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Sacre custodie di santità. Reliquiari ad ostensorio tra XVII e XIX secolo in Diocesi di Imola
La mostra propone una quarantina di preziosi reliquiari ad ostensorio di dimensioni e materiali vari, databili tra XVII e XIX secolo e vuole sollecitarne un recupero intellettuale prima ancora che materiale.
Comunicato stampa
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La mostra, promossa dal Museo Diocesano di Imola, sarà allestita nella Galleria Pio VII del vescovado dal 1° aprile al 14 maggio prossimi. Essa propone una sessantina di manufatti – realizzati in materiali vari, quali l'argento, il metallo, il rame, il legno laccato, marmorizzato, argentato e dorato – di grande interesse storico-artistico custoditi non solo nel Museo Diocesano di Imola, ma anche in quelli parrocchiali di Dozza Castelbolognese e Bagnara di Romagna, oltre che da quindici chiese della nostra Diocesi e dal Seminario Diocesano, di dimensioni variabili (da 32 a 175 cm di altezza), principalmente opera di botteghe attive a Imola, Bologna, Roma e Venezia, databili tra il XVII e il XIX secolo, e vuole sollecitarne un recupero intellettuale prima ancora che materiale. L'esposizione prosegue il percorso iniziato lo scorso anno con la mostra sui reliquiari antropomorfi, proponendosi di offrire al visitatore una doppia chiave di lettura del tema: una puramente conoscitiva a livello storico-artistico ed estetico (pannelli descrittivi e didascalie dedicate per ogni singola opera ne favoriscono la fruizione) e l'altra prettamente devozionale, legata cioè alla devozione ai santi mediata dal culto alle loro reliquie.
Tra gli highlights in mostra troviamo il bellissimo (è l'immagine di mostra) reliquiario a ostensorio sostenuto da gruppo scultoreo ligneo, opera di bottega romana della prima metà del XIX secolo, proveniente dalla Cattedrale di Imola (non menzionato nelle cronache capitolari dell'epoca, tuttavia, dovrebbe comunque essere giunto in seguito ad una munificenza papale, coerentemente con la possibile datazione entro la metà del secolo, in corrispondenza coi pontificati di Pio VII e Pio IX. Non dimentichiamo, infatti, che Pio VII nel 1816 donò alla cattedrale imolese tre calici e un grande repositorio in argento, mentre Pio IX nel 1856 dotò l'altare maggiore di un corredo di candelabri monumentali in bronzo dorato eseguito a Roma e la balaustra marmorea d'ingresso al presbiterio di quattro grandi angeli cerofori, in legno dorato e dipinto, a figura intera), quello a ostensorio eseguito nella seconda metà del Settecento dall'orafo romano Giuseppe Grazioli (sempre dalla Cattedrale), il bellissimo reliquiario di San Francesco di Paola in lamina d'argento, realizzato dall'orafo romano Paolo De Alessandris nel secondo quarto del Settecento (dal museo parrocchiale di Castel Bolognese), o quelli in legno dorato con elaborate decorazioni a paperoles. Un particolarissimo reliquiario a ostensorio proveniente dalla parrocchiale di Castel del Rio – opera di bottega italiana della prima metà del XVIII secolo – il quale, contrariamente agli altri di questa tipologia, è completamente decorato non solo sul fronte, ma anche sul retro; due grandi (h cm 95) reliquiari settecenteschi in legno laccato e dorato di notevole qualità d'intaglio (da Massalombarda) e altri due della medesima qualità e dimensione, ma totalmente dorati, custoditi al santuario del Molino di Lugo; lo splendido reliquiario veneziano in argento e filigrana d'argento (sec. XVIII-primo quarto), custodito al Museo Diocesano di Imola, che viene presentato in anteprima dopo un lungo e laborioso restauro, gli esemplari – sei e settecenteschi – di altissima qualità esecutiva, provenienti dalle chiese imolesi di Sant'Agata e San Lorenzo in San Carlo. Citeremo, infine, l'esemplare bolognese (sec. XVIII-terzo quarto) della Pia Unione dei Settantadue Nobili del Suffragio di Imola, quello alle armi di papa Benedetto XIV (da San Lorenzo in Selva di Lugo) e quello realmente monumentale (h cm 175) in stile settecentesco, ma eseguito già nel tardo Ottocento, custodito nella parrocchiale di Sasso Morelli.
Tra gli highlights in mostra troviamo il bellissimo (è l'immagine di mostra) reliquiario a ostensorio sostenuto da gruppo scultoreo ligneo, opera di bottega romana della prima metà del XIX secolo, proveniente dalla Cattedrale di Imola (non menzionato nelle cronache capitolari dell'epoca, tuttavia, dovrebbe comunque essere giunto in seguito ad una munificenza papale, coerentemente con la possibile datazione entro la metà del secolo, in corrispondenza coi pontificati di Pio VII e Pio IX. Non dimentichiamo, infatti, che Pio VII nel 1816 donò alla cattedrale imolese tre calici e un grande repositorio in argento, mentre Pio IX nel 1856 dotò l'altare maggiore di un corredo di candelabri monumentali in bronzo dorato eseguito a Roma e la balaustra marmorea d'ingresso al presbiterio di quattro grandi angeli cerofori, in legno dorato e dipinto, a figura intera), quello a ostensorio eseguito nella seconda metà del Settecento dall'orafo romano Giuseppe Grazioli (sempre dalla Cattedrale), il bellissimo reliquiario di San Francesco di Paola in lamina d'argento, realizzato dall'orafo romano Paolo De Alessandris nel secondo quarto del Settecento (dal museo parrocchiale di Castel Bolognese), o quelli in legno dorato con elaborate decorazioni a paperoles. Un particolarissimo reliquiario a ostensorio proveniente dalla parrocchiale di Castel del Rio – opera di bottega italiana della prima metà del XVIII secolo – il quale, contrariamente agli altri di questa tipologia, è completamente decorato non solo sul fronte, ma anche sul retro; due grandi (h cm 95) reliquiari settecenteschi in legno laccato e dorato di notevole qualità d'intaglio (da Massalombarda) e altri due della medesima qualità e dimensione, ma totalmente dorati, custoditi al santuario del Molino di Lugo; lo splendido reliquiario veneziano in argento e filigrana d'argento (sec. XVIII-primo quarto), custodito al Museo Diocesano di Imola, che viene presentato in anteprima dopo un lungo e laborioso restauro, gli esemplari – sei e settecenteschi – di altissima qualità esecutiva, provenienti dalle chiese imolesi di Sant'Agata e San Lorenzo in San Carlo. Citeremo, infine, l'esemplare bolognese (sec. XVIII-terzo quarto) della Pia Unione dei Settantadue Nobili del Suffragio di Imola, quello alle armi di papa Benedetto XIV (da San Lorenzo in Selva di Lugo) e quello realmente monumentale (h cm 175) in stile settecentesco, ma eseguito già nel tardo Ottocento, custodito nella parrocchiale di Sasso Morelli.
01
aprile 2017
Sacre custodie di santità. Reliquiari ad ostensorio tra XVII e XIX secolo in Diocesi di Imola
Dal primo aprile al 30 maggio 2017
arte antica
Location
MUSEO E PINACOTECA DIOCESANI DI IMOLA E DELLE CARROZZE
Imola, Piazza Del Duomo, 1, (Bologna)
Imola, Piazza Del Duomo, 1, (Bologna)
Orario di apertura
martedì, mercoledì e giovedì ore 9-12
martedì e giovedì ore 14-17
sabato e domenica ore 15.30-18.30
(16, 25 aprile e 1° maggio chiuso)
Vernissage
1 Aprile 2017, ore 17
Curatore




