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Il graffio fra colore e segno
È la pittura in chiave sperimentale a prendere la scena degli spazi di VolaterrA, negozio polivalente nel centro storico di Volterra (PI), con la mostra “Il graffio fra colore e segno” di Antonella Rossetti, architetto per professione esercita, artista per naturale essenza
Comunicato stampa
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Remote ambientazioni di palazzi medievali e rinascimentali, tracce archeologiche, ambienti naturali della memoria, affioramenti di figure impastate nelle infinite direzioni dell’azione informale del tempo.
È la pittura in chiave sperimentale a prendere la scena degli spazi di VolaterrA, negozio polivalente nel centro storico di Volterra (PI), da domenica 2 novembre 2025 (vernissage alle ore 16.30), con la mostra “Il graffio fra colore e segno” di Antonella Rossetti, architetto per professione esercitata, artista per naturale essenza.
Un connubio produttivo di professionalità e libertà di espressione, concretizza una tecnica pittorica atipica, animata da amalgami di colori argilla sul naturale e acrilici fortemente sintetici, con incursioni a pennarello e matita, per quadri che da figurativi in composizioni “pulp”, passando per automatismi surrealisti e geometrizzazioni irregolari, raggiungono livelli temerari e audaci di astrazione, e dove la stessa distinzione fra segno e graffio cade e apre a mondi altri dell’anima e della percezione.
Già i disegni e dipinti di gruppi di figure presentavano, in periodi antecedenti, la rocambolesca, libera e complessa composizione proto-informale, come quella di immedesimazione Déco anni ‘30 di “Prima della guerra”, o nel dipinto a olio “Stupro”: un precipitare di forme e acutizzarsi dei timbri per la scomposizione della prospettiva e dei significati.
Tempo e movimento costruiscono il mistero dei lavori di Antonella Rossetti nel turbinio delle acque de “Il tuffatore”, resa dalla spontaneità di vortici che ritornano gli uni sugli altri, in calde cromie “non attese”, e nei diversi tracciati delle opere “nucleari” più recenti dove il movimento è come “frenato” dalla corrosione-trasformazione della materia, resa da interventi ricorsivi che arrivano, alla maniera di Fontana, e graffiare e tagliare la tela, mentre il colore, rivelato dalla luce, irrompe anche violentemente a ipostatizzare sentimenti transitori. È la serie “Le rughe del tempo”, nelle parole dell’autrice: “tracce che cercano stratificazioni di luoghi perduti e rughe del tempo che solcano l’animo umano”.
L’azione corrosiva del trascorrere di momenti e epoche, si espande in atmosfere solari ed è contrastata dalla “sfida” del colore. Le tracce architettoniche ri-affiorano lentamente, quasi impercettibilmente, lasciando sospeso l’enigma di una lenta scomparsa, o di un lontano ritorno. E se la materia in sé, impastata all’attimo fuggente, sembra tutto dissolvere, il colore va a sostenere, se non i contorni, almeno l’essenza della forma, in una concezione dell’esistere fisico e spirituale in perenne trasformazione.
Più in generale le opere seguono multi direttrici affascinanti e disorientanti, eppure una convergenza centrale attrae la percezione nell’apparente caos: che sia rimandata al supporto arcaico ovoidale, ad una figura “dichiaratamente” centrale - “Mia madre”, “Ritratto di Yuri” e la serie a spatolate pittoriche “Donna” - o da intuire nei movimenti totalmente liberi dell’informale, “Le rughe del tempo” trasformano il disorientamento cognitivo in un archivio attivo di sottile tormento interiore, ma anche di denuncia sociale, impressa nella memoria della materia e in un gesto che graffia le profondità dell’anima e le roccaforti della coscienza.
Antonella Rossetti nasce a Gallipoli (Lecce) nel 1962, e trascorre l’infanzia e l’adolescenza ad Aradeo, comune a pochi chilometri dal capoluogo. Sin da bambina sviluppa la passione per il disegno ed il colore. Dopo la maturità artistica presso il Liceo Artistico di Lecce, l’amore per la Storia dell’arte, e in particolare per l’architettura del Rinascimento, la portano a Firenze dove si laurea in Architettura nei primi anni ‘90. Successivamente esercita la libera professione fra Firenze e Volterra fino al 2021, con esperienze lavorative negli ambiti degli allestimenti museografici, dei rilievi e progetti di ristrutturazioni e nel design.
Il 2024 segna il ritorno al rapporto diretto con il foglio e la tela. Ricomincia con la grafica e la pittura, ma si cimenta anche con scultura, ceramica e vetro. La sperimentazione è il filo conduttore che lega la sua ricerca artistica.
A cura di: Jonni Guarguaglini e Elena Capone.
La mostra “Il graffio fra colore e segno”, in programma dal 2 novembre 2025 al 31 gennaio 2026, sarà visitabile negli spazi di VolaterrA, in via Turazza 5+ a Volterra (PI), nell’orario continuato 10-22. Ingresso libero.
Info: VolaterrA 0588 88765 / info@volaterra.it / www.volaterra.it.
È la pittura in chiave sperimentale a prendere la scena degli spazi di VolaterrA, negozio polivalente nel centro storico di Volterra (PI), da domenica 2 novembre 2025 (vernissage alle ore 16.30), con la mostra “Il graffio fra colore e segno” di Antonella Rossetti, architetto per professione esercitata, artista per naturale essenza.
Un connubio produttivo di professionalità e libertà di espressione, concretizza una tecnica pittorica atipica, animata da amalgami di colori argilla sul naturale e acrilici fortemente sintetici, con incursioni a pennarello e matita, per quadri che da figurativi in composizioni “pulp”, passando per automatismi surrealisti e geometrizzazioni irregolari, raggiungono livelli temerari e audaci di astrazione, e dove la stessa distinzione fra segno e graffio cade e apre a mondi altri dell’anima e della percezione.
Già i disegni e dipinti di gruppi di figure presentavano, in periodi antecedenti, la rocambolesca, libera e complessa composizione proto-informale, come quella di immedesimazione Déco anni ‘30 di “Prima della guerra”, o nel dipinto a olio “Stupro”: un precipitare di forme e acutizzarsi dei timbri per la scomposizione della prospettiva e dei significati.
Tempo e movimento costruiscono il mistero dei lavori di Antonella Rossetti nel turbinio delle acque de “Il tuffatore”, resa dalla spontaneità di vortici che ritornano gli uni sugli altri, in calde cromie “non attese”, e nei diversi tracciati delle opere “nucleari” più recenti dove il movimento è come “frenato” dalla corrosione-trasformazione della materia, resa da interventi ricorsivi che arrivano, alla maniera di Fontana, e graffiare e tagliare la tela, mentre il colore, rivelato dalla luce, irrompe anche violentemente a ipostatizzare sentimenti transitori. È la serie “Le rughe del tempo”, nelle parole dell’autrice: “tracce che cercano stratificazioni di luoghi perduti e rughe del tempo che solcano l’animo umano”.
L’azione corrosiva del trascorrere di momenti e epoche, si espande in atmosfere solari ed è contrastata dalla “sfida” del colore. Le tracce architettoniche ri-affiorano lentamente, quasi impercettibilmente, lasciando sospeso l’enigma di una lenta scomparsa, o di un lontano ritorno. E se la materia in sé, impastata all’attimo fuggente, sembra tutto dissolvere, il colore va a sostenere, se non i contorni, almeno l’essenza della forma, in una concezione dell’esistere fisico e spirituale in perenne trasformazione.
Più in generale le opere seguono multi direttrici affascinanti e disorientanti, eppure una convergenza centrale attrae la percezione nell’apparente caos: che sia rimandata al supporto arcaico ovoidale, ad una figura “dichiaratamente” centrale - “Mia madre”, “Ritratto di Yuri” e la serie a spatolate pittoriche “Donna” - o da intuire nei movimenti totalmente liberi dell’informale, “Le rughe del tempo” trasformano il disorientamento cognitivo in un archivio attivo di sottile tormento interiore, ma anche di denuncia sociale, impressa nella memoria della materia e in un gesto che graffia le profondità dell’anima e le roccaforti della coscienza.
Antonella Rossetti nasce a Gallipoli (Lecce) nel 1962, e trascorre l’infanzia e l’adolescenza ad Aradeo, comune a pochi chilometri dal capoluogo. Sin da bambina sviluppa la passione per il disegno ed il colore. Dopo la maturità artistica presso il Liceo Artistico di Lecce, l’amore per la Storia dell’arte, e in particolare per l’architettura del Rinascimento, la portano a Firenze dove si laurea in Architettura nei primi anni ‘90. Successivamente esercita la libera professione fra Firenze e Volterra fino al 2021, con esperienze lavorative negli ambiti degli allestimenti museografici, dei rilievi e progetti di ristrutturazioni e nel design.
Il 2024 segna il ritorno al rapporto diretto con il foglio e la tela. Ricomincia con la grafica e la pittura, ma si cimenta anche con scultura, ceramica e vetro. La sperimentazione è il filo conduttore che lega la sua ricerca artistica.
A cura di: Jonni Guarguaglini e Elena Capone.
La mostra “Il graffio fra colore e segno”, in programma dal 2 novembre 2025 al 31 gennaio 2026, sarà visitabile negli spazi di VolaterrA, in via Turazza 5+ a Volterra (PI), nell’orario continuato 10-22. Ingresso libero.
Info: VolaterrA 0588 88765 / info@volaterra.it / www.volaterra.it.
02
novembre 2025
Il graffio fra colore e segno
Dal 02 novembre 2025 al 31 gennaio 2026
arte contemporanea
arte moderna
personale
arte moderna
personale
Location
VOLATERRA
Volterra, Via Giusto Turazza, (Pisa)
Volterra, Via Giusto Turazza, (Pisa)
Orario di apertura
tutti i giorni ore 10-22
Vernissage
2 Novembre 2025, 16.30
Ufficio stampa
Elena Capone
Autore
Curatore
Autore testo critico






