha all’attivo due mostre personali. Ha partecipato a numerose collettive a Francavilla al Mare, Pescara, L’Aquila e Chieti. Ha esposto anche a Mantova, Silvi, Atri, Civitella del Tronto e Nocciano. Le sue opere figurano nel Catalogo Sartori Artisti Italiani 2021. È presente anche nel Catalogo Sartori Artisti Italiani 2022.
TESTA NICOLETTA
Nicoletta Testa vive e opera a Chieti. Ha iniziato la sua attività artistica nel 1993 presso lo Studio d’Arte M.G.C. di Chieti, dove ancora oggi lavora. È cofondatrice del Movimento del Guardare Creativo e ha partecipato con costanza e entusiasmo a tutte le iniziative promosse dall’associazione. Gabriella Capodiferro, nel testo critico per la mostra Segno, colore e gesto per dirsi (2004, Bottega d’Arte della Camera di Commercio di Chieti), scrive di lei: «Gli elementi che contraddistinguono il suo fare artistico sono sempre diretti verso il sottile gioco compositivo tra superficie, linea e colore…».
VISCO DANIELA
Daniela Visco nasce a Chieti dove tuttora vive e lavora. Oltre vent’anni fa inizia un percorso artistico nel laboratorio di Gabriella Capodiferro. Ha così modo di apprendere e sperimentare tecniche pittoriche ed espressive oltre a studiare l’analisi strutturale della composizione.
Nel luglio 2008 è una delle socie fondatrici dell’Associazione Culturale “Movimento del Guardare Creativo” con l’obiettivo di promuovere l’arte, intesa soprattutto come linguaggio visivo, ed aprirsi agli altri con esposizioni collettive. Dipingere è per lei un modo per impregnare la tela di vivide emozioni sfruttando la forza del colore, del gesto, affidandosi alla sinuosità coinvolgente del segno-scrittura per raccontare intime percezioni.
25
ottobre 2025
M.G.C. Movimento del Guardare Creativo
Dal 25 ottobre al 13 novembre 2025
arte contemporanea
Location
GALLERIA ARIANNA SARTORI
Mantova, Via Cappello, 17 , (Mantova)
Mantova, Via Cappello, 17 , (Mantova)
Orario di apertura
da Lunedì a Sabato 10.00-12.30/15.30-19.30. Chiuso Domenica e festivi
Vernissage
24 Ottobre 2025, 17.00
Editore
Arianna Sartori Editore
Autore
Curatore
Autore testo critico
Progetto grafico









