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Tania Fiaccadori – Sea-Monkeys Cult
Mostra personale che riflette sul concetto di sopravvivenza (Nachleben) in relazione al potere simbolico degli oggetti e delle immagini e al suo eterno ritorno attraverso la storia.
Comunicato stampa
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Come in passato, nella contemporaneità permane il valore prodigioso ed identitario associato agli oggetti che, traslati dalla quotidianità alla dimensione magica, hanno il potere di trasportare in un altrove emancipativo. Tale dimensione ha sempre rivestito un ruolo di primaria importanza nell'agire umano, e si è spesso manifestata in ritualità che sfuggivano alle norme religiose dominanti. Nella cultura europea molte antiche tradizioni sono state dimenticate, ma altre perdurano nella memoria popolare: echi di queste usanze persisterebbero nelle superstizioni o in semplici riti tramandati di generazione in generazione. Un insieme assimilabile alle vestigia di un'Europa e di un'Italia pagane, in grado di sopravvivere in clandestinità nonostante l'avvento della religione cristiana, del medioevo, del tentativo di cancellarne la memoria bollandone i rituali come culti demonici. L'antropologo C. G. Leland raccolse a fine '800 alcune di queste tradizioni nel libro Aradia, o il Vangelo delle Streghe, a partire dalla corrispondenza con una strega fiorentina, a suo dire di ascendenza etrusca, che ancora ricordava i frammenti di questa antica devozione: figura centrale nel racconto era Aradia, figlia della dea Diana e regina delle streghe.
In Sea-Monkeys Cult il racconto di Aradia funge da manifesto suggestivo di una modalità di operare che si avvale di oggetti di uso quotidiano a cui vengono attribuiti significati “altri”, non dissimile appunto da quella che interviene nella pratica rituale, la quale rifiuta la logica procedendo per similitudini e correlazioni occulte fra elementi diversi e gesti significatori dell'operatore. Nella mostra quindi i singoli elementi fanno parte di un processo che porta al compimento del rituale secondo una precisa simbologia (esemplificata dallo stendardo). Dimora Artica diventa l'ambiente in cui operare segretamente con questi strumenti magici, una sorta di antro della strega, trasfigurato però attraverso il filtro della contemporaneità.
Per compiere i riti tradizionali si utilizzavano spesso oggetti semplici, facilmente reperibili: il sale deteneva un grande potere protettivo ed era ritenuto in grado di bandire le forze del male; mentre un'operazione magica poteva essere compiuta anche con l'utilizzo di un semplice indumento, ad esempio sottraendo le scarpe a una persona e inserendovi in alcuni casi degli oggetti consacrati, o una formula: in questo modo si poteva lanciare il malocchio o compiere un incantesimo di altro genere sul possessore dell'oggetto. Anche ai denti era attribuita grande importanza: perderli e gettarli era un segno di sventura, per questo si usava conservarli, anche in reliquiari – come ancora si fa coi denti da latte. Questi oggetti si caricavano di significati spesso estranei alla loro funzione pratica, e nel sentire della gente che ne faceva uso erano ammantati di un'energia inspiegabile. Così in Sea-Monkeys Cult le opere rappresentano una possibile serie di strumenti magici trasfigurati, parte di un culto a noi alieno. L'insieme della mostra suggerisce come ancora, ipotizzando nell'oggi una sopravvivenza del pensiero magico, certi oggetti che di per sé non avrebbero nulla di speciale acquistino invece un certo potere, ad esempio nelle sottoculture, esprimendo una libera trascendenza. Come se fossero investiti da un’aura magica, strumenti, indumenti firmati, accessori sportivi, ma anche certe immagini, loghi e simboli, diventano elementi “di culto”.
Il potere simbolico degli oggetti (o delle immagini) ritorna quindi nella storia sotto altre forme, e si rimanifesta in contesti diversi mantenendo intatta un’energia ineffabile, mai morto ma sempre “sopravvissuto”. Warburg chiama questa sopravvivenza Nachleben, non tanto una rinascita dopo un'estinzione, ma una non-morte fantasmatica, una continuità: similmente a quanto accaduto agli antichi riti perdurati fino ad oggi, attraverso metamorfosi sotterranee.
In Sea-Monkeys Cult il rito che si compie, esemplificato dalle opere, ricalca il ciclo vitale dell'Artemia salina, un millenario fossile vivente volgarmente chiamato scimmia di mare e divenuto gioco educativo per bambini (incidentalmente l'Artemia è l'unico essere della famiglia delle Artemiidae, dal nome greco di Diana): un organismo quasi immortale, le cui uova possono apparire come morte per centinaia d'anni, e poi, in condizioni ambientali favorevoli, schiudersi come per miracolo. Il sale è lo strumento magico che, unito all'acqua, funge da attivatore; e che insieme alla luce - seconda chiave - determina la rinascita dopo una morte apparente di questa divinità infinitesimale.
In Sea-Monkeys Cult il racconto di Aradia funge da manifesto suggestivo di una modalità di operare che si avvale di oggetti di uso quotidiano a cui vengono attribuiti significati “altri”, non dissimile appunto da quella che interviene nella pratica rituale, la quale rifiuta la logica procedendo per similitudini e correlazioni occulte fra elementi diversi e gesti significatori dell'operatore. Nella mostra quindi i singoli elementi fanno parte di un processo che porta al compimento del rituale secondo una precisa simbologia (esemplificata dallo stendardo). Dimora Artica diventa l'ambiente in cui operare segretamente con questi strumenti magici, una sorta di antro della strega, trasfigurato però attraverso il filtro della contemporaneità.
Per compiere i riti tradizionali si utilizzavano spesso oggetti semplici, facilmente reperibili: il sale deteneva un grande potere protettivo ed era ritenuto in grado di bandire le forze del male; mentre un'operazione magica poteva essere compiuta anche con l'utilizzo di un semplice indumento, ad esempio sottraendo le scarpe a una persona e inserendovi in alcuni casi degli oggetti consacrati, o una formula: in questo modo si poteva lanciare il malocchio o compiere un incantesimo di altro genere sul possessore dell'oggetto. Anche ai denti era attribuita grande importanza: perderli e gettarli era un segno di sventura, per questo si usava conservarli, anche in reliquiari – come ancora si fa coi denti da latte. Questi oggetti si caricavano di significati spesso estranei alla loro funzione pratica, e nel sentire della gente che ne faceva uso erano ammantati di un'energia inspiegabile. Così in Sea-Monkeys Cult le opere rappresentano una possibile serie di strumenti magici trasfigurati, parte di un culto a noi alieno. L'insieme della mostra suggerisce come ancora, ipotizzando nell'oggi una sopravvivenza del pensiero magico, certi oggetti che di per sé non avrebbero nulla di speciale acquistino invece un certo potere, ad esempio nelle sottoculture, esprimendo una libera trascendenza. Come se fossero investiti da un’aura magica, strumenti, indumenti firmati, accessori sportivi, ma anche certe immagini, loghi e simboli, diventano elementi “di culto”.
Il potere simbolico degli oggetti (o delle immagini) ritorna quindi nella storia sotto altre forme, e si rimanifesta in contesti diversi mantenendo intatta un’energia ineffabile, mai morto ma sempre “sopravvissuto”. Warburg chiama questa sopravvivenza Nachleben, non tanto una rinascita dopo un'estinzione, ma una non-morte fantasmatica, una continuità: similmente a quanto accaduto agli antichi riti perdurati fino ad oggi, attraverso metamorfosi sotterranee.
In Sea-Monkeys Cult il rito che si compie, esemplificato dalle opere, ricalca il ciclo vitale dell'Artemia salina, un millenario fossile vivente volgarmente chiamato scimmia di mare e divenuto gioco educativo per bambini (incidentalmente l'Artemia è l'unico essere della famiglia delle Artemiidae, dal nome greco di Diana): un organismo quasi immortale, le cui uova possono apparire come morte per centinaia d'anni, e poi, in condizioni ambientali favorevoli, schiudersi come per miracolo. Il sale è lo strumento magico che, unito all'acqua, funge da attivatore; e che insieme alla luce - seconda chiave - determina la rinascita dopo una morte apparente di questa divinità infinitesimale.
07
marzo 2018
Tania Fiaccadori – Sea-Monkeys Cult
Dal 07 marzo al 07 aprile 2018
arte contemporanea
Location
DIMORA ARTICA
Milano, Via Dolomiti, 11, (Milano)
Milano, Via Dolomiti, 11, (Milano)
Orario di apertura
su appuntamento
Vernissage
7 Marzo 2018, ore 18.30
Autore
Curatore