Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Arte liberata. Dal sequestro al Museo
Per la prima volta verranno esposte sessantanove opere di autori italiani e stranieri del XX e XXI secolo, un’intera collezione sequestrata alla criminalità e restituita alla collettività sotto forma di raccolta museale.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Inaugura il prossimo 27 settembre alle ore 18 a Palazzo Litta, alla presenza del
Ministro per i beni e le attività culturali, Alberto Bonisoli, del Ministro dell’Interno,
Matteo Salvini, e del Direttore e del Consiglio Direttivo dell’Agenzia Nazionale per
l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità
organizzata, un’eccezionale mostra dedicata a una collezione d’arte contemporanea
confiscata in Lombardia assegnata al Ministero per i beni e le attività culturali.
Sessantanove opere di autori italiani e stranieri del XX e XXI secolo, taluni di grande
rilievo nel panorama artistico internazionale, allestite nella splendida cornice delle
sale nobili del Palazzo, raccontano il percorso di redenzione dell’importante
collezione che, sottoposta a sequestro preventivo nell’ambito di un procedimento
per gravi reati finanziari e passata alla gestione dell’Agenzia Nazionale, torna oggi
alla collettività sotto forma di raccolta museale.
Curata da Beatrice Bentivoglio-Ravasio, organizzata dal Segretariato regionale del Ministero per
i beni e le attività culturali per la Lombardia in accordo con l’Agenzia Nazionale per
l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata,
e realizzata dallo staff tecnico dello stesso Segretariato, l’esposizione comunica gli esiti
dell’attività svolta dall’ufficio a supporto dell’Agenzia Nazionale negli anni 2104-16, allorché due
confische di opere d’arte effettuate in regione l’hanno visto coinvolto nella duplice veste di
consulente tecnico-scientifico e principale beneficiario dell’azione di restituzione.
Il lavoro, svolto in partenariato con il prof. Paolo Campiglio dell’Università degli Studi di Pavia,
ha mostrato come le opere esposte siano tutte autentiche, in gran parte dotate di
documentazione d’acquisto o provenienza piuttosto che di expertise o dichiarazione dell’autore,
raccolte secondo un disegno preciso e, verrebbe da dire, guidato da un consigliere esperto con
acquisizioni mirate effettuate fra la fine degli anni Ottanta e primi anni Duemila, assemblate con
una prospettiva non localistica o provinciale, ma di respiro internazionale, che le rende a tutti gli
effetti una collezione molto ben connotata difficilmente smembrabile.
L’insieme delle opere di Arte Liberata, in alcuni casi dei veri e propri capolavori, permette di
seguire per tappe la storia dell’arte dalla seconda metà del Novecento ai giorni nostri, con una
particolare predilezione per le poetiche astratte e informali e per le neo-avanguardie degli anni
Sessanta. In mostra si ritrovano una rara scultura di Jean Arp e due di Arnaldo Pomodoro, una
serie di opere su tela di Victor Vasarely, un precoce empaquetage di Christo, un’importante
grafica di Andy Warhol che ritrae Giorgio Armani, nonché capolavori dei principali
rappresentanti dell’arte povera e concettuale da Giuseppe Penone a Pier Paolo Calzolari.
Notevoli anche i lavori di Castellani e Spalletti, le accumulazioni di Arman, il Senza Titolo di
2
Gianni Colombo, la grande tela di Emilio Vedova che esprime la gestualità del colore come atto
di protesta.
La mostra, fortemente voluta per i significativi simbolici e concreti di cui è portatrice, ha una
valenza che va di gran lunga oltre l’esposizione temporanea, seppur straordinaria, di Palazzo
Litta.
La destinazione che il Segretariato regionale ha proposto all’Agenzia nazionale è quella museale,
con la richiesta di mantenimento del nucleo indiviso, sia per motivi storico-artistici sia, e
soprattutto, per il valore simbolico che un’assegnazione unitaria e in blocco ha sotto il profilo del
messaggio di legalità sotteso a tutta la politica della riconversione dei beni confiscati.
L’obiettivo primario è quello dell’allestimento in un Polo o Padiglione dell’Arte Liberata, una sorta
di museo/centro studi permanente dedicato allo specifico tema del rapporto fra arte e
criminalità e del riutilizzo sociale dei beni culturali confiscati. Un Polo che piacerebbe realizzare a
Milano, in un immobile parimenti confiscato e pervenuto nella disponibilità dell’Agenzia
nazionale, quale testimonianza tangibile di restituzione alla collettività di beni acquisiti con i
proventi di attività illecite.
Nelle more della creazione del Polo dell’Arte Liberata, la collezione sarà esposta presso la
GAMEC – Civica Galleria di Arte Moderna di Bergamo, che si è dichiarata disponibile ad
accogliere tutte le opere valorizzandole nel proprio rinnovato e prestigioso percorso museale.
La risposta, positiva, dell’Agenzia Nazionale è giunta proprio in questi giorni: le 69 opere che
costituiscono la collezione Arte Liberata sono stata assegnate al Segretariato regionale con
decreto del Direttore dell’Agenzia del 20 settembre 2018. La consegna simbolica avverrà in
occasione dell’inaugurazione.
Un segno, non soltanto di civiltà, ma anche di evidenza e di rafforzamento dell’azione della
Magistratura e delle Forze dell’Ordine attraverso una ricostruzione delle relazioni comunitarie
che educhi alla legalità dei comportamenti, realizzi ulteriore giustizia, origini sempre maggiore
libertà, diffonda umanità e stimoli la compartecipazione.
Ministro per i beni e le attività culturali, Alberto Bonisoli, del Ministro dell’Interno,
Matteo Salvini, e del Direttore e del Consiglio Direttivo dell’Agenzia Nazionale per
l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità
organizzata, un’eccezionale mostra dedicata a una collezione d’arte contemporanea
confiscata in Lombardia assegnata al Ministero per i beni e le attività culturali.
Sessantanove opere di autori italiani e stranieri del XX e XXI secolo, taluni di grande
rilievo nel panorama artistico internazionale, allestite nella splendida cornice delle
sale nobili del Palazzo, raccontano il percorso di redenzione dell’importante
collezione che, sottoposta a sequestro preventivo nell’ambito di un procedimento
per gravi reati finanziari e passata alla gestione dell’Agenzia Nazionale, torna oggi
alla collettività sotto forma di raccolta museale.
Curata da Beatrice Bentivoglio-Ravasio, organizzata dal Segretariato regionale del Ministero per
i beni e le attività culturali per la Lombardia in accordo con l’Agenzia Nazionale per
l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata,
e realizzata dallo staff tecnico dello stesso Segretariato, l’esposizione comunica gli esiti
dell’attività svolta dall’ufficio a supporto dell’Agenzia Nazionale negli anni 2104-16, allorché due
confische di opere d’arte effettuate in regione l’hanno visto coinvolto nella duplice veste di
consulente tecnico-scientifico e principale beneficiario dell’azione di restituzione.
Il lavoro, svolto in partenariato con il prof. Paolo Campiglio dell’Università degli Studi di Pavia,
ha mostrato come le opere esposte siano tutte autentiche, in gran parte dotate di
documentazione d’acquisto o provenienza piuttosto che di expertise o dichiarazione dell’autore,
raccolte secondo un disegno preciso e, verrebbe da dire, guidato da un consigliere esperto con
acquisizioni mirate effettuate fra la fine degli anni Ottanta e primi anni Duemila, assemblate con
una prospettiva non localistica o provinciale, ma di respiro internazionale, che le rende a tutti gli
effetti una collezione molto ben connotata difficilmente smembrabile.
L’insieme delle opere di Arte Liberata, in alcuni casi dei veri e propri capolavori, permette di
seguire per tappe la storia dell’arte dalla seconda metà del Novecento ai giorni nostri, con una
particolare predilezione per le poetiche astratte e informali e per le neo-avanguardie degli anni
Sessanta. In mostra si ritrovano una rara scultura di Jean Arp e due di Arnaldo Pomodoro, una
serie di opere su tela di Victor Vasarely, un precoce empaquetage di Christo, un’importante
grafica di Andy Warhol che ritrae Giorgio Armani, nonché capolavori dei principali
rappresentanti dell’arte povera e concettuale da Giuseppe Penone a Pier Paolo Calzolari.
Notevoli anche i lavori di Castellani e Spalletti, le accumulazioni di Arman, il Senza Titolo di
2
Gianni Colombo, la grande tela di Emilio Vedova che esprime la gestualità del colore come atto
di protesta.
La mostra, fortemente voluta per i significativi simbolici e concreti di cui è portatrice, ha una
valenza che va di gran lunga oltre l’esposizione temporanea, seppur straordinaria, di Palazzo
Litta.
La destinazione che il Segretariato regionale ha proposto all’Agenzia nazionale è quella museale,
con la richiesta di mantenimento del nucleo indiviso, sia per motivi storico-artistici sia, e
soprattutto, per il valore simbolico che un’assegnazione unitaria e in blocco ha sotto il profilo del
messaggio di legalità sotteso a tutta la politica della riconversione dei beni confiscati.
L’obiettivo primario è quello dell’allestimento in un Polo o Padiglione dell’Arte Liberata, una sorta
di museo/centro studi permanente dedicato allo specifico tema del rapporto fra arte e
criminalità e del riutilizzo sociale dei beni culturali confiscati. Un Polo che piacerebbe realizzare a
Milano, in un immobile parimenti confiscato e pervenuto nella disponibilità dell’Agenzia
nazionale, quale testimonianza tangibile di restituzione alla collettività di beni acquisiti con i
proventi di attività illecite.
Nelle more della creazione del Polo dell’Arte Liberata, la collezione sarà esposta presso la
GAMEC – Civica Galleria di Arte Moderna di Bergamo, che si è dichiarata disponibile ad
accogliere tutte le opere valorizzandole nel proprio rinnovato e prestigioso percorso museale.
La risposta, positiva, dell’Agenzia Nazionale è giunta proprio in questi giorni: le 69 opere che
costituiscono la collezione Arte Liberata sono stata assegnate al Segretariato regionale con
decreto del Direttore dell’Agenzia del 20 settembre 2018. La consegna simbolica avverrà in
occasione dell’inaugurazione.
Un segno, non soltanto di civiltà, ma anche di evidenza e di rafforzamento dell’azione della
Magistratura e delle Forze dell’Ordine attraverso una ricostruzione delle relazioni comunitarie
che educhi alla legalità dei comportamenti, realizzi ulteriore giustizia, origini sempre maggiore
libertà, diffonda umanità e stimoli la compartecipazione.
27
settembre 2018
Arte liberata. Dal sequestro al Museo
Dal 27 settembre al 02 dicembre 2018
arte contemporanea
Location
PALAZZO LITTA
Milano, Corso Magenta, 24, (Milano)
Milano, Corso Magenta, 24, (Milano)
Orario di apertura
Giovedì dalle ore 12 alle 22.
Venerdì/sabato/domenica dalle ore 12 alle 19.
Ultimo ingresso 30 minuti prima della chiusura.
Aperture straordinarie la mattina per gruppi e scuole con prenotazione obbligatoria (tel.
0280291217, da lunedì a venerdì dalle ore 10 alle 13)
Vernissage
27 Settembre 2018, h 18 su accredito
Curatore