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Paolo Borrelli – Messaggi minatori
Le immagini scelte da Paolo Borrelli e assemblate in collages elegantissimi raccontano storie visionarie di un uomo che non ha fatto altro se non fermarsi a pensare.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
L’evento è il primo appuntamento di Spazio Aperto 2011 ciclo annuale di quattro mostre in cui i critici invitati dall’associazione culturale Fuori Centro, tracciano i percorsi e gli obiettivi che si vanno elaborando nei multiformi ambiti delle esperienze legate alla sperimentazione.
Le immagini scelte da Paolo Borrelli e assemblate in collages elegantissimi raccontano storie visionarie di un uomo che non ha fatto altro se non fermarsi a pensare. E nella pratica delle associazioni di pensiero, ogni frame riconduce a qualcosa di diverso, di nuovo, in un vortice fantasioso capace di riqualificare e decontestualizzare schegge di epoche e accadimenti che si spogliano del loro significato di origine per assumerne di nuovi.
L’artista ci presenta il suo “Atlante della memoria” (per citare Aby Warburg) e ci invita a guardare a quelle stesse immagini non con gli occhi della storia, né tantomeno con lo sguardo di chi le ha assemblate, ma semplicemente con i nostri occhi e con i nostri rimandi ad esperienze personali. Ogni Elegia si trasla su binari differenti come, di volta in volta, sono differenti le menti che immagazzinano le forme.
“Io non sono semplicemente quell’essere puntiforme che si orienta rispetto al punto geometrico da dove si coglie la prospettiva. Indubbiamente, in fondo al mio occhio si dipinge l’immagine. Certo, l’immagine è nel mio occhio. Ma io, io sono nell’immagine”. Così diceva Jacques Lacan a proposito dell’accesa questione sullo sguardo, sulla percezione dell’oggetto, artistico o meno che sia, ribaltando completamente i ruoli di soggetto ed oggetto, interscambiandoli e ponendo al centro della diatriba il valore della visione.
Il tema della visione-punto di vista nelle opere di Borrelli supera le dinamiche rappresentative (seppur affrontate in maniera esaustiva) a approda su piani decisamente politico-sociali.
Lo spettatore è naturalmente condotto verso riflessioni di tale carattere perché a suggerirlo sono gli stessi soggetti raffigurati, ma è assente ogni forzatura di genere in quanto l’intento dell’autore non è assolutamente riconducibile alla volontà di fornire una definizione compiuta; al contrario invita a una riflessione della quale accenna il solo incipit.
Il suo Tentativo di ricordare è una esplicita esortazione a comporre rappresentazioni intellettive, alterandole e approfondendole, commutandole in qualcosa di diverso, emancipandosi da qualsivoglia legge o vincolo che sia, praticando una pura riflessione autosufficiente dei sensi.
In una parola: immaginazione.
Le immagini scelte da Paolo Borrelli e assemblate in collages elegantissimi raccontano storie visionarie di un uomo che non ha fatto altro se non fermarsi a pensare. E nella pratica delle associazioni di pensiero, ogni frame riconduce a qualcosa di diverso, di nuovo, in un vortice fantasioso capace di riqualificare e decontestualizzare schegge di epoche e accadimenti che si spogliano del loro significato di origine per assumerne di nuovi.
L’artista ci presenta il suo “Atlante della memoria” (per citare Aby Warburg) e ci invita a guardare a quelle stesse immagini non con gli occhi della storia, né tantomeno con lo sguardo di chi le ha assemblate, ma semplicemente con i nostri occhi e con i nostri rimandi ad esperienze personali. Ogni Elegia si trasla su binari differenti come, di volta in volta, sono differenti le menti che immagazzinano le forme.
“Io non sono semplicemente quell’essere puntiforme che si orienta rispetto al punto geometrico da dove si coglie la prospettiva. Indubbiamente, in fondo al mio occhio si dipinge l’immagine. Certo, l’immagine è nel mio occhio. Ma io, io sono nell’immagine”. Così diceva Jacques Lacan a proposito dell’accesa questione sullo sguardo, sulla percezione dell’oggetto, artistico o meno che sia, ribaltando completamente i ruoli di soggetto ed oggetto, interscambiandoli e ponendo al centro della diatriba il valore della visione.
Il tema della visione-punto di vista nelle opere di Borrelli supera le dinamiche rappresentative (seppur affrontate in maniera esaustiva) a approda su piani decisamente politico-sociali.
Lo spettatore è naturalmente condotto verso riflessioni di tale carattere perché a suggerirlo sono gli stessi soggetti raffigurati, ma è assente ogni forzatura di genere in quanto l’intento dell’autore non è assolutamente riconducibile alla volontà di fornire una definizione compiuta; al contrario invita a una riflessione della quale accenna il solo incipit.
Il suo Tentativo di ricordare è una esplicita esortazione a comporre rappresentazioni intellettive, alterandole e approfondendole, commutandole in qualcosa di diverso, emancipandosi da qualsivoglia legge o vincolo che sia, praticando una pura riflessione autosufficiente dei sensi.
In una parola: immaginazione.
27
aprile 2011
Paolo Borrelli – Messaggi minatori
Dal 27 aprile al 13 maggio 2011
arte contemporanea
Location
STUDIO ARTE FUORI CENTRO
Roma, Via Ercole Bombelli, 22, (Roma)
Roma, Via Ercole Bombelli, 22, (Roma)
Orario di apertura
dal martedì al venerdì dalle 17,00 alle 20,00
Vernissage
27 Aprile 2011, ore 18,00
Autore
Curatore




