25 dicembre 2025

Riscoprire il cinema: due film al giorno, da Natale a Capodanno

di

Non uno, ma due titoli al giorno, dal 25 al 31 dicembre. Da Kubrick a Tim Burton, ecco la nostra selezione di "double features" assolutamente non convenzionali

film natale capodanno
Neil Simon, Invito a cena con delitto, 1976

Immaginate una specie di quadro in movimento che faccia compagnia – forse più da sfondo – durante le feste, che vi richieda qualche sguardo e nulla di più. Immaginate che dentro questa ipotetica cornice ci sia un film capace d’integrare l’atmosfera delle feste. Ebbene, ecco un piccolo prontuario filmico natalizio pronto per voi, tra qualche titolo noto, qualche nome tralasciato, qualche perla osata, attraverso un’ipotetica lista di double features (doppie visioni) da seguire giorno per giorno tra il 25 dicembre e l’ultimo dell’anno. Un’unica regola: un film natalizio non deve per forza essere ambientato a Natale. State a vedere.

25 Dicembre

S.O.S. Fantasmi (Scrooged), di Richard Donner, 101′, Commedia/Fantastico, 1988 (USA)

Il giorno di Natale decidiamo di ricordare che la notte l’abbiamo passata, insonni, in compagnia di tre fantasmi che ci hanno fatto la morale su cosa conta davvero nella vita. Vi suona familiare? Beh, a questo giro il Christmas Carol di Dickens è ambientato a Manhattan alla fine degli anni Ottanta, è diretto dal regista di Arma Letale e, a far le veci di Ebenezer Scrooge, c’è un produttore TV interpretato da Bill Murray. Se non siete morti di risate dopo aver visto il finto trailer che apre il film (La notte in cui la renna morì, in cui l’uomo bionico e Babbo Natale prendono a fucilate una banda di terroristi psicopatici) sopravviverete anche al finale melenso, unica pecca di un film altrimenti divertentissimo.

Hook – Capitan Uncino, di Steven Spielberg, 142′, Fantastico/Avventura, 1991 (USA)

A proposito di melasse, proseguiamo con Hook – Capitan Uncino, il film di Spielberg meno amato da Spielberg, che ha momenti di intrattenimento maturo alternati a bazzecole lacrimogene. In generale, però, rimane uno spettacolo per gli occhi con almeno quattro scene memorabili (una su tutte quella della scoperta del rapimento), un protagonista in stato di grazia, un villain che è “il” Villain e una serie di camei d’antologia. Insomma, qualche eccesso di saccarosio possiamo pure perdonarglielo.

26 Dicembre

58 Minuti Per Morire (Die Harder), di Renny Harlin, 124′, Azione, 1990 (USA)

Si è dibattuto a lungo se considerare Die Hard un christmas movie oppure no. Bruce Willis e Macaulay Culkin (lui sì, protagonista di un film del genere per eccellenza) sostengono di no. Tanti altri (quasi tutti) sostengono il contrario. Noi non vogliamo entrare nella diatriba e quindi giocheremo d’astuzia: invece di Die Hard (1988), opteremo per il suo sequel del 1990, Die Harder – 58 Minuti per Morire (mai traduzione fu più incomprensibile) che, sotto la mano ferma di Renny Harlin, ricodifica lo schema del capostipite di John McTiernan e lo “natalizza” ancora di più spostando l’azione nel nevoso aeroporto di Washington-Dulles. Cattivi internazionali, Franco Nero, canottiere sudate, battute nei momenti più improbabili, amicizie improvvisate tra una sparatoria e un caffè e Bruce Willis ancora dotato di capelli, ma soprattutto con le scarpe ai piedi. Secondo una piccolissima cerchia, il secondo episodio è addirittura migliore del primo.

Eyes Wide Shut, di Stanley Kubrick, 159′, Drammatico/Thriller, 1999 (UK/USA)

Visto che siamo in vena adulta, proseguiamo con il film di Natale più osé degli ultimi 30 anni: Eyes Wide Shut (1999), l’ultimo capolavoro di Stanley Kubrick. Il regista/paradigma, oltre a creare una nuova serie di icone (Cruise & Kidman, l’orgia mascherata, eccetera), ha l’abitudine di girare tutti i suoi film in casa, anche a costo di far camminare le superstar milionarie su dei tapis-roulant con retro proiezioni di New York. In questo film tutto è memorabile: un dramma erotico tratto da Schnitzler che ha l’andatura di un horror e suggella in maniera sublime uno stile senza tempo. Però, prima conviene mettere a letto i bambini.

27 Dicembre

Black Christmas, di Bob Clark, 98′, Horror, 1974 (CAN)

L’ennesima serata di tombolate va sfruttata per riscoprire i grandi archetipi dell’horror. Come Black Christmas, che è considerato addirittura considerato il primo “vero” slasher all’americana. Un cast di stelle anni Settanta – Keir Dullea, Margot Kidder, Olivia Hussey e John Saxon – si muove sotto un assedio inarrestabile. Sembra di stare sul set di Gremlins mentre in giro c’è una mano feroce e inesorabile che, tra neve e sangue, anticipa le malefatte di Micheal Myers e Jason Voorhees in una muta codifica delle stesse atmosfere “geografiche” presenti in un film d’un paio d’anni precedente: ve ne parliamo nel paragrafo successivo, la seconda visione della giornata.

Bloody Night Deadly Night (Death House), di Theodore Gershuny, 83′, Horror, 1972 (USA)

Ed eccolo: Bloody Night Deadly Night appena riscoperto e oggi disponibile legalmente anche su Youtube. Qui troverete messa in scena povera, tanta atmosfera marrone e molta tensione; in scena ci sono Mary Woronov – bellezza androgina uscita dalla Factory di Andy Warhol – e il mitico John Carradine. Un cult per molto tempo dimenticato.

28 Dicembre

Parenti Serpenti, di Mario Monicelli, 105′, Commedia/Drammatico, 1992 (ITA)

Abbiamo rinunciato ai soliti grandi classici tipo La vita è meravigliosa (Frank Capra, 1946) non perché non ci piacciano, ma perché il tentativo di questo prontuario è quello di riscoprire qualcosa. Però dobbiamo anche convenire che di qualche classico c’è bisogno; quindi ecco Parenti Serpenti (1993), film che includiamo nella nostra rassegna proprio nel giorno intitolato ai Santi Innocenti. Peccato, però, che in questo bailamme corale ambientato a Sulmona (e co-scritto da Suso Cecchi d’Amico) proprio nessuno sia innocente. Anzi, cinismo a iosa, umorismo amarissimo e finale col botto.

Regalo di Natale, di Pupi Avati, 101′, Drammatico, 1986 (ITA)

La nostra double feature prosegue con Regalo di Natale, un’opera esemplificativa dello stile rarefatto di Pupi Avati, probabilmente uno dei suoi miglior film degli anni Ottanta, un’operetta capace, in pochi tratti, di riassumere un’epoca al tramonto. Attraverso il poker della borghesia italiana, il film del maestro bolognese incede come l’aneddoto di uno zio, con lo stile dimesso di una Y10, attraverso la metafora di tutte le sconfitte provinciali. All’epoca fu, insieme a quelli di Giuseppe Bertolucci e Gabriele Salvatores, uno degli interventi che trassero Abatantuono fuori dall’impasse del “terrunciello”. Il film sarà seguito da una (consigliatissima) Rivincita di Natale nel 2004.

29 Dicembre

Il Leone d’inverno, di Anthony Harvey, 138′, Storico/Drammatico, 1968 (UK)

Dopo tanto pauperismo si rientra nei ranghi del cinema epico. Notte di Natale dell’anno 1183, nel freddo castello del vecchio e licenzioso re Enrico II Plantageneto, i figli Riccardo Cuor di Leone, Giovanni Senzaterra (sì, quelli di Robin Hood) e Goffredo attendono la mamma Eleonora d’Aquitania, appena rilasciata dalla torre in cui è stata imprigionata dal marito. Lo scopo della reunion familiare è quello di annettere l’Aquitania, ma anche di cianciare amorevolmente su quanto lei e il Re se la fossero spassata da giovani, di quanto Giovanni sia tonto, di quanto Riccardo sia segretamente innamorato del futuro Re di Francia… Anthony Hopkins, Peter O’Toole, Katharine Hepburn e Timothy Dalton in un film da triplo Oscar, oggi un po’ dimenticato, una specie di apocrifo shakespeariano che unisce l’eloquio brillante contemporaneo all’estetica dei drammi storici del bardo.

Invito a cena con delitto (Murder by death), di Robert Moore, 94′, Giallo/Commedia, 1976 (USA)

A seguire, un altro pezzo di splendore drammaturgico a firma Neil Simon: Invito a cena con delitto. Un gioiellino che mette insieme tutte le grandi icone del “giallo ingiallito” e le fa interpretare a dei pesi massimi: David Niven, Peter Falk, Maggie Smith, Alec Guinness, Peter Sellers. A un certo punto c’è anche Truman Capote. Incredibile, non è vero? Non strettamente un christmas movie, ma di certo non manca quell’atmosfera che lo rende perfettamente abbinabile ai camini e alle luminarie di casa.

30 Dicembre

Batman – Il ritorno, di Tim Burton, 126′, Fumettistico/Avventura/Horror, 1992 (USA)

Sta per avvicinarsi la fine dell’anno. Nel tardo pomeriggio c’è bisogno di un giocattolone che riunisca il film per ragazzi, la cattiveria adulta, tutto il dark humour di Tim Burton e un cast di incredibile memorabilità. Eccolo: il miglior cinecomic mai realizzato, fatto in un’epoca in cui il concetto di cinecomic (per fortuna) non esisteva neanche e che, in mano al regista americano, trasforma le avventure dell’eroe di Bob Kane in un freakshow partorito dalla mente dei Cure. A meno che Emma Stone non accetti il ruolo di cui si rumoreggia, Michelle Pfeiffer rimane ancora oggi, a distanza di 35 anni, la Catwoman definitiva.

L’ultimo Capodanno, di Marco Risi, 100′, Grottesco, 1998 (ITA)

Prepariamo i festeggiamenti con un’altra bella dose di veleno. L’ultimo Capodanno è tratto da un racconto corale di Niccolò Ammaniti, scrittore italiano che nel 1998 andava fortissimo. Oggi il film è stato riscoperto (addirittura torna al cinema proprio in questi giorni), anche se mostra un po’ la corda. In ogni caso, alla pellicola di Marco Risi non si possono negare alcuni meriti indiscutibili: quello di aver contribuito a lanciare alcuni degli attori del nostro attuale star-system e quello di aver offerto una chance cinematografica al celebre discorso del “sindaco di Palomonte, Contursi Terme e Oliveticetro”.

31 Dicembre

Strange Days, di Kathryn Bigelow, 145′, Fantascienza/Azione/Drammatico, 1995 (USA)

Per anni confinato alle terze e quarte serate e oggi quasi dimenticato, Strange Days è un cult colossale troppo poco celebrato, ma a un passo dall’essere considerabile il Blade Runner degli anni Novanta. Dentro c’è tutto: la colonna sonora pazzesca, la profezia distopica (e ci ha quasi azzeccato), il film natalizio, l’action, il musical, il dramma, le fashion victims, gli “ehi amico!” e la produzione da film di James Cameron. A dirigerlo, poi, c’è la sua ex moglie, Kathryn Bigelow, una regista straordinaria. Il fatto che da noi si parli così raramente di quest’oggetto cangiante e bellissimo rimane un po’ un mistero. Forse sulle menti di qualche cinefilo italico troppo solerte pesa ancora lo stigma della battuta fatta da Nanni Moretti in Aprile (1997). Ma questa è solo un’ipotesi di cui ci interessa poco: perché guardare Strange Days l’ultimo giorno dell’anno è proprio una goduria. 

200 cigarettes, di Risa Bramon Garcia, 101′, Commedia, 1999 (USA)

A questo punto, la nostra ultima double feature chiuderebbe con una perlina coloratissima e dimenticata: 200 cigarettes, un’immersione massiva nella New York no-wave ’79/’80, una grossa facezia corale che ci dimostra che Paul Rudd ha bevuto dalla fiala dell’eterna giovinezza. Se amate il punk, After Hours di Scorsese e i taxi gialli, e se siete fan di Elvis Costello, Courtney Love e i Goonies, non cambiate canale. In caso contrario potete anche concludere l’anno con il bacio tra Ralph Fiennes e Angela Bassett del film precedente. Anzi, forse non è una cattiva idea. Alla faccia di Nanni Moretti.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui