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La linea d’ombra
Gare 82 presenta La linea d’ombra, doppia personale di Domenico Dell’Osso e Paolo Gheda. Due percorsi artistici si incontrano in un dialogo tra materia, luce e introspezione, esplorando tempo, percezione e complessità del presente attraverso esperienze concettuali e narrative.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Gare 82 è lieta di presentare La linea d’ombra, doppia mostra personale di Domenico Dell’Osso e Paolo Gheda.
Il progetto esplora due percorsi artistici distinti che si incontrano in un unico spazio espositivo, offrendo al visitatore un dialogo tra materia, luce e introspezione.
Le opere dei due artisti, pur differendo per linguaggio e tecnica, condividono una riflessione sul modo in cui percepiamo il tempo e reagiamo alla complessità del presente. La mostra propone due modalità di esperienza: una più concettuale e meditativa, l’altra più narrativa e introspettiva, alternando osservazione e contemplazione.
La linea d’ombra diventa così uno spazio in cui la materialità dei supporti e la delicatezza delle emozioni si incontrano, creando un percorso di lettura multipla e partecipata delle opere.
Domenico dell’Osso (Bari, 1975) presenta un lavoro in cui la pittura diventa un racconto introspettivo incentrato sull’“omino”, figura simbolica e autobiografica che rappresenta l’artista stesso e le sue riflessioni sul vivere contemporaneo. Nella serie L’inerzia dell’epoca contemporanea, l’omino arretra dalla scena, ridotto a spettatore disarmato di fronte al caos del presente, alle crisi e ai conflitti che travolgono il mondo. Come afferma l’artista, egli “resta basito in un angolino”, consapevole dei limiti della volontà individuale nel generare bellezza e bene comune. Le nove tele recenti, affiancate da tre opere del 2021, delineano un percorso interiore che attraversa il silenzio del lockdown, la rinascita della speranza e la consapevolezza che solo l’amore può sanare le fratture dell’esistenza. Con un linguaggio pittorico essenziale e meditativo, Dell’Osso trasforma la propria fragilità in metafora collettiva, offrendo un momento di contemplazione sul tempo presente.
Paolo Gheda (Brescia, 1973) con la sua ricerca indaga la relazione tra luce, superficie e percezione, esplorando come la luce plasmi lo spazio visivo e trasformi la materia in esperienza sensoriale. Le opere, realizzate in legno e cemento, si presentano come superfici monocrome in cui la materia diventa insieme struttura e poesia. Attraverso rilievi e variazioni di spessore, l’artista costruisce campi visivi che reagiscono alla luce, mutando con il punto di vista e le condizioni ambientali. Le ombre, generate dalle modulazioni della superficie, rivelano la dimensione temporale e percettiva insita nella materia. Pur richiamando l’arte cinetica, Gheda non ricerca l’illusione del movimento, ma una riflessione sulla soglia tra visibile e invisibile, tra presenza e assenza. Le sue opere si offrono come spazi di contemplazione, dove cemento e legno, materiali concreti e silenziosi, diventano strumenti per indagare la luce, che si fa sostanza del pensiero e misura del tempo.
Il progetto esplora due percorsi artistici distinti che si incontrano in un unico spazio espositivo, offrendo al visitatore un dialogo tra materia, luce e introspezione.
Le opere dei due artisti, pur differendo per linguaggio e tecnica, condividono una riflessione sul modo in cui percepiamo il tempo e reagiamo alla complessità del presente. La mostra propone due modalità di esperienza: una più concettuale e meditativa, l’altra più narrativa e introspettiva, alternando osservazione e contemplazione.
La linea d’ombra diventa così uno spazio in cui la materialità dei supporti e la delicatezza delle emozioni si incontrano, creando un percorso di lettura multipla e partecipata delle opere.
Domenico dell’Osso (Bari, 1975) presenta un lavoro in cui la pittura diventa un racconto introspettivo incentrato sull’“omino”, figura simbolica e autobiografica che rappresenta l’artista stesso e le sue riflessioni sul vivere contemporaneo. Nella serie L’inerzia dell’epoca contemporanea, l’omino arretra dalla scena, ridotto a spettatore disarmato di fronte al caos del presente, alle crisi e ai conflitti che travolgono il mondo. Come afferma l’artista, egli “resta basito in un angolino”, consapevole dei limiti della volontà individuale nel generare bellezza e bene comune. Le nove tele recenti, affiancate da tre opere del 2021, delineano un percorso interiore che attraversa il silenzio del lockdown, la rinascita della speranza e la consapevolezza che solo l’amore può sanare le fratture dell’esistenza. Con un linguaggio pittorico essenziale e meditativo, Dell’Osso trasforma la propria fragilità in metafora collettiva, offrendo un momento di contemplazione sul tempo presente.
Paolo Gheda (Brescia, 1973) con la sua ricerca indaga la relazione tra luce, superficie e percezione, esplorando come la luce plasmi lo spazio visivo e trasformi la materia in esperienza sensoriale. Le opere, realizzate in legno e cemento, si presentano come superfici monocrome in cui la materia diventa insieme struttura e poesia. Attraverso rilievi e variazioni di spessore, l’artista costruisce campi visivi che reagiscono alla luce, mutando con il punto di vista e le condizioni ambientali. Le ombre, generate dalle modulazioni della superficie, rivelano la dimensione temporale e percettiva insita nella materia. Pur richiamando l’arte cinetica, Gheda non ricerca l’illusione del movimento, ma una riflessione sulla soglia tra visibile e invisibile, tra presenza e assenza. Le sue opere si offrono come spazi di contemplazione, dove cemento e legno, materiali concreti e silenziosi, diventano strumenti per indagare la luce, che si fa sostanza del pensiero e misura del tempo.
25
ottobre 2025
La linea d’ombra
Dal 25 ottobre al 15 novembre 2025
arte contemporanea
Location
GARE 82
Brescia, Via Villa Glori, 5, (Brescia)
Brescia, Via Villa Glori, 5, (Brescia)
Orario di apertura
da lunedì a sabato ore 15-19
Vernissage
25 Ottobre 2025, 18
Sito web
Autore
Curatore
Autore testo critico




