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Il silenzio della stampa. Il libro e la città di fronte alla tempesta
La mostra Il silenzio della stampa documenta la produzione tipografica pavese prima, durante e dopo la Battaglia, mettendo in luce quanto e come il lungo assedio e il conflitto abbiano condizionato l’attività tipografica e la vita pavese per tutto il XVI secolo.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
In occasione del Cinquecentenario della Battaglia di Pavia, presentiamo la mostra Il silenzio della stampa. Il libro e la città di fronte alla tempesta a cura di Maria Cristina Regali con la collaborazione di Luigi Casali (consulente storico), Pier Luigi Mulas (consulente storico-artistico) e la partecipazione dell’artista Daniele Ilariucci e del Museo della Stampa di Lodi. L’esposizione è arricchita da un video realizzato Angelisa Leonesio di Inter Art Activity.
Quali conseguenze ebbe sull’attività tipografica la Battaglia di Pavia, conflitto che cambiò le sorti dell’Italia e dell’Europa?
A questa domanda prova dare risposta la mostra Il silenzio della stampa. Con una selezione di 41 volumi, l’esposizione documenta la produzione libraria pavese prima, durante e dopo il conflitto, momento cruciale della storia cittadina, e si apre con le curate edizioni dei primi vent’anni del Cinquecento quando Pavia conosce una notevole produzione libraria, appena prima di precipitare nella profonda crisi dovuta alle vicende belliche: molti i volumi illustrati e non mancano esemplari unici in Italia.
L’epidemia di peste, l’assedio francese del 1522 e quello, più duro e lungo, iniziato nell’ottobre 1524 e terminato il 24 febbraio 1525 con la Battaglia, impongono un graduale fermo dell’attività tipografica. In quell’anno, l’unica opera stampata a Pavia è la Narratio di Francesco Taegio, fulcro della mostra, che racconta i drammatici eventi di quei giorni. La sua diffusione è significativa: già nel 1525 viene pubblicata in Germania, Svizzera e Cremona; nel 1655 è ristampata due volte a Pavia e nel 1736 compare a Norimberga.
Mentre la tipografia pavese si ferma, i torchi europei, sull’onda dell’emozione scatenata dall’evento, stampano relazioni, avvisi e fogli volanti ricchi di illustrazioni delle persone coinvolte e dei luoghi del conflitto: si tratta delle prime forme di giornalismo popolare con scopi celebrativi e finalità propagandistiche che continuano pure in tempo di pace e che sono rappresentate in mostra dalla riproduzione di pubblicazioni stampate in Germania e Spagna.
Solo nel 1539 i torchi pavesi tornano a lavorare stampando anche alcune edizioni di pregio che sono offerte nelle bacheche, ma dal punto di vista quantitativo la produzione non recupererà mai lo slancio iniziale.
Chiudono il percorso espositivo i magnifici volumi stampati nella tipografia della Certosa di Pavia.
La mostra è inserita negli eventi del Cinquecentenario della Battaglia di Pavia le cui iniziative sono organizzate da Comune di Pavia, Camera di Commercio Cremona – Mantova – Pavia, Fondazione Monte di Lombardia e Università di Pavia. Main Sponsor è Intesa San Paolo, in collaborazione con PaviaSviluppo (Azienda speciale Camera Commercio Cremona – Mantova – Pavia).
Quali conseguenze ebbe sull’attività tipografica la Battaglia di Pavia, conflitto che cambiò le sorti dell’Italia e dell’Europa?
A questa domanda prova dare risposta la mostra Il silenzio della stampa. Con una selezione di 41 volumi, l’esposizione documenta la produzione libraria pavese prima, durante e dopo il conflitto, momento cruciale della storia cittadina, e si apre con le curate edizioni dei primi vent’anni del Cinquecento quando Pavia conosce una notevole produzione libraria, appena prima di precipitare nella profonda crisi dovuta alle vicende belliche: molti i volumi illustrati e non mancano esemplari unici in Italia.
L’epidemia di peste, l’assedio francese del 1522 e quello, più duro e lungo, iniziato nell’ottobre 1524 e terminato il 24 febbraio 1525 con la Battaglia, impongono un graduale fermo dell’attività tipografica. In quell’anno, l’unica opera stampata a Pavia è la Narratio di Francesco Taegio, fulcro della mostra, che racconta i drammatici eventi di quei giorni. La sua diffusione è significativa: già nel 1525 viene pubblicata in Germania, Svizzera e Cremona; nel 1655 è ristampata due volte a Pavia e nel 1736 compare a Norimberga.
Mentre la tipografia pavese si ferma, i torchi europei, sull’onda dell’emozione scatenata dall’evento, stampano relazioni, avvisi e fogli volanti ricchi di illustrazioni delle persone coinvolte e dei luoghi del conflitto: si tratta delle prime forme di giornalismo popolare con scopi celebrativi e finalità propagandistiche che continuano pure in tempo di pace e che sono rappresentate in mostra dalla riproduzione di pubblicazioni stampate in Germania e Spagna.
Solo nel 1539 i torchi pavesi tornano a lavorare stampando anche alcune edizioni di pregio che sono offerte nelle bacheche, ma dal punto di vista quantitativo la produzione non recupererà mai lo slancio iniziale.
Chiudono il percorso espositivo i magnifici volumi stampati nella tipografia della Certosa di Pavia.
La mostra è inserita negli eventi del Cinquecentenario della Battaglia di Pavia le cui iniziative sono organizzate da Comune di Pavia, Camera di Commercio Cremona – Mantova – Pavia, Fondazione Monte di Lombardia e Università di Pavia. Main Sponsor è Intesa San Paolo, in collaborazione con PaviaSviluppo (Azienda speciale Camera Commercio Cremona – Mantova – Pavia).
10
ottobre 2025
Il silenzio della stampa. Il libro e la città di fronte alla tempesta
Dal 10 ottobre al 30 dicembre 2025
libri ed editoria
Location
BIBLIOTECA UNIVERSITARIA DI PAVIA
Pavia, Corso Strada Nuova, 65, (Pavia)
Pavia, Corso Strada Nuova, 65, (Pavia)
Orario di apertura
Lunedì-giovedì: 8.30-18.30
venerdì-sabato: 8.30-13.30
sabato 22 novembre: 19.00-23.00
sabato 6 e 13 dicembre: 14.30-18.30
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