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Svicolando. Omaggio a Vico Magistretti
Grazie a schizzi, fotografie, appunti, lettere, fax e ad alcuni pezzi storici ancora oggi in produzione, si racconta una storia di progetti e di prodotti attraverso il fil rouge del rapporto professionale e personale con i creatori delle aziende che hanno intrecciato il proprio successo con quello di Magistretti
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Nata su un progetto della Fondazione studio museo Vico
Magistretti curato da Simona Romano e realizzato da Luca
Poncellini con grafiche di Davide Fornari, la mostra racconta
gli storici sodalizi professionali stretti da Magistretti con
alcune delle più importanti aziende italiane di design:
Artemide, De Padova, Flou, Oluce e Schiffini, che dal 2010
sono anche partner fondatori della Fondazione dedicata al
maestro del design italiano.
Grazie a schizzi, fotografie, appunti, lettere, fax e ad alcuni
pezzi storici ancora oggi in produzione si racconta una storia
di progetti e di prodotti attraverso il fil rouge del rapporto
professionale e personale con i creatori delle aziende che
hanno intrecciato il proprio successo con quello di Magistretti:
“si rischiava tutti e due” dice Vico in una intervista quando
ricorda gli “eroici” anni Sessanta in cui produttore e designer
lavoravano insieme per sperimentare un nuovo modo di
concepire il design applicato agli oggetti dell’abitare.
Rosanna Pavoni
Direttore Scientifico
Fondazione Vico Magistretti
www. vicomagistretti.it
I vicoli giusti di Vico
Svicolare come sfuggire alla mediocrità ed entrare nella
direzione della bellezza, svicolare come cambiare il punto di
vista, guardare con occhi nuovi.
“Guarda alle cose consuete con sguardo non consueto”, così
potremmo tradurre la celebre frase del grande architetto e
designer Vico (Ludovico) Magistretti “Look at usual things
with unusual eyes”.
E questo motto rispecchia pienamente l’approccio di
questo architetto al design, creatore di vere e proprie icone
dell’arredamento – dalle sedie ai tavoli, dalle lampade ai
letti. Il suo modo di procedere era rimettere in discussione
la forma dell’oggetto per capirne la necessità e per operare le
scelte corrette, rispetto all’uso ma anche ai vincoli dati, come
l’ottimizzazione della produzione, i materiali e la durata.
Mettere in discussione significa, ancora una volta, conoscere la
storia dell’oggetto e il suo senso, intravedere usi e potenzialità
ulteriori.
In sintesi, il punto chiave della creazione è per Magistretti la
pratica costante dell’attenzione.
Il suo design è un dono, all’intelligenza, alla finezza, all’uomo,
con pezzi per sua stessa ammissione più riusciti, altri meno:
“Nella mia vita avrò fatto cinquanta sedie, di queste ne
resteranno forse dieci, ma se non le avessi fatte tutte cinquanta
non avrei fatto neanche quelle dieci. Alla fine quello che conta
è la fatica, il lavoro, l’attenzione, il non essere contenti”.
Oggetti che sono nelle nostre case o che abbiamo incontrato,
magari inconsapevolmente, e che ci hanno reso più piacevole,
più leggera, la vita.
Questione di vedere e imboccare i sentieri giusti. Pensiamo al
magnifico tavolo Vidun (per De Padova, 1987), alle lampade
Eclisse (per Artemide, 1966) e Sonora (Oluce, 1976), la
libreria Nuvola Rossa (per Cassina, 1977), le sedie Silver,
Cirene o Incisa (De Padova). Pensiamo alle aziende che hanno
commissionato e valorizzato i suoi lavori.
Per Segrate Magistretti firmò, con Luigi Caccia Dominioni, il
progetto del quartiere San Felice (1966-1969), che rappresenta
tuttora sul territorio il migliore esito estetico di un pensiero
abitativo di ampia scala. Anche per questo ne celebriamo con
questa mostra il decennale della morte.
L’architettura mette in forma tridimensionale i pensieri sui
luoghi e sulle loro destinazioni, i desideri e, nei casi migliori,
costruisce spazi vivi, educa a guardare, insegna ad abitare,
aiuta a vivere. Il design migliore, dal canto suo, accompagna
la funzione dell’oggetto con l’armonia e la praticità, con la
soluzione corretta e utile, stimola desideri, rammenta la storia
degli oggetti, connette passato a futuro, trasmette cultura.
Quando i vicoli diventano vie maestre.
Gianluca Poldi
Assessore alla Cultura e Ricerca
Magistretti curato da Simona Romano e realizzato da Luca
Poncellini con grafiche di Davide Fornari, la mostra racconta
gli storici sodalizi professionali stretti da Magistretti con
alcune delle più importanti aziende italiane di design:
Artemide, De Padova, Flou, Oluce e Schiffini, che dal 2010
sono anche partner fondatori della Fondazione dedicata al
maestro del design italiano.
Grazie a schizzi, fotografie, appunti, lettere, fax e ad alcuni
pezzi storici ancora oggi in produzione si racconta una storia
di progetti e di prodotti attraverso il fil rouge del rapporto
professionale e personale con i creatori delle aziende che
hanno intrecciato il proprio successo con quello di Magistretti:
“si rischiava tutti e due” dice Vico in una intervista quando
ricorda gli “eroici” anni Sessanta in cui produttore e designer
lavoravano insieme per sperimentare un nuovo modo di
concepire il design applicato agli oggetti dell’abitare.
Rosanna Pavoni
Direttore Scientifico
Fondazione Vico Magistretti
www. vicomagistretti.it
I vicoli giusti di Vico
Svicolare come sfuggire alla mediocrità ed entrare nella
direzione della bellezza, svicolare come cambiare il punto di
vista, guardare con occhi nuovi.
“Guarda alle cose consuete con sguardo non consueto”, così
potremmo tradurre la celebre frase del grande architetto e
designer Vico (Ludovico) Magistretti “Look at usual things
with unusual eyes”.
E questo motto rispecchia pienamente l’approccio di
questo architetto al design, creatore di vere e proprie icone
dell’arredamento – dalle sedie ai tavoli, dalle lampade ai
letti. Il suo modo di procedere era rimettere in discussione
la forma dell’oggetto per capirne la necessità e per operare le
scelte corrette, rispetto all’uso ma anche ai vincoli dati, come
l’ottimizzazione della produzione, i materiali e la durata.
Mettere in discussione significa, ancora una volta, conoscere la
storia dell’oggetto e il suo senso, intravedere usi e potenzialità
ulteriori.
In sintesi, il punto chiave della creazione è per Magistretti la
pratica costante dell’attenzione.
Il suo design è un dono, all’intelligenza, alla finezza, all’uomo,
con pezzi per sua stessa ammissione più riusciti, altri meno:
“Nella mia vita avrò fatto cinquanta sedie, di queste ne
resteranno forse dieci, ma se non le avessi fatte tutte cinquanta
non avrei fatto neanche quelle dieci. Alla fine quello che conta
è la fatica, il lavoro, l’attenzione, il non essere contenti”.
Oggetti che sono nelle nostre case o che abbiamo incontrato,
magari inconsapevolmente, e che ci hanno reso più piacevole,
più leggera, la vita.
Questione di vedere e imboccare i sentieri giusti. Pensiamo al
magnifico tavolo Vidun (per De Padova, 1987), alle lampade
Eclisse (per Artemide, 1966) e Sonora (Oluce, 1976), la
libreria Nuvola Rossa (per Cassina, 1977), le sedie Silver,
Cirene o Incisa (De Padova). Pensiamo alle aziende che hanno
commissionato e valorizzato i suoi lavori.
Per Segrate Magistretti firmò, con Luigi Caccia Dominioni, il
progetto del quartiere San Felice (1966-1969), che rappresenta
tuttora sul territorio il migliore esito estetico di un pensiero
abitativo di ampia scala. Anche per questo ne celebriamo con
questa mostra il decennale della morte.
L’architettura mette in forma tridimensionale i pensieri sui
luoghi e sulle loro destinazioni, i desideri e, nei casi migliori,
costruisce spazi vivi, educa a guardare, insegna ad abitare,
aiuta a vivere. Il design migliore, dal canto suo, accompagna
la funzione dell’oggetto con l’armonia e la praticità, con la
soluzione corretta e utile, stimola desideri, rammenta la storia
degli oggetti, connette passato a futuro, trasmette cultura.
Quando i vicoli diventano vie maestre.
Gianluca Poldi
Assessore alla Cultura e Ricerca
20
settembre 2016
Svicolando. Omaggio a Vico Magistretti
Dal 20 settembre al 16 ottobre 2016
architettura
design
design
Location
CENTRO CULTURALE GIUSEPPE VERDI
Segrate, Via Xxv Aprile, (Milano)
Segrate, Via Xxv Aprile, (Milano)
Orario di apertura
tutti i giorni dalle 10 alle 19
Curatore