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Luci d’Artista 2025 a Torino: l’opera di Tracey Emin riscrive lo spazio urbano
Arte contemporanea
Si è inaugurata a Torino, il 24 ottobre 2025, la 28ma edizione di Luci d’artista, anche quest’anno affidata all’ottima curatela di Antonio Grulli. Come ormai tradizione, le luci sono state accese l’una dopo l’altra, seguendo quello che ormai è diventato un piccolo grande rito cittadino e insieme un percorso significativo dentro le trame della città.
Ha dato il via l’accensione della luce d’artista di Tracey Emin, uno dei più grandi e significativi nomi del panorama internazionale contemporaneo, ora presente a Torino con un’opera destinata a restare a lungo presente lungo le strade della città. L’opera di Emin, presente all’inaugurazione via video call, s’intitola Sex and solitude, come la sua ultima serie di lavori presentata di recente a Palazzo Strozzi a Firenze e, a breve, oggetto di un’importante mostra monografica alla Tate di Londra.

L’opera, unico intervento pubblico in Italia dell’artista britannica, è collocata nella suggestiva ambientazione dei Giardini Reali di Torino, proprio dietro al Teatro Regio, e si staglia precisa, secondo la grafia affilata dell’artista, tra il passaggio di automobili e pedoni e la splendida scenografia naturalistica del parco. Non è una scritta facile e, inserita in quel contesto, si configura spontaneamente come un invito a guardare ad aspetti dell’esistenza umana ben poco compiacenti e, anzi, densi di atmosfere cariche di senso ed emotivamente significative.

Subito dopo è stato il momento dell’opera di Joseph Kosuth, recentemente restaurata e ora posta lungo il ponte che collega la Gran Madre a Piazza Vittorio. Poi, via via, l’una dopo l’altra, le luci si sono accese tutte, fino ad arrivare all’ultimo appuntamento serale alle OGR, dove ha avuto luogo l’accensione della luce d’artista di Collective Soundwalk con altri due nomi di altissimo livello internazionale, come Patti Smith e Philiph Glass.

Oltre a Tracey Emin e Collettivo Soundwalk, ci sono altre due le new entries quest’anno. Una è la luce di Gintaras Didžiapetris, realizzata con il sostegno del Lithuanian Culture Institute e collocata sulla facciata del Museo Regionale delle Scienze Naturali, mentre la quarta e non ultima illuminazione sarà inaugurata il prossimo 8 novembre, in occasione delle Nitto ATP Finals. Si tratta di un’opera di Riccardo Previdi dal titolo Bouncing the ball: l’immagine evoca una gigantesca pallina da tennis colta nell’atto di rimbalzare e sarà collocata nella splendida cornice di Piazza San Carlo, tra le chiese gemelle di Santa Cristina e San Carlo Borromeo.

La prestigiosa presenza dell’opera di Tracey Emin si deve alla Fondazione Arte CRT, mentre la luce di Collettivo Soundwalk è stata realizzata grazie alla collaborazione con OGR Torino. L’esperienza di Luci d’artista ha visto, è il caso di dirlo, la luce, ormai 28 anni fa. Inizialmente le luci erano pensate come sostitutivi in chiave artistica delle tradizionali luminarie natalizie ma poi il progetto è via via cresciuto in modo esponenziale, fino a diventare oggi forse uno degli esempi meglio riusciti e più significativi di arte pubblica in Italia.

Nonostante la presenza di nomi di livello eccelso, da Joseph Kosuth a Rebecca Horn, da Mario Airò a Giorgio Griffa, Mario Merz, Daniel Buren, Giulio Paolini, Anselmo, Gilberto Zorio, Jenny Holzer, fino alle amatissime e ormai tradizionali luci di Nicola de Maria, c’è da dire che quest’anno la luce di Tracey Emin costituisce una piccola, ma significativa svolta concettuale, che permette di guardare, in realtà, a tutte le altre luci in modo diverso e nuovo.

L’opera di Emin non ha nulla di compiacente, anzi, mette il dito, letteralmente, sugli aspetti più fragili della persona nel suo intimo e nella relazione con gli altri, e lo fa riflettendo su temi di carattere esistenziale e privatissimo in modo quasi oblativo, insieme sincero, tagliente e privo di fronzoli, eppure dall’innegabile impatto estetico. Lo scivolamento avviene, allora, nel modo in cui siamo invitati a guardare tutte le luci d’artista, godendo di queste opere come effettivi e reali interventi artistici, nel vivo contatto e dialogo con il territorio, più che come mere luci più o meno natalizie e dall’impatto più o meno scenografico sul contesto urbano.

Al cambiare delle luci d’artista e del modo di fruirne, cambia allora anche il modo di percepire il territorio e lo spazio urbano, con la sua vita quotidiana spesso frenetica, così come il tempo dell’anno in cui le notti sono più lunghe e le feste “comandate” coinvolgono tutti e ciascuno in un convulso e inarrestabile istinto consumistico.

Ma con l’accensione ufficiale delle luci, si è anche in qualche modo dato il via alla fatidica settimana dell’arte torinese, con il suo pervasivo susseguirsi di mostre e iniziative su tutto il territorio cittadino. Una settimana per modo di dire, perché si protrarrà fino al prossimo 2 novembre, tra mostre, incontri e iniziative artistiche dei più vari tipi, pronti illuminare, a loro volta, quasi ogni angolo dei luoghi topici della città.














