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Nello studio di Osvaldo. Licini dal lapis alla tela (1926-1956)
Una essenziale antologica in cui sono rappresentate tutte le forme che nel tempo hanno caratterizzato l’espressione artistica liciniana – dal figurativismo all’astrazione geometrica alle creature fantastiche – coprendo un arco temporale esteso tra gli anni Venti e gli anni Cinquanta.
Comunicato stampa
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“NELLO STUDIO DI OSVALDO. LICINI DAL LAPIS ALLA TELA (1926-1956) “
Nella cantina di casa Licini ancora una mostra raffinata, ricercata con una rigorosa selezione di opere tutte assolutamente significative nel corpus dell’artista.
L’idea è quella di comporre una essenziale antologica in cui siano rappresentate tutte le forme che nel tempo hanno caratterizzato l’espressione artistica liciniana – dal figurativismo all’astrazione geometrica alle creature fantastiche – coprendo un arco temporale esteso tra gli anni Venti e gli anni Cinquanta. È presente in mostra un repertorio di temi iconografici che vanno dal Fiore Fantastico all’Amalassunta, dalle Croci Viventi all’Angelo Ribelle, dall’Olandese Volante ai Missili, tutti interpretati in modo particolare, come nel caso della splendida Amalassunta su fondo rosso scelta come immagine della mostra stessa, esposta l’ultima volta a Venezia alla Biennale del 1986.
La significatività delle opere deriva anche dalle occasioni in cui Licini ha scelto di esporle: ad esempio il Ritratto di Nella era presente nella mostra del Novecento tenutasi a Stoccolma nel 1931.
Sono opere prevalentemente poco esposte e assenti dalle mostre da alcuni decenni, affiancate a disegni sullo stesso tema – molti dei quali inediti - in modo da indagare la genesi creativa di Licini, sempre lunga e meditata, fatta di appunti segnici, di ripensamenti, di stratificazioni.
Quello proposto dalla mostra è un percorso dal ductus al colore e dalla carta alla tela, in una dimensione intima, silenziosa, meditativa quale era quella della creazione per Licini: due rampe di scale ed è possibile entrare effettivamente nello studio dell’artista, vedere i suoi colori, i pennelli, i cavalletti.
Un’opportunità unica per ammirare queste opere – quelle pittoriche sono tutte presenti nel catalogo generale di Marchiori - provenienti da collezioni private; in particolare la collaborazione degli eredi Silvia e Lorenzo Licini con il Centro Studi, non solo sul piano dei prestiti ma anche nella progettazione delle attività, rende possibile la realizzazione di mostre di grande interesse critico. L’esposizione, a cura della presidente del Centro Studi Licini Daniela Simoni, costituisce occasione di studio e approfondimento dell’opera del grande maestro ed è accompagnata come le precedenti – quella dedicata all’angelo di San Domingo e “Ritratti di famiglia” - da un Quaderno Liciniano.
Nella cantina di casa Licini ancora una mostra raffinata, ricercata con una rigorosa selezione di opere tutte assolutamente significative nel corpus dell’artista.
L’idea è quella di comporre una essenziale antologica in cui siano rappresentate tutte le forme che nel tempo hanno caratterizzato l’espressione artistica liciniana – dal figurativismo all’astrazione geometrica alle creature fantastiche – coprendo un arco temporale esteso tra gli anni Venti e gli anni Cinquanta. È presente in mostra un repertorio di temi iconografici che vanno dal Fiore Fantastico all’Amalassunta, dalle Croci Viventi all’Angelo Ribelle, dall’Olandese Volante ai Missili, tutti interpretati in modo particolare, come nel caso della splendida Amalassunta su fondo rosso scelta come immagine della mostra stessa, esposta l’ultima volta a Venezia alla Biennale del 1986.
La significatività delle opere deriva anche dalle occasioni in cui Licini ha scelto di esporle: ad esempio il Ritratto di Nella era presente nella mostra del Novecento tenutasi a Stoccolma nel 1931.
Sono opere prevalentemente poco esposte e assenti dalle mostre da alcuni decenni, affiancate a disegni sullo stesso tema – molti dei quali inediti - in modo da indagare la genesi creativa di Licini, sempre lunga e meditata, fatta di appunti segnici, di ripensamenti, di stratificazioni.
Quello proposto dalla mostra è un percorso dal ductus al colore e dalla carta alla tela, in una dimensione intima, silenziosa, meditativa quale era quella della creazione per Licini: due rampe di scale ed è possibile entrare effettivamente nello studio dell’artista, vedere i suoi colori, i pennelli, i cavalletti.
Un’opportunità unica per ammirare queste opere – quelle pittoriche sono tutte presenti nel catalogo generale di Marchiori - provenienti da collezioni private; in particolare la collaborazione degli eredi Silvia e Lorenzo Licini con il Centro Studi, non solo sul piano dei prestiti ma anche nella progettazione delle attività, rende possibile la realizzazione di mostre di grande interesse critico. L’esposizione, a cura della presidente del Centro Studi Licini Daniela Simoni, costituisce occasione di studio e approfondimento dell’opera del grande maestro ed è accompagnata come le precedenti – quella dedicata all’angelo di San Domingo e “Ritratti di famiglia” - da un Quaderno Liciniano.
08
luglio 2017
Nello studio di Osvaldo. Licini dal lapis alla tela (1926-1956)
Dall'otto luglio al 05 novembre 2017
arte moderna e contemporanea
Location
MUSEO CASA LICINI – CENTRO STUDI OSVALDO LICINI
Monte Vidon Corrado, Corso G.Garibaldi, 3, (Ascoli Piceno)
Monte Vidon Corrado, Corso G.Garibaldi, 3, (Ascoli Piceno)
Biglietti
€ 4 intero e € 3 ridotto (comprensivo della visita della casa museo e del centro studi Licini)
Orario di apertura
8 luglio-15 agosto: venerdì 21-23; sabato e domenica 17-19,30
16 agosto-30 settembre: sabato e domenica 17-19,30
1 ottobre-5 novembre: sabato e domenica 16,30-19
altri giorni su prenotazione (per scuole e gruppi)
tel. 3349276790
Vernissage
8 Luglio 2017, ore 17.30
Autore
Curatore