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Giorni di Guerra – L’Ombra del Fotografo
Le fotografie stereoscopiche di Luigi Marzocchi e le incisioni di Heinrich Vogeler dialogano con le opere d’arte contemporanea di Stanislava Pinchuk, Daniil Revkovskyi, Andrii Rachynskyi e Albane de Labarthe, in un percorso che esplora come le immagini di guerra continuino a ricordare.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Giorni di Guerra – L’Ombra del Fotografo
15 novembre – 12 dicembre 2025
Museo della Battaglia di Vittorio Veneto
a cura di Simone Da Dalt e Jasmine Miraval
Inaugurazione: sabato 15 novembre 2025, ore 18:00
"L’Ombra del Fotografo" è un percorso espositivo inserito all’interno del più ampio convegno culturale "Giorni di Guerra", tenuto a Venezia dal 3 al 5 novembre, che interroga la persistenza della guerra nelle immagini che la raccontano. Ospitata all’interno del Museo della Battaglia di Vittorio Veneto, luogo-simbolo della memoria italiana del Primo conflitto mondiale, la mostra intreccia passato e presente, archeologia e visione, fotografia e performance.
Il progetto è promosso da Università Ca’ Foscari Venezia, Museo della Battaglia e un comitato organizzatore formato da Matteo Alemanno, Nicola Callegaro, Alice Favaro, Stefano Gambarotto, Alessandro Scarsella; a cui si aggiunge un comitato scientifico composto da Riccardo Caldura, Nicola Callegaro, Giovanni Capecchi, Dino Casagrande, Alice Favaro, Fabrizio Foni, Stefano Gambarotto, Angelo Piepoli, Laura Scarpa, Alessandro Scarsella, Francesca Valentini.
L’esposizione unisce le stereoscopie di Luigi Marzocchi e le incisioni di Heinrich Vogeler, due autori che vissero in prima persona la Grande Guerra, alle opere d'arte contemporanea di Stanislava Pinchuk, Daniil Revkovskyi & Andrii Rachynskyi e Albane de Labarthe, selezionate da una commissione curatoriale composta da Simone Da Dalt, Jasmine Miraval, Daniele Capra e Simone Ceschin, attraverso una open call internazionale promossa dai curatori del progetto con il patrocinio dell’Università Ca’ Foscari e del Museo della Battaglia.
L’allestimento, che include anche un’esperienza immersiva di visori stereoscopici, propone un viaggio attraverso le forme del vedere e del ricordare, dal primo Novecento fino alle guerre del presente.
Vogeler e Marzocchi: le origini dello sguardo
Il dialogo tra Heinrich Vogeler e Luigi Marzocchi apre la mostra come una riflessione sulle origini della visione bellica moderna. Entrambi traducono l’esperienza del conflitto in immagini che non descrivono soltanto, ma interpretano la realtà. Le incisioni di Vogeler e le fotografie stereoscopiche di Marzocchi costruiscono un repertorio visivo comune popolato da trincee, ricoveri, spazi di transito e figure vulnerabili.
In Marzocchi, l’occhio del fotografo si muove all’interno della galleria, tra le geometrie claustrofobiche del fronte, restituendo la sensazione fisica dell’assedio; in Vogeler, la trincea diventa paesaggio, parte del mondo naturale, in una visione insieme contemplativa e disincantata. Le loro immagini – fotografie e incisioni – rivelano la complicità fra potere politico e potere militare, ma anche la fragile umanità dei soldati e dei civili. Accostate, esse compongono una narrazione visiva della guerra non come evento ma come condizione, una riflessione estetica ed etica sulla resistenza dell’uomo di fronte alla distruzione.
L’ombra che ritorna
In dialogo con queste radici storiche, le opere contemporanee ampliano il campo del visibile. Nei collage di Daniil Revkovskyi e Andrii Rachynskyi, la memoria diventa geologia del disastro, un’“archeologia del futuro” in cui la guerra sopravvive come eco ecologica e industriale. Nei ritratti cancellati di Stanislava Pinchuk, la fotografia ritrova la sua essenza spettrale: i volti dei soldati ucraini, protetti dall’oblio digitale, diventano “fantasmi della macchina”. Nelle "Toile Libre" di Albane de Labarthe la memoria si fa pelle e respiro, trasformando la pittura in gesto di cura, mentre lenzuola sospese ricordano il corpo e il sogno, la fragilità e la riparazione. Ogni opera dialoga con le pareti del Museo, con la sua architettura ferita, trasformando la memoria in una presenza viva.
Un’esperienza di visione e responsabilità
"Giorni di Guerra – L’Ombra del Fotografo" non è una mostra sulla guerra, ma sul modo in cui la guerra continua a esistere nelle immagini. Nel Museo della Battaglia, spazio che conserva tra le sue crepe la tensione fra trionfo e perdita, il visitatore è invitato a diventare parte dell’immagine, a interrogarsi sul proprio ruolo di spettatore. L’“ombra del fotografo” non è un dettaglio tecnico, bensì una condizione etica dello sguardo per ricordare che ogni atto di visione implica una responsabilità.
L'esposizione invita il pubblico a un’esperienza sensoriale e meditativa sulla memoria collettiva, dove il passato non è solo ricordato ma riattivato. Attraverso visori, video, fotografia, installazioni e performance, il visitatore attraversa un secolo di sguardi, fino a scoprire che la guerra, forse, non finisce mai del tutto, ma sopravvive nella materia delle immagini che scegliamo di guardare.
In occasione della mostra verrà pubblicato un catalogo che raccoglie le opere esposte, accompagnato da testi critici dei curatori e dei membri della commissione scientifica del progetto.
Artisti
Luigi Marzocchi (Molinella, 1888 – 1970) fu fotografo e meccanico dell’Esercito italiano durante la Prima guerra mondiale. Il suo vasto archivio di lastre stereoscopiche è oggi conservato presso il Museo della Battaglia di Vittorio Veneto.
Heinrich Vogeler (Brema, 1872 – 1942) fu pittore, incisore e illustratore tedesco, membro della colonia artistica di Worpswede. La sua produzione si evolve da un simbolismo idealista a una forte critica pacifista dopo l’esperienza bellica.
Stanislava Pinchuk (Kharkiv, Ucraina, 1988) vive e lavora a Melbourne, Sarajevo e Barcellona. Pinchuk è un artista che lavora tra data-mapping e information-mining, topografie dei conflitti, eredità della letteratura e politica della traduzione. La sua pratica spazia dal cinema, all'architettura, all'installazione, alla performance, al disegno, al tatuaggio, alla pittura e alla scultura. È l'attuale artista ufficiale di guerra australiana in servizio e in precedenza ha tenuto sondaggi sulla carriera del suo lavoro presso l'Heide MoMA e il FAC.
Tra le mostre più recenti, la 17a Biennale di Gjon Mili alla National Gallery of Kosovo (a cura di Valentine Umansky, Tate Modern), le mostre personali istituzionali al Dallas Contemporary Museum of Art (a cura di Lilia Kudelia) e all'Australian Centre for the Moving Image (a cura di Fiona Trigg). Ha esposto anche a Manifesta Biennale 14 (a cura di Catherine Nichols, Hamburger Bahnhof), alla National Gallery of Australia, alla National Gallery of Victoria, al Salzburger Kunstverein, ad Art Basel Hong Kong Encounters (a cura di Alexie Glass-Kantor) e al New Museum, New Inc. Columbia Architecture University Incubator (a cura di Cristina Goberna-Pesudo).
Stanislava Pinchuk è la direttrice della scuola di progettazione architettonica itinerante e radicale The Anti/Monumental Laboratory, che è attualmente l'unità di facoltà di apertura del Master sperimentale in Critical Design presso l'Università Elisava di Architettura e Ingegneria di Barcellona.
Daniil Revkovskyi e Andrii Rachynskyi (Kharkiv, Ucraina, 1993; 1990) sono un duo di artisti che fondono diversi formati di pratiche artistiche (installazioni, rievocazioni storiche, video, archivi), ricercando i contesti e i paesaggi delle regioni industriali dell'Ucraina. Si sono laureati all'Accademia statale di design e arti di Kharkiv, specializzandosi in Graphic Design. Nel 2012 hanno creato una pagina pubblica “Pamjat” (Memoria) sul social network Vkontakte con l'obiettivo di ricercare la memoria collettiva sul territorio post-sovietico. Quel progetto è stato il punto di partenza della loro collaborazione. Finalisti del PinchukArtCentre Prize nel 2018, 2020 e 2022. Vincitori del PinchukArtCentre Prize 2020 public choice award per il progetto «Hooligans». Nel 2022, Andrii e Daniil hanno vinto il primo premio dell'“Allegro Prize”, il più grande concorso internazionale di arte contemporanea in Polonia. Il 14 aprile 2022 Andrii è stato pubblicato sul “The New York Times”, dove la sua pagina personale su Instagram è entrata nella “Top-5 degli account artistici più interessanti dell'Ucraina”.
Nel 2024 Andrii Rachinskyi e Daniil Revkovskyi hanno rappresentato l'Ucraina alla 60ª Biennale di Venezia.
Albane de Labarthe (Francia) è scenografa, artista visiva e danzatrice. Formata presso le Scuole di Belle Arti di Versailles e di Tours in arti plastiche, poi in danza contemporanea all’IFPRO (Institut de Formation Professionnelle Rick Odums) e alla RIDC (Rencontres Internationales de Danse Contemporaine). Ha inoltre conseguito un master in scenografia presso l’ENSATT (École Nationale Supérieure des Arts et Techniques du Théâtre) di Lione. Il lavoro di Albane Dela si sviluppa attorno a un incontro: quello tra le arti visive e il movimento. Dal 2017 espone come pittrice in diversi eventi culturali e spazi d’arte (Hôtel du Gouverneur agli Invalides, Galerie Art Course di Strasburgo, Grange des Dîmes di Fondettes, Résidence Gallery di Biarritz). Collabora come scenografa a diversi progetti artistici, tra cui quelli di Mourad Merzouki, Sophie Deforge, l’umorista Tahnee e la compagnia «Le Saut du Tremplin». Nel 2025 espone per la prima volta a Venezia presso la Galleria Castello 925. Nell’aprile 2026 presenterà un progetto sul tema del vestito alla Galleria Corte dell’Arte, sempre a Venezia.
Per ulteriori informazioni: giornidiguerra.mostra@gmail.com
15 novembre – 12 dicembre 2025
Museo della Battaglia di Vittorio Veneto
a cura di Simone Da Dalt e Jasmine Miraval
Inaugurazione: sabato 15 novembre 2025, ore 18:00
"L’Ombra del Fotografo" è un percorso espositivo inserito all’interno del più ampio convegno culturale "Giorni di Guerra", tenuto a Venezia dal 3 al 5 novembre, che interroga la persistenza della guerra nelle immagini che la raccontano. Ospitata all’interno del Museo della Battaglia di Vittorio Veneto, luogo-simbolo della memoria italiana del Primo conflitto mondiale, la mostra intreccia passato e presente, archeologia e visione, fotografia e performance.
Il progetto è promosso da Università Ca’ Foscari Venezia, Museo della Battaglia e un comitato organizzatore formato da Matteo Alemanno, Nicola Callegaro, Alice Favaro, Stefano Gambarotto, Alessandro Scarsella; a cui si aggiunge un comitato scientifico composto da Riccardo Caldura, Nicola Callegaro, Giovanni Capecchi, Dino Casagrande, Alice Favaro, Fabrizio Foni, Stefano Gambarotto, Angelo Piepoli, Laura Scarpa, Alessandro Scarsella, Francesca Valentini.
L’esposizione unisce le stereoscopie di Luigi Marzocchi e le incisioni di Heinrich Vogeler, due autori che vissero in prima persona la Grande Guerra, alle opere d'arte contemporanea di Stanislava Pinchuk, Daniil Revkovskyi & Andrii Rachynskyi e Albane de Labarthe, selezionate da una commissione curatoriale composta da Simone Da Dalt, Jasmine Miraval, Daniele Capra e Simone Ceschin, attraverso una open call internazionale promossa dai curatori del progetto con il patrocinio dell’Università Ca’ Foscari e del Museo della Battaglia.
L’allestimento, che include anche un’esperienza immersiva di visori stereoscopici, propone un viaggio attraverso le forme del vedere e del ricordare, dal primo Novecento fino alle guerre del presente.
Vogeler e Marzocchi: le origini dello sguardo
Il dialogo tra Heinrich Vogeler e Luigi Marzocchi apre la mostra come una riflessione sulle origini della visione bellica moderna. Entrambi traducono l’esperienza del conflitto in immagini che non descrivono soltanto, ma interpretano la realtà. Le incisioni di Vogeler e le fotografie stereoscopiche di Marzocchi costruiscono un repertorio visivo comune popolato da trincee, ricoveri, spazi di transito e figure vulnerabili.
In Marzocchi, l’occhio del fotografo si muove all’interno della galleria, tra le geometrie claustrofobiche del fronte, restituendo la sensazione fisica dell’assedio; in Vogeler, la trincea diventa paesaggio, parte del mondo naturale, in una visione insieme contemplativa e disincantata. Le loro immagini – fotografie e incisioni – rivelano la complicità fra potere politico e potere militare, ma anche la fragile umanità dei soldati e dei civili. Accostate, esse compongono una narrazione visiva della guerra non come evento ma come condizione, una riflessione estetica ed etica sulla resistenza dell’uomo di fronte alla distruzione.
L’ombra che ritorna
In dialogo con queste radici storiche, le opere contemporanee ampliano il campo del visibile. Nei collage di Daniil Revkovskyi e Andrii Rachynskyi, la memoria diventa geologia del disastro, un’“archeologia del futuro” in cui la guerra sopravvive come eco ecologica e industriale. Nei ritratti cancellati di Stanislava Pinchuk, la fotografia ritrova la sua essenza spettrale: i volti dei soldati ucraini, protetti dall’oblio digitale, diventano “fantasmi della macchina”. Nelle "Toile Libre" di Albane de Labarthe la memoria si fa pelle e respiro, trasformando la pittura in gesto di cura, mentre lenzuola sospese ricordano il corpo e il sogno, la fragilità e la riparazione. Ogni opera dialoga con le pareti del Museo, con la sua architettura ferita, trasformando la memoria in una presenza viva.
Un’esperienza di visione e responsabilità
"Giorni di Guerra – L’Ombra del Fotografo" non è una mostra sulla guerra, ma sul modo in cui la guerra continua a esistere nelle immagini. Nel Museo della Battaglia, spazio che conserva tra le sue crepe la tensione fra trionfo e perdita, il visitatore è invitato a diventare parte dell’immagine, a interrogarsi sul proprio ruolo di spettatore. L’“ombra del fotografo” non è un dettaglio tecnico, bensì una condizione etica dello sguardo per ricordare che ogni atto di visione implica una responsabilità.
L'esposizione invita il pubblico a un’esperienza sensoriale e meditativa sulla memoria collettiva, dove il passato non è solo ricordato ma riattivato. Attraverso visori, video, fotografia, installazioni e performance, il visitatore attraversa un secolo di sguardi, fino a scoprire che la guerra, forse, non finisce mai del tutto, ma sopravvive nella materia delle immagini che scegliamo di guardare.
In occasione della mostra verrà pubblicato un catalogo che raccoglie le opere esposte, accompagnato da testi critici dei curatori e dei membri della commissione scientifica del progetto.
Artisti
Luigi Marzocchi (Molinella, 1888 – 1970) fu fotografo e meccanico dell’Esercito italiano durante la Prima guerra mondiale. Il suo vasto archivio di lastre stereoscopiche è oggi conservato presso il Museo della Battaglia di Vittorio Veneto.
Heinrich Vogeler (Brema, 1872 – 1942) fu pittore, incisore e illustratore tedesco, membro della colonia artistica di Worpswede. La sua produzione si evolve da un simbolismo idealista a una forte critica pacifista dopo l’esperienza bellica.
Stanislava Pinchuk (Kharkiv, Ucraina, 1988) vive e lavora a Melbourne, Sarajevo e Barcellona. Pinchuk è un artista che lavora tra data-mapping e information-mining, topografie dei conflitti, eredità della letteratura e politica della traduzione. La sua pratica spazia dal cinema, all'architettura, all'installazione, alla performance, al disegno, al tatuaggio, alla pittura e alla scultura. È l'attuale artista ufficiale di guerra australiana in servizio e in precedenza ha tenuto sondaggi sulla carriera del suo lavoro presso l'Heide MoMA e il FAC.
Tra le mostre più recenti, la 17a Biennale di Gjon Mili alla National Gallery of Kosovo (a cura di Valentine Umansky, Tate Modern), le mostre personali istituzionali al Dallas Contemporary Museum of Art (a cura di Lilia Kudelia) e all'Australian Centre for the Moving Image (a cura di Fiona Trigg). Ha esposto anche a Manifesta Biennale 14 (a cura di Catherine Nichols, Hamburger Bahnhof), alla National Gallery of Australia, alla National Gallery of Victoria, al Salzburger Kunstverein, ad Art Basel Hong Kong Encounters (a cura di Alexie Glass-Kantor) e al New Museum, New Inc. Columbia Architecture University Incubator (a cura di Cristina Goberna-Pesudo).
Stanislava Pinchuk è la direttrice della scuola di progettazione architettonica itinerante e radicale The Anti/Monumental Laboratory, che è attualmente l'unità di facoltà di apertura del Master sperimentale in Critical Design presso l'Università Elisava di Architettura e Ingegneria di Barcellona.
Daniil Revkovskyi e Andrii Rachynskyi (Kharkiv, Ucraina, 1993; 1990) sono un duo di artisti che fondono diversi formati di pratiche artistiche (installazioni, rievocazioni storiche, video, archivi), ricercando i contesti e i paesaggi delle regioni industriali dell'Ucraina. Si sono laureati all'Accademia statale di design e arti di Kharkiv, specializzandosi in Graphic Design. Nel 2012 hanno creato una pagina pubblica “Pamjat” (Memoria) sul social network Vkontakte con l'obiettivo di ricercare la memoria collettiva sul territorio post-sovietico. Quel progetto è stato il punto di partenza della loro collaborazione. Finalisti del PinchukArtCentre Prize nel 2018, 2020 e 2022. Vincitori del PinchukArtCentre Prize 2020 public choice award per il progetto «Hooligans». Nel 2022, Andrii e Daniil hanno vinto il primo premio dell'“Allegro Prize”, il più grande concorso internazionale di arte contemporanea in Polonia. Il 14 aprile 2022 Andrii è stato pubblicato sul “The New York Times”, dove la sua pagina personale su Instagram è entrata nella “Top-5 degli account artistici più interessanti dell'Ucraina”.
Nel 2024 Andrii Rachinskyi e Daniil Revkovskyi hanno rappresentato l'Ucraina alla 60ª Biennale di Venezia.
Albane de Labarthe (Francia) è scenografa, artista visiva e danzatrice. Formata presso le Scuole di Belle Arti di Versailles e di Tours in arti plastiche, poi in danza contemporanea all’IFPRO (Institut de Formation Professionnelle Rick Odums) e alla RIDC (Rencontres Internationales de Danse Contemporaine). Ha inoltre conseguito un master in scenografia presso l’ENSATT (École Nationale Supérieure des Arts et Techniques du Théâtre) di Lione. Il lavoro di Albane Dela si sviluppa attorno a un incontro: quello tra le arti visive e il movimento. Dal 2017 espone come pittrice in diversi eventi culturali e spazi d’arte (Hôtel du Gouverneur agli Invalides, Galerie Art Course di Strasburgo, Grange des Dîmes di Fondettes, Résidence Gallery di Biarritz). Collabora come scenografa a diversi progetti artistici, tra cui quelli di Mourad Merzouki, Sophie Deforge, l’umorista Tahnee e la compagnia «Le Saut du Tremplin». Nel 2025 espone per la prima volta a Venezia presso la Galleria Castello 925. Nell’aprile 2026 presenterà un progetto sul tema del vestito alla Galleria Corte dell’Arte, sempre a Venezia.
Per ulteriori informazioni: giornidiguerra.mostra@gmail.com
15
novembre 2025
Giorni di Guerra – L’Ombra del Fotografo
Dal 15 novembre al 12 dicembre 2025
arte contemporanea
fotografia
fotografia
Location
MUSEO DELLA BATTAGLIA
Vittorio Veneto, Piazza Giovanni Paolo I, (Treviso)
Vittorio Veneto, Piazza Giovanni Paolo I, (Treviso)
Biglietti
Biglietteria Museo
Intero: € 8,00
Ridotto: € 5,00
Ridotto residenti Vittorio Veneto: € 1,00
Da 6 a 17 anni, componenti gruppi (minimo 10 persone), oltre 65 anni, nucleo famiglia (minimo 4 persone).
Gratuito
Da 0 a 5 anni, scolaresche, accompagnatori scolaresche (max 2), accompagnatori e disabili, guide turistiche abilitate che accompagnino visitatori, giornalisti.
Apertura straordinaria: € 25,00 all'ora (minimo 10 persone)
Altri biglietti
Biglietto unico
Valido per: Museo del Cenedese, Oratorio dei Battuti, Galleria Civica "Vittorio Emanuele II", Museo del Baco da Seta e Museo della Battaglia:
- Intero: € 10,00
- Ridotto: € 7,00
- Residenti a Vittorio Veneto: € 3,00
Da 6 a 18 anni, componenti gruppi (minimo 10 persone), oltre 65 anni, nucleo famiglia (minimo 4 persone)
- Gratuito
Da 0 a 5 anni, scolaresche, accompagnatori scolaresche (max 2), disabili e loro accompagnatori, guide turistiche autorizzate
Orario di apertura
Da martedì a venerdì: ore 9:30 – 12:30
Sabato, Domenica e festivi: ore 10:00 – 13:00 e 15:00 – 18:00
In altri orari: solo per gruppi (minimo 10 persone) su prenotazione
Vernissage
15 Novembre 2025, 18:00
Autore
Luigi Marzocchi
Stanislava Pinchuk
Daniil Revkovskyi
Andrii Rachynskyi
Albane de Labarthe
Curatore
Simone Da Dalt





