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exibart prize incontra Cinzia Quadri
exibart.prize
di redazione
Come è iniziato il tuo percorso artistico? C’è un momento, un incontro o un’esperienza che ha segnato l’inizio della tua ricerca?
Fin da piccola, già dall’asilo, volevo dipingere e fare l’artista da grande, Nel tempo e con la scuola, ho seguito invece un percorso diverso, indirizzata dai professori e dai genitori, ma ho sempre mantenuto la pittura come la mia più grande passione e il mio principale e più profondo senso della vita, fino a creare pian piano il mio percorso. Ci sono diversi momenti che hanno segnato varie tappe e vari passi. Uno dei primi momenti, è stato quando ho iniziato la mia tecnica personale HindsightArt, fin da piccola riempivo spesso foglietti con dei segni/disegni astratti, ad un certo punto, a 24 anni, ho pensato di utilizzare quello stile che però rappresentasse un’immagine, cosa che poi, nel tempo, queste creazioni di momenti di ispirazione inconscia, che esprimono emozioni recondite attraverso una sua simbologia libera. ho inserito immagini intersecate tra loro, anche a parole, poesie, canzoni.
Dopo tempo, grazie all’ispirazione di un mio amico, abbiamo coniato il nome “Hindisight” a questo mio stile personale. Abbiamo scelto questa parola in quanto può essere vista da diverse angolature. Hind significa letteralmente “posteriore”, quindi unita a “sight”, che significa vista, diventa vista posteriore: cioè, vedere qualcosa da dietro: vedere le cose non così come ci appaiono, ma osservarle girandoci attorno, da varie angolature, anche opposte. Inoltre, nel linguaggio parlato, si traduce con “il senno di poi”, intendendo una coscienza di qualcosa dopo averla studiata, provata, assorbita. Perciò mi permette di dipingere tutto ciò che mi circonda da angolature diverse, creando una poetica di nuova coscienza, frutto dell’esperienza e del suo stesso assorbimento, inserendo in ogni quadro diversi soggetti, parole, immagini, creando opere complesse che nascondono tanti dettagli e particolari, a cui bisogna prestare attenzione, per arrivare ad un’interpretazione profonda e completa del quadro, che diventa, non solo un quadro, ma un racconto, un libro ,una storia da ricercare, capire, interpretare ed immaginare oltre a ciò che si vede.
Quali temi o domande guidano il tuo lavoro oggi? Cosa ti spinge a sviluppare nuove opere?
I temi sono vari, ma che girano attorno alla vita, come l’amore, la ricerca dell’amore, dei sentimenti, la natura, ma anche temi impegnativi come problemi sociali come ad esempio gli incidenti stradali, femminicidi, Covid; e temi più spirituali e interiori, alla ricerca della rappresentazione dell’energia dell’essere oltre la vita. Spesso utilizzo poesie o canzoni, da cui mi ispiro e che inserisco nei quadri.
Cosa mi spinge a sviluppare nuove opere? A volte me lo sono chiesto, ma non ho una vera risposta, è come una forza interiore profonda per comunicare qualcosa in modo creativo ed originale, oltre al voler cercare di migliorare sempre di più il mio stile.
Che ruolo giocano i materiali e le tecniche nella tua pratica? Come scegli gli strumenti espressivi con cui lavorare?
In genere cerco o scelgo un’idea in base al materiale che voglio utilizzare, mi piace sperimentare vari supporti, anche acciaio, stoffa, alluminio, e in base al supporto utilizzo i colori adeguati al supporto, da lì nasce tutto, elaboro l’idea adatta per il supporto.
Ultimamente, invece, ho realizzato un quadro sulla tecnologia, un progetto per una mostra collettiva, a cui ho partecipato, dal titolo “Interferenze Naturali di Mater-IA”, esplorazioni artistiche del femminile tra ecologia, materia e tecnologia, tenutasi a Sabbioneta, e ho scelto uno specchio come supporto, per rappresentare questi apparecchi tecnologici, che siano i nostri computer, o, soprattutto, i nostri smartphone, che ci accompagnano ogni giorno, e li utilizziamo per ogni cosa, sia superflua che importante, e diventano come il nostro specchio.
Puoi parlarci di un’opera o un progetto a cui sei particolarmente legata? Cosa rappresenta per te e quali sfide ha comportato?
Una delle ultime mie opere a cui sono molto legata è il quadro “Here with me”, nato dalla canzone omonima di Dido, in un giorno al mare, distesa in relax, in cui l’ho ascoltata in loop tutto il giorno. In questo quadro ci sono figure femminili che nascono dall’acqua, dal mare, e figure maschili che escono dalle nuvole, dall’aria (acqua e aria due elementi vitali).
Ogni figura femminile, con capelli lunghissimi che diventano onde (simbolo di femminilità, fertilità, bellezza, libertà, nascita) si tende verso una figura maschile e viceversa. Sotto ci sono le conchiglie, simbolo di rinascita, fertilità, purificazione e viaggio spirituale, e sotto alla figura femminile principale e centrale, c’è una conchiglia, un richiamo voluto alla Venere del Botticelli, e ai lati ci sono rose blu, a rappresentare l’amore eterno.
Può essere interpretato in diversi modi, il primo, come la canzone, un amore che se n’è andato, ma che si desidera non dimenticarlo, come immortalare quel momento, un altro la ricerca dell’amore della propria vita e un terzo un amore che non c’è più, ma che ci si sente oltre la vita, oltre ogni dimensione. Rappresenta i tumulti della vita che si affrontano e che si superano, con la forza interiore, con la natura e tutto ciò che ci circonda.
La sfida più grande è stata rielaborare l’immagine che mi si era creata dentro quel giorno al mare, e ricrearlo in disegno e trasformarlo pian piano, riuscendo ad inserire anche il testo della canzone e la mia HindsightArt, senza coprire troppo la parte sotto, e che avesse un tono equilibrato nel tutto, in modo un po’ diverso dai quadri precedenti.
Come affronti la fase di ricerca e sviluppo di un progetto? Segui un metodo o un processo specifico?
Cerco di concentrarmi per cercare l’idea giusta, l’ispirazione che mi emoziona di più, non ho un vero e proprio processo specifico, ma in genere dopo aver visualizzato nella mia mente l’idea cerco di crearla e rielaborarla su foglio di carta, con uno schizzo a matita, prima di iniziare a riportarla sul quadro e vero e proprio, idea che poi comunque matura pian piano con l’avanzamento del lavoro.
Quali sono le principali sfide che incontri come artista oggi? E come cerchi di superarle?
Le sfide più grandi oggi sono cercare di farsi conoscere, in un mondo vasto e ricco di artisti, con uno stile fuori da ogni moda e difficile da comprendere, soprattutto vedendo solo una foto in internet. Ma cerco di partecipare a mostre collettive, a concorsi, creo ed aggiorno i miei siti e pagine internet e, soprattutto, cerco sempre di migliorare, sia la tecnica che la composizione del quadro, che la ricerca dei colori, dei materiali e dei supporti.













