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Fabiola Ledda / Rita Kess – LeibRaum / CorpoSpazio
LeibRaum/CorpoSpazio
Due visioni della stessa allarmante condizione: tra smarrimento d’identità ed estraneità dell’uomo dal suo ambiente.
Mostra fotografica di Fabiola Ledda e Ryta Kess, inaugurazione martedì 17 Maggio via del Pratello, 96 Bologna
Comunicato stampa
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Il Candybar presenta:
LeibRaum/CorpoSpazio
Due visioni della stessa allarmante condizione: tra smarrimento d'identità ed estraneità dell'uomo dal suo ambiente.
Mostra fotografica di Fabiola Ledda e Ryta Kess, inaugurazione martedì 17 Maggio via del Pratello, 96 Bologna
La mostra rimarrà esposta fino al 28 Maggio
Esponendo in un luogo per lei inconsueto, Fabiola Ledda sceglie di far dialogare in un contesto differente alcune fra le sue opere più conosciute, tratte dai cicli “Bia e degradabile” e “Ofelie”. È anche l'occasione per vedere un primo lavoro del nuovo progetto “Im Requiem”.
Fabiola Ledda, sarda, è nata in Germania nel 1971. Si è diplomata all’Accademia di Belle Arti di Bologna, città dove attualmente vive e lavora. Indaga una molteplicità di linguaggi espressivi: fotografia, pittura, installazione, performance, fino ad interventi di natura ritmica e sonora. Esordisce nel 1995 direttamente in scena e partecipa ad eventi in contesti di sperimentazione e interazione fra i linguaggi. Questo la porta ad incontrare e collaborare con grandi personalità della letteratura e dell'arte in varie parti d'Europa (Parigi, Berlino, Sarajevo, Heidelberg, Paesi Baschi, Napoli...)
La sua ricerca è orientata su tematiche di denuncia sociale. Nel 2002 realizza Nella casa del boia, una performance installazione dove dichiara l’orrore della guerra, mentre in Al muro, del 2003, agisce contro la pena di morte. Sempre nel 2003 le sue opere sono utilizzate dalla Casa delle donne di Bologna per la campagna contro la violenza.
Tra i 2000 e il 2002 la serie Bia e Degradabile e nel 2003 la serie Ofelie, lavori che confermano una crescente attenzione verso la figura femminile. Vestendo il doppio ruolo di fotografa e modella, Fabiola Ledda si pone alla fine di una lunga tradizione di icone femminili: la madonna, la santa, la madre feconda, la donna commercializzata dell’oggi rivivono attraverso i suoi autoscatti in una riflessione che da particolare diventa universale. Dal 2005 lavora sul progetto di tableaux-vivants Madonne senza bambino.
Nel 2006 con Chiara Mulas Petrolchimiche e la galleria Capitol di Cagliari le dedica una personale.
Nel 2007 realizza Annunciazioni e intanto espone nella bi-personale Via Tacendo alla Facoltà di Architettura Valle Giulia di Roma.
Del 2009 è la personale al Teatro degli acerbi di Asti e la realizzazione del progetto Panes.
Ha partecipato al numerose collettive, fra cui The sense of water – Time in Jazz 2009.
Ha in preparazione diversi video ed un progetto urbano che mira a rimettere in discussione il ruolo dell'arte ed i suoi "luoghi di esposizione".
Suoi lavori sono stati utilizzati per siti web e copertine di libri. Ha ottenuto vari premi e riconoscimenti.
www.fabiolaledda.com/
Ryta Kess presenta “Le Grand Tour”, un rinascimento mancato
“Scegli l'Italia per il tuo viaggio di formazione!”... tra i più raffinati e alti livelli d’arte che l’area mediterranea offriva. Inoltre, paesaggi dal clima mite e favorevole che il resto d’Europa ci invidiava come tra i più suggestivi e densi di storia.
Ryta Kess, sarda, è nata a Sassari nel 1978. Diplomata in pittura all’Accademia di Belle Arti della sua città, laureata in arte contemporanea al DAMS di Bologna. Continua e conclude gli studi nel settore di archiviazione e catalogazione fotografica presso il cpf mBauer di Milano. Da quattro anni collabora con il fotografo R. Marnika nella realizzazione di seminari in Italia e in Croazia, occupandosi di storia della fotografia e lettura dell’immagine.
La sua ricerca artistica personale, a doppio filo con la storia dell’arte, affronta tematiche sociali attraverso la fotografia e non solo.
Nel 2006, partecipa alla rassegna “Asuni - Parole e visioni intorno al viaggio" con una video installazione "Passaggio ponte", in collaborazione con l'artista Virginia Farina.
Nel 2007/08 conclude il progetto “Madonne senza Bambino” Tableaux vivants, in collaborazione con le artiste Fabiola Ledda, Virginia Farina e Chiara Mulas.
Nel 2009 presso l’Associazione Culturale Officine Fotografiche, a Roma, espone “Visite”, un progetto in collaborazione con Robert Marnika. Lo stesso anno viene chiamata a partecipare ai laboratori didattici presso le scuole di Foligno e espone “Saluti dal mare” nella collettiva presso Palazzo Luccarini di Trevi.
Nel 2010 partecipa alla collettiva “Ateros Cuentos, L’ospite desiderato”, presso Sa domo manna, di Villanova Monteleone.
Nel 2011 ha collaborato per il progetto “Esistere di fatto. Autonarrazioni familiari” del fotografo Michele Brancati, in rassegna “Seravezza Fotografia” 2011.
Attualmente sta lavorando a vari progetti:
“Lapidaria”, video installazione sulla pena di morte per lapidazione,
“Abitata”, scatti sulla tematica della violenza invisibile.
“Le Grand tour”, work-in-progress sull’evoluzione del concetto di “paesaggio” nel bel paese.
A cura di Giuseppe Lo bue
Info:
giuseppe123_2@libero.it
bevete latte@yahoo.it
www.fabiolaledda.com
LeibRaum/CorpoSpazio
Due visioni della stessa allarmante condizione: tra smarrimento d'identità ed estraneità dell'uomo dal suo ambiente.
Mostra fotografica di Fabiola Ledda e Ryta Kess, inaugurazione martedì 17 Maggio via del Pratello, 96 Bologna
La mostra rimarrà esposta fino al 28 Maggio
Esponendo in un luogo per lei inconsueto, Fabiola Ledda sceglie di far dialogare in un contesto differente alcune fra le sue opere più conosciute, tratte dai cicli “Bia e degradabile” e “Ofelie”. È anche l'occasione per vedere un primo lavoro del nuovo progetto “Im Requiem”.
Fabiola Ledda, sarda, è nata in Germania nel 1971. Si è diplomata all’Accademia di Belle Arti di Bologna, città dove attualmente vive e lavora. Indaga una molteplicità di linguaggi espressivi: fotografia, pittura, installazione, performance, fino ad interventi di natura ritmica e sonora. Esordisce nel 1995 direttamente in scena e partecipa ad eventi in contesti di sperimentazione e interazione fra i linguaggi. Questo la porta ad incontrare e collaborare con grandi personalità della letteratura e dell'arte in varie parti d'Europa (Parigi, Berlino, Sarajevo, Heidelberg, Paesi Baschi, Napoli...)
La sua ricerca è orientata su tematiche di denuncia sociale. Nel 2002 realizza Nella casa del boia, una performance installazione dove dichiara l’orrore della guerra, mentre in Al muro, del 2003, agisce contro la pena di morte. Sempre nel 2003 le sue opere sono utilizzate dalla Casa delle donne di Bologna per la campagna contro la violenza.
Tra i 2000 e il 2002 la serie Bia e Degradabile e nel 2003 la serie Ofelie, lavori che confermano una crescente attenzione verso la figura femminile. Vestendo il doppio ruolo di fotografa e modella, Fabiola Ledda si pone alla fine di una lunga tradizione di icone femminili: la madonna, la santa, la madre feconda, la donna commercializzata dell’oggi rivivono attraverso i suoi autoscatti in una riflessione che da particolare diventa universale. Dal 2005 lavora sul progetto di tableaux-vivants Madonne senza bambino.
Nel 2006 con Chiara Mulas Petrolchimiche e la galleria Capitol di Cagliari le dedica una personale.
Nel 2007 realizza Annunciazioni e intanto espone nella bi-personale Via Tacendo alla Facoltà di Architettura Valle Giulia di Roma.
Del 2009 è la personale al Teatro degli acerbi di Asti e la realizzazione del progetto Panes.
Ha partecipato al numerose collettive, fra cui The sense of water – Time in Jazz 2009.
Ha in preparazione diversi video ed un progetto urbano che mira a rimettere in discussione il ruolo dell'arte ed i suoi "luoghi di esposizione".
Suoi lavori sono stati utilizzati per siti web e copertine di libri. Ha ottenuto vari premi e riconoscimenti.
www.fabiolaledda.com/
Ryta Kess presenta “Le Grand Tour”, un rinascimento mancato
“Scegli l'Italia per il tuo viaggio di formazione!”... tra i più raffinati e alti livelli d’arte che l’area mediterranea offriva. Inoltre, paesaggi dal clima mite e favorevole che il resto d’Europa ci invidiava come tra i più suggestivi e densi di storia.
Ryta Kess, sarda, è nata a Sassari nel 1978. Diplomata in pittura all’Accademia di Belle Arti della sua città, laureata in arte contemporanea al DAMS di Bologna. Continua e conclude gli studi nel settore di archiviazione e catalogazione fotografica presso il cpf mBauer di Milano. Da quattro anni collabora con il fotografo R. Marnika nella realizzazione di seminari in Italia e in Croazia, occupandosi di storia della fotografia e lettura dell’immagine.
La sua ricerca artistica personale, a doppio filo con la storia dell’arte, affronta tematiche sociali attraverso la fotografia e non solo.
Nel 2006, partecipa alla rassegna “Asuni - Parole e visioni intorno al viaggio" con una video installazione "Passaggio ponte", in collaborazione con l'artista Virginia Farina.
Nel 2007/08 conclude il progetto “Madonne senza Bambino” Tableaux vivants, in collaborazione con le artiste Fabiola Ledda, Virginia Farina e Chiara Mulas.
Nel 2009 presso l’Associazione Culturale Officine Fotografiche, a Roma, espone “Visite”, un progetto in collaborazione con Robert Marnika. Lo stesso anno viene chiamata a partecipare ai laboratori didattici presso le scuole di Foligno e espone “Saluti dal mare” nella collettiva presso Palazzo Luccarini di Trevi.
Nel 2010 partecipa alla collettiva “Ateros Cuentos, L’ospite desiderato”, presso Sa domo manna, di Villanova Monteleone.
Nel 2011 ha collaborato per il progetto “Esistere di fatto. Autonarrazioni familiari” del fotografo Michele Brancati, in rassegna “Seravezza Fotografia” 2011.
Attualmente sta lavorando a vari progetti:
“Lapidaria”, video installazione sulla pena di morte per lapidazione,
“Abitata”, scatti sulla tematica della violenza invisibile.
“Le Grand tour”, work-in-progress sull’evoluzione del concetto di “paesaggio” nel bel paese.
A cura di Giuseppe Lo bue
Info:
giuseppe123_2@libero.it
bevete latte@yahoo.it
www.fabiolaledda.com
17
maggio 2011
Fabiola Ledda / Rita Kess – LeibRaum / CorpoSpazio
Dal 17 al 28 maggio 2011
fotografia
Location
CANDY
Bologna, Via Del Pratello, 96/e, (Bologna)
Bologna, Via Del Pratello, 96/e, (Bologna)
Orario di apertura
18-23.30
Vernissage
17 Maggio 2011, h 18.00
Autore
Curatore