18 maggio 2006

fino al 28.V.2006 James Whitlow Delano Venezia, Schola dei Battioro e Tiraoro

 
Un reportage che racconta dieci anni di viaggi in Cina. Testimonianza di un paese eroso dalla spinta verso il nuovo. E un artista che crede ancora nell’autenticità dell’esperienza individuale...

di

James Withlow Delano è un artista coraggioso. Di fronte ad un’estetica postmoderna che non fa altro che mettere in crisi l’esperienza soggettiva con opere improntate alla concettualità più estrema o ad una superficialità trendy, le sue istantanee propongono un punto di vista preciso, semplice, ribadendo il valore del giudizio personale. È un artista convinto di avere qualcosa da dire. E lo dice, anche senza un editore.
Dopo aver studiato a New York e a Los Angeles con fotografi come Annie Leibovitz e Greg Gorman, abbandona il mondo delle celebrità e intraprende una serie di viaggi nelle foreste pluviali dell’Asia, e soprattutto in Cina. In dieci anni compie più di 50 viaggi nell’ex-Impero del Sole, con una Leica e lenti da 35 mm, che lo costringono ad avvicinarsi al soggetto per fotografarlo. Il suo è un tentativo di familiarità, di comprensione, di “cattura” di ciò che eternamente sfugge, e che sembra rappresentare l’anima stessa della Cina: la spinta propulsiva, il cambiamento. Da Impero, a Repubblica Popolare, a mostro di industrializzazione in grado di spaventare l’Europa. Chi si è recato in Cina assicura che è possibile recarsi nello stesso luogo dopo due anni e non riconoscerlo: è la faccia di un paese la cui corsa verso il futuro ne sta erodendo la sostanza.
Ed è proprio nelle zone di erosione che si è spinto Delano: niente folklore, né futurismo. Lo interessano le zone di confine, dove la realtà è un campo di scontro tra vecchio e nuovo, dove l’identità diventa precaria, fragile, poetica. I suoi soggetti sono individui occupati nelle faccende quotidiane, occupati a sopravvivere senza sapere dove la vita e il grande cambiamento che li circonda siano diretti: operai, mendicanti, mamme, bambini, ragazzi, pescatori, abitanti della metropoli. Anche il paesaggio non ha niente di definitivo: giardini e case identiche da millenni, e ponti in costruzione.
Uno scatto di James Whitlow Delano Abbondano i luoghi di passaggio: la fermata dell’autobus, strade, fiumi che scorrono. Il bianco e nero è la sintesi più efficace di questa precarietà: ha la grazia dell’arte antica dell’Impero, e la fumosità dell’aria in cui le fabbriche sbuffano carbone. Tuttavia, ciò che conta veramente non sono il soggetto o la tecnica, quanto la straordinaria capacità di Delano di cogliere il mutamento nel momento in cui si manifesta, un secondo prima dell’assenza: un giovane seduto in bilico sul marciapiede, lo sguardo in camera di un bimbo durante un incidente stradale, l’unione di un passante e una nuvola. Il mondo che per un attimo tocca lo stato di grazia. Come nelle foto di Bresson, suo méntore dichiarato. E anche la sfocatura va bene, se ha la forza dell’emozione, anzi, diventa l’espressione più alta della transitorietà rubata.
Questi lavori di street photography sono l’opera di un umanista, che crede nella velocità dello scatto ma non nella fretta, nel rispetto del soggetto e dello spettatore, ma non delle regole del mercato. E alla fine viene premiato. Come ebbe a dichiarare Krassovski, fotografo polacco: “La vita reale, con le coincidenze e le sorprese che ha in serbo, è infinitamente più interessante di un qualsiasi pensiero che germini nel cervello di un uomo tormentato”.

andrea liuzza
mostra visitata il 5 maggio 2006


James Whitlow Delano – Impero. Impressioni dalla Cina
Schola dei Battioro e Tiraoro
Campo San Stae – 30123 Venezia
Orario: 10.00-19.00; chiuso la domenica
€ 5 intero; € 3 ridotto
Ideazione e cura: Grazia Neri
Produzione: La Triennale di Milano
Info: tel. 041 5322974;
gmb@gmbvenezia.it 
www.gmbvenezia.it 

dal 15.V.2006 fino all’8.VI.2006
Spazio Tindiaci
Via Dante 17– 35139 Padova
Orario: 10.00-19.00; chiuso la domenica
Ingresso libero
info@mra.it 
www.mra.it


[exibart]


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