Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- Servizi
- Sezioni
- container colonna1
Śūnya, Bindu, Mantra
Arte e Yoga sono atti creativi, due sistemi che si incontrano e dialogano: Śūnya, Bindu, Mantra. David Casini, CuoghiCorsello, Simona Saggion, prende vita a Interno Yoga, scuola del Maestro Iones Tonelli, a Bologna, e si sviluppa dall’esperienza diretta della curatrice e yogini Isabella Luce Falbo.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Nell’ambito del programma
Yoga come Arte, Arte come Yoga. Visioni Contemporanee
Interno Yoga Bologna presenta
Śūnya, Bindu, Mantra
David Casini, CuoghiCorsello, Simona Saggion
A cura di
Isabella Falbo
Inaugurazione domenica 21 dicembre 2025 dalle 17 – 20
21 dicembre 2025 - 8 febbraio 2026
Interno Yoga, Via Vizzani 74/A, Bologna.
Orari di apertura: Dal lunedì al venerdì h.16-20. Sabato e domenica su prenotazione
Arte e Yoga sono atti creativi, due sistemi che si incontrano e dialogano: il programma espositivo Yoga come Arte, Arte come Yoga. Visioni Contemporanee, prende vita a Interno Yoga, scuola del Maestro Iones Tonelli, a Bologna, e si sviluppa dall’esperienza diretta della curatrice e yogini Isabella Luce Falbo.
La prima mostra Śūnya, Bindu, Mantra [Vacuità, Punto di Origine, Espressione Sacra] presenta un’installazione scultorea di David Casini (Montevarchi, Arezzo, 1973, vive e lavora a Bologna), sintografie e un’installazione di CuoghiCorsello (Monica Cuoghi, Mantova, 1965 e Claudio Corsello, Bologna, 1964. Vivono e lavorano a Bologna), la serie di dipinti meditativi di Simona Saggion (Zevio, Verona, 1991. Vive e lavora a Bologna), e sarà visibile dal 21 dicembre 2025 all’8 febbraio 2026.
Il programma espositivo Yoga come Arte, Arte come Yoga. Visioni Contemporanee si compone di mostre in cui i linguaggi dell’arte visiva contemporanea entrano in relazione con tematiche legate al complesso ed immenso corpus teorico-pratico dello Yoga. Coniugando e integrando Yoga e Arte in un’esperienza che unisce il sentire e la visione, il progetto mira a stimolare nuove modalità di pensiero, creando un ecosistema interdisciplinare che valorizza sia la dimensione formativa che la dimensione estetica, rafforzando il ruolo della scuola Interno Yoga, come luogo di ricerca, cultura e dialogo tra discipline.
Lo Yoga e l’Arte, tra le infinite definizioni che possono avere, sono mezzi primari di ricerca ed espressione di uno stato di coscienza superiore, accomunati entrambi da un’origine spirituale.
Lo Yoga, disciplina psicofisica che si inserisce in un percorso spirituale di emancipazione è presente in India fin dai tempi remoti: il primo testo sistematico sullo Yoga è lo Yoga sūtra di Patanjali, collocabile tra il II secolo a.C e il IV secolo d.C.. Lo Yoga appare ripetutamente nei trattati vedici che compongono il corpus delle Upanṣad, IX-IV secolo a.C.( in particolare la Śvetāśvatara) e nel Mahābhārata, il più grande poema epico dell’antichità, composto tra il IV secolo a.C. e il IV secolo d.C.. e trova un ruolo centrale nel Tantrismo che nasce nel VI secolo d.C, e nelle sofisticate scuole dello Śivaismo non duale del KaśmIr, IX secolo - XI secolo d.C.
In Occidente lo Yoga arriva nel 1893 con la partecipazione di Swami Vivekananda al Parlamento delle Religioni Di Chicago; si diffonde a partire dagli anni 1920 e tra gli anni 1940 – 1960 diventa popolare tra artisti e intellettuali. Negli anni 1990 lo Yoga si universalizza e, a partire dal 2013, con la grande mostra tematica Yoga: The Art of Transformation entra nei musei. Interessante sottolineare come negli ultimi 15 anni la pratica dello Yoga si sia integrata all’interno di spazi museali e gallerie d’arte con sessioni di pratica collegate alle mostre in corso, tra cui la recente offerta del MAAT – Museum of Art, Architecture and Technology – di Lisbona, collegata alla mostra Waves of Tranquillity. nel 2024.
“Le jardin Marguerite Yourcenar è il nome di un piccolo parco di pini che si trova a Ravenna. Un luogo magico, pacifico e rilassante, dove mi piace trascorrere del tempo e riprendere ciò che gli alberi stessi rilasciano sul terreno”
David Casini
L’opera Le jardin Marguerite Yourcenar è rappresentativa del lavoro ironico, sottile, concettuale di David Casini in cui natura, paesaggio, aspetto sonoro e libertà spesso si uniscono.
La piccola installazione scultorea in mostra trae origine dalla natura e trae il titolo dal nome di un piccolo boschetto di pini dell’entroterra ravennate, che l’artista sceglie come tragitto per raggiungere e per tornare dall’Accademia di Belle Arti dove insegna. Con consapevolezza l’artista attraversa l’ombra chiusa creata dai rami e cammina sul tappeto di aghi caduti: cinque minuti di attraversamento in questa natura trasformano le emozioni e i pensieri, l’ansia diviene quiete e lo stress, rilassamento. Da questo luogo provengono la corteccia e la radice che compongono l’opera, raccolti dall’artista durante la traversata creativa, e trattati secondo un restauro certosino. Frequentemente nel lavoro di David Casini convivono ready-made (elementi atipici sui quali l’artista interviene) e un certo tipo di scultura dall’aspetto artigianale, fatto a mano, quasi prezioso, che ne rivela le origine toscane, fiorentine. Così come, spesso, nel lavoro di David Casini c’è una parte legata al suono. In questo caso, per la specifica occasione, riproduce in modalità stereo una playlist di Mantra.
“Il mondo è dentro di noi, essendo uno specchio noi lo modifichiamo modificando noi stessi”
CuoghiCorsello
Trascendendo i limiti della realtà, con slancio tecnologico, le Sintografie - metodo di generazione dell'arte visiva AI - di CuoghiCorsello esplorano nuove affascinanti possibilità che sfidano i preconcetti ed ampliano gli orizzonti. In queste opere di natura artificiale trionfa la natura originale, e la perfezione dell’immagine sintetica riesce a rendere la meraviglia della potenza generatrice. In queste opere pare manifestarsi la natura ultima della realtà: la vacuità (Śūnya in sanscrito) intesa come pura possibilità, un vuoto che è in realtà un pieno di infinite possibilità. La stolta visione della realtà dettata dall’ego, che appare spontaneamente alla mente ordinaria, è qui evidenziata dalla compenetrazione totale nel creato da parte di un’umanità bambina, consapevole di essere artefice del proprio mondo, e quindi in grado di sradicare ogni sofferenza.
Oltre alle visionarie, nitide, inclusive opere sintografiche, in mostra anche un’installazione che indaga il tema dell’equilibrio: un bicchiere di vetro di Murano viola, unico sopravvissuto al terremoto del 2012 grazie al suo difetto di dondolare, ma che, come dichiarano gli artisti: “trova la sua stabilità nell’instabilità e ben rappresenta i concetti di unione, equilibrio, adattabilità, sincronicità e meriti che la scuola di Yoga insegna”.
“Questi dipinti sono il risultato colorato e disciplinato della concentrazione che si unisce alla libertà, un tentativo di assemblare quasi tutto, dal quasi nulla”.
Simona Saggion
La Meditazione diviene gesto pittorico nelle opere di Simona Saggion: una serie di piccoli dipinti e una grande tela, realizzati con la tecnica della pittura ad olio, assottigliata fino ad ottenere le trasparenze dell’acquarello. Una pittura astratta, realizzata attraverso una stesura “performativa”, guidata dall’ascolto di musica meditativa, in cui il desiderio di elevazione spirituale si fonde con il dolore fisico e il controllo mentale raggiunto con la concentrazione sembra attivare un processo di Nigredo. In queste opere, definite dall’artista “Mantra a colori”, Simona Saggion prende a prestito il linguaggio dei simboli nel canone dell’arte Indiana, nello specifico della pittura astratta Tantrica: nella cosmologia simbolica di segni dell’induismo tantrico gli ovoidi rappresentano il linga (da cui Shiva) e le forme più rotondeggianti il Bindu, punto di creazione, l'unione di Shiva e Shakti, la sorgente di energia potenziale.
Al centro delle tele monocrome dai colori vibranti emergono forme ovoidali e rotondeggianti nere, che arrivano potenti al nostro centro, prima ancora che al nostro sguardo, poiché rappresentano la prima fase della “Grande Opera” il buio del dolore dell’artista prima della rinascita spirituale. La serie è accompagnata dalla poesia ricamata Passo per il buio, scritta dall’Artista, che ben descrive la sua processualità e da un libro d'artista creato per la serie.
Yoga come Arte, Arte come Yoga. Visioni Contemporanee
Interno Yoga Bologna presenta
Śūnya, Bindu, Mantra
David Casini, CuoghiCorsello, Simona Saggion
A cura di
Isabella Falbo
Inaugurazione domenica 21 dicembre 2025 dalle 17 – 20
21 dicembre 2025 - 8 febbraio 2026
Interno Yoga, Via Vizzani 74/A, Bologna.
Orari di apertura: Dal lunedì al venerdì h.16-20. Sabato e domenica su prenotazione
Arte e Yoga sono atti creativi, due sistemi che si incontrano e dialogano: il programma espositivo Yoga come Arte, Arte come Yoga. Visioni Contemporanee, prende vita a Interno Yoga, scuola del Maestro Iones Tonelli, a Bologna, e si sviluppa dall’esperienza diretta della curatrice e yogini Isabella Luce Falbo.
La prima mostra Śūnya, Bindu, Mantra [Vacuità, Punto di Origine, Espressione Sacra] presenta un’installazione scultorea di David Casini (Montevarchi, Arezzo, 1973, vive e lavora a Bologna), sintografie e un’installazione di CuoghiCorsello (Monica Cuoghi, Mantova, 1965 e Claudio Corsello, Bologna, 1964. Vivono e lavorano a Bologna), la serie di dipinti meditativi di Simona Saggion (Zevio, Verona, 1991. Vive e lavora a Bologna), e sarà visibile dal 21 dicembre 2025 all’8 febbraio 2026.
Il programma espositivo Yoga come Arte, Arte come Yoga. Visioni Contemporanee si compone di mostre in cui i linguaggi dell’arte visiva contemporanea entrano in relazione con tematiche legate al complesso ed immenso corpus teorico-pratico dello Yoga. Coniugando e integrando Yoga e Arte in un’esperienza che unisce il sentire e la visione, il progetto mira a stimolare nuove modalità di pensiero, creando un ecosistema interdisciplinare che valorizza sia la dimensione formativa che la dimensione estetica, rafforzando il ruolo della scuola Interno Yoga, come luogo di ricerca, cultura e dialogo tra discipline.
Lo Yoga e l’Arte, tra le infinite definizioni che possono avere, sono mezzi primari di ricerca ed espressione di uno stato di coscienza superiore, accomunati entrambi da un’origine spirituale.
Lo Yoga, disciplina psicofisica che si inserisce in un percorso spirituale di emancipazione è presente in India fin dai tempi remoti: il primo testo sistematico sullo Yoga è lo Yoga sūtra di Patanjali, collocabile tra il II secolo a.C e il IV secolo d.C.. Lo Yoga appare ripetutamente nei trattati vedici che compongono il corpus delle Upanṣad, IX-IV secolo a.C.( in particolare la Śvetāśvatara) e nel Mahābhārata, il più grande poema epico dell’antichità, composto tra il IV secolo a.C. e il IV secolo d.C.. e trova un ruolo centrale nel Tantrismo che nasce nel VI secolo d.C, e nelle sofisticate scuole dello Śivaismo non duale del KaśmIr, IX secolo - XI secolo d.C.
In Occidente lo Yoga arriva nel 1893 con la partecipazione di Swami Vivekananda al Parlamento delle Religioni Di Chicago; si diffonde a partire dagli anni 1920 e tra gli anni 1940 – 1960 diventa popolare tra artisti e intellettuali. Negli anni 1990 lo Yoga si universalizza e, a partire dal 2013, con la grande mostra tematica Yoga: The Art of Transformation entra nei musei. Interessante sottolineare come negli ultimi 15 anni la pratica dello Yoga si sia integrata all’interno di spazi museali e gallerie d’arte con sessioni di pratica collegate alle mostre in corso, tra cui la recente offerta del MAAT – Museum of Art, Architecture and Technology – di Lisbona, collegata alla mostra Waves of Tranquillity. nel 2024.
“Le jardin Marguerite Yourcenar è il nome di un piccolo parco di pini che si trova a Ravenna. Un luogo magico, pacifico e rilassante, dove mi piace trascorrere del tempo e riprendere ciò che gli alberi stessi rilasciano sul terreno”
David Casini
L’opera Le jardin Marguerite Yourcenar è rappresentativa del lavoro ironico, sottile, concettuale di David Casini in cui natura, paesaggio, aspetto sonoro e libertà spesso si uniscono.
La piccola installazione scultorea in mostra trae origine dalla natura e trae il titolo dal nome di un piccolo boschetto di pini dell’entroterra ravennate, che l’artista sceglie come tragitto per raggiungere e per tornare dall’Accademia di Belle Arti dove insegna. Con consapevolezza l’artista attraversa l’ombra chiusa creata dai rami e cammina sul tappeto di aghi caduti: cinque minuti di attraversamento in questa natura trasformano le emozioni e i pensieri, l’ansia diviene quiete e lo stress, rilassamento. Da questo luogo provengono la corteccia e la radice che compongono l’opera, raccolti dall’artista durante la traversata creativa, e trattati secondo un restauro certosino. Frequentemente nel lavoro di David Casini convivono ready-made (elementi atipici sui quali l’artista interviene) e un certo tipo di scultura dall’aspetto artigianale, fatto a mano, quasi prezioso, che ne rivela le origine toscane, fiorentine. Così come, spesso, nel lavoro di David Casini c’è una parte legata al suono. In questo caso, per la specifica occasione, riproduce in modalità stereo una playlist di Mantra.
“Il mondo è dentro di noi, essendo uno specchio noi lo modifichiamo modificando noi stessi”
CuoghiCorsello
Trascendendo i limiti della realtà, con slancio tecnologico, le Sintografie - metodo di generazione dell'arte visiva AI - di CuoghiCorsello esplorano nuove affascinanti possibilità che sfidano i preconcetti ed ampliano gli orizzonti. In queste opere di natura artificiale trionfa la natura originale, e la perfezione dell’immagine sintetica riesce a rendere la meraviglia della potenza generatrice. In queste opere pare manifestarsi la natura ultima della realtà: la vacuità (Śūnya in sanscrito) intesa come pura possibilità, un vuoto che è in realtà un pieno di infinite possibilità. La stolta visione della realtà dettata dall’ego, che appare spontaneamente alla mente ordinaria, è qui evidenziata dalla compenetrazione totale nel creato da parte di un’umanità bambina, consapevole di essere artefice del proprio mondo, e quindi in grado di sradicare ogni sofferenza.
Oltre alle visionarie, nitide, inclusive opere sintografiche, in mostra anche un’installazione che indaga il tema dell’equilibrio: un bicchiere di vetro di Murano viola, unico sopravvissuto al terremoto del 2012 grazie al suo difetto di dondolare, ma che, come dichiarano gli artisti: “trova la sua stabilità nell’instabilità e ben rappresenta i concetti di unione, equilibrio, adattabilità, sincronicità e meriti che la scuola di Yoga insegna”.
“Questi dipinti sono il risultato colorato e disciplinato della concentrazione che si unisce alla libertà, un tentativo di assemblare quasi tutto, dal quasi nulla”.
Simona Saggion
La Meditazione diviene gesto pittorico nelle opere di Simona Saggion: una serie di piccoli dipinti e una grande tela, realizzati con la tecnica della pittura ad olio, assottigliata fino ad ottenere le trasparenze dell’acquarello. Una pittura astratta, realizzata attraverso una stesura “performativa”, guidata dall’ascolto di musica meditativa, in cui il desiderio di elevazione spirituale si fonde con il dolore fisico e il controllo mentale raggiunto con la concentrazione sembra attivare un processo di Nigredo. In queste opere, definite dall’artista “Mantra a colori”, Simona Saggion prende a prestito il linguaggio dei simboli nel canone dell’arte Indiana, nello specifico della pittura astratta Tantrica: nella cosmologia simbolica di segni dell’induismo tantrico gli ovoidi rappresentano il linga (da cui Shiva) e le forme più rotondeggianti il Bindu, punto di creazione, l'unione di Shiva e Shakti, la sorgente di energia potenziale.
Al centro delle tele monocrome dai colori vibranti emergono forme ovoidali e rotondeggianti nere, che arrivano potenti al nostro centro, prima ancora che al nostro sguardo, poiché rappresentano la prima fase della “Grande Opera” il buio del dolore dell’artista prima della rinascita spirituale. La serie è accompagnata dalla poesia ricamata Passo per il buio, scritta dall’Artista, che ben descrive la sua processualità e da un libro d'artista creato per la serie.
21
dicembre 2025
Śūnya, Bindu, Mantra
Dal 21 dicembre 2025 all'otto febbraio 2026
arte contemporanea
Location
Interno Yoga
Bologna, Via Pompeo Vizzani, 74/A, (BO)
Bologna, Via Pompeo Vizzani, 74/A, (BO)
Orario di apertura
Dal lunedì al venerdì h.16-20. Sabato e domenica su prenotazione
Vernissage
21 Dicembre 2025, dalle 17 – 20
Autore
Curatore
Autore testo critico




