La mostra presenta dodici collage 70x100, tutti realizzati su cartone nei primi anni Settanta, provenienti da collezioni private.
I collage di Carlo Vincenti, definiti da Mirella Bentivoglio (2004) “come le toppe sui sacchi di Burri”, sono tra le opere più innovative della sua produzione. Vincenti è stato definito “un passeggiatore instancabile e senza meta definitiva” (Marta Francocci, 1994) e le sue opere invitano alla ricerca di particolari mai casuali.

…“Dietro le linee graffiate in centinaia di disegni, si nasconde l’incessante ricerca di una via d’uscita. Vincenti cerca attraverso il collage di raccontare le sue storie, sintetizzandole in frammenti. All’apparenza accostati indistintamente su cartoncino, quei frammenti vanno a ricoprire disposizioni ben studiate, come tessere di un mosaico ricomponibile con il pensiero. Niente è riconducibile alla percezione visiva e niente è comprensibile col solo ausilio della sensibilità contemplativa. I collages di Vincenti richiedono un particolare sforzo intellettivo, che non valuti tanto la fattezza estetica e la mirabile composizione schematica e cromatica del lavoro, quanto l’accostamento di determinate immagini a schegge di parole che, insieme, costruiscono il concetto ipotizzato.” …. (Agnese Miralli, L’antiseriale frammento, 2010)

Tra le opere esposte: “Giocando col fuoco” ; “Dopo le donne”; “Scherzando tra amici”; “9 numeri” dall’ Ebbrezza dei numeri; “Sproloquio”.

Note biografiche: Carlo Vincenti (1946-1978) ha lasciato alla fine della sua breve vita circa 60.000 opere documentate; non solo dipinti e disegni, ma anche scritti, giacché la sua personalità si esprimeva sia attraverso l’immagine visiva, sia attraverso la poesia e lo scritto ideologico-filosofico.