11 dicembre 2025

Nei disegni di Osvaldo Licini, dove la linea tra sacro e sensuale diventa sottile

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L’opera grafica di Osvaldo Licini racconta come sacralità ed erotismo convivano in un equilibrio delicato: la mostra al Centro Studi di Vidon Corrado, tra figure simboliche e tensioni poetiche

Erotismo Sacro: Le Croci Viventi di Osvaldo Licini. Inaugura con questo titolo, a Monte Vidon Corrado, la nuova esposizione del Centro Studi dedicato all’artista nato – e tornato durante la maturità – tra le colline del Fermano. L’esposizione esplora, a partire da un’icona della sua tarda produzione, il rapporto tra sacralità ed eros. Due concetti posti in conflitto dalla storia dell’umanità ma che l’artista riscopre come intimamente legati. «È una mostra di ricerca, che conclude un anno ricco di attività e che unisce documenti, studio delle opere e il supporto dei collezionisti, le cui opere si sono unite a quelle della nostra collezione permanente», spiega Daniela Simoni, direttrice del Centro Studi.

“Errante erotico eretico”: così Osvaldo Licini si definisce nel ’34, racchiudendo in questa espressione simbolo gran parte della sua ricerca umana e artistica. Erotismo ed eresia, il cui richiamo al mondo sacro (ai limiti del mondo sacro) è inevitabile, intrattengono un rapporto che nasce da una profonda ambiguità: l’incontro tra due piani inconciliabili, che nello sfidare quei tabù così radicati nel nostro sentire, ci mette a disagio, ci fa voltare lo sguardo.

E invece Licini, nella sua indagine lunga una vita, scopre qualcosa: non solo i due aspetti sono legati – non tanto come le due facce di una medaglia, quanto come due pilastri del nostro essere – ma ciò che li accomuna è una sorprendente vitalità. Un’energia che l’artista sente e lascia in dipinti, disegni e scritti come testimonianza indelebile di questo collegamento. Un’energia totalizzante, che non crea distinzioni tra il mondo degli dei e quello degli uomini, tra il cielo e la terra, tra i due capi del filo: vita e morte.

Erotismo Sacro: Le Croci Viventi di Osvaldo Licini, Centro Studi Osvaldo Licini, veduta della mostra, 2025. Ph. Andrea Fiè

«È una mostra che viene da lontano, nel 2020 abbiamo cercato di ottenere per un’esposizione l’opera Croci Viventi del ’54, ma non ci siamo riusciti. Da lì mi è rimasta in mente l’idea di una mostra che avesse come focus quest’opera, abbinato ad un percorso sull’erotismo sacro», ci tiene a spiegare il curatore Stefano Bracalente. «Il titolo non è una blasfemia: quanta arte barocca ha messo al centro degli episodi di estasi molto simili alla passione erotica?».

Più che di dipinti, è una mostra di disegni che testimoniano, attraverso un percorso cronologico lungo tutta la produzione di Licini, l’incontro-scontro tra i due opposti dell’eros e del sacro. Sacro che non risiede nel cattolicesimo, bensì nella dimensione pagana, testimoniato dalla passione dell’artista per la figura della Sibilla, figura del rito ma intrisa di un’aura erotica, o dalla fascinazione per l’immagine del golgota lituano, la cosiddetta “Collina delle Croci”, meta di pellegrinaggio cristiana ma dalla costruzione e dai richiami fortemente pagani, così simile a quelle Croci Viventi che caratterizzano la sua produzione pittorica tarda.

Erotismo Sacro: Le Croci Viventi di Osvaldo Licini, Centro Studi Osvaldo Licini, veduta della mostra, 2025. Ph. Andrea Fiè
Erotismo Sacro: Le Croci Viventi di Osvaldo Licini, Centro Studi Osvaldo Licini, veduta della mostra, 2025. Ph. Andrea Fiè

L’allestimento percorre tutti gli spazi della Casa Museo di Monte Vidon Corrado ed è un continuo dialogo tra disegni di diversi periodi e che racchiudono le diverse icone che hanno reso inconfondibile la produzione dell’artista: dai nudi femminili dei primi anni ’20 ai disegni delle Amalassunte, dove la sacralità e il mistero di queste figure si fonde a colline più vicine alla prosperità del seno che al dato morfologico; dalle “macchine astratte”, i cui titoli richiamano la carnalità del morso, dell’addentamento (oralità che si fa pulsione, anche violenta), agli studi sugli “angeli ribelli”, dalla nudità virile, che mostrano il pube al dio che li allontana.

Al centro dell’esposizione il grande pannello con le Croci Viventi del 1954 e numerosi studi a matita che si collegano a questo importante dipinto. Croci quasi antropomorfe, simbolo della morte cristiana ma anche unione tra due opposti: il verticale maschile e l’orizzontale femminile. Croci profondamente vitali per come emergono dalla mano dell’artista: si muovono, saltano, scivolano, si toccano e, nelle forme sinuose, è impossibile non cogliere un’atmosfera dolce, sensuale, tenera. Come teneri sono alcuni testi dell’artista, che riportati vicino ad alcune opere ci parlano della sessualità anche come amore.

Erotismo Sacro: Le Croci Viventi di Osvaldo Licini, Centro Studi Osvaldo Licini, veduta della mostra, 2025. Ph. Andrea Fiè
Erotismo Sacro: Le Croci Viventi di Osvaldo Licini, Centro Studi Osvaldo Licini, veduta della mostra, 2025. Ph. Andrea Fiè

Croci che si evolvono, come emerge dagli ultimi disegni i mostra, nei “fiori fantasma”, negli “angeli aquilone”, a testimoniare come, forse, la produzione dell’artista ruoti intorno a un’unica icona che continuamente trasforma, reinventa. Per conciliare gli opposti, trovare uno spazio nella contraddizione, tra maschile e femminile, tra terra e cielo, tra vita e morte.

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