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The Curse of Recursion
“The Curse of Recursion” è una mostra al crocevia tra archeologia dei media e studio della memoria tecnica. Il duo Dust Archive (Alberto Biasutti e Fabio Arnosti) lavora con nastri magnetici rinvenuti, trasformandoli in tracce materiali di un archivio “polveroso”.
Comunicato stampa
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“The Curse of Recursion” è una mostra situata all’incrocio tra l’archeologia dei media e la ricerca sulla memoria tecnica. Il duo Dust Archive (Alberto Biasutti e Fabio Arnosti) lavora con nastri magnetici ritrovati di origine sconosciuta — forse frammenti di una pratica musicale perduta, forse detriti sonori degli anni Settanta — utilizzandoli come fonte di nuove strutture di senso. I nastri suonano, si disgregano, si riscrivono da soli, generando ciò che Dust Archive definiscono la “the curse of recursion”.
La pratica del duo è radicata nella parafiction, che Carrie Lambert-Beatty descrive come una forma d’arte capace di produrre narrazioni funzionanti tra finzione e fatto. In questa zona di verosimiglianza, dove il documento diventa gesto artistico, Dust Archive proseguono la linea di Walid Raad e di The Atlas Group, spostandola però verso la materialità del medium. La loro finzione non riguarda gli eventi, ma la meccanica stessa della registrazione, della perdita e della trasformazione.
Il progetto può essere considerato una forma di pratica post-concettuale, così come intesa da Peter Osborne. In Dust Archive l’opera è simultaneamente oggetto, processo, documentazione e sua interpretazione. Ogni nastro è, allo stesso tempo, una traccia materiale della storia dei media, la sua decostruzione digitale, uno spettro visualizzato e una scultura sonora.
La ricorsione opera qui come un algoritmo: suono → analisi delle frequenze → immagine → nuova percezione → nuovo suono. Il principio del “feedback loop” cibernetico trasforma l’archivio in un sistema auto-generativo, in cui la ripetizione produce necessariamente variazione.
In questa logica Dust Archive entrano in dialogo con pratiche artistiche che trattano gli archivi sonori come materia viva: con William Basinski e “The Disintegration Loops”, dove il disfacimento del nastro magnetico diventa l’opera stessa, e con Steve Roden, nella sua concezione dell’ascolto come metodo e nella sua attenzione verso oggetti ordinari e trovati, capaci di produrre suono.
“The Curse of Recursion” è una mostra sulla memoria, intesa come qualcosa che non è mai stabile. Ogni tentativo di conservazione genera una nuova versione, ogni traccia diventa un’interpretazione. Laddove ci aspettiamo permanenza, Dust Archive mostrano il cambiamento.
La pratica del duo è radicata nella parafiction, che Carrie Lambert-Beatty descrive come una forma d’arte capace di produrre narrazioni funzionanti tra finzione e fatto. In questa zona di verosimiglianza, dove il documento diventa gesto artistico, Dust Archive proseguono la linea di Walid Raad e di The Atlas Group, spostandola però verso la materialità del medium. La loro finzione non riguarda gli eventi, ma la meccanica stessa della registrazione, della perdita e della trasformazione.
Il progetto può essere considerato una forma di pratica post-concettuale, così come intesa da Peter Osborne. In Dust Archive l’opera è simultaneamente oggetto, processo, documentazione e sua interpretazione. Ogni nastro è, allo stesso tempo, una traccia materiale della storia dei media, la sua decostruzione digitale, uno spettro visualizzato e una scultura sonora.
La ricorsione opera qui come un algoritmo: suono → analisi delle frequenze → immagine → nuova percezione → nuovo suono. Il principio del “feedback loop” cibernetico trasforma l’archivio in un sistema auto-generativo, in cui la ripetizione produce necessariamente variazione.
In questa logica Dust Archive entrano in dialogo con pratiche artistiche che trattano gli archivi sonori come materia viva: con William Basinski e “The Disintegration Loops”, dove il disfacimento del nastro magnetico diventa l’opera stessa, e con Steve Roden, nella sua concezione dell’ascolto come metodo e nella sua attenzione verso oggetti ordinari e trovati, capaci di produrre suono.
“The Curse of Recursion” è una mostra sulla memoria, intesa come qualcosa che non è mai stabile. Ogni tentativo di conservazione genera una nuova versione, ogni traccia diventa un’interpretazione. Laddove ci aspettiamo permanenza, Dust Archive mostrano il cambiamento.
19
dicembre 2025
The Curse of Recursion
Dal 19 dicembre 2025 al 13 gennaio 2026
arte contemporanea
Location
Alice nello spazio latente
Venezia, Salizada de le Gatte, 3191, (VE)
Venezia, Salizada de le Gatte, 3191, (VE)
Orario di apertura
Da martedì a sabato ore 11:30-14:30 e 15:00-18:00
Vernissage
19 Dicembre 2025, 19:00-22:00
Sito web
Autore






