Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Adolfina De Stefani – La Giustizia
La performance “La Giustizia” di Adolfina De Stefani con l’attrice Elisa Rampon si rifà ad un tragico fatto di cronaca: il naufragio infinito di Titti e Hadengai, due dei cinque sopravvissuti sul gommone maledetto in viaggio dalla morte all’Italia.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Martedì 13 aprile 2010 alle ore 21.00 al Fronte del Porto Filmclub di Padova (in via Santa Maria Assunta 20 ) si terrà la performance di Adolfina De Stefani con l'attrice Elisa Rampon.
Ingresso libero con tessera Fronte del Porto (4 euro).
Musiche originali del Maestro Marcello Mauro. Scatto fotografico di Gianluca Scordo e Rocco Trono.
Introduce la serata Sirio Luginbhul. Presentazione e intervista di Barbara Codogno.
La performance “La Giustizia” di Adolfina De Stefani con l'attrice Elisa Rampon si rifà ad un tragico fatto di cronaca: il naufragio infinito di Titti e Hadengai, due dei cinque sopravvissuti sul gommone maledetto in viaggio dalla morte all'Italia.
L'artista in questa performance riprende un articolo apparso su Repubblica del 28.08.09 a firma Ezio Mauro. Un gommone nero partito dalla Libia con un carico di 78 disperati eritrei ed etiopi, che ha vagato in mare senza benzina per 21 giorni, ha scaricato nel Mediterraneo 73 cadaveri ed è sbarcato infine a Lampedusa.
Sul gommone, di quelle 73 persone sono rimasti solo cinque fantasmi, stremati da un mese di morte, di sete, di fame e di terrore.
Questa performance di forte denuncia sociale e piena di indignazione umana ha un grande lavoro a monte: l'elaborazione dei 22 Arcani Maggiori tradotti in scatti fotografici che l'artista interpreta con la sua personale cifra stilistica.
Spiega Adolfina: “Per dare vita a questa mia interpretazione dei ventidue Arcani Maggiori ho scelto di porre a confronto tale antica sapienza con la routine esistenziale dei nostri giorni che, pur spesso tristi e dolorosi, sono l’unica chance rimasta all’esistere”. A partire da questo processo creativo, Adolfina medita dunque sul Trionfo numero 8, La Giustizia. L'artista parte dalla parola, dal suo significato per sgretolare quella maschera che ne nasconde la menzogna.
Ma ad Adolfina non interessa solo de-costruire. Adolfina vuole riportare in vita una Giustizia che è frutto del bene comune, una giustizia condivisa e solidale: “La Legge è uguale per tutti, ma non per tutti la Legge è uguale. C’è chi la cerca, chi la provoca, chi la subisce… ma nessuno la trova più. Nessuno la vuole più trovare… tutti intenti a farsi giustizia… una vuota giustizia personale piena di odio e rancori ma chi la vuole rintracciare, la ritrova… sotto un berretto candido… intenta a rimirare i suoi simboli perduti”.
L'analisi di Adolfina è sempre sincera, onesta fino in fondo, pulita e spietata: l'artista non si nasconde dietro ai simboli, anzi, espone il suo corpo come fosse un fatto compiuto, come un momento di verità con cui, volenti o nolenti, si deve avere a che fare.
Per questo, per quanto sia “ideata” la performance La Giustizia contempla necessariamente spazi di vita propria: perché è solo nell'improvvisazione che la coscienza ha modo di farsi conoscenza.
Dopo la performance l'artista risponderà alle domande del pubblico.
Ingresso libero con tessera Fronte del Porto (4 euro).
Musiche originali del Maestro Marcello Mauro. Scatto fotografico di Gianluca Scordo e Rocco Trono.
Introduce la serata Sirio Luginbhul. Presentazione e intervista di Barbara Codogno.
La performance “La Giustizia” di Adolfina De Stefani con l'attrice Elisa Rampon si rifà ad un tragico fatto di cronaca: il naufragio infinito di Titti e Hadengai, due dei cinque sopravvissuti sul gommone maledetto in viaggio dalla morte all'Italia.
L'artista in questa performance riprende un articolo apparso su Repubblica del 28.08.09 a firma Ezio Mauro. Un gommone nero partito dalla Libia con un carico di 78 disperati eritrei ed etiopi, che ha vagato in mare senza benzina per 21 giorni, ha scaricato nel Mediterraneo 73 cadaveri ed è sbarcato infine a Lampedusa.
Sul gommone, di quelle 73 persone sono rimasti solo cinque fantasmi, stremati da un mese di morte, di sete, di fame e di terrore.
Questa performance di forte denuncia sociale e piena di indignazione umana ha un grande lavoro a monte: l'elaborazione dei 22 Arcani Maggiori tradotti in scatti fotografici che l'artista interpreta con la sua personale cifra stilistica.
Spiega Adolfina: “Per dare vita a questa mia interpretazione dei ventidue Arcani Maggiori ho scelto di porre a confronto tale antica sapienza con la routine esistenziale dei nostri giorni che, pur spesso tristi e dolorosi, sono l’unica chance rimasta all’esistere”. A partire da questo processo creativo, Adolfina medita dunque sul Trionfo numero 8, La Giustizia. L'artista parte dalla parola, dal suo significato per sgretolare quella maschera che ne nasconde la menzogna.
Ma ad Adolfina non interessa solo de-costruire. Adolfina vuole riportare in vita una Giustizia che è frutto del bene comune, una giustizia condivisa e solidale: “La Legge è uguale per tutti, ma non per tutti la Legge è uguale. C’è chi la cerca, chi la provoca, chi la subisce… ma nessuno la trova più. Nessuno la vuole più trovare… tutti intenti a farsi giustizia… una vuota giustizia personale piena di odio e rancori ma chi la vuole rintracciare, la ritrova… sotto un berretto candido… intenta a rimirare i suoi simboli perduti”.
L'analisi di Adolfina è sempre sincera, onesta fino in fondo, pulita e spietata: l'artista non si nasconde dietro ai simboli, anzi, espone il suo corpo come fosse un fatto compiuto, come un momento di verità con cui, volenti o nolenti, si deve avere a che fare.
Per questo, per quanto sia “ideata” la performance La Giustizia contempla necessariamente spazi di vita propria: perché è solo nell'improvvisazione che la coscienza ha modo di farsi conoscenza.
Dopo la performance l'artista risponderà alle domande del pubblico.
13
aprile 2010
Adolfina De Stefani – La Giustizia
13 aprile 2010
performance - happening
Location
MULTISALA PORTO ASTRA
Padova, Via Santa Maria Assunta, 204, (Padova)
Padova, Via Santa Maria Assunta, 204, (Padova)
Vernissage
13 Aprile 2010, ore 21
Autore