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Salvo Catania Zingali – Ri-compensati
Saranno esposte le tecniche miste su multistrato di Salvo Catania Zingali. Opere dipinte e assemblate su un materiale scadente, stratificato dai segni logori e dai colori naturali del legno secco, che illustrano in modo originale momenti intimi, scatti della memoria, sguardi sospetti, vie sognate.
Comunicato stampa
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Dal testo di Andrea Guastella
Le forze che ci vivono
Non sono fantasmi. Sfilano davanti a noi con la loro aria sfrontata, guardandoci senza vedere. Oppure siamo noi che le inquadriamo, con la coda dell'occhio, dal finestrino di un auto in corsa. Qualcuna rimane appartata, qualcun'altra prova a imbastire una trattativa: a gesti, sollevandosi la veste o chiamandoci a gran voce. Sullo sfondo, uno spazio neutro, sempre uguale, dove è possibile distinguere solo un oggetto per volta: una cisterna, un rimorchio, un vagone ferroviario. Da questa stazione, ci sembra di capire, nessuno partirà. Siamo ormai giunti al capolinea quand'ecco che emerge, dal buio della memoria, una sembianza nota. È una foto di famiglia, in bianco e nero, coi nostri zii che danzano goffamente sulla spiaggia. Subito dopo, come per prodigio, compare nostra madre: giovane, vestita a festa. Ci sembra di ricordarla così, in abito lungo, ma è impossibile: allora noi non c'eravamo. C'eravamo, invece, quando abbiamo sorpreso nostra moglie sulla sdraio col pancione, rubandole una posa sofferente che non ci perdonerà. Stiamo quasi per scusarci, per dirle che sì, cancelleremo quello scatto quando una luce, forse i fari di un camion che non ci ha visto e stava per venirci incontro, ci riporta alla realtà. Dobbiamo trascrivere assolutamente questi segni, produrre, di queste storie minime, un referto dettagliato. Perché i protagonisti – l'amore, il viaggio, il gioco, la nascita e la morte – sono le forze divine che ci vivono, che tessono in segreto la trama della vita. Ma come fare? Insegna la Bibbia che chi vede Dio in azione o muore o diventa di sale. Più spesso, a diventare di sale, cioè a cristallizzarsi in un idolo che non sente né respira, è la versione che di Dio si dà. Quante immagini, dalle sacre icone alla pubblicità, hanno fatto questa fine, distrutte dalla nostra furia cieca o rese vane da colpevole incuranza. Se riprodurre poi il mistero è già difficilissimo, come rendere il concatenarsi degli eventi in cui siamo intrappolati? Dopo anni di silenzio, Salvo Catania Zingali ha trovato una valida risposta sulla strada. Dalla strada sono tratte le figure che popolano i suoi quadri, ed è ancora dalla strada che egli recupera gli scarti che fungono da base al suo lavoro: Salvo si serve infatti per dipingere di materiali di risulta, per lo più assi di grezzo compensato, da cui l'ironico titolo della mostra, che assembla incollandole l'una all'altra in modo da non celare le giunture. Suo interesse primario non è tanto ostentare la povertà del legno quanto il supporto nodoso, che non è mai coperto da strati di colore ma è colore esso stesso. Una scelta, quest'ultima, allineata all'apparenza a posizioni artistiche recenti, dall'art brut alla street art. Bisogna tuttavia distinguere tra chi copia il contemporaneo senza inventare e chi, come Salvo, si muove in chiave autonoma dai modelli che ha scelto. Non solo egli si mostra attentissimo a dribblare qualunque provocazione o tentazione descrittiva; i suoi soggetti, figure oniriche che spesso tendono a dissolvesi nel fondo, assumono una valenza simbolica in aperta contraddizione col minimalismo patente del mezzo espressivo. Nei cerchi e nelle venature delle tavole di Salvo, come all'interno dei suoi libri che non si possono sfogliare, tutto è scritto: gli arrivi e le partenze, le gioie e i dolori, le nascite e le morti. Il resto, le figure ritmate dal suo grafismo materico, non sono veri dipinti. Sono le ombre dei vivi di passaggio, dei nostri corpi che si allungano sui suoi folli battistrada.
Biografia
Salvo Catania Zingali nato a Tripoli il 15 agosto 1967, di origine siciliana, si trasferisce a Ispica nel 1970 e successivamente a Comiso dove frequenta l’Istituto Statale d’arte, conseguendo il diploma di Maturità artistica nel 1986. Dopo un precario laboratorio artistico, spesso svolto in spazi poveri, sviluppa una propensione creativa basata sulla provvisorietà e difficile collocazione della opera d’arte e intraprende una personale affinata visione dell’utizzo degli elementi di recupero che via via viene a ritrovarsi nel suo impegno quotidiano di illustrazione pittorica. Una passione speciale, insomma, per la stratificazione dei materiali scadenti e del puro legno, che lo porta a contaminare la grafica illustrativa, la pittura con l’ installazione di opere di grande dimensioni. La sua produzione in quest’ultimi anni ha trovato un legame forte dentro il perimetro urbano della sua città.
Tra il 1994 e il 1995 da Ragusa a Catania partecipa alla mostra Ragusani a cura di Francesco Gallo e ad altre collettive Per Feliciano a cura di Carmelo Arezzo e Socchiuso presso il Foyer del Teatro Comunale di Comiso. Ha collaborato inoltre, con il Comune di Chiaramonte Gulfi, nel 1996 come disegnatore di un espositore del Museo dei Cimeli Storico Militari e nel 2000 come decoratore dell’allestimento espositivo del Museo d’Arte Sacra. Al suo attivo ha diverse collaborazioni
con il Comune di Comiso tra cui nel 2001 la direzione di un laboratorio pittorico rivolto ai bambini delle scuole dell’infanzia e la realizzazionene nel 2004 di uno lavoro scenografico per lo spettacolo teatrale Ciavieddu di Salvatore Fiume con la regia di Gianni Battaglia.
Nel 2008 con Giacomo Sortino e Tano Melfi prepara un evento installativo per il litorale di Scoglitti nell’ambito di VentiUrbani. Vive e lavora a Comiso.
Le forze che ci vivono
Non sono fantasmi. Sfilano davanti a noi con la loro aria sfrontata, guardandoci senza vedere. Oppure siamo noi che le inquadriamo, con la coda dell'occhio, dal finestrino di un auto in corsa. Qualcuna rimane appartata, qualcun'altra prova a imbastire una trattativa: a gesti, sollevandosi la veste o chiamandoci a gran voce. Sullo sfondo, uno spazio neutro, sempre uguale, dove è possibile distinguere solo un oggetto per volta: una cisterna, un rimorchio, un vagone ferroviario. Da questa stazione, ci sembra di capire, nessuno partirà. Siamo ormai giunti al capolinea quand'ecco che emerge, dal buio della memoria, una sembianza nota. È una foto di famiglia, in bianco e nero, coi nostri zii che danzano goffamente sulla spiaggia. Subito dopo, come per prodigio, compare nostra madre: giovane, vestita a festa. Ci sembra di ricordarla così, in abito lungo, ma è impossibile: allora noi non c'eravamo. C'eravamo, invece, quando abbiamo sorpreso nostra moglie sulla sdraio col pancione, rubandole una posa sofferente che non ci perdonerà. Stiamo quasi per scusarci, per dirle che sì, cancelleremo quello scatto quando una luce, forse i fari di un camion che non ci ha visto e stava per venirci incontro, ci riporta alla realtà. Dobbiamo trascrivere assolutamente questi segni, produrre, di queste storie minime, un referto dettagliato. Perché i protagonisti – l'amore, il viaggio, il gioco, la nascita e la morte – sono le forze divine che ci vivono, che tessono in segreto la trama della vita. Ma come fare? Insegna la Bibbia che chi vede Dio in azione o muore o diventa di sale. Più spesso, a diventare di sale, cioè a cristallizzarsi in un idolo che non sente né respira, è la versione che di Dio si dà. Quante immagini, dalle sacre icone alla pubblicità, hanno fatto questa fine, distrutte dalla nostra furia cieca o rese vane da colpevole incuranza. Se riprodurre poi il mistero è già difficilissimo, come rendere il concatenarsi degli eventi in cui siamo intrappolati? Dopo anni di silenzio, Salvo Catania Zingali ha trovato una valida risposta sulla strada. Dalla strada sono tratte le figure che popolano i suoi quadri, ed è ancora dalla strada che egli recupera gli scarti che fungono da base al suo lavoro: Salvo si serve infatti per dipingere di materiali di risulta, per lo più assi di grezzo compensato, da cui l'ironico titolo della mostra, che assembla incollandole l'una all'altra in modo da non celare le giunture. Suo interesse primario non è tanto ostentare la povertà del legno quanto il supporto nodoso, che non è mai coperto da strati di colore ma è colore esso stesso. Una scelta, quest'ultima, allineata all'apparenza a posizioni artistiche recenti, dall'art brut alla street art. Bisogna tuttavia distinguere tra chi copia il contemporaneo senza inventare e chi, come Salvo, si muove in chiave autonoma dai modelli che ha scelto. Non solo egli si mostra attentissimo a dribblare qualunque provocazione o tentazione descrittiva; i suoi soggetti, figure oniriche che spesso tendono a dissolvesi nel fondo, assumono una valenza simbolica in aperta contraddizione col minimalismo patente del mezzo espressivo. Nei cerchi e nelle venature delle tavole di Salvo, come all'interno dei suoi libri che non si possono sfogliare, tutto è scritto: gli arrivi e le partenze, le gioie e i dolori, le nascite e le morti. Il resto, le figure ritmate dal suo grafismo materico, non sono veri dipinti. Sono le ombre dei vivi di passaggio, dei nostri corpi che si allungano sui suoi folli battistrada.
Biografia
Salvo Catania Zingali nato a Tripoli il 15 agosto 1967, di origine siciliana, si trasferisce a Ispica nel 1970 e successivamente a Comiso dove frequenta l’Istituto Statale d’arte, conseguendo il diploma di Maturità artistica nel 1986. Dopo un precario laboratorio artistico, spesso svolto in spazi poveri, sviluppa una propensione creativa basata sulla provvisorietà e difficile collocazione della opera d’arte e intraprende una personale affinata visione dell’utizzo degli elementi di recupero che via via viene a ritrovarsi nel suo impegno quotidiano di illustrazione pittorica. Una passione speciale, insomma, per la stratificazione dei materiali scadenti e del puro legno, che lo porta a contaminare la grafica illustrativa, la pittura con l’ installazione di opere di grande dimensioni. La sua produzione in quest’ultimi anni ha trovato un legame forte dentro il perimetro urbano della sua città.
Tra il 1994 e il 1995 da Ragusa a Catania partecipa alla mostra Ragusani a cura di Francesco Gallo e ad altre collettive Per Feliciano a cura di Carmelo Arezzo e Socchiuso presso il Foyer del Teatro Comunale di Comiso. Ha collaborato inoltre, con il Comune di Chiaramonte Gulfi, nel 1996 come disegnatore di un espositore del Museo dei Cimeli Storico Militari e nel 2000 come decoratore dell’allestimento espositivo del Museo d’Arte Sacra. Al suo attivo ha diverse collaborazioni
con il Comune di Comiso tra cui nel 2001 la direzione di un laboratorio pittorico rivolto ai bambini delle scuole dell’infanzia e la realizzazionene nel 2004 di uno lavoro scenografico per lo spettacolo teatrale Ciavieddu di Salvatore Fiume con la regia di Gianni Battaglia.
Nel 2008 con Giacomo Sortino e Tano Melfi prepara un evento installativo per il litorale di Scoglitti nell’ambito di VentiUrbani. Vive e lavora a Comiso.
20
febbraio 2010
Salvo Catania Zingali – Ri-compensati
Dal 20 febbraio al 15 marzo 2010
arte contemporanea
Location
GALLERIA DEGLI ARCHI
Comiso, Via E. Calogero, 22, (Ragusa)
Comiso, Via E. Calogero, 22, (Ragusa)
Orario di apertura
da martedì a domenica ore 16,30-20,30
Vernissage
20 Febbraio 2010, ore 19
Autore




