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Tino Aime – Il giardino fragile
Un omaggio al celebre artista recentemente scomparso, con una selezione di incisioni delle sue “composizioni silenti”, amate rappresentazioni floreali che hanno sempre ispirato l’opera calcografica e non solo, dagli anni ’70 fino agli ultimi lavori raccolti nelle cartella “Fiori esausti”.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Sabato 25 novembre alle ore 17.00 presso la Galleria Losano Associazione Arte e Cultura di Pinerolo verrà inaugurata la mostra “Il giardino fragile”, con grafiche e sculture di Tino Aime.
Un omaggio al celebre artista recentemente scomparso, con una selezione di incisioni delle sue “composizioni silenti”, amate rappresentazioni floreali che hanno sempre ispirato l’opera calcografica e non solo, dagli anni ’70 fino agli ultimi lavori raccolti nelle cartella “Fiori esausti” e “Infinito presente”.
Accanto a questi fiori, rappresentati all’essenziale, come scrive Valter Giuliano, si ritrova la magia di Morandi nell’impalpabile presenza di oggetti comuni, quelli che Tino raccoglieva in giro e depositava sulla finestra dello studio, nella certa fiducia che un giorno lo avrebbero ispirato per una nuova opera.
“Rose canine, alchechengi, lunarie e ortensie, quelle più ricorrenti nel suo erbario che in molte composizioni hanno rafforzato l’appartenenza alla montagna, anche quando cercava rappresentazioni diverse dalle sue amate borgate alpine, dai suoi tetti e paesaggi innevati.
Questa mostra è occasione di incontro con la parte forse meno consueta e conosciuta di un artista che osserva le cose della natura cogliendone il significato più estremo, lasciandosi coinvolgere in una scoperta rivelatrice dell’intimo legame con la generatrice di ogni cosa.
Ogni soggetto di queste nature silenziose è testimone del miracolo della vita e porta dentro di sé il sole, l’acqua, i nutrimenti della terra, il vento della sua valle.
Tutti germogli della sua ispirazione.
Testo di presentazione
Il giardino fragile di Tino Aime è fatto più di amori, di passioni e compassioni che di biodiversità. Ci sono specie che ritornano, alchechengi, rose, lunarie, bacche di rosa canina, altre più timide e discrete, anche comuni, cui non è richiesto essere protagoniste di bellezza.
Tutte necessarie, come ogni frammento di natura. Tutte simboli della vita e del suo incanto.
Le nature silenti ne hanno accompagnato l'intera esistenza artistica fino alla delicatezza debole di quei fiori stremati, quasi una sorta di testamento spirituale, eredità sofferta di cui continuare a godere. Come dell'intera sua arte. È un Tino Aime, se possibile, ancora più riservato, intimo, quello che emerge da questi segni forti e fragili insieme, espressioni sublimi della sua assoluta padronanza tecnica e compositiva.
Vastità di un silenzio prezioso che distilla poesia.
Graffi poetici che, con eguale leggerezza, hanno saputo farsi sculture, da ammirare senza sfiorare per il timore di spezzarne l’incantesimo.
Giochi di prestigio per composizioni da cui nascono giostre di forme e di colori appena accennati. Resta la poesia che in Tino è candela accesa sulla delicata fragilità del mondo.
Questa mostra è occasione di incontro con la parte forse meno consueta e conosciuta di un artista che osserva le cose della natura cogliendone il significato più estremo, lasciandosi coinvolgere in una scoperta rivelatrice dell’intimo legame con la generatrice di ogni cosa.
Ogni soggetto di queste nature silenziose è testimone del miracolo della vita e porta dentro di sé il sole, l’acqua, i nutrimenti della terra, il vento della sua valle.
Tutti germogli della sua ispirazione.
Valter Giuliano
Un omaggio al celebre artista recentemente scomparso, con una selezione di incisioni delle sue “composizioni silenti”, amate rappresentazioni floreali che hanno sempre ispirato l’opera calcografica e non solo, dagli anni ’70 fino agli ultimi lavori raccolti nelle cartella “Fiori esausti” e “Infinito presente”.
Accanto a questi fiori, rappresentati all’essenziale, come scrive Valter Giuliano, si ritrova la magia di Morandi nell’impalpabile presenza di oggetti comuni, quelli che Tino raccoglieva in giro e depositava sulla finestra dello studio, nella certa fiducia che un giorno lo avrebbero ispirato per una nuova opera.
“Rose canine, alchechengi, lunarie e ortensie, quelle più ricorrenti nel suo erbario che in molte composizioni hanno rafforzato l’appartenenza alla montagna, anche quando cercava rappresentazioni diverse dalle sue amate borgate alpine, dai suoi tetti e paesaggi innevati.
Questa mostra è occasione di incontro con la parte forse meno consueta e conosciuta di un artista che osserva le cose della natura cogliendone il significato più estremo, lasciandosi coinvolgere in una scoperta rivelatrice dell’intimo legame con la generatrice di ogni cosa.
Ogni soggetto di queste nature silenziose è testimone del miracolo della vita e porta dentro di sé il sole, l’acqua, i nutrimenti della terra, il vento della sua valle.
Tutti germogli della sua ispirazione.
Testo di presentazione
Il giardino fragile di Tino Aime è fatto più di amori, di passioni e compassioni che di biodiversità. Ci sono specie che ritornano, alchechengi, rose, lunarie, bacche di rosa canina, altre più timide e discrete, anche comuni, cui non è richiesto essere protagoniste di bellezza.
Tutte necessarie, come ogni frammento di natura. Tutte simboli della vita e del suo incanto.
Le nature silenti ne hanno accompagnato l'intera esistenza artistica fino alla delicatezza debole di quei fiori stremati, quasi una sorta di testamento spirituale, eredità sofferta di cui continuare a godere. Come dell'intera sua arte. È un Tino Aime, se possibile, ancora più riservato, intimo, quello che emerge da questi segni forti e fragili insieme, espressioni sublimi della sua assoluta padronanza tecnica e compositiva.
Vastità di un silenzio prezioso che distilla poesia.
Graffi poetici che, con eguale leggerezza, hanno saputo farsi sculture, da ammirare senza sfiorare per il timore di spezzarne l’incantesimo.
Giochi di prestigio per composizioni da cui nascono giostre di forme e di colori appena accennati. Resta la poesia che in Tino è candela accesa sulla delicata fragilità del mondo.
Questa mostra è occasione di incontro con la parte forse meno consueta e conosciuta di un artista che osserva le cose della natura cogliendone il significato più estremo, lasciandosi coinvolgere in una scoperta rivelatrice dell’intimo legame con la generatrice di ogni cosa.
Ogni soggetto di queste nature silenziose è testimone del miracolo della vita e porta dentro di sé il sole, l’acqua, i nutrimenti della terra, il vento della sua valle.
Tutti germogli della sua ispirazione.
Valter Giuliano
25
novembre 2017
Tino Aime – Il giardino fragile
Dal 25 novembre al 23 dicembre 2017
arte contemporanea
Location
GALLERIA LOSANO ASSOCIAZIONE ARTE E CULTURA
Pinerolo, Via Savoia, 33, (Torino)
Pinerolo, Via Savoia, 33, (Torino)
Orario di apertura
Feriali: 16-19
Sabato e festivi: 10-12 e 16-19
Lunedì chiuso
Vernissage
25 Novembre 2017, Ore 17.00
Autore