ALONG SOME ROADS / LUNGO ALCUNE STRADE
ALEXANDRA ALLEN, ARIANNA VALOCCHI, DYEEMAH SIMMONS, JAMIE BAIK , KALI BILLS,
MARKO MUJICIC, TEAL BASKERVILLE
Travelling has become one of modern man’s most favorite past-times. A journey offers a new
experience, however good or bad, in a different environment and whether one is open to that
experience , residing for what can be a very short while in a strange place or one is continually
contrasting it to one’s homeland , there are always be new visuals to take in, adventures to be
had. As travellers most of us are constant documentors of our journeys, and photography has
become the major medium to do this.
In ALONG SOME ROADS, the photography students of the SIENA ART INSTITUTE and the
SIENA SCHOOL FOR LIBERAL ARTS , set out to make observations of their journeys across Italy
and Europe, they were asked to look at the roads , paths and directional routes they took while
exploring these new sites. Whether they are viewing down the road they are taking or looking back
from where they have just come, at a junction where decisions must be made or peering over a
barrier into a ‘no entry zone’ , we as the viewer are given an insight to an experience which though
isn’t ours physically , becomes ours mentally . visually and perhaps emotionally. ..” photographs
where as it were , one can psychologically enter the world depicted , and inhabit the picture
space.” Roads and paths have been used in art for hundreds of years, THE AVENUE AT
MIDDLEHARNIS (1689) by Meindert Hobbema being one of the earliest masterpieces of this
genre. “ The path is frequently used as a metaphor for life , employed for generations of church
sermons. Do we take the smooth , broad highway , the easy road sought by those who will selfishly
do anything to make themselves comfortable for themselves, even to the detriment of others…or
do we choose the hard, stony road , fringed on either side with thorns, the path of the righteous.
Frequently, as in the path of life, the way ahead is never as straightforward as it seems. At other
times we can be swept along irresistably , never quite in control….The path is also the great
symbol for hope, for moving on. If life is hard… load up the furniture onto the back of a truck, and
head down the highway for the promised land….. Path photographs are personal and immediate ,
because a potential narrative situation is set up involving the viewer. We walk down the path, or we
imagine the photographer walking down the path, perhaps taking a picture further on….Although
they describe their world with precesion and clarity, they are also images of real mystery and
allure, because , as with a road or path in actuality, we are complelled to see what lies around the
bend or over the next rise.”
Jacqueline Tune,
Quotes from The Pleasures Of Good Photography, by Gerry Badger
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Viaggiare è diventato uno dei passatempi preferiti dell'uomo moderno. Un viaggio offre una nuova
esperienza, buona oppure cattiva, in un ambiente diverso, e se uno è aperto a quell'esperienza,
trascorrendo un periodo molto breve in un luogo strano oppure confrontandolo continuamente con
la propria patria, troverà sempre nuove prospettive e avventure da vivere. Da viaggiatori la
maggior parte di noi documenta costantemente i propri viaggi e la fotografia è diventata il modo
primario per farlo.
In "Lungo alcune strade", gli studenti di fotografia del Siena Art Institute e della Siena School for
Liberal Arts si sono dati all'osservazione dei loro viaggi in Italia e in Europa. E' stato chiesto loro di
guardare le strade, i viottoli e le vie che hanno preso mentre esploravano questi luoghi. Sia che
stiano dando un'occhiata giù per la strada che stanno prendendo, oppure guardando da dove sono
appena venuti, verso un punto in cui decisioni devono essere prese, oppure scrutando sopra una
barriera verso un divieto d'ingresso, noi, gli spettatori, riceviamo un assaggio di un'esperienza che,
malgrado non sia nostra, lo diventa in termini visivi, forse anche emotivi. "Fotografie dove si può
entrare nel mondo rappresentato e vivere lo spazio dell'immagine".
Strade e viottoli sono stati usati nell'arte da secoli. LA VIA A MIDDLEHARNIS (1689) di Meindert
Hobbema è uno dei primi capolavori di questo genere. "La strada è spesso usata come metafora
della vita, usata da generazioni di prediche religiose. Prendiamo la via larga, liscia, la via facile
presa da coloro che egoisticamente farebbero qualsiasi cosa per stare più comodi anche a danno
degli altri ... oppure scegliamo la via dura, la via piena di sassi, con le spine su ambedue i bordi, la
via dei giusti. Spesso, come nella vita, la via del progresso non è mai così chiara come può
sembrare. In altri casi possiamo essere spazzati via irresistibilmente, senza mai riuscire ad avere
controllo sulla situazione ... La strada è anche il grande simbolo della speranza, dell'andare avanti.
Se la vita è dura ... carica i mobili sul furgone e vai giù per l'autostrada verso la terra promessa ...
Le fotografie della strada sono personali e immediate perché una potenziale narrativa è creata con
lo spettatore. Noi andiamo giù per la strada, oppure immaginiamo il fotografo mentre cammina per
la strada forse portando la fotografia oltre ... Anche se descrivono il loro mondo con precisione e
chiarezza, sono sempre immagini misteriose e di vero fascino perché, come nel caso del vero
viottolo o la vera strada, siamo forzati a vedere quello che esiste dopo la curva o la prossima
salita".
Jacqueline Tune
citazioni di Gerry Badger, Il Piacere della buona fotografia