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Massimo Lovati – Fencing Between Photo&Art
L’Associazione culturale La Strada dell’Arte, perseguendo il suo obiettivo di portare la Cultura a Genova, presenta la mostra del Maestro Massimo Lovati: “Fencing Between Photo&Art”.
L’inaugurazione avverrà il giorno lunedì 10 novembre ore 18 a Palazzo Tursi e terminerà domenica 23 novembre (9-19).
Comunicato stampa
Segnala l'evento
L’Associazione culturale La Strada dell’Arte, perseguendo il suo obiettivo di portare la Bellezza e la Cultura a Genova, presenta la mostra del maestro Massimo Lovati: “Fencing Between Photo&Art”.
L’inaugurazione avverrà lunedì 10 novembre alle ore 18 nel salone di rappresentanza di Palazzo Tursi in Via Garibaldi 9. La mostra proseguirà sino a domenica 23 novembre 2025 con orario 9-19.
La mostra con presentazioni del Giornalista Michele Smargiassi, che gestisce sul quotidiano Repubblica la pagina dedicata alla Fotografia, del critico fotografico Roberto Mutti già direttore di diverse testate giornalistiche e della prof.ssa Giuseppina Lanera esperta di Comunicazione e Cinema.
Smargiassi scrive per la mostra:
Guardando questo particolare lavoro di Lovati sulla scherma, impeccabile e sorprendente come sempre, mi vien da dire che abbiamo finalmente un fotografo laico dello sport. Non vedo dèi dell’Olimpo in queste sfide all’arma bianca sulla pedana. Vedo invece movimenti indagati, scrutati, smontati, spiegati. Congelati in un istante di equilibrio impossibile, oppure lasciati strisciare con le scie del tempo lungo, secondo le due grandi scuole della cronofotografia, quella analitica di Muybridge e quella sintetica di Marey.
La scena che Lovati dà della scherma, con questi atleti bianchi su fondo scuro, “metafisicizzati” dalle loro maschere protettive, in pose quasi egizie, di profilo, però mai statiche, è uno spazio quasi irreale, virtuale più ancora che teatrale, dove tutto sembra svolgersi su un piano solo, questa è una ulteriore sfida per il fotografo: restituire volume alle sue figure. Ogni “tocco” gli è permesso: doppie impressioni, pose lunghe, istantanea, ritratto, scena di gruppo. Al centro, la macchina possente dei corpi tesi e disciplinati da regole che riusciamo solo a intuire, ma che Massimo ci spiega senza parole. A lui interessa questo, credo: la umana, terrestre, materiale, sorprendente vitalità dell’apparato tecnologico organico dell’essere umano.
Roberto Mutti scrive:
Con Lovati più che di tecnica parliamo di sensibilità, quella che da sempre caratterizza il suo lavoro. Il fotografo genovese non ha certo misconosciuto i suoi esordi di grafico, pittore, artista visuale ma soprattutto di attento studioso dell’estetica della Avanguardie Storiche come dimostra quel titolo di quella lontana – siamo nel 1977 – ma non dimenticata, collettiva: “Costruttivismo, Strutturalismo, Neoconcretismo, Nuova pittura”. Questo importante retaggio culturale emerge prepotentemente quando Massimo Lovati decide di voler andare oltre quel lavoro di documentazione sportiva in cui peraltro eccelle perché lo sente un limite espressivo.
Questa mostra raccoglie opere scattate in varie edizioni delle Olimpiadi – da Atene 2004 e Pechino 2008 fino a Londra 2012 – e nei recenti Campionati Europei di Scherma di Genova 2025. Nelle immagini da lui create con un impeccabile controllo delle possibilità tecniche della sua fotocamera (si passa con disinvoltura dalla rapidità dell’ 1/1000 a tempi lunghi come 1/15 e 1/8, dallo scatto singolo alle multiesposizioni sullo stesso fotogramma) rimaniamo affascinati da quel bianco degli abbigliamenti che si dilata nello spazio come se fosse l’esito di rapide pennellate ed è invece frutto di un accurato lavoro di ricerca che da anni accompagna la visione di Massimo Lovati, un fotografo che parte dallo sport per indagare nell’animo dell’uomo e in quella spinta interiore che lo spinge a superare i propri limiti per riconoscersi nei traguardi che si pone.
Così scrive Lanera:
Forse non è un caso che Massimo Lovati abbia scelto per questa mostra, ulteriore sigillo alla sua carriera, la scherma, tra i tanti sport fotografati in luoghi e in tempi diversi, oggetto e pretesto della sua originale visione d’artista. La sua fotografia sa stare sul pezzo, ferma il gesto sportivo, documenta l’evento, ma gioca anche con i corpi e gli spazi, dissolve le forme per trasformarle in magia. Una fotografia liquida, ma anche una fotografia dell’attimo, per uno sport dell’attimo, per agile prontezza degli atleti… C’è sempre fedeltà nell’arte di Lovati che cerca percorsi nuovi in una strada coerente a sé stesso, che è quella di trasfigurare lo sport in arte pur non alterandone la realtà fenomenica. Guardando le immagini di questa mostra non solo l’invisibile diventa visibile, ma anche l’impossibile diventa possibile perché “Ceci n’est pas une photo”. (Magritte)
Il Maestro Lovati terrà un incontro con proiezione fotografica per gli studenti delle scuole superiori venerdì 14 novembre alle ore 10:30 nel salone di rappresentanza di Palazzo Tursi per parlare di Fotografia, del fotografare e rapporto tra arte e sport.
L’inaugurazione avverrà lunedì 10 novembre alle ore 18 nel salone di rappresentanza di Palazzo Tursi in Via Garibaldi 9. La mostra proseguirà sino a domenica 23 novembre 2025 con orario 9-19.
La mostra con presentazioni del Giornalista Michele Smargiassi, che gestisce sul quotidiano Repubblica la pagina dedicata alla Fotografia, del critico fotografico Roberto Mutti già direttore di diverse testate giornalistiche e della prof.ssa Giuseppina Lanera esperta di Comunicazione e Cinema.
Smargiassi scrive per la mostra:
Guardando questo particolare lavoro di Lovati sulla scherma, impeccabile e sorprendente come sempre, mi vien da dire che abbiamo finalmente un fotografo laico dello sport. Non vedo dèi dell’Olimpo in queste sfide all’arma bianca sulla pedana. Vedo invece movimenti indagati, scrutati, smontati, spiegati. Congelati in un istante di equilibrio impossibile, oppure lasciati strisciare con le scie del tempo lungo, secondo le due grandi scuole della cronofotografia, quella analitica di Muybridge e quella sintetica di Marey.
La scena che Lovati dà della scherma, con questi atleti bianchi su fondo scuro, “metafisicizzati” dalle loro maschere protettive, in pose quasi egizie, di profilo, però mai statiche, è uno spazio quasi irreale, virtuale più ancora che teatrale, dove tutto sembra svolgersi su un piano solo, questa è una ulteriore sfida per il fotografo: restituire volume alle sue figure. Ogni “tocco” gli è permesso: doppie impressioni, pose lunghe, istantanea, ritratto, scena di gruppo. Al centro, la macchina possente dei corpi tesi e disciplinati da regole che riusciamo solo a intuire, ma che Massimo ci spiega senza parole. A lui interessa questo, credo: la umana, terrestre, materiale, sorprendente vitalità dell’apparato tecnologico organico dell’essere umano.
Roberto Mutti scrive:
Con Lovati più che di tecnica parliamo di sensibilità, quella che da sempre caratterizza il suo lavoro. Il fotografo genovese non ha certo misconosciuto i suoi esordi di grafico, pittore, artista visuale ma soprattutto di attento studioso dell’estetica della Avanguardie Storiche come dimostra quel titolo di quella lontana – siamo nel 1977 – ma non dimenticata, collettiva: “Costruttivismo, Strutturalismo, Neoconcretismo, Nuova pittura”. Questo importante retaggio culturale emerge prepotentemente quando Massimo Lovati decide di voler andare oltre quel lavoro di documentazione sportiva in cui peraltro eccelle perché lo sente un limite espressivo.
Questa mostra raccoglie opere scattate in varie edizioni delle Olimpiadi – da Atene 2004 e Pechino 2008 fino a Londra 2012 – e nei recenti Campionati Europei di Scherma di Genova 2025. Nelle immagini da lui create con un impeccabile controllo delle possibilità tecniche della sua fotocamera (si passa con disinvoltura dalla rapidità dell’ 1/1000 a tempi lunghi come 1/15 e 1/8, dallo scatto singolo alle multiesposizioni sullo stesso fotogramma) rimaniamo affascinati da quel bianco degli abbigliamenti che si dilata nello spazio come se fosse l’esito di rapide pennellate ed è invece frutto di un accurato lavoro di ricerca che da anni accompagna la visione di Massimo Lovati, un fotografo che parte dallo sport per indagare nell’animo dell’uomo e in quella spinta interiore che lo spinge a superare i propri limiti per riconoscersi nei traguardi che si pone.
Così scrive Lanera:
Forse non è un caso che Massimo Lovati abbia scelto per questa mostra, ulteriore sigillo alla sua carriera, la scherma, tra i tanti sport fotografati in luoghi e in tempi diversi, oggetto e pretesto della sua originale visione d’artista. La sua fotografia sa stare sul pezzo, ferma il gesto sportivo, documenta l’evento, ma gioca anche con i corpi e gli spazi, dissolve le forme per trasformarle in magia. Una fotografia liquida, ma anche una fotografia dell’attimo, per uno sport dell’attimo, per agile prontezza degli atleti… C’è sempre fedeltà nell’arte di Lovati che cerca percorsi nuovi in una strada coerente a sé stesso, che è quella di trasfigurare lo sport in arte pur non alterandone la realtà fenomenica. Guardando le immagini di questa mostra non solo l’invisibile diventa visibile, ma anche l’impossibile diventa possibile perché “Ceci n’est pas une photo”. (Magritte)
Il Maestro Lovati terrà un incontro con proiezione fotografica per gli studenti delle scuole superiori venerdì 14 novembre alle ore 10:30 nel salone di rappresentanza di Palazzo Tursi per parlare di Fotografia, del fotografare e rapporto tra arte e sport.
10
novembre 2025
Massimo Lovati – Fencing Between Photo&Art
Dal 10 al 23 novembre 2025
fotografia
Location
PALAZZO TURSI
Genova, Via Giuseppe Garibaldi, 9, (Genova)
Genova, Via Giuseppe Garibaldi, 9, (Genova)
Orario di apertura
9-19
Vernissage
10 Novembre 2025, 18
Autore
Curatore
Patrocini








