19 dicembre 2025

La GAMeC di Bergamo dedicherà il programma del 2026 alla pedagogia

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In attesa dell’apertura della nuova sede, la GAMeC di Bergamo presenta il programma del 2026 dedicato all’educazione: in calendario due mostre di Ana Silva e Selma Selman e un intervento di Fosbury Architecture

GAMeC

Con Pedagogia della speranza, la GAMeC di Bergamo presenta il programma espositivo e culturale per il 2026, un anno di transizione verso la nuova sede – che dovrebbe aprire nel 2027 nell’ex Palazzetto dello Sport e interamente dedicato al tema dell’educazione. Dunque, sotto la direzione di Lorenzo Giusti, il museo allinea il proprio asse curatoriale sull’apprendimento, inteso come pratica condivisa, strumento di emancipazione e dispositivo di trasformazione sociale, intrecciando arte contemporanea, pedagogia e cultura tecnico-scientifica in un percorso che prepara idealmente l’istituzione alla prossima fase della sua storia. Il riferimento teorico è al pensiero di Paulo Freire e alla sua Pedagogia della speranza, riletta e attualizzata alla luce delle trasformazioni contemporanee, dai processi di apprendimento indotti dagli algoritmi digitali alla crisi delle forme tradizionali di trasmissione del sapere.

GAMeC, Bookshop, Ph. Paolo Biava

Il programma 2026 sarà quindi scandito da incontri, seminari, workshop e tavole rotonde che attraverseranno l’intero anno, coinvolgendo pubblici diversi per età, provenienza e formazione. Fulcro di questa impostazione sarà un ampio Public Program interdisciplinare. In estate, il Palazzo della Ragione verrà trasformato dal collettivo Fosbury Architecture in un laboratorio permanente di sperimentazione pedagogica, una piattaforma modulabile che accoglierà attività culturali, momenti di confronto e pratiche di co-apprendimento. La Sala delle Capriate diventerà così uno spazio simbolico e operativo, in cui l’educazione si manifesta come relazione e processo aperto.

Ana Silva Sem título [Untitled], 2025 ricami, acrilico, pigmenti naturali e glitter su fliselina e crinolina embroidery, acrylic, natural pigments and glitter on interlining and crinoline 223 x 151 cm Courtesy Ana Silva and A Gentil Carioca, Rio de Janeiro
Ad accompagnare il programma, le mostre di Ana Silva e Selma Selman, entrambe concepite a partire da esperienze educative e laboratoriali. Eau, il progetto di Silva, artista di origini angolane, classe 1979, affronta il tema dell’accesso all’acqua potabile attraverso il linguaggio del ricamo, intrecciando pratica artistica, collaborazione e denuncia sociale. Artista bosniaca, nata nel 1991, Selman concentra il suo lavoro sul terreno dell’identità, dell’autodeterminazione e della pratica del “learn to unlearn”, proponendo l’educazione come strumento di resistenza, anche in contesti segnati da forti disuguaglianze.

Selma Selman Motherboards (The First Wedding), 2023 Oil paint on our Mercedes Benz hoods Installation view at Röda Sten Konsthall, Göteborg Courtesy of the artist and Röda Sten Konsthall Photo: Hendrik Zeitler

Accanto alle mostre e al Public Program, proseguiranno le attività di Radio GAMeC, con un nuovo palinsesto dedicato alle pratiche educative contemporanee e un ricco calendario di visite, laboratori e percorsi sperimentali rivolti a scuole, famiglie e adulti, rafforzando il ruolo del museo come presidio educativo sul territorio.

In parallelo proseguono anche i lavori per la nuova sede della GAMeC, destinata ad aprire nel 2027. Il museo troverà casa nell’ex Palazzetto dello Sport di via Pitentino, edificio costruito nel 1962 e storicamente legato alla vita sportiva cittadina, che sarà oggetto di un importante intervento di riqualificazione dal valore complessivo di 18 milioni di euro. Lo spostamento, in termini urbani, sarà minimo: il nuovo edificio dista poco più di 300 metri in linea d’aria dall’attuale sede e si colloca a circa 500 metri dall’Accademia Carrara, rafforzando ulteriormente il polo culturale dell’area.

Il progetto architettonico, coordinato dallo studio C+S Architects di Carlo Cappai e Maria Alessandra Segantini, manterrà la forma originaria dell’impianto sportivo, con l’ingresso principale orientato verso piazzale Oberdan. Una scelta che riflette la volontà di conservare la memoria dell’edificio, trasformandolo al tempo stesso in un’infrastruttura culturale contemporanea.

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