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Reflexiones in Spelunca
In an era saturated with images, reflections seem more real than matter, and memory more vivid than the present. Reflections in the Cave explores how contemporary artists perceive and reconstruct reality within a space where light and illusion intertwine.
Comunicato stampa
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Reflexiones in spelunca
Curatore|Zhang Su
Artisti|Maddalena Pamio, Giulio Noccesi, Liu Bokang
⸻
Viviamo in un’epoca satura d’immagini, dove la luce e il riflesso sembrano più reali della materia, e la memoria è più viva del presente.
La “realtà” non è più uno specchio stabile, ma una proiezione in continua trasformazione.
Riflessi nella Caverna ripropone l’allegoria platonica, ovvero un esperimento su “come guardiamo il mondo”.
La caverna non è più simbolo di oscurità o pulsioni, ma metafora dell’esperienza contemporanea— in un paesaggio saturo di informazioni e immagini, ci siamo abituati a vivere sul lato opposto della luce, cercando la forma del reale tra infinite proiezioni.
I lavori dei tre artisti rappresentano le diverse fasi del mito della Caverna di Platone.
I lavori di Pamio sono la prima fase, dove i prigionieri sono incatenati e guardano i riflessi dati dal fuoco.
Quelli di Noccesi sono la seconda fase, dove finalmente uno dei prigionieri si libera e vede come è il mondo che non gli è stato imposto dalle ombre.
La performance di Liu Bokang è la terza fase, dove il prigioniero che si è liberato e ha visto la realtà per quella che è realmente, e pensa se sia il caso di andare a salvare gli altri e svegliarli, così che prendano coscienza come ha fatto lui, con il rischio che gli vadano contro.
Maddalena Pamio
La pittura di Pamio è uno sguardo soffuso.
Raccoglie i piccoli frammenti della vita quotidiana - la realtà dentro la caverna - l’ombra di una torta, la rifrazione in un bicchiere di vetro, il profilo assorto di una donna.
Momenti ordinari che lei scioglie nella trama della luce, nel ritmo del respiro, come l’eco ritardato di un ricordo nell’aria.
La sua luce non nasce dal reale, ma da una memoria interiore — il calore di un’emozione, l’ombra di un sogno.
Con la pittura registra le vibrazioni dell’anima, invitando l’osservatore a percepire la morbidezza e l’incertezza del reale.
⸻
Giulio Noccesi
Se la pittura di Pamio addolcisce la realtà, quella di Noccesi la fa tremare.
I suoi quadri abitano il confine tra sogno e veglia — una stanza dove un giovane dorme accanto a un cane, un angolo di strada sotto un cielo grigio, una figura in nero che ci osserva dall’ombra. Noccesi è il momento in cui scopriamo quello che c’è oltre la realtà della caverna.
Attraverso strutture di luce e ombra minuziose, egli genera un’inquietudine sottile,
Uno spostamento della percezione che rende familiare ciò che è estraneo.
È la sensazione di essere guardati dal mondo: l’individuo intrappolato nella piega del tempo, impossibilitato a fuggire o a riconoscersi.
Nel punto d’incontro fra sogno e realtà, Noccesi rivela lo squilibrio interiore dell’uomo contemporaneo — la vibrazione continua tra razionalità e allucinazione.
⸻
Liu Bokang
Liu Bokang trasforma l’illusione in realtà.
Il titolo della sua performance Il funerale di Palla di neve prende il nome dal romanzo di George Orwell La fattoria degli animali: Palla di neve, uno dei protagonisti, è il simbolo del idealismo fallito.
La performance dell’artista è come la terza parte del Mito della caverna, il prigioniero che si è liberato e ha visto cosa c’è oltre la realtà e che vuole tornare all’interno della caverna per portare gli altri con sé, con il rischio che venga ucciso o non creduto. Così è il destino di Palla di Neve, che nella performance riceve una tanatoprassi dall’artista. Un funerale senza senso come nel film Il figlio di Saul di Lászlo Nemes, un funerale che parla di identità e nichilismo.
⸻
In Riflessi nella Caverna l’obbiettivo è quello di prendere lo spettatore e portarlo fuori dalla caverna, affrontare il sole, affrontare il mondo senza l’ombra.
Curatore|Zhang Su
Artisti|Maddalena Pamio, Giulio Noccesi, Liu Bokang
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Viviamo in un’epoca satura d’immagini, dove la luce e il riflesso sembrano più reali della materia, e la memoria è più viva del presente.
La “realtà” non è più uno specchio stabile, ma una proiezione in continua trasformazione.
Riflessi nella Caverna ripropone l’allegoria platonica, ovvero un esperimento su “come guardiamo il mondo”.
La caverna non è più simbolo di oscurità o pulsioni, ma metafora dell’esperienza contemporanea— in un paesaggio saturo di informazioni e immagini, ci siamo abituati a vivere sul lato opposto della luce, cercando la forma del reale tra infinite proiezioni.
I lavori dei tre artisti rappresentano le diverse fasi del mito della Caverna di Platone.
I lavori di Pamio sono la prima fase, dove i prigionieri sono incatenati e guardano i riflessi dati dal fuoco.
Quelli di Noccesi sono la seconda fase, dove finalmente uno dei prigionieri si libera e vede come è il mondo che non gli è stato imposto dalle ombre.
La performance di Liu Bokang è la terza fase, dove il prigioniero che si è liberato e ha visto la realtà per quella che è realmente, e pensa se sia il caso di andare a salvare gli altri e svegliarli, così che prendano coscienza come ha fatto lui, con il rischio che gli vadano contro.
Maddalena Pamio
La pittura di Pamio è uno sguardo soffuso.
Raccoglie i piccoli frammenti della vita quotidiana - la realtà dentro la caverna - l’ombra di una torta, la rifrazione in un bicchiere di vetro, il profilo assorto di una donna.
Momenti ordinari che lei scioglie nella trama della luce, nel ritmo del respiro, come l’eco ritardato di un ricordo nell’aria.
La sua luce non nasce dal reale, ma da una memoria interiore — il calore di un’emozione, l’ombra di un sogno.
Con la pittura registra le vibrazioni dell’anima, invitando l’osservatore a percepire la morbidezza e l’incertezza del reale.
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Giulio Noccesi
Se la pittura di Pamio addolcisce la realtà, quella di Noccesi la fa tremare.
I suoi quadri abitano il confine tra sogno e veglia — una stanza dove un giovane dorme accanto a un cane, un angolo di strada sotto un cielo grigio, una figura in nero che ci osserva dall’ombra. Noccesi è il momento in cui scopriamo quello che c’è oltre la realtà della caverna.
Attraverso strutture di luce e ombra minuziose, egli genera un’inquietudine sottile,
Uno spostamento della percezione che rende familiare ciò che è estraneo.
È la sensazione di essere guardati dal mondo: l’individuo intrappolato nella piega del tempo, impossibilitato a fuggire o a riconoscersi.
Nel punto d’incontro fra sogno e realtà, Noccesi rivela lo squilibrio interiore dell’uomo contemporaneo — la vibrazione continua tra razionalità e allucinazione.
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Liu Bokang
Liu Bokang trasforma l’illusione in realtà.
Il titolo della sua performance Il funerale di Palla di neve prende il nome dal romanzo di George Orwell La fattoria degli animali: Palla di neve, uno dei protagonisti, è il simbolo del idealismo fallito.
La performance dell’artista è come la terza parte del Mito della caverna, il prigioniero che si è liberato e ha visto cosa c’è oltre la realtà e che vuole tornare all’interno della caverna per portare gli altri con sé, con il rischio che venga ucciso o non creduto. Così è il destino di Palla di Neve, che nella performance riceve una tanatoprassi dall’artista. Un funerale senza senso come nel film Il figlio di Saul di Lászlo Nemes, un funerale che parla di identità e nichilismo.
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In Riflessi nella Caverna l’obbiettivo è quello di prendere lo spettatore e portarlo fuori dalla caverna, affrontare il sole, affrontare il mondo senza l’ombra.
30
ottobre 2025
Reflexiones in Spelunca
Dal 30 ottobre al 30 novembre 2025
arte contemporanea
arti performative
collettiva
arti performative
collettiva
Location
PeekabooProject
Torino, Via Vanchiglia, 11, (TO)
Torino, Via Vanchiglia, 11, (TO)
Orario di apertura
da martedì a domenica ore 11-14 e 16-21
Vernissage
30 Ottobre 2025, dalle 18 alle 22
Sito web
Ufficio stampa
PeekabooProject
Autore
Curatore
Progetto grafico
Produzione organizzazione




