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Pippo Oriani – Omaggio. Dipinti e pastelli
La Galleria Filippo Pananti prosegue la stagione espositiva inaugurando giovedì 25 marzo 2010, nella sede di Via Condotta 27 r, la mostra “Omaggio a Pippo Oriani”, organizzata in collaborazione con la Fondazione Oriani Greelyork Ontario Canada.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Nato a Torino nel 1909 in una famiglia di costruttori edili, Oriani frequenta i corsi della Scuola Superiore di Architettura ed è ricordato tra gli assidui avventori del Caffè Nazionale, celebre luogo di incontro di artisti. Avvicinatosi al gruppo dei futuristi torinesi e al Gruppo dei Sei, Oriani lascia gli studi per dedicarsi alla pittura; l'esordio al pubblico avviene nell'ambito del Padiglione Futurista nel 1928, in occasione dell'Expo di Torino quando, su invito di Prampolini, gli è consentito esporre due quadri fuori catalogo. Intensificati i rapporti con i pittori futuristi, ai quali rimarrà a lungo legato, Oriani è presente nelle maggiori esposizioni del gruppo, dalla mostra milanese del 1929 alla galleria Pesaro
all'Esposizione Internazionale di Barcellona dello stesso anno (dove, ventenne, riceve il primo riconoscimento ufficiale per la scenografia). Sempre nel '29 è ricordato fra gli organizzatori di una manifestazione all'Università di Torino conto Lionello Venturi che si era rifiutato di includere il Futurismo fra i programmi di studio. Risale allo stesso anno il primo viaggio a Parigi insieme all'amico Fillia, convinto sostenitore della necessità di tessere rapporti con le avanguardie d'oltralpe grazie al quale Oriani è introdotto nei circoli dei più grandi interpreti del Novecento, frequentando il connazionale Severini, Picasso, Léger, Kandinskij, Delaunay, Max Ernst, Mondrian, Le Corbusier. Gli Trenta sono ricordati per la partecipazione a diverse mostre francesi, alle mostre itineranti dei pittori futuristi e per l'esposizione alla Biennale di Venezia nel 1932. I dipinti di questo periodo si caratterizzano per il tratto sintetico e per la semplificazione delle forme che tendono verso un astrattismo dalle cifre decorative. Negli anni precedenti la seconda guerra mondiale si nota invece un progressivo recupero di cifre pittoriche espressioniste e per la profonda ricerca di forme primordiali, tendenze che si palesano nelle opere successive al conflitto. Negli anni Cinquanta e Sessanta, nell'ambito del cosiddetto Secondo Futurismo, la sua opera è stata oggetto di significativa rivalutazione attraverso mostre personali, tra le quali si ricordano l'esposizione romana del 1964 alla Galleria Medusa, l'antologica presso la Galleria Rizzato-Whitwort di Milano nel 1966 e l'esposizione delle opere parigine alla Galleria Donatello di Palermo nel 1971. Oriani fu anche attivo collaboratore di riviste, fra le quali si ricordano La città futurista, La città nuova, Stile futurista nonché quotidiani quali Secolo XIX di Genova e L'Ambrosiano di Milano. Da non dimenticare l'attività nell'ambito della cinematografia d'avanguardia, in particolare la collaborazione con Martina e Cordero per la realizzazione di Vitesse, film futurista che vanta una diffusione internazionale.
all'Esposizione Internazionale di Barcellona dello stesso anno (dove, ventenne, riceve il primo riconoscimento ufficiale per la scenografia). Sempre nel '29 è ricordato fra gli organizzatori di una manifestazione all'Università di Torino conto Lionello Venturi che si era rifiutato di includere il Futurismo fra i programmi di studio. Risale allo stesso anno il primo viaggio a Parigi insieme all'amico Fillia, convinto sostenitore della necessità di tessere rapporti con le avanguardie d'oltralpe grazie al quale Oriani è introdotto nei circoli dei più grandi interpreti del Novecento, frequentando il connazionale Severini, Picasso, Léger, Kandinskij, Delaunay, Max Ernst, Mondrian, Le Corbusier. Gli Trenta sono ricordati per la partecipazione a diverse mostre francesi, alle mostre itineranti dei pittori futuristi e per l'esposizione alla Biennale di Venezia nel 1932. I dipinti di questo periodo si caratterizzano per il tratto sintetico e per la semplificazione delle forme che tendono verso un astrattismo dalle cifre decorative. Negli anni precedenti la seconda guerra mondiale si nota invece un progressivo recupero di cifre pittoriche espressioniste e per la profonda ricerca di forme primordiali, tendenze che si palesano nelle opere successive al conflitto. Negli anni Cinquanta e Sessanta, nell'ambito del cosiddetto Secondo Futurismo, la sua opera è stata oggetto di significativa rivalutazione attraverso mostre personali, tra le quali si ricordano l'esposizione romana del 1964 alla Galleria Medusa, l'antologica presso la Galleria Rizzato-Whitwort di Milano nel 1966 e l'esposizione delle opere parigine alla Galleria Donatello di Palermo nel 1971. Oriani fu anche attivo collaboratore di riviste, fra le quali si ricordano La città futurista, La città nuova, Stile futurista nonché quotidiani quali Secolo XIX di Genova e L'Ambrosiano di Milano. Da non dimenticare l'attività nell'ambito della cinematografia d'avanguardia, in particolare la collaborazione con Martina e Cordero per la realizzazione di Vitesse, film futurista che vanta una diffusione internazionale.
25
marzo 2010
Pippo Oriani – Omaggio. Dipinti e pastelli
Dal 25 marzo al 10 aprile 2010
arte contemporanea
Location
GALLERIA PANANTI ARCHIVI DEL NOVECENTO (sede chiusa)
Firenze, Viale Del Poggio Imperiale, 32, (Firenze)
Firenze, Viale Del Poggio Imperiale, 32, (Firenze)
Orario di apertura
10.00-13.00 e 15.30-19.30
chiuso domenica e lunedì mattina
Vernissage
25 Marzo 2010, ore 18.00
Autore
Curatore