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Scirocco
La Galleria Giovanni Bonelli è lieta di presentare nella sede di Milano SCIROCCO, con opere di Alice Chisari, Sergio La Barbera, Patrizia Leonino e Vincenzo Suscetta, a cura di Fulvio Di Piazza e con un testo di Mario Bronzino.
Comunicato stampa
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La Galleria Giovanni Bonelli è lieta di presentare nella sede di Milano SCIROCCO, con opere di Alice Chisari, Sergio La Barbera, Patrizia Leonino e Vincenzo Suscetta, a cura di Fulvio Di Piazza e con un testo di Mario Bronzino.
Il fascino del vento sta nel suo creare vicinanza con un’aria che proviene da lontano. Così lo šarq, lo Scirocco che dà il titolo alla mostra, che da sud-est unisce il deserto e il Mar Mediterraneo nei periodi primaverili e autunnali, e che oggi è simbolo climatico della Sicilia, racchiude il senso dell’aria e dei profumi di altre terre che muovono verso Nord. Analogamente, la pittura di Chisari, La Barbera, Leonino e Suscetta si sposta geograficamente con lo stesso calore di questo vento del Sud, portando in sé racconti cromatici, chiarori, eccentricità disturbanti e sensuali che appartengono alla Sicilia, ma che diventano pretesto pittorico per raccontare diversità e sfaccettature dell’esistenza.
Le opere di Alice Chisari (1999) nascono dall’affezionamento alle alterazioni, come quelle scaturite dalla luce densa che scontra un vetro attraverso cui si scruta il mondo, ma che in maniera naturale assume un valore di rispetto nei confronti delle diversità umane. Le figure di Chisari, spesso stravolte fisicamente, appaiono come giochi di una memoria infantile compromessa, la cui fragilità viene raccontata ora da ambientazioni nostalgiche di un’infanzia isolana fatta di campagne e spiagge dalla luce abbacinante, ora da pennellate che dissolvono i confini materiali delle cose, restituendo un senso e un’attenzione di assoluta sensibilità umana.
Una forma di eccentricità appartenente all’isola la raccontano le opere di Sergio La Barbera (1997), dipinti dai colori e dai personaggi sgargianti, coinvolti principalmente in momenti di surreale stravaganza. Si tratta di opere di impianto compositivo dinamico in cui personaggi del cinema e della musica si incontrano con le personalità grottesche delle tipiche vicende bizzarre di paese su un piano intrecciato tra storia, finzione e camuffamenti. Si tratta di opere ironiche e al contempo disturbanti, in cui il punto di vista immersivo è quello del cittadino che partecipa alle assurdità di un folklore e di una tradizione del proprio territorio, rivisitati dal gusto delle feste mondane e allucinanti, in cui persino il fatto storico assume letture alternative che permettono a La Barbera di ricodificare una narrazione siciliana fatta di luoghi comuni.
La densità della luce del giorno e la profondità del buio della notte che segnano e trasformano il volto di questa terra, sono di ispirazione nella ricerca pittorica di Patrizia Leonino (1988). Qui prendono forma paesaggi fluidi in cui l’incontro tra luce e buio avviene in un’unica coordinata temporale, che instaura prospetticamente un senso di corrispondenza tra spazi interni ed esterni, assunti dall’artista come pretesto per indagare – attraverso un segno pittorico stratificato e di origine intuitiva – le relazioni tra i piani materiali e invisibili. Le opere di Leonino si rifanno alla brillantezza del mare, alle arborescenze dell’entroterra siculo, ma soprattutto alle visioni oniriche e poetiche a cui sempre – nella storia dell’Uomo – si sono ispirati donne e uomini qui di passaggio.
Suggestioni mediterranee, miti e simbolismi ispirano in maniera differente le opere di Vincenzo Suscetta (1987), che attraverso volumi massicci, ma sempre essenziali, rilegge le convenzionali articolazioni storiche della tradizione pittorica dell’isola. Sante e Madonne che rivestono le mura e i mosaici delle chiese Siciliane, diventano per Suscetta un modello di rilettura identitaria, in cui il classico abbraccia un contemporaneo che ha rivalutato i canoni di bellezza. Spesso sarcastici, i dipinti di Vincenzo Suscetta alterano senza confini il rapporto tra passato e presente, suggerendo una nuova ideale veduta delle decorazioni che appartengono alla storia monumentale della Sicilia.
Scirocco rappresenta un’indagine nei confronti della nuova scena pittorica siciliana, che conserva i profumi e le atmosfere della condizione isolana, ma che al contempo restituisce l’attenzione verso le reinterpretazioni di queste stesse condizioni, mettendo in discussione le importanti eredità storico-artistiche attraverso linguaggi e sensibilità contemporanee.
Il fascino del vento sta nel suo creare vicinanza con un’aria che proviene da lontano. Così lo šarq, lo Scirocco che dà il titolo alla mostra, che da sud-est unisce il deserto e il Mar Mediterraneo nei periodi primaverili e autunnali, e che oggi è simbolo climatico della Sicilia, racchiude il senso dell’aria e dei profumi di altre terre che muovono verso Nord. Analogamente, la pittura di Chisari, La Barbera, Leonino e Suscetta si sposta geograficamente con lo stesso calore di questo vento del Sud, portando in sé racconti cromatici, chiarori, eccentricità disturbanti e sensuali che appartengono alla Sicilia, ma che diventano pretesto pittorico per raccontare diversità e sfaccettature dell’esistenza.
Le opere di Alice Chisari (1999) nascono dall’affezionamento alle alterazioni, come quelle scaturite dalla luce densa che scontra un vetro attraverso cui si scruta il mondo, ma che in maniera naturale assume un valore di rispetto nei confronti delle diversità umane. Le figure di Chisari, spesso stravolte fisicamente, appaiono come giochi di una memoria infantile compromessa, la cui fragilità viene raccontata ora da ambientazioni nostalgiche di un’infanzia isolana fatta di campagne e spiagge dalla luce abbacinante, ora da pennellate che dissolvono i confini materiali delle cose, restituendo un senso e un’attenzione di assoluta sensibilità umana.
Una forma di eccentricità appartenente all’isola la raccontano le opere di Sergio La Barbera (1997), dipinti dai colori e dai personaggi sgargianti, coinvolti principalmente in momenti di surreale stravaganza. Si tratta di opere di impianto compositivo dinamico in cui personaggi del cinema e della musica si incontrano con le personalità grottesche delle tipiche vicende bizzarre di paese su un piano intrecciato tra storia, finzione e camuffamenti. Si tratta di opere ironiche e al contempo disturbanti, in cui il punto di vista immersivo è quello del cittadino che partecipa alle assurdità di un folklore e di una tradizione del proprio territorio, rivisitati dal gusto delle feste mondane e allucinanti, in cui persino il fatto storico assume letture alternative che permettono a La Barbera di ricodificare una narrazione siciliana fatta di luoghi comuni.
La densità della luce del giorno e la profondità del buio della notte che segnano e trasformano il volto di questa terra, sono di ispirazione nella ricerca pittorica di Patrizia Leonino (1988). Qui prendono forma paesaggi fluidi in cui l’incontro tra luce e buio avviene in un’unica coordinata temporale, che instaura prospetticamente un senso di corrispondenza tra spazi interni ed esterni, assunti dall’artista come pretesto per indagare – attraverso un segno pittorico stratificato e di origine intuitiva – le relazioni tra i piani materiali e invisibili. Le opere di Leonino si rifanno alla brillantezza del mare, alle arborescenze dell’entroterra siculo, ma soprattutto alle visioni oniriche e poetiche a cui sempre – nella storia dell’Uomo – si sono ispirati donne e uomini qui di passaggio.
Suggestioni mediterranee, miti e simbolismi ispirano in maniera differente le opere di Vincenzo Suscetta (1987), che attraverso volumi massicci, ma sempre essenziali, rilegge le convenzionali articolazioni storiche della tradizione pittorica dell’isola. Sante e Madonne che rivestono le mura e i mosaici delle chiese Siciliane, diventano per Suscetta un modello di rilettura identitaria, in cui il classico abbraccia un contemporaneo che ha rivalutato i canoni di bellezza. Spesso sarcastici, i dipinti di Vincenzo Suscetta alterano senza confini il rapporto tra passato e presente, suggerendo una nuova ideale veduta delle decorazioni che appartengono alla storia monumentale della Sicilia.
Scirocco rappresenta un’indagine nei confronti della nuova scena pittorica siciliana, che conserva i profumi e le atmosfere della condizione isolana, ma che al contempo restituisce l’attenzione verso le reinterpretazioni di queste stesse condizioni, mettendo in discussione le importanti eredità storico-artistiche attraverso linguaggi e sensibilità contemporanee.
23
ottobre 2025
Scirocco
Dal 23 ottobre al 30 novembre 2025
arte contemporanea
Location
GALLERIA GIOVANNI BONELLI
Milano, Via Luigi Porro Lambertenghi, 6, (Milano)
Milano, Via Luigi Porro Lambertenghi, 6, (Milano)
Orario di apertura
martedì a domenica ore 11-19
Vernissage
23 Ottobre 2025, ore 19
Autore
Curatore
Autore testo critico




