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Sergio Ragalzi / Luigi Stoisa – Materia di Mutazione
In occasione della settimana dell’arte torinese, la Galleria Raffaella De Chirico presenta la mostra Materia di Mutazione, un dialogo tra due protagonisti della scena artistica contemporanea: Sergio Ragalzi e Luigi Stoisa.
Comunicato stampa
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In occasione della settimana dell’arte torinese, la Galleria Raffaella De Chirico ripropone il suo format del temporary space all’interno di uno studio legale torinese, presentando la mostra Materia di Mutazione, un dialogo tra due protagonisti della scena artistica contemporanea: Sergio Ragalzi (1951–2024) e Luigi Stoisa (1958).
Il titolo della mostra unisce due concetti cardine della ricerca dei due artisti torinesi: Materia, che rimanda alla fisicità e alla potenza espressiva e Mutazione, che definisce la continua trasformazione della materia nella poetica, entrambe caratteristiche dei due artisti.
Di Sergio Ragalzi sono esposte opere risalenti sia agli anni Ottanta sia ai Novanta.
A rappresentare gli anni Ottanta è il celebre ciclo dei Virus: esseri apocalittici che diventano metafora dell’uomo contemporaneo. Queste opere si distinguono per una forte materialità, dominata da un nero intenso e da segni densi. Le forme, pur nella loro apparente semplicità, sono costruite attraverso ampie pennellate che saturano quasi completamente la superficie del quadro. In mostra anche inediti lavori su carta, intensi e magmatici, matrici dei futuri lavori gonfiabili.
Agli anni Novanta appartiene invece la serie degli Embrioni, in cui il nero si fa sfondo e contrappunto a un grande essere bianco che rappresenta l’origine di tutto.
Un’origine, tuttavia, priva di connotazioni positive: in Ragalzi, infatti, la nascita porta già in sé la minaccia di un futuro oscuro, come se il principio contenesse già la sua fine.
Le opere in mostra di Luigi Stoisa, realizzate nella metà degli anni Ottanta, hanno un elemento comune: l’uso del catrame. In Ninfee, ad esempio, l’artista utilizza il catrame come rivestimento di due barili, sui quali dipinge le ninfee viste per la prima volta in Francia, creando così un forte contrasto tra la natura incontaminata e il materiale inquinante. Con questa sostanza Stoisa sperimenta anche la pittura, creando opere astratte, progetti per installazioni e composizioni materiche dal forte impatto visivo. Nei dipinti raccolti sotto il titolo Le nostre strade infinito, invece, raffigura grandi pneumatici consumati riempiono le pareti, evocando un paesaggio urbano fatto di movimento. Completano la mostra alcune opere ideate durante un soggiorno in Sicilia, in cui l’artista raffigura grandi cozze nere e cactus.
In questo inedito dialogo espositivo, Ragalzi e Stoisa condividono una riflessione profonda sulla natura della materia come principio vitale e sulla sua capacità di trasformarsi, contaminarsi e generare nuove forme.
Le opere esposte offrono un confronto tra la densità drammatica di Ragalzi e la metamorfosi fluida e processuale di Stoisa.
Il titolo della mostra unisce due concetti cardine della ricerca dei due artisti torinesi: Materia, che rimanda alla fisicità e alla potenza espressiva e Mutazione, che definisce la continua trasformazione della materia nella poetica, entrambe caratteristiche dei due artisti.
Di Sergio Ragalzi sono esposte opere risalenti sia agli anni Ottanta sia ai Novanta.
A rappresentare gli anni Ottanta è il celebre ciclo dei Virus: esseri apocalittici che diventano metafora dell’uomo contemporaneo. Queste opere si distinguono per una forte materialità, dominata da un nero intenso e da segni densi. Le forme, pur nella loro apparente semplicità, sono costruite attraverso ampie pennellate che saturano quasi completamente la superficie del quadro. In mostra anche inediti lavori su carta, intensi e magmatici, matrici dei futuri lavori gonfiabili.
Agli anni Novanta appartiene invece la serie degli Embrioni, in cui il nero si fa sfondo e contrappunto a un grande essere bianco che rappresenta l’origine di tutto.
Un’origine, tuttavia, priva di connotazioni positive: in Ragalzi, infatti, la nascita porta già in sé la minaccia di un futuro oscuro, come se il principio contenesse già la sua fine.
Le opere in mostra di Luigi Stoisa, realizzate nella metà degli anni Ottanta, hanno un elemento comune: l’uso del catrame. In Ninfee, ad esempio, l’artista utilizza il catrame come rivestimento di due barili, sui quali dipinge le ninfee viste per la prima volta in Francia, creando così un forte contrasto tra la natura incontaminata e il materiale inquinante. Con questa sostanza Stoisa sperimenta anche la pittura, creando opere astratte, progetti per installazioni e composizioni materiche dal forte impatto visivo. Nei dipinti raccolti sotto il titolo Le nostre strade infinito, invece, raffigura grandi pneumatici consumati riempiono le pareti, evocando un paesaggio urbano fatto di movimento. Completano la mostra alcune opere ideate durante un soggiorno in Sicilia, in cui l’artista raffigura grandi cozze nere e cactus.
In questo inedito dialogo espositivo, Ragalzi e Stoisa condividono una riflessione profonda sulla natura della materia come principio vitale e sulla sua capacità di trasformarsi, contaminarsi e generare nuove forme.
Le opere esposte offrono un confronto tra la densità drammatica di Ragalzi e la metamorfosi fluida e processuale di Stoisa.
29
ottobre 2025
Sergio Ragalzi / Luigi Stoisa – Materia di Mutazione
Dal 29 al 31 ottobre 2025
arte contemporanea
Location
Galleria Raffaella De Chirico Arte Contemporanea
Milano, Via Carlo Farini, 2, (MI)
Milano, Via Carlo Farini, 2, (MI)
Orario di apertura
mercoledì, giovedì e venerdì ore 16 - 20
Vernissage
1 Novembre 2025, ore 17 - 22
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