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Gregorio Botta – Machina
Una mostra personale di Gregorio Botta che si basa sulla rilettura degli spazi architettonici della Pescheria di Pesaro, attraverso sculture e installazioni di notevole impatto.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Sabato 26 novembre alle ore 19 presso il Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro si inaugura
Machina mostra personale di Gregorio Botta, organizzata per il periodo natalizio dal Comune
di Pesaro -Assessorato alla Bellezza e Sistema Museo e visitabile fino al 31 gennaio.
A cura di Ludovico Pratesi, la mostra di Gregorio Botta si basa sulla rilettura degli spazi
architettonici della Pescheria, attraverso sculture e installazioni di notevole impatto.
Dopo la mostra di Jannis Kounellis, un artista di una generazione successiva si confronta con gli
ambienti del Centro Arti Visive, con un linguaggio espressivo diverso ma complementare,
attraverso una serie di opere che riportano il centro al suo passato, riletto con consapevolezza e
rigore.
Nel Loggiato sono presenti tre tavoli rettangolari in ferro, che ricordano gli antichi banchi del
pesce posizionati nell’antica Pescheria, dove scorrono piccoli rivoli d’acqua che sgorgano da
sottili ferite, mentre alle pareti sfilano una serie di sculture a parete, che ricordano le lanterne
di una volta. Al centro dell’ex chiesa del Suffragio l’artista ha ricostruito in scala l’architettura
dodecagonale in ferro, per realizzare una scultura chiusa e minacciosa: una sorta di un
monolite, all’interno della quale una fonte di luce produce un movimento rotatorio, visibile
soltanto attraverso alcune sottili feritoie aperte nella struttura.
“Machina è un progetto legato all’idea delle macchine teatrali rinascimentali e barocche, che
venivano utilizzate in particolari occasioni civili e religiose, ed erano commissionate a grandi
artisti come Giulio Romano o Gian Lorenzo Bernini”, spiega Ludovico Pratesi; e prosegue “in
questo caso Botta ha utilizzato il suo consueto linguaggio espressivo, che trasforma stilemi tratti
dall’Arte Povera e dall’arte Minimal in sculture metafisiche dense di suggestioni poetiche, per
realizzare una serie di opere ad hoc per gli spazi della Pescheria”.
“La mia è un’arte del togliere, del poco, del meno, sperando di arrivare a un’arte del niente.
Un’arte che sparisca e lasci solo, come una vibrazione, come un motore segreto, l’azione per la
quale è nata”, racconta Botta. In questa occasione, l’artista ha voluto confrontarsi alla pari con la
storia e la memoria degli spazi espositivi, riletti attraverso interventi che ne accentuano la
dimensione suggestiva e misteriosa attraverso sapienti equilibri tra luce e ombra, opacità e
trasparenza, leggerezza e pesantezza.
“Il visitatore viene invitato a riflettere sulla capacità dell’arte di trasformare il genius loci in
un’esperienza che sottolinea e sintetizza le linee guida di una memoria sedimentata, per
proiettarle in una dimensione sospesa e intima, che suggerisce un rapporto meditativo con
l’opera”, aggiunge il curatore.
La mostra è accompagnata da un catalogo, pubblicato da Silvana Editoriale con il sostegno di In
Between Art Film, corredato da un testo del curatore Ludovico Pratesi e un’intervista all’artista.
Gregorio Botta
Gregorio Botta nasce a Napoli nel 1953, ma ben presto (1960) si trasferisce con la famiglia a
Roma, dove negli anni ottanta frequenta e si diploma all’Accademia di Belle Arti con Toti
Scialoja.
Tra la fine degli anni ottanta e i primi anni novanta, la sua iniziazione artistica si rende pubblica
con la partecipazione a mostre in diverse gallerie della città: la prima personale risale al 1991
alla Galleria Il Segno, con la quale intesse un vivace rapporto di collaborazione. In questi anni
anche la critica si interessa al lavoro dell'artista, in occasione di Trasparenze dell’arte italiana
sulla via della seta a cura di Achille Bonito Oliva, tenutasi a Pechino nel 1993, per la XII
Quadriennale di Roma e la Biennale dei Parchi alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma,
nel 1996 e nel 1998, e alla personale presentata nello stesso anno da Ludovico Pratesi
all’Istituto Italiano di Cultura a Colonia. Il rapporto con la storia, con il classico e con la
memoria, da sempre presente, emerge con evidenza nella mostra Post-Classici curata da
Vincenzo Trione nel 2013 a Roma, nel Foro. Nel 2015 presenta alla Triennale di Milano Un’Altra
Ultima cena a cura di Vincenzo Trione, dove partendo dal rituale dell’Ultima cena di Leonardo,
attraverso la ricreazione di un suo cenacolo, sviluppa una riflessione sulla sacralità del
nutrimento.
Opere di Gregorio Botta sono nelle raccolte del Mart di Rovereto, del Musma di Matera, del
MAXXI, della Gam e del Macro a Roma, della Bce di Francoforte, del Ministero degli Affari Esteri
alla Farnesina, alla Certosa di Padula (SA), e nella metropolitana di Napoli.
Machina mostra personale di Gregorio Botta, organizzata per il periodo natalizio dal Comune
di Pesaro -Assessorato alla Bellezza e Sistema Museo e visitabile fino al 31 gennaio.
A cura di Ludovico Pratesi, la mostra di Gregorio Botta si basa sulla rilettura degli spazi
architettonici della Pescheria, attraverso sculture e installazioni di notevole impatto.
Dopo la mostra di Jannis Kounellis, un artista di una generazione successiva si confronta con gli
ambienti del Centro Arti Visive, con un linguaggio espressivo diverso ma complementare,
attraverso una serie di opere che riportano il centro al suo passato, riletto con consapevolezza e
rigore.
Nel Loggiato sono presenti tre tavoli rettangolari in ferro, che ricordano gli antichi banchi del
pesce posizionati nell’antica Pescheria, dove scorrono piccoli rivoli d’acqua che sgorgano da
sottili ferite, mentre alle pareti sfilano una serie di sculture a parete, che ricordano le lanterne
di una volta. Al centro dell’ex chiesa del Suffragio l’artista ha ricostruito in scala l’architettura
dodecagonale in ferro, per realizzare una scultura chiusa e minacciosa: una sorta di un
monolite, all’interno della quale una fonte di luce produce un movimento rotatorio, visibile
soltanto attraverso alcune sottili feritoie aperte nella struttura.
“Machina è un progetto legato all’idea delle macchine teatrali rinascimentali e barocche, che
venivano utilizzate in particolari occasioni civili e religiose, ed erano commissionate a grandi
artisti come Giulio Romano o Gian Lorenzo Bernini”, spiega Ludovico Pratesi; e prosegue “in
questo caso Botta ha utilizzato il suo consueto linguaggio espressivo, che trasforma stilemi tratti
dall’Arte Povera e dall’arte Minimal in sculture metafisiche dense di suggestioni poetiche, per
realizzare una serie di opere ad hoc per gli spazi della Pescheria”.
“La mia è un’arte del togliere, del poco, del meno, sperando di arrivare a un’arte del niente.
Un’arte che sparisca e lasci solo, come una vibrazione, come un motore segreto, l’azione per la
quale è nata”, racconta Botta. In questa occasione, l’artista ha voluto confrontarsi alla pari con la
storia e la memoria degli spazi espositivi, riletti attraverso interventi che ne accentuano la
dimensione suggestiva e misteriosa attraverso sapienti equilibri tra luce e ombra, opacità e
trasparenza, leggerezza e pesantezza.
“Il visitatore viene invitato a riflettere sulla capacità dell’arte di trasformare il genius loci in
un’esperienza che sottolinea e sintetizza le linee guida di una memoria sedimentata, per
proiettarle in una dimensione sospesa e intima, che suggerisce un rapporto meditativo con
l’opera”, aggiunge il curatore.
La mostra è accompagnata da un catalogo, pubblicato da Silvana Editoriale con il sostegno di In
Between Art Film, corredato da un testo del curatore Ludovico Pratesi e un’intervista all’artista.
Gregorio Botta
Gregorio Botta nasce a Napoli nel 1953, ma ben presto (1960) si trasferisce con la famiglia a
Roma, dove negli anni ottanta frequenta e si diploma all’Accademia di Belle Arti con Toti
Scialoja.
Tra la fine degli anni ottanta e i primi anni novanta, la sua iniziazione artistica si rende pubblica
con la partecipazione a mostre in diverse gallerie della città: la prima personale risale al 1991
alla Galleria Il Segno, con la quale intesse un vivace rapporto di collaborazione. In questi anni
anche la critica si interessa al lavoro dell'artista, in occasione di Trasparenze dell’arte italiana
sulla via della seta a cura di Achille Bonito Oliva, tenutasi a Pechino nel 1993, per la XII
Quadriennale di Roma e la Biennale dei Parchi alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma,
nel 1996 e nel 1998, e alla personale presentata nello stesso anno da Ludovico Pratesi
all’Istituto Italiano di Cultura a Colonia. Il rapporto con la storia, con il classico e con la
memoria, da sempre presente, emerge con evidenza nella mostra Post-Classici curata da
Vincenzo Trione nel 2013 a Roma, nel Foro. Nel 2015 presenta alla Triennale di Milano Un’Altra
Ultima cena a cura di Vincenzo Trione, dove partendo dal rituale dell’Ultima cena di Leonardo,
attraverso la ricreazione di un suo cenacolo, sviluppa una riflessione sulla sacralità del
nutrimento.
Opere di Gregorio Botta sono nelle raccolte del Mart di Rovereto, del Musma di Matera, del
MAXXI, della Gam e del Macro a Roma, della Bce di Francoforte, del Ministero degli Affari Esteri
alla Farnesina, alla Certosa di Padula (SA), e nella metropolitana di Napoli.
26
novembre 2016
Gregorio Botta – Machina
Dal 26 novembre 2016 al 31 gennaio 2017
arte contemporanea
Location
CENTRO ARTI VISIVE – PESCHERIA
Pesaro, Corso XI Settembre, 184, (Pesaro E Urbino)
Pesaro, Corso XI Settembre, 184, (Pesaro E Urbino)
Biglietti
Ingresso libero con card Pesaro Cult
(Card Pesaro Cult € 3 la card per vivere meglio l’offerta culturale di Pesaro Musei. Tutti i vantaggi su www.pesaromusei.it)
Orario di apertura
da venerdì a domenica e festivi h 16-19
20 dicembre – 6 gennaio > tutti i giorni h 16-19 (chiuso 25 dicembre e 1 gennaio)
Vernissage
26 Novembre 2016, h 19
Editore
SILVANA EDITORIALE
Ufficio stampa
ALESSANDRA ZANCHI
Autore
Curatore