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fino al 29.X.2005 Vincenzo Cabiati – Romantico Terragni Torino, e/static
torino
Terragni romantico? Quello della Casa del Fascio? Suona stonato il titolo della mostra di Cabiati, nello spazio torinese che tanto si sta impegnando sul fronte della sound art. Ma non solo...
Uno spazio, gestito da Carlo Fossati, bianchissimo e luminoso, un po’ discosto dalla zona a più alta concentrazione di gallerie d’arte contemporanea. E un progetto speciale che ha passato il vaglio della giuria di Artissima e sarà installato in fiera, nell’ambito di quell’Art Unlimited sabauda che l’anno scorso ha riscosso un discreto interesse.
Fin qui il contesto. Ma il titolo della mostra di Vincenzo Cabiati continua a richiedere una spiegazione. Forse nemmeno Dan Graham è riuscito a scalfire il razionalismo un po’ carré del celeberrimo Terragni, da qualche tempo “riscoperto” anche in terra natìa, specie da quando a interessarsene è un’archi-star come Peter Eisenman. Ebbene, Terragni resta quel che è, com’era prevedibile. Semplicemente (?) Cabiati lavora con le giustapposizioni, creando frizioni cromatiche, distonie figurali e attriti formali. Giustappone, nel senso che non opera sintesi e non intende portare a termine il procedimento dialettico. In altri termini, gli elementi che pone a confronto, siano essi due, tre o quattro, restano sé stessi appena li si voglia scorporare dall’insieme in cui sono calati.
Per esempio, cominciando proprio da Romantico Terragni, una sorta di teca installata a parete. Sul fondo, un tramonto dipinto in rosso e arancio accesi non pretende di assurgere ad alcuna mimesis, tanto che in alcuni punti si “scolla” dal supporto evidenziando il suo essere rappresentazione. Sul piano del supporto, una rudimentale maquette della ormai ex Casa del Fascio è realizzata con pochi elementi in legno chiaro. Infine, sulla lastra frontale del parallelepipedo, è stampato un fotogramma della Chinoise di Godard: un volto in primo piano, in b/n e parzialmente trasparente, con un enigmatico sorriso e le mani che quasi ricordano un gesto di preghiera islamico. È tutta questione di punti di vista. Osservando frontalmente il lavoro, diciamo focalizzandosi sul mento della giovane, il volto permette di osservare un Terragni che si staglia sul tramonto.
Poi è sufficiente spostarsi di appena qualche centimetro e i tre elementi saranno ognuno ben visibile nella loro autonomia e conflittualità con gli altri.
Un effetto ancor più riuscito in Philippe Parreno in visita all’asilo Sant’Elia, un lavoro straordinario, che accosta l’asilo del titolo -una realizzazione meno nota dello stesso Terragni-, un “ritratto” di Parreno fuori scala e una lastra stampata sulla “teca”, ora divenuta quasi un light-box naturale, che pare un controluce. Ineffabile e indescrivibile diviene Terragni, la razionalità costretta a cedere il passo all’alchimia, se ci si perde nei giochi di luce e ombra; mentre basta ancora una volta osservare da un punto di vista più laterale e la magia rivela i suoi trucchi. Forse sta proprio qui la “critica” di Cabiati all’architetto: con poche mosse si può dare scacco a un impianto ideologico ritenuto incrollabile. E con un numero altrettanto ridotto di mosse si può far autodistruggere l’antidoto stesso. Una lezione di esprit critique ottico profondamente politico, a guardar bene. A meno che il gioco di specchi non abbia ingannato anche chi scrive, il che è assolutamente possibile e financo probabile, com’è iscritto nel lavoro di Cabiati.
Altri due lavori completano la personale. Al centro della sala, su un tavolo anch’esso in legno chiaro, sta un’enorme teca che contiene vasi appena visibili, poiché i cinque piani offerti alla vista dello spettatore sono stampati con immagini tratte da una pellicola estremorientale che proprio d’un ceramista trattava (La casa del ceramista innamorato). E infine, sulla parete di fondo dello spazio, Capri ripropone con forza e grande impatto l’antitesi fra elementi differenti. Per un viaggio dell’immaginazione che non termina affatto quando si saranno identificati nella loro rispettiva “realtà”.
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mostra visitata il 15 ottobre 2005
Vincenzo Cabiati – Romantico Terragni
e/static, Via Parma 31 – 20152 Torino – Orario: da mercoledì a sabato 16-19
Ingresso libero – Info: tel. +39 011235140; info@estatic.it; www.estatic.it
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