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Valeria Fanciotto – La realtà dell’inconsistenza
mostra personale
Comunicato stampa
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LA REALTA' DELL'INCONSISTENZA:
“…Non sopporto la nostalgia, la normalità, la cattiveria, l’iperattività, la bulimia, la gentilezza, la malinconia, la mestizia, l’intelligenza e la stupidità, la tracotanza, la rassegnazione, la vergogna, l’arroganza, la simpatia, il doppiogiochismo, il menefreghismo, l’abuso di potere, l’inettitudine, la sportività, la bontà d’animo, la religiosità, l’ostentazione, la curiosità e l’indifferenza, la messa in scena, la realtà, la colpa, il minimalismo, la sobrietà e l’eccesso, la genericità, la falsità, la responsabilità, la spensieratezza, l’eccitazione, la saggezza, la determinazione, l’autocompiacimento, l’irresponsabilità, la correttezza, l’aridità, la serietà e la frivolezza, la pomposità, la necessarietà, la miseria umana, la compassione, la tetraggine, la prevedibilità, l’incoscienza, la capziosità, la rapidità, l’oscurità, la negligenza, la lentezza, la medietà, la velocità, l’ineluttabilità, l’esibizionismo, l’entusiasmo, la sciatteria, la virtuosità, il dilettantismo, il professionismo, il decisionismo, l’automobilismo, l’autonomia, la dipendenza, l’eleganza e la felicità.
Non sopporto niente e nessuno.
Neanche me stesso.
Soprattutto me stesso.
Solo una cosa sopporto.
Le sfumature… “
(da "Hanno tutti ragione", prefazione di Mimmo Repetto)
Mi sono avvicinata al mondo della fotografia sin da piccola. Maneggiando quel grosso aggeggio nero di cui non capivo l’utilità ho scoperto piano piano che le persone e il mondo circostante potevano essere “catturate” e riprodotte con un semplice gesto. Non potevo crederci.
Riflettendo, più avanti con gli anni, sul tema del tempo e della caducità della nostra stessa vita, ho trovato conforto e ispirazione nella possibilità di poter rendere eterni tutti quegli aspetti dell’esistenza destinati a rimanere vivi solo nella nostra memoria: l’emozione di fronte ad un paesaggio, un sorriso, uno sguardo rubato, la bellezza di un corpo, un riflesso nella notte.
Ma soprattutto ciò che più mi ha da sempre affascinata di uno scatto è la possibilità di rendere protagonista un piccolo dettaglio, quel particolare che a occhio nudo può essere una semplice sfumatura diventa esso stesso soggetto e cresce di importanza. Chi non rimane affascinato da una goccia di rugiada tremante sulla punta di una foglia?
Così mi sono ritrovata ad osservare il fumo. Una nebulosa massa apparentemente informe che cambia di secondo in secondo, che non si lascia prendere, e che danza attorno a te sinuosamente, quasi con maliziosa provocazione.
“…Non sopporto la nostalgia, la normalità, la cattiveria, l’iperattività, la bulimia, la gentilezza, la malinconia, la mestizia, l’intelligenza e la stupidità, la tracotanza, la rassegnazione, la vergogna, l’arroganza, la simpatia, il doppiogiochismo, il menefreghismo, l’abuso di potere, l’inettitudine, la sportività, la bontà d’animo, la religiosità, l’ostentazione, la curiosità e l’indifferenza, la messa in scena, la realtà, la colpa, il minimalismo, la sobrietà e l’eccesso, la genericità, la falsità, la responsabilità, la spensieratezza, l’eccitazione, la saggezza, la determinazione, l’autocompiacimento, l’irresponsabilità, la correttezza, l’aridità, la serietà e la frivolezza, la pomposità, la necessarietà, la miseria umana, la compassione, la tetraggine, la prevedibilità, l’incoscienza, la capziosità, la rapidità, l’oscurità, la negligenza, la lentezza, la medietà, la velocità, l’ineluttabilità, l’esibizionismo, l’entusiasmo, la sciatteria, la virtuosità, il dilettantismo, il professionismo, il decisionismo, l’automobilismo, l’autonomia, la dipendenza, l’eleganza e la felicità.
Non sopporto niente e nessuno.
Neanche me stesso.
Soprattutto me stesso.
Solo una cosa sopporto.
Le sfumature… “
(da "Hanno tutti ragione", prefazione di Mimmo Repetto)
Mi sono avvicinata al mondo della fotografia sin da piccola. Maneggiando quel grosso aggeggio nero di cui non capivo l’utilità ho scoperto piano piano che le persone e il mondo circostante potevano essere “catturate” e riprodotte con un semplice gesto. Non potevo crederci.
Riflettendo, più avanti con gli anni, sul tema del tempo e della caducità della nostra stessa vita, ho trovato conforto e ispirazione nella possibilità di poter rendere eterni tutti quegli aspetti dell’esistenza destinati a rimanere vivi solo nella nostra memoria: l’emozione di fronte ad un paesaggio, un sorriso, uno sguardo rubato, la bellezza di un corpo, un riflesso nella notte.
Ma soprattutto ciò che più mi ha da sempre affascinata di uno scatto è la possibilità di rendere protagonista un piccolo dettaglio, quel particolare che a occhio nudo può essere una semplice sfumatura diventa esso stesso soggetto e cresce di importanza. Chi non rimane affascinato da una goccia di rugiada tremante sulla punta di una foglia?
Così mi sono ritrovata ad osservare il fumo. Una nebulosa massa apparentemente informe che cambia di secondo in secondo, che non si lascia prendere, e che danza attorno a te sinuosamente, quasi con maliziosa provocazione.
25
marzo 2011
Valeria Fanciotto – La realtà dell’inconsistenza
Dal 25 al 31 marzo 2011
fotografia
Location
CAFFE’ CESARE
Torino, Via Vanchiglia, (Torino)
Torino, Via Vanchiglia, (Torino)
Vernissage
25 Marzo 2011, dalle ore 19,30 alle 22,30 circa con aperitivo.
Autore
Curatore