14 dicembre 2025

Other Identity #183, altre forme di identità culturali e pubbliche: Ambra Castagnetti

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Other Identity è la rubrica dedicata al racconto delle nuove identità visive e culturali e della loro rappresentazione, nel terzo millennio: la parola ad Ambra Castagnetti

Ambra Castagnetti, KOMPOSTOVNIK, 2023, performance, 25', Courtesy Ester Borg

Tratta dall’omonima rassegna ideata dall’artista e curatore indipendente Francesco Arena, la rubrica OTHER IDENTITY – Altre forme di identità culturali e pubbliche vuole essere una cartina al tornasole capace di misurare lo stato di una nuova e più attuale grammatica visiva, presentando il lavoro di autori e artisti che operano con i linguaggi della fotografia, del video e della performance, per indagare i temi dell’identità e dell’autorappresentazione. Questa settimana intervistiamo Ambra Castagnetti.

RITRATTO

OTHER IDENTITY: Ambra Castagnetti

Il nostro privato è pubblico e la rappresentazione di noi stessi si modifica e si spettacolarizza continuamente in ogni nostro agire. Qual è la tua rappresentazione di arte?

«Per me l’arte è un mezzo per decostruire e rielaborare la relazione tra corpo, identità e tempo, intrecciando questi elementi non solo come temi, ma come strumenti di ricerca. L’arte è una soglia in cui posso costruire e decostruire continuamente l’identità attraverso degli alter ego, sperimentando l’interazione tra reale e rappresentato. È un laboratorio esistenziale che sfida i confini tra autenticità e artificio, con l’intento di generare un dialogo con il pubblico che sia al contempo intimo e universale».

Ambra Castagnetti SPIRAL SPACE 2024 performance durata 30′ EvCourtesy: the artist, Roxy Ceron

Creiamo delle vere e proprie identità di genere che ognuno di noi sceglie in corrispondenza delle caratteristiche che vuole evidenziare, così forniamo tracce. Qual è la tua “identità” nell’arte contemporanea?

«La mia identità artistica si colloca in un territorio liminale, tra autenticità e costruzione, tra intimità e performance. Mi interessa esplorare le zone di contatto e di tensione tra il sé e l’altro, tra il corpo e lo spazio, tra il reale e l’immaginato. Lavoro con un’estetica postumana che mette in discussione i confini dell’identità stessa, rendendola fluida, ibrida, in continua trasformazione.

La mia identità artistica si manifesta così come un prisma, un’entità che si adatta e muta in relazione al contesto e alle domande che pongo al mio lavoro e al pubblico».

Ambra Castagnetti K 2.0 2024 performance durata 25′ Courtesy Aria Ruffini

Quanto conta per te l’importanza dell’apparenza sociale e pubblica?

«Nel mio lavoro, gioco consapevolmente con i codici dell’apparenza, della costruzione e della spettacolarizzazione, ma sempre per spingerli oltre. L’apparenza diventa una maschera che indosso per mettere in discussione la sua stessa autenticità e per esplorare la linea sottile tra ciò che siamo e ciò che vogliamo mostrare di noi stessi. Quello che conta per me non è aderire a un’idea di immagine sociale, ma usare questa dinamica per stimolare una riflessione più profonda sul rapporto tra identità, corpo e percezione collettiva».

Ambra Castagnetti Ignis Aura 2024 scultura 100x25x30 cm Courtesy Galleria Francesca Minini

Il richiamo, il plagio, la riedizione, il ready made dell’iconografia di un’identità legata al passato, al presente e al contemporaneo sono messi costantemente in discussione in una ricerca affannosa di una nuova identificazione del sé, di un nuovo valore di rappresentazione. Qual è il tuo valore di rappresentazione oggi?

«Il mio valore di rappresentazione risiede nella tensione tra passato, presente e futuro, nell’interrogazione costante di ciò che definiamo identità e nell’ibridazione tra ciò che è stato e ciò che potrebbe essere. Non mi interessa cercare un’unica, nuova identificazione del sé, ma esplorare la pluralità e la complessità delle nostre rappresentazioni, creando un dialogo tra memoria, corpo e immaginazione.

Il mio lavoro vuole mettere in discussione i confini tra il personale e il collettivo, il reale e il costruito, creando opere che funzionano come specchi fratturati: riflettono frammenti di verità, contraddizioni e possibilità. Oggi il mio valore di rappresentazione non è statico, ma dinamico, un laboratorio in cui l’identità viene costantemente ridefinita attraverso il gesto artistico, il confronto con il pubblico e il dialogo con le icone, le estetiche e i simboli che ci circondano».

Ambra Castagnetti, KOMPOSTOVNIK, 2023, performance, 25′, Courtesy Ester Borg

ll nostro “agire” pubblico, anche con un’opera d’arte, travolge il nostro quotidiano, la nostra vita intima, i nostri sentimenti o, meglio, la riproduzione di tutto ciò che siamo e proviamo ad apparire nei confronti del mondo. Tu ti definisci un’artista agli occhi del mondo?

«ll nostro “agire” pubblico, anche con un’opera d’arte, travolge il nostro quotidiano, la nostra vita intima, i nostri sentimenti o, meglio, la riproduzione di tutto ciò che siamo e proviamo ad apparire nei confronti del mondo. Sì, mi definisco un’artista. Credo che dichiararsi tale non sia un atto di arroganza, ma una forma di autodeterminazione. Troppo spesso, quando si chiede a qualcuno se è un artista, la risposta è incerta, accompagnata da un sorriso imbarazzato. Io penso che questa esitazione derivi dal fatto che, culturalmente, non si riconosce ancora pienamente l’arte come una professione con la stessa dignità e rilevanza di qualsiasi altro mestiere.

Per me, essere un’artista significa impegnarsi in una ricerca continua, lavorare con disciplina e visione, e contribuire al mondo attraverso nuove forme di immaginazione e riflessione. È una professione che richiede tempo, energia e dedizione, e per questo credo fermamente che vada riconosciuta, valorizzata e sostenuta, sia socialmente che istituzionalmente».

Ambra Castagnetti, KOMPOSTOVNIK, 2023, performance, 25′, Courtesy Ester Borg

Quale “identità culturale e pubblica” avresti voluto essere oltre a quella che ti appartiene?

«Se fossi vissuta in altri tipi di società, avrei voluto essere un sacerdote, una figura capace di creare connessioni profonde e significative per una comunità. Avrei voluto dare forma al sacro attraverso rituali ed esplorare la spiritualità come un’esperienza condivisa, dove le persone possano trovare senso e appartenenza. In fondo, anche l’arte ha questa funzione: trasformare l’individuale in universale, creando spazi dove il visibile e l’invisibile si incontrano».

Biografia

Ambra Castagnetti è un’artista contemporanea che affronta temi esistenziali e universali attraverso un linguaggio visivo che unisce corpo, spiritualità e tecnologia. La sua ricerca esplora il confine tra materia e immateriale, trasformando esperienze personali e collettive in opere che spaziano tra installazioni, performance e video.

Con un approccio immersivo, Ambra indaga la ritualità e il simbolismo, creando spazi in cui il pubblico è invitato a confrontarsi con le grandi domande sull’identità, sulla comunità e sulla trasformazione. La sua pratica artistica riflette una continua tensione verso l’ignoto, mantenendo al centro l’interazione tra l’individuo e il contesto che lo circonda.

Al centro della sua visione ci sono la metamorfosi, l’interspecie e l’esplorazione di mondi e dimensioni alternative. Attraverso le sue opere, Ambra invita il pubblico a immaginare nuove forme di esistenza, in cui le barriere tra umano, animale e tecnologico si dissolvono, aprendo la strada a realtà fluide e in continua evoluzione.

 

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