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IT’S NOT FAIR
Conobbi James penso nella Primavera del 1983 in uno dei miei primi viaggi a New York, era un pomeriggio di sole a Soho – il quartiere delle gallerie di quel
tempo –
Comunicato stampa
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Conobbi James penso nella Primavera del 1983 in uno dei miei primi viaggi a New York, era un pomeriggio di sole a Soho - il quartiere delle gallerie di quel
tempo - e seduti sui gradini d'ingresso di quel santuario che era 420 West Broadway,
sede delle prestigiose gallerie Sonnabend e Leo Castelli, guardavamo i programmi delle gallerie e le loro aperture e commentavamo le mostre viste.
Solo in quell'area ce ne saranno state pi_ di un centinaio solo di Arte Contemporanea.
Parlavamo italiano.. quando un ragazzo ci si siede vicino e ci chiede in inglese se fossimo italiani.. poi ci dice che suo nonno era italiano e se conoscessimo il paese Francica.. noi un p˜ imbarazzati ci guardiamo e diciamo francamente di no.. e lui, che non era mai stato in Italia se non a Roma da piccolo, cerca di spiegarci le sue origini.. non parlando una sola parola di italiano.. alla fine dopo vari tentativi geografico/culturali deduciamo che Francica _ un paesino della Calabria..e che il nonno di James era calabrese .. arrivato a New York nel 1924 e che ora, dopo avere avuto una pasticceria nel Lower East Side, _ un tranquillo pensionato che si gode la sua villettina nel New Jersey.
A quel punto James ci racconta il perch_ fosse li sotto all'ingresso delle gallerie.. aspettava l'apertura della mostra di Julian Shnabel nella galleria di fronte alla galleria Mary Boone e che aveva con se un catalogo e voleva farselo firmare&⁊ames era un art lover incallito.. la sua passione era nata in college , dopo aver seguito le lezioni di Robert Longo, un grande artista e regista e musicista di quel periodo&appena aveva un attimo di tempo libero correva a Soho a vedere le novitˆ del momento nelle gallerie e non perdeva un opening..ci scambiammo gli indirizzi e dopo qualche tempo seppi che James aveva finito il suo internship in uno studio di avvocati uptown e si era messo in proprio , aveva anche iniziato a collezionare ..non pi_ cataloghi e inviti firmati.. ma vere e proprie opere.. dalle litografie alla fotografie che allora avevano un mercato ragionevole e basso a dei piccoli pezzi unici che riusciva a comprare a rate dalle gallerie.. con i galleristi James instaurava un rapporto di fiducia e amicizia e non potendosi permettere grossi investimenti riusciva sempre ad ottenere delle dilazioni incredibili, non mi sorprenderebbe se ancora stia pagando qualcosa preso allora&⁰oi pian piano la gente andava da lui a chiedere consiglio su cosa vedere e su cosa comprare e lui ne andava orgoglioso di questa nuova veste di ..talent scout..con lui visitammo un giovane artista che per vivere faceva il grafico per delle riviste tipo The World of Interior.. ricordo ci presentammo davanti all'indirizzo 303 South Park Avenue.. suonare R.P. Quell' R.P. stava per Richard Prince il giovane artista che andammo a visitare in quel monolocale/studio pieno di foto , riviste e libri da non potersi girare, quel Richard Prince sarebbe diventato uno degli artisti pi_ importanti dell'arte americana di questo secolo!
Ci ricevette e per fortuna James si intendeva un p˜ di auto e motori perch_ la nostra conversazione fu solo su alcuni modelli Old Timer di auto tipo Ford Mustang dove io tranne per aver nominato una volta la Ferrari fui messo subito da parte&lla fine
della visita riuscimmo a comprare due piccoli jokes su carta pagati cash penso non pi_ di 200 dollari e ci regal˜ due suoi cataloghi.. poi prima di andar via ci sugger“ di andare la stessa sera all'opening di un suo amico: era Larry Clark&Con James il sabato a New York era lunghissimo anche perch_ era il suo solo giorno "off" quindi mattina "studio visit " e sera openings.
Allan McCollum ..lui lo incontrammo nel suo studio a Wooster Street lavorava quadri che trasformava in "surrogates" di gesso quindi si entrava puliti e si usciva bianchi di polvere.. ne aveva in cantiere un migliaio di quadretti di gesso da dipingere per la sua prima mostra alla Lisson di Londra! Alan Belcher aveva lo studio-galleria nel East Village e vendeva opere sue e di altri artisti .. credo anche Jeff Koons e Laury Simmons..
Il New York Times diede la copertina del supplemento a Jean Michel Basquiat..
la sua foto su quel giornale fu un segnale che qualcosa stava cambiando.. l'arte diventa pi_ accessibile al pubblico, le gallerie si riempiono di visitatori, un giovane di origini haitiane e graffitista sulla copertina del magazine pi_ letto d'America!
Pasquale Leccese
tempo - e seduti sui gradini d'ingresso di quel santuario che era 420 West Broadway,
sede delle prestigiose gallerie Sonnabend e Leo Castelli, guardavamo i programmi delle gallerie e le loro aperture e commentavamo le mostre viste.
Solo in quell'area ce ne saranno state pi_ di un centinaio solo di Arte Contemporanea.
Parlavamo italiano.. quando un ragazzo ci si siede vicino e ci chiede in inglese se fossimo italiani.. poi ci dice che suo nonno era italiano e se conoscessimo il paese Francica.. noi un p˜ imbarazzati ci guardiamo e diciamo francamente di no.. e lui, che non era mai stato in Italia se non a Roma da piccolo, cerca di spiegarci le sue origini.. non parlando una sola parola di italiano.. alla fine dopo vari tentativi geografico/culturali deduciamo che Francica _ un paesino della Calabria..e che il nonno di James era calabrese .. arrivato a New York nel 1924 e che ora, dopo avere avuto una pasticceria nel Lower East Side, _ un tranquillo pensionato che si gode la sua villettina nel New Jersey.
A quel punto James ci racconta il perch_ fosse li sotto all'ingresso delle gallerie.. aspettava l'apertura della mostra di Julian Shnabel nella galleria di fronte alla galleria Mary Boone e che aveva con se un catalogo e voleva farselo firmare&⁊ames era un art lover incallito.. la sua passione era nata in college , dopo aver seguito le lezioni di Robert Longo, un grande artista e regista e musicista di quel periodo&appena aveva un attimo di tempo libero correva a Soho a vedere le novitˆ del momento nelle gallerie e non perdeva un opening..ci scambiammo gli indirizzi e dopo qualche tempo seppi che James aveva finito il suo internship in uno studio di avvocati uptown e si era messo in proprio , aveva anche iniziato a collezionare ..non pi_ cataloghi e inviti firmati.. ma vere e proprie opere.. dalle litografie alla fotografie che allora avevano un mercato ragionevole e basso a dei piccoli pezzi unici che riusciva a comprare a rate dalle gallerie.. con i galleristi James instaurava un rapporto di fiducia e amicizia e non potendosi permettere grossi investimenti riusciva sempre ad ottenere delle dilazioni incredibili, non mi sorprenderebbe se ancora stia pagando qualcosa preso allora&⁰oi pian piano la gente andava da lui a chiedere consiglio su cosa vedere e su cosa comprare e lui ne andava orgoglioso di questa nuova veste di ..talent scout..con lui visitammo un giovane artista che per vivere faceva il grafico per delle riviste tipo The World of Interior.. ricordo ci presentammo davanti all'indirizzo 303 South Park Avenue.. suonare R.P. Quell' R.P. stava per Richard Prince il giovane artista che andammo a visitare in quel monolocale/studio pieno di foto , riviste e libri da non potersi girare, quel Richard Prince sarebbe diventato uno degli artisti pi_ importanti dell'arte americana di questo secolo!
Ci ricevette e per fortuna James si intendeva un p˜ di auto e motori perch_ la nostra conversazione fu solo su alcuni modelli Old Timer di auto tipo Ford Mustang dove io tranne per aver nominato una volta la Ferrari fui messo subito da parte&lla fine
della visita riuscimmo a comprare due piccoli jokes su carta pagati cash penso non pi_ di 200 dollari e ci regal˜ due suoi cataloghi.. poi prima di andar via ci sugger“ di andare la stessa sera all'opening di un suo amico: era Larry Clark&Con James il sabato a New York era lunghissimo anche perch_ era il suo solo giorno "off" quindi mattina "studio visit " e sera openings.
Allan McCollum ..lui lo incontrammo nel suo studio a Wooster Street lavorava quadri che trasformava in "surrogates" di gesso quindi si entrava puliti e si usciva bianchi di polvere.. ne aveva in cantiere un migliaio di quadretti di gesso da dipingere per la sua prima mostra alla Lisson di Londra! Alan Belcher aveva lo studio-galleria nel East Village e vendeva opere sue e di altri artisti .. credo anche Jeff Koons e Laury Simmons..
Il New York Times diede la copertina del supplemento a Jean Michel Basquiat..
la sua foto su quel giornale fu un segnale che qualcosa stava cambiando.. l'arte diventa pi_ accessibile al pubblico, le gallerie si riempiono di visitatori, un giovane di origini haitiane e graffitista sulla copertina del magazine pi_ letto d'America!
Pasquale Leccese
22
giugno 2013
IT’S NOT FAIR
Dal 22 giugno al 30 luglio 2013
arte contemporanea
Location
DUETART GALLERY
Varese, Via Albuzzi, 27, (Varese)
Varese, Via Albuzzi, 27, (Varese)
Orario di apertura
da martedi a sabato ore 15.30 - 19.30
Vernissage
22 Giugno 2013, ore 18.00
Autore