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Mauro Ghiglione – Debito d’ossigeno
Mostra personale
Comunicato stampa
Segnala l'evento
C’è sempre nelle opere di Mauro Ghiglione qualcosa di enigmatico, che si
sottrae alla piena leggibilità, per offrirsi solo alla profondità dello sguardo, a un vedere
che non si traduce in parole e concetti, o che resta sospeso in un’interrogazione che non
prevede risposte. A un vedere che è mettere insieme il “vedere come”, che interpreta,
media, procede per analogie, paragoni, riconoscimenti, e il “vedere così” di una visione
dell’accadere dell’evento, dell’improvviso balenare, dell’intensità in cui la cosa si
presenta e si vede qualcosa come “qualcosa”, e si può dire solo “guarda”. In questa
visione a doppio sguardo si perdono i confini tra l’essere e le immagini, tra il noto e
l’estraneo. E diventa possibile la libera associazione di elementi e situazioni del
presente e del passato in un’archeologia della memoria, anamnesi, rammemorazione di
storie che non si sono mai vissute e che pur tuttavia sentiamo o immaginiamo che ne
facciamo parte o che ci appartengono.
Oggi che la visione è la nuova dimensione del reale e le immagini hanno preso
il posto delle cose e di noi stessi, il mondo è la visione del mondo nell’immagine, che ne
costituisce le sue attuali istanze esistenziali. La sua memoria stessa si fonda
sull’immagine, come la sua bellezza. Muta dunque lo statuto del reale, ma muta anche
lo statuto dell’immagine. Non è più un’icona, un “eikon”, ma un “eidolon”, un
simulacro, secondo l’idea antica di una sorta di pellicola che si stacca dalle cose o
persone producendo una immagine riflessa, o, per la concezione moderna, un’immagine
feticcio. L’ “eidolon” non è meno reale della cosa. Le immagini diventano allora
territori autonomi. ...(dal testo di Eleonora Fiorani)
sottrae alla piena leggibilità, per offrirsi solo alla profondità dello sguardo, a un vedere
che non si traduce in parole e concetti, o che resta sospeso in un’interrogazione che non
prevede risposte. A un vedere che è mettere insieme il “vedere come”, che interpreta,
media, procede per analogie, paragoni, riconoscimenti, e il “vedere così” di una visione
dell’accadere dell’evento, dell’improvviso balenare, dell’intensità in cui la cosa si
presenta e si vede qualcosa come “qualcosa”, e si può dire solo “guarda”. In questa
visione a doppio sguardo si perdono i confini tra l’essere e le immagini, tra il noto e
l’estraneo. E diventa possibile la libera associazione di elementi e situazioni del
presente e del passato in un’archeologia della memoria, anamnesi, rammemorazione di
storie che non si sono mai vissute e che pur tuttavia sentiamo o immaginiamo che ne
facciamo parte o che ci appartengono.
Oggi che la visione è la nuova dimensione del reale e le immagini hanno preso
il posto delle cose e di noi stessi, il mondo è la visione del mondo nell’immagine, che ne
costituisce le sue attuali istanze esistenziali. La sua memoria stessa si fonda
sull’immagine, come la sua bellezza. Muta dunque lo statuto del reale, ma muta anche
lo statuto dell’immagine. Non è più un’icona, un “eikon”, ma un “eidolon”, un
simulacro, secondo l’idea antica di una sorta di pellicola che si stacca dalle cose o
persone producendo una immagine riflessa, o, per la concezione moderna, un’immagine
feticcio. L’ “eidolon” non è meno reale della cosa. Le immagini diventano allora
territori autonomi. ...(dal testo di Eleonora Fiorani)
05
aprile 2011
Mauro Ghiglione – Debito d’ossigeno
Dal 05 al 30 aprile 2011
arte contemporanea
Location
DIECI.DUE!
Milano, Via Volvinio, 30, (Milano)
Milano, Via Volvinio, 30, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a venerdì
dalle 15,30 alle 19
e su appuntamento
Vernissage
5 Aprile 2011, h.18-21
Autore