16 maggio 2005

fino all’1.VI.2005 Urs Fischer – Jet Set lady Milano, Istituto dei Ciechi

 
Un enorme albero metallico spunta dal pavimento. Una casetta di pane e la stanza che la ospita si trasformano in una grande voliera per cocorite. Nessuna allucinazione, è la nuova mostra della Fondazione Trussardi...

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Urs Fischer (Zurigo, 1973) è un artista assolutamente contemporaneo, per attitudini e tematiche. Lavora sugli oggetti del quotidiano, remixandolo, aggiungendo e togliendo dettagli. Gioca con gli stilemi della storia dell’arte e con la cultura “pop” per far si che la prospettiva visiva e concettuale dei suoi oggetti si rovesci di colpo, spiazzando tutti. Almeno nell’intenzione.
Dopo una serie di partecipazioni ad importanti mostre, Fischer fa capolino a Milano, e presenta per la Fondazione Nicola Trussardi il progetto Jet Set Lady, curato da Massimilano Gioni. Un allestimento aulico e insieme bizzarro, lucido e ghignante. Entrando nella prima grande sala del palazzo in via Vivaio, monumentale si erge un pesantissimo albero metallico alto più di 8 metri, fitto di cornici che mostrano 2000 disegni colorati: è la scultura che da il titolo alla mostra. Il grande arbusto si giustappone idealmente ad un’architettura fragilissima, o meglio “friabilissima”. Nell’ultima stanza troviamo infatti una fiabesca casetta di pane annunciata, percorrendo lo spazio, da molte briciole e dagli adetti alle sale che ci invitano a prestare attenzione al pavimento scivoloso.
Bread House è il didascalico titolo di quest’opera, precedentemente allestita nella galleria Gavin Brown di New York. Un piccolo chalet roso da milioni di tarli, che fa venire voglia di saggiarne la consistenza per vederlo sbriciolarsi tra le mani. Ci si accontenta di girarci attorno, e al massimo di varcarne la soglia per accorgersi che una dozzina di pappagallini colorati abitano già quella casetta e probabilmente se ne nutrono.
Indubbio il fascino visivo di questa operazione e la capacità di Fischer di lavorare nel contesto programmando il momento dell’inatteso. Spingendoci a riflettere sulla duplicità dello spazio (è un esterno o un interno?) e sull’identità delle cose (naturali o artificiali?). Ma soprattutto di far vivere la sensazione al visitatore di percorrere un allucinatorio diorama.
Tra le due sculture, se ne colloca una terza piccola ma significativa: dal soffitto pende un filo di nylon con appeso un frutto composto da una mezza mela e una mezza pera, uniti e arrangiati con una grande vite che li stringe insieme. La piccola opera (già esposta alla terza edizione di Manifesta) è simbolica del lavoro dell’artista: il gusto del paradosso, le forzate convivenze tra dicotomie e tra nature opposte. Come nell’albero rivestito da un aspetto industriale e mediatico, dove il “fogliame” è in realtà una selva di disegni ispirati e appartenenti a tutto quel mondo di riviste, e di carta stampata dove serpeggiano le icone contemporanee e le jet set ladies.
Così anche questa mostra si colloca lungo una linea visiva e culturale che omogeneizza gli artisti che si susseguono alla Fondazione Trussardi. Autori che condividono temi e la medesima cifra stilistica, basti pensare all’intervento di Elmgreen e Dragset, con la loro roulotte che sbucava nel centro della galleria Vittorio Emanuele.

Il surreale ed improbabile video di John Bock in Stazione Centrale e i bimbi appesi all’albero di Maurizio Cattelan che, probabilmente di tutto questo è il maggior ispiratore e che ad oggi vanta epigoni anche illustri.
Una chicca? L’evento offre la possibilità alla città di visitare i bellissimi spazi affrescati dell’Istituto dei Ciechi, sede del noto istituto benefico della città. Restano dei dubbi sull’idea di presentare proprio in questo spazio, dedicato ai cittadini portatori di un handicap visivo, un artista in fondo così decorativo come Fischer.

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John Bock
Maurizio Cattelan

riccardo conti
mostra visitata il 3 maggio 2005


Urs Fischer, fino al 1 giugno 2005
Tutti i giorni dalle ore 10:00 alle ore 20:00
Ingresso libero
Istituto dei Ciechi di Via Vivaio 7, Milano. metropolitana Palestro
A cura di Fondazione Nicola Trussardi – Piazza della Scala, 5 – 20121 Milano
T. +39 028068821, F. +39 0280688281, M. +39 335231469
E. press@fondazionenicolatrussardi.com / www.fondazionenicolatrussardi.com


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6 Commenti

  1. Caro Conti, secondo lei a Gioni e alla Fondazione Trussardi gliene importa davvero qualcosa di dove collocano le loro ‘opere d’arte’?
    Non hanno avuto mezza remora nel collocare in pubblico dei bambini impiccati. Fare una mostra di disegnetti e belle trovate in casa di non vedenti è il meno.

    Pavel N.

  2. è una mostra interessante,psicofisica e sémiotica con un senso di pienitudine e leggerezza,
    di buona fattura,i cocoriti sono graziosi e simpatici, ringrazio l’autore e Beatrice T.
    il”CHE”crociato.

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