L’intervento prenderà le mosse dalla fase immediatamente successiva alla Rivoluzione d’ottobre, in cui oggetto del furore iconoclasta, sia materiale che ideologico, furono soprattutto simboli e spazi legati alla religione e alla vecchia cultura borghese: le cucine degli appartamenti, le chiese, le osterie. Manifesti di propaganda e cinema si allearono nel rappresentare la lotta per la costruzione del nuovo e la persistenza del vecchio, difficile da scalzare, nella mentalità e nei gusti della popolazione (D. Vertov, Entusiamo. Sinfonia del Donbas e S. Ejzenštejn, Il prato di Bez). Successivamente si prenderà in considerazione la falsificazione delle immagini operata nell’era staliniana con cancellazioni da enciclopedie, fotografie ufficiali e giornali dei volti e dei corpi dei personaggi caduti in disgrazia nel corso delle famigerate purghe. Dalle tecniche di fotomontaggio più sofisticate alla semplici e artigianali sforbiciate realizzate in casa per segnalare l’adesione, seppur formale, al discorso politico in auge. L’ultima parte sarà dedicata alla rimozione delle statue e dei simboli sovietici, avvenuta sul doppio fronte della decostruzione artistica (corrente detta sots-art) e della distruzione fisica successiva al crollo dell’Unione Sovietica.





Discussant:

Maurizio Guerri, Andrea Pinotti, Francesca Alfano Miglietti, Francesco Correggia, Francesca Marelli, Gabriele Perretta, Federico Ferrari, Giovanni Iovane, Carlo Tognolina, Ale Guzzetti, Romano Gasparotti.