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Rosamaria Brioschi – Tempo, spazio e luce
Mostra personale
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La storia artistica di Rosamaria Brioschi inizia a 15 anni quando per la prima volta prende tra le mani un
pennello ed immediatamente ne viene rapita, trova immediatamente un feeling intimo che tutt’ora non l’ha
abbandonato. Sono gli anni dell’entusiasmo assoluto per ogni regalo della vita, anni in cui il cuore batte forte
nel segno della verità senza pregiudizi per nulla. L’arte entra sempre più nella sua vita con l’esperienza
decisiva assorbita dalle lezioni all’Accademia di Belle Arti Brera e, come spesso accade, l’incontro con
personaggi di rilievo assume un ruolo determinante nella carriera dell’artista. Rosamaria si avvale
dell’insegnamento accademico di un vero grande Maestro, Pompeo Borra, prima docente e poi anche direttore
della stessa accademia per un biennio negli anni ’70.
È proprio da qui che inizia per Rosamaria un percorso intenso di contenuti, sente di dover e poter comunicare
attraverso il complesso linguaggio offerto dalla pittura ma sente anche una particolare armonia con esso,
riesce dunque ad affacciarsi ad un’espressività che le è subito congeniale. Opere degli anni 70’
particolarmente intense come “l’attesa”, “la scala” o “Orchidea”, rivelano una straordinaria freschezza
riflessiva, dipinti particolarmente silenziosi che colpisco per l’atmosfera surreale che rivela un tentativo di
andare oltre alla pittura, come se Rosamaria utilizzasse il pennello solo come pretesto per parlare delle sue
emozioni, attingendo direttamente dall’anima e affidandosi unicamente ai versi non scritti della poesia.
Seguire il percorso creativo di Rosamaria significa addentrarsi in un
modo surreale e affascinante al tempo stesso, passando dagli importanti
periodi dedicati alle donne e ai tappi, fino a giungere alle ultime opere e
scoprire con piacere, un sottile fil-rouge che le unisce idealmente tutte,
silenziosamente affini nel comunicare attraverso un linguaggio
apparentemente semplice e sintetico ma quanto mai profondo,
complesso e coerente, che quasi sfugge alla semplice analisi
dell’intuizione logica e impone allo spettatore una sosta prolungata al
fine di poter assaporare al meglio ogni dettaglio, lasciando così che i
colori e i grandi spazi s’impossessino delle sue emozioni attraverso
l’onnipresente orizzonte.
L’orizzonte di Rosamaria non ha alcun attinenza con il temine
astronomico bensì, in virtù di quanto detto fin ora, rappresenta un’idea,
un concetto filosofico che si affaccia al confronto intellettuale con il
determinato e l’indeterminato, con il finito e l’infinito, come ho affermato
in principio, Rosamaria tende ad andare oltre, oltre alla pittura, al
linguaggio, allo stesso orizzonte definito. Oltre a tutto ciò troviamo però
sempre una luce (o luna) che appare costantemente nelle opere e
nell’anima dell’artista, una luce che fa ben sperare.
C’è qualcosa che mi rassicura nelle opere di Rosamaria Brioschi, nella
riflessione, nel silenzio e nella poesia è sempre presente l’immensità
dell’infinito, l’incapacità di risolvere le domande poste, tra quelle che
affiorano nella mente durante l’analisi delle opere dell’artista, mi
costringono al confronto sempre affascinante con me stesso.
A cura di Alberto Moioli
pennello ed immediatamente ne viene rapita, trova immediatamente un feeling intimo che tutt’ora non l’ha
abbandonato. Sono gli anni dell’entusiasmo assoluto per ogni regalo della vita, anni in cui il cuore batte forte
nel segno della verità senza pregiudizi per nulla. L’arte entra sempre più nella sua vita con l’esperienza
decisiva assorbita dalle lezioni all’Accademia di Belle Arti Brera e, come spesso accade, l’incontro con
personaggi di rilievo assume un ruolo determinante nella carriera dell’artista. Rosamaria si avvale
dell’insegnamento accademico di un vero grande Maestro, Pompeo Borra, prima docente e poi anche direttore
della stessa accademia per un biennio negli anni ’70.
È proprio da qui che inizia per Rosamaria un percorso intenso di contenuti, sente di dover e poter comunicare
attraverso il complesso linguaggio offerto dalla pittura ma sente anche una particolare armonia con esso,
riesce dunque ad affacciarsi ad un’espressività che le è subito congeniale. Opere degli anni 70’
particolarmente intense come “l’attesa”, “la scala” o “Orchidea”, rivelano una straordinaria freschezza
riflessiva, dipinti particolarmente silenziosi che colpisco per l’atmosfera surreale che rivela un tentativo di
andare oltre alla pittura, come se Rosamaria utilizzasse il pennello solo come pretesto per parlare delle sue
emozioni, attingendo direttamente dall’anima e affidandosi unicamente ai versi non scritti della poesia.
Seguire il percorso creativo di Rosamaria significa addentrarsi in un
modo surreale e affascinante al tempo stesso, passando dagli importanti
periodi dedicati alle donne e ai tappi, fino a giungere alle ultime opere e
scoprire con piacere, un sottile fil-rouge che le unisce idealmente tutte,
silenziosamente affini nel comunicare attraverso un linguaggio
apparentemente semplice e sintetico ma quanto mai profondo,
complesso e coerente, che quasi sfugge alla semplice analisi
dell’intuizione logica e impone allo spettatore una sosta prolungata al
fine di poter assaporare al meglio ogni dettaglio, lasciando così che i
colori e i grandi spazi s’impossessino delle sue emozioni attraverso
l’onnipresente orizzonte.
L’orizzonte di Rosamaria non ha alcun attinenza con il temine
astronomico bensì, in virtù di quanto detto fin ora, rappresenta un’idea,
un concetto filosofico che si affaccia al confronto intellettuale con il
determinato e l’indeterminato, con il finito e l’infinito, come ho affermato
in principio, Rosamaria tende ad andare oltre, oltre alla pittura, al
linguaggio, allo stesso orizzonte definito. Oltre a tutto ciò troviamo però
sempre una luce (o luna) che appare costantemente nelle opere e
nell’anima dell’artista, una luce che fa ben sperare.
C’è qualcosa che mi rassicura nelle opere di Rosamaria Brioschi, nella
riflessione, nel silenzio e nella poesia è sempre presente l’immensità
dell’infinito, l’incapacità di risolvere le domande poste, tra quelle che
affiorano nella mente durante l’analisi delle opere dell’artista, mi
costringono al confronto sempre affascinante con me stesso.
A cura di Alberto Moioli
14
novembre 2015
Rosamaria Brioschi – Tempo, spazio e luce
Dal 14 al 22 novembre 2015
arte contemporanea
Location
VILLA SCACCABAROZZI
Usmate Velate, Piazza A. Scaccabarozzi, (Milano)
Usmate Velate, Piazza A. Scaccabarozzi, (Milano)
Orario di apertura
Dal Lunedì al Venerdì dale 15.00 alle 18.00. Sabato dalle ore 16.00 alle 18.00. Domenica dale 10.00 alle 13.00 e dale 15.00 alle 18.00
Vernissage
14 Novembre 2015, ore 16
Sito web
www.rosamariabrioschi.it
Autore
Curatore