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TAAAK! Leggeri, Leggerissimi
La mostra esplora la leggerezza come antidoto al peso della contemporaneità: l’arte, con semplicità e ironia, scioglie le tensioni e offre uno sguardo risolutivo. Il “taaak!” di Pozzetto diventa simbolo pop di immediatezza, cura e lucidità contro l’immobilismo del presente.
Comunicato stampa
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Si apre domenica 7 dicembre presso “Una Piccola Galleria” di Soresina la mostra di arte contemporanea dal titolo “Taaak! Leggeri, Leggerissimi” con testo critico di Francesco Mutti. Una esposizione collettiva di artisti contemporanei giovani e diversamente giovani. A confronto differenti espressioni artistiche: pittura, scultura, ceramica, plastica, fotografia e installazioni. La condivisione del piccolo (12 mq) ma originale spazio espositivo mette a confronto le differenti sensibilità espressive; la narrazione della nostra contemporaneità attraverso l’interpretazione della leggerezza. In un momento storico appesantito da eventi ansiogeni, in una quotidianità costellata da stress emotivi, l’arte mette in campo le sue peculiarità risolutrici: colore, forma e pensiero. Senza retorica l’artista pone l’accento a sua insaputa sui problemi disinnescandoli con delicatezza, senza derubricarli a banalità. Il gesto del fare arte produce quindi un effetto risolutivo; senza mai calarsi nei dettagli, l’opera d’arte diventa una cura generica e stabilizzante adatta per ogni situazione; basta un “Taaak! (Renato Pozzetto docet) e ogni problema è risolto.
“(...) Ecco qua: tavolo ribaltabile...taaak! Sedia rotante...taaak! Posto per commensali che non ci sono... taaak! Tovaglia metro... taaak! … tak tak... Piatto Fabriano, tovaglia extrastrong, bicchiere di plastica... taaak! Vino cartonato... taaak! Spaghetti pronto uso, contorno surgelato... taaak! Tonno e grissini per tagliarlo... taaak! (...)”.
Nella celebre ed esilerante scena tratta dal film del 1984 “Il Ragazzo di Campagna”, un ispirato e giovane Renato Pozzetto chiarisce al pubblico, con un linguaggio moderno ai limiti dell'onomatopeico, la sua scelta di andare a vivere nella grande metropoli milanese per poter migliore la propria esistenza, lasciando invece una campagna tranquilla e regolata da una routine fatta di gesti secolari sempre identici, stagione dopo stagione.
Pietra miliare della cinematografia del nostro Paese, a lungo considerata prodotto di serie B ma oggi ormai entrata a far parte dell'immaginario collettivo come vero e proprio oggetto di culto, questa scena, il film tutto e in particolare proprio il “taaak” di Pozzetto raccontavano di un'Italia che desiderava ardentemente cambiare, più di quanto non avesse fatto nei decenni precedenti: un cambiamento dettato e misurato sulla velocità, sull'essere rampanti per ottenere il successo, sull'immediatezza e sull'accessibilità istantanea agli agi e ai benefici che il progresso sociale garantiva. Una società costruita sugli slogan pubblicitari, sull'intraprendenza e sull'entusiasmo, del tutto preferibile a quella semplicità rurale che ancora definiva gran parte del territorio nazionale.
Proprio l'onomatopea TAAAK!, entrata di diritto nella catena parlata dell'italiano “non solo medio”, è simbolo ironico di una lapidaria e repentina efficienza, richiesta, desiderata e ottenuta da chi la pronuncia, in nome di una praticità che deve sopportare e di conseguenza sostituire tutte le lungaggini inutili di un quotidiano burocratico e iterativo che non fanno altro che appesantire la vita di chi invece scalpita per emergere.
Dunque il TAAAK come antidoto, come rimedio, come formula esorcizzante nei confronti di quel fenomeno di ammorbamento che certe dinamiche legate all'immobilismo del momento - oggi più che mai - costringono a seguire.
A maggior ragione se trasportiamo il tutto all'interno del variegato universo dell'arte contemporanea. Nella fattispecie, il progetto “TAAAK! Leggeri, leggerissimi” trova nella propria matrice pop un valore aggiunto da non sottovalutare: l'oggetto pop è semplice ma non banale, forse inutile ma di certo il più efficace nel combattere lo stato delle cose e nel definire i desideri ai quali la stessa società ambisce. Dunque semplicità come verità, semplicità come sincerità, semplicità come allegria, semplicità come accessibilità: alternativa agli artifici da intelligenza artificiale, contro un prodotto usa e getta prontamente da sostituire qualora non fosse più di moda, giunge l'ineluttabilità di un taaak! a ricordare a tutti l'immediata scaltrezza dell'arte, ancora figlia di una saper fare e di un saper pensare che resiste contro ogni appiattimento: come direbbe ancora Pozzetto, “ecco: questa sì che è vita...”.
“(...) Ecco qua: tavolo ribaltabile...taaak! Sedia rotante...taaak! Posto per commensali che non ci sono... taaak! Tovaglia metro... taaak! … tak tak... Piatto Fabriano, tovaglia extrastrong, bicchiere di plastica... taaak! Vino cartonato... taaak! Spaghetti pronto uso, contorno surgelato... taaak! Tonno e grissini per tagliarlo... taaak! (...)”.
Nella celebre ed esilerante scena tratta dal film del 1984 “Il Ragazzo di Campagna”, un ispirato e giovane Renato Pozzetto chiarisce al pubblico, con un linguaggio moderno ai limiti dell'onomatopeico, la sua scelta di andare a vivere nella grande metropoli milanese per poter migliore la propria esistenza, lasciando invece una campagna tranquilla e regolata da una routine fatta di gesti secolari sempre identici, stagione dopo stagione.
Pietra miliare della cinematografia del nostro Paese, a lungo considerata prodotto di serie B ma oggi ormai entrata a far parte dell'immaginario collettivo come vero e proprio oggetto di culto, questa scena, il film tutto e in particolare proprio il “taaak” di Pozzetto raccontavano di un'Italia che desiderava ardentemente cambiare, più di quanto non avesse fatto nei decenni precedenti: un cambiamento dettato e misurato sulla velocità, sull'essere rampanti per ottenere il successo, sull'immediatezza e sull'accessibilità istantanea agli agi e ai benefici che il progresso sociale garantiva. Una società costruita sugli slogan pubblicitari, sull'intraprendenza e sull'entusiasmo, del tutto preferibile a quella semplicità rurale che ancora definiva gran parte del territorio nazionale.
Proprio l'onomatopea TAAAK!, entrata di diritto nella catena parlata dell'italiano “non solo medio”, è simbolo ironico di una lapidaria e repentina efficienza, richiesta, desiderata e ottenuta da chi la pronuncia, in nome di una praticità che deve sopportare e di conseguenza sostituire tutte le lungaggini inutili di un quotidiano burocratico e iterativo che non fanno altro che appesantire la vita di chi invece scalpita per emergere.
Dunque il TAAAK come antidoto, come rimedio, come formula esorcizzante nei confronti di quel fenomeno di ammorbamento che certe dinamiche legate all'immobilismo del momento - oggi più che mai - costringono a seguire.
A maggior ragione se trasportiamo il tutto all'interno del variegato universo dell'arte contemporanea. Nella fattispecie, il progetto “TAAAK! Leggeri, leggerissimi” trova nella propria matrice pop un valore aggiunto da non sottovalutare: l'oggetto pop è semplice ma non banale, forse inutile ma di certo il più efficace nel combattere lo stato delle cose e nel definire i desideri ai quali la stessa società ambisce. Dunque semplicità come verità, semplicità come sincerità, semplicità come allegria, semplicità come accessibilità: alternativa agli artifici da intelligenza artificiale, contro un prodotto usa e getta prontamente da sostituire qualora non fosse più di moda, giunge l'ineluttabilità di un taaak! a ricordare a tutti l'immediata scaltrezza dell'arte, ancora figlia di una saper fare e di un saper pensare che resiste contro ogni appiattimento: come direbbe ancora Pozzetto, “ecco: questa sì che è vita...”.
07
dicembre 2025
TAAAK! Leggeri, Leggerissimi
Dal 07 dicembre 2025 al 24 gennaio 2026
arte contemporanea
Location
Una Piccola Galleria
Soresina, Via Francesco Genala, 82, (CR)
Soresina, Via Francesco Genala, 82, (CR)
Orario di apertura
lunedì 10:00 – 12:00
martedì Chiuso
mercoledì 16:00 –18:00
giovedì 16:00 – 18:00
venerdì 16:00 –18:00
sabato 16:00 – 18:00
domenica Chiuso
Vernissage
7 Dicembre 2025, Dalle ore 16:00
Ufficio stampa
Oracle Creative Studio
Autore
Autore testo critico






