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Mimmo Totaro – Matrici dello spazio. Filo. Forma. Tensione
Il Novocomum, edificio residenziale progettato da Giuseppe Terragni tra il 1927 e il 1929, rappresenta il primo esempio compiuto di architettura moderna in Italia applicata alla tipologia dell’abitazione. La sua struttura innovativa, costruita su un equilibrio di volumetrie eleganti e leggere, si definisce attraverso un uso sapiente di piani, trasparenze e colori, che entrano in relazione tanto con il paesaggio circostante quanto tra loro. Ne deriva un organismo architettonico armonioso, capace di restituire una percezione di intimità e accoglienza pur nella chiarezza del linguaggio razionalista.
Comunicato stampa
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Il Novocomum, edificio residenziale progettato da Giuseppe Terragni tra il 1927 e il 1929, rappresenta il primo esempio compiuto di architettura moderna in Italia applicata alla tipologia dell’abitazione. La sua struttura innovativa, costruita su un equilibrio di volumetrie eleganti e leggere, si definisce attraverso un uso sapiente di piani, trasparenze e colori, che entrano in relazione tanto con il paesaggio circostante quanto tra loro. Ne deriva un organismo architettonico armonioso, capace di restituire una percezione di intimità e accoglienza pur nella chiarezza del linguaggio razionalista.
È in questo contesto che trova spazio l’Archivio Terragni, luogo prezioso in cui sono raccolti e conservati progetti, fotografie, documenti e materiali originali dell’architetto: ciò che A. A. Terragni definisce la “partitura originale” del lavoro di Giuseppe Terragni. L’archivio non è solo un deposito di memoria, ma un ambiente vivo, attraversato da relazioni e da continui rimandi tra passato e presente. È un luogo che “sa di casa”, in cui il progetto architettonico entra in un dialogo naturale con le opere contemporanee degli artisti che lo abitano e di quelli che vengono accolti in forma temporanea. Questa dimensione domestica e creativa trasforma l’archivio in una piazza culturale, un punto d’incontro e di confronto, dove lo scambio – intellettuale, artistico, umano – diventa il vero motore di una ricerca condivisa. Lo spazio comprende infatti anche gli studi degli artisti Attilio Terragni, Riccardo Longo e Chiara Smedile, che contribuiscono a rendere il Novocomum un luogo vivo, abitato e in continua trasformazione.
Con Matrici dello spazio – Filo. Forma. Tensione, l’Archivio entra in connessione con l’artista Mimmo Totaro, figura di rilievo della fiber art italiana. La mostra presenta un nucleo significativo di opere che ripercorrono l’intero arco della sua attività e che si manifestano attraverso molteplici forme espressive. Il legame interno alla produzione poliedrica di Totaro è un profondo amore per la materia tessile, che si traduce soprattutto nella presenza dei fili tesi che attraversano e definiscono le opere; fili che, anche quando perdono tridimensionalità e si trasformano in segni grafici, continuano a generare vibrazioni visive che oscillano, si sovrappongono e fanno vacillare i confini tra astrazione e percezione. I rapporti spaziali che si creano hanno tutto il sapore dell’architettura, la “terza arte” e altro grande amore di Totaro.
In mostra saranno presenti ventotto opere dell’artista tra sculture, disegni, stampe e grandi pannelli a parete.
È in questo contesto che trova spazio l’Archivio Terragni, luogo prezioso in cui sono raccolti e conservati progetti, fotografie, documenti e materiali originali dell’architetto: ciò che A. A. Terragni definisce la “partitura originale” del lavoro di Giuseppe Terragni. L’archivio non è solo un deposito di memoria, ma un ambiente vivo, attraversato da relazioni e da continui rimandi tra passato e presente. È un luogo che “sa di casa”, in cui il progetto architettonico entra in un dialogo naturale con le opere contemporanee degli artisti che lo abitano e di quelli che vengono accolti in forma temporanea. Questa dimensione domestica e creativa trasforma l’archivio in una piazza culturale, un punto d’incontro e di confronto, dove lo scambio – intellettuale, artistico, umano – diventa il vero motore di una ricerca condivisa. Lo spazio comprende infatti anche gli studi degli artisti Attilio Terragni, Riccardo Longo e Chiara Smedile, che contribuiscono a rendere il Novocomum un luogo vivo, abitato e in continua trasformazione.
Con Matrici dello spazio – Filo. Forma. Tensione, l’Archivio entra in connessione con l’artista Mimmo Totaro, figura di rilievo della fiber art italiana. La mostra presenta un nucleo significativo di opere che ripercorrono l’intero arco della sua attività e che si manifestano attraverso molteplici forme espressive. Il legame interno alla produzione poliedrica di Totaro è un profondo amore per la materia tessile, che si traduce soprattutto nella presenza dei fili tesi che attraversano e definiscono le opere; fili che, anche quando perdono tridimensionalità e si trasformano in segni grafici, continuano a generare vibrazioni visive che oscillano, si sovrappongono e fanno vacillare i confini tra astrazione e percezione. I rapporti spaziali che si creano hanno tutto il sapore dell’architettura, la “terza arte” e altro grande amore di Totaro.
In mostra saranno presenti ventotto opere dell’artista tra sculture, disegni, stampe e grandi pannelli a parete.
09
dicembre 2025
Mimmo Totaro – Matrici dello spazio. Filo. Forma. Tensione
Dal 09 dicembre 2025 al 06 gennaio 2026
Location
Novocomum
Como, Viale Giuseppe Sinigaglia, 1, (CO)
Como, Viale Giuseppe Sinigaglia, 1, (CO)
Orario di apertura
10.00 – 13.00, 14.00 – 18.00, da martedì a domenica
Sito web
Autore
Curatore








